Mastrocola, Paola - La gallina volante

Palmaria

Summer Member
Carla, insegnante di lettere in un liceo di Torino, è la voce narrante di questo romanzo. Al centro della vicenda sono i problemi quotidiani con cui la protagonista deve confrontarsi, ma soprattutto il rapporto intenso e profondo che instaura con una sua allieva particolarmente sensibile e intelligente, Tanni. Nasce tra loro una complicità che porterà la ragazzina a confessare una difficile situazione familiare, con la madre che se ne è andata, il padre che ha qualche problema con l'alcol e un fratello più piccolo da accudire. Ed è solo con lei che Carla condividerà un progetto apparentemente folle, cui ha dedicato tempo e passione: quello di far volare le galline che alleva nel giardino di casa.


Devo dire che ho veramente divorato questo libro, non per la trama, in sè comunque delicata e malinconica, sebbene non chissà quanto avvincente, ma per la grande capacità dell'autrice di coinvolgermi nella passione per l'insegnamento della protagonista e nel tentativo di essa di trasmettere questa passione ai suoi allievi, cercando di rendere loro massimamente interessante ogni spiegazione, ogni concetto, spaziando dalla grammatica alla letteratura. Una simile passione, confida la Mastrocola in questo romanzo fortemente autobiografico, viene sempre più spesso mortificata, tra l'altro, dai meccanismi scolastici di aggiornamento professionale, di collegi docenti e di debiti formativi, ma la missione dell'insegnante potrà ritenersi compiuta quando avrà ispirato interesse, curiosità ed una insaziabile voglia di conoscere almeno in uno dei suoi alunni, uno come Tanni, con la quale la professoressa instaura presto un rapporto speciale, quasi filiale.
Insomma, con questo romanzo la Mastrocola ha fatto nascere in me un'incredibile invidia (ed al giorno d'oggi non è poco...!!!) nei confronti dei professori di lettere, il cui lavoro consiste in fondo nel plasmare e crescere i lettori di domani e nell'instillare in loro l'amore per la nostra lingua.

Voto: 4/5!:D
 

gigimon

New member
La gallina volante

Delizioso. Però, ho dato una diversa lettura al romanzo. Cioè, questa insegnante che non si rassegna nella vita a fornire istruzione agli allievi secondo schemi prestabiliti, ma và oltre, talmente oltre da voler sfidare l'impossibile: insegnare ad una gallina a volare!










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Palmaria

Summer Member
Beh, senza voler svelare nulla a quanti ancora non hanno letto il libro, il finale del romanzo è aperto, quindi è bello che ognuno dia la propria interpretazione alla storia.....:wink:
 

Ugly Betty

Scimmia ballerina
Ieri pomeriggio non avevo niente di meglio da fare, ho preso questo libro e l'ho letto tutto d'un fiato, dall'inizio alla fine.
Va bene, ho un debole per Paola Mastrocola, ma cosa devo farci se riesce a coinvolgermi sempre in quello che scrive? :mrgreen:

Io ho un sogno, un'ambizione, un segreto. Io devo riuscire a far volare una gallina.
Le galline, si sa, volano. Volano perchè hanno le ali.
In genere le galline non volano. Perchè non usano le ali. Ma se le usassero...
Perchè le galline non usano le ali?
Il problema dunque è riuscire a far usare le ali alle galline.


Quante volte noi non usiamo le ali? Quante volte abbiamo la possibilità di fare qualcosa e non lo facciamo, sconfitti dalle nostre presunte difficoltà e dalla nostra paura di volare? Quante volte preferiamo restare tranquilli nel nostro 'pollaio' quotidiano?
E così Carla, la protagonista del romanzo, oltre a far volare una delle sue ventiquattro galline, vuole riuscire a far volare i suoi alunni, a farli vivere.
Lei insegna lettere, ma non vuole limitarsi a svolgere il programma, vuole lasciare qualcosa ai suoi alunni.

Penso all'origine del linguaggio: se volevi una mela ma non sapevi la parola mela, non potevi dirla e quindi la mela non esisteva. Ora se non esiste la parola crimine o la parola atrocità, nella coscienza dell'individuo non ci sarà nemmeno la percezione di quelle cose. Pietro Maso ha ucciso perchè gli insegnanti non fanno grammatica e non insegnano ad allargare il lessico. Ha ucciso perchè uccidere è solo una cazzata, così come mettere una mosca nella minestra della madre.

I libri ci insegnano a vivere, lo dico sempre io. :wink:

Stupendo, leggetelo. 5/5
 

velmez

Active member
vado un po' controcorrente: non mi è piaciuto.
L'ho trovato estremamente banale e concordo ben poco di quanto sostiene l'autrice, sia per quanto riguarda il livello "insegnamento" che per quello famigliare.
Agli studenti insegna utilizzando delle metafore che trovo veramente inutile e poco semplificative (tipo il bruco con le antenne...), critica le colleghe che fanno leggere i giornali nelle loro ore...
la sua relazione famigliare mi sembra alquanto superficiale: con il marito e i figli non spiccica che poche parole e non sembra condividere molti interessi...
ma soprattutto chi quell'insegnante che lascia che una sua allieva sedicenne (tra l'altro la sua "prediletta") si trasferisca con un uomo che potrebbe essere suo padre???
insomma, mi è sembrato tutto tranne che un buon esempio... se poi considero che il paragone che mi viene più immediato è quello con Pennac... non ci siamo proprio!
 
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