Sono in linea di massima d’accordo con il tuo intervento sergio, anche se penso che il tema “sesso” non sia sopravvalutato: se ne parla molto perché a differenza degli altri istinti naturali (socialmente accettabili e, come tali, liberamente esprimibili) la libera manifestazione di questo desiderio è condizionata da innumerevoli “sovrastrutture” (mi approprio del gergo usato da Vladimir……anche se nato in altro contesto…..rende bene l’idea :wink
. Esempio: se ho un improvviso desiderio di mangiare posso manifestarlo liberamente, quasi in ogni ambiente o circostanza, senza alcuna particolare reazione da parte dei potenziali ascoltatori……. ma immagino la reazione se esprimessi un irrefrenabile desiderio sessuale ..... nel mondo che mi circonda quotidianamente….provocherebbe senza dubbio uno shock :OO!!!
Per quanto riguarda Freud, sicuramente le sue teorie sono state sorpassate dalla psicoanalisi moderna ……ma i suoi testi ancora oggi hanno, a mio parere, molto da dire…..e in un certo senso ti aprono un mondo.
Comprendo bene quello che dici Elena.
Sicuramente la manifestazione di un istinto sessuale e' piu' pudica dell'istinto di mangiare.
Io posso benissimo esclamare: voglio una pizza gigante! e nessuno se ne scandalizzerebbe.
Se esclamassi, invece: voglio...e giu' una porcata...! immagino che l'auditorium drizzerebbe le orecchie un pochettino indignata.
Ma andiamo per ordine.
Innanzitutto anche questa indignazione auditiva nasce dal fatto che siamo soliti a non dire ed esprimere i nostri pnesieri sessuali.
Persino una terminologia di parole forti, richiama subito l'attenzione.
Dire pene e non....e' solo una forma di bigotta educazione linguistica. Non si capisce bene, perche' se no, in altri momenti la parola pene risulterebbe quasi buffa e comica.
E allora? e allora se imparassimo ad usare le parole piu' consone al tema ci abitueremmo.
Il sesso non e' scienza ma istinto e l'istinto non conosce affatto modi edulcorati per esprimersi. Della "forma " alla sostanza poco interessa.
Questo e' solo un piccolo esempio.
Il problema e' un altro.
L'ossessione personale di cui si parlava non nasce solo nei confronti degli altri ma anche quando siamo soli.
E' proprio cosi'.
Poniamo il caso che un tipo in un determinato momento della sua vita manifesti a se stesso un desiderio. Una mattina si alzera' e si dira': cavolo, vorrei fare questa cosa che sogno da tempo ma....Che so io? ( pensa a una pratica sessuale molto forte)
Stai sicura che la fenomenologia del suo desiderio sessuale molto maiale sara' espressa in questa successione immediata di pensieri talmente veloce da non accorgersi quasi:
A) Voglio fare questo!
B) Strano!
c) Mio dio, ma sono normale?
d) in qualsiasi caso come faccio a farlo? come faccio a chiederlo al compagno o qualcuno? dove vado a farlo?
E' in quel "mio dio sono normale?" che casca l'asino perche' appaiono tutte quelle sovrastrutture comportamentali, morali, psicologiche e religiose di cui si parlava nei precedenti post.
E nasce l'inevitabile conflitto: da una parte tutto un apparato riflessivo ( che non esiste!!!) che opprime, che vieta, che castra - dall'altro l'istinto che impellente fa sentire la sua voce e se ne infischia giustamente di tutte queste corbellerie.
La nevrosi, l'ossessione sessuale nasce da questa tensione conflittuale.
Se sempre quel tipo di quella mattina invece di " masturbarsi onanisticamente" con tutti questi pensieri " educativi" avesse messo in atto il suo desiderio, stai sicura, che avrebbe passato una giornata molto piu' tranquilla e probabilemnte felice.
Ma soprattutto: avremmo un " nevrotico" in meno.