Un libro essenziale. Un libro bello, un libro su un uomo giusto, onesto, tenace, solo. E sul suo contrapposto che tanto sa di male, un male astuto e perfido.
Forse anche chi non ha visto il film omonimo diretto da Michele Placido, e interpretato da Fabrizio Bentivoglio e Omero Antonutti (1995) sa che il libro tratta della storia di Giorgio Ambrosoli e dalla vicenda Sindona. Ma anche a chi avesse visto il film consiglio di leggere il libro, non ne resterà deluso.
L'avvocato Giorgio Ambrosoli viene nominato commissario liquidatore delle banche di Michele Sindona, potente banchiere siciliano. Impiantatosi negli studi di Sindona, sotto gli sguardi sospettosi dei dipendenti, Ambrosoli comincia ad indagare sulle attività bancarie a New York e in Italia del banchiere. Presto verranno fuori irregolarità e l'avvocato subirà le prime minacce ed intimidazioni. Aiutato dal maresciallo della Guardia di Finanza Silvio Novembre, Ambrosoli proseguirà le indagini con coraggio e determinazione, prevedendo alla moglie che queste investigazioni gli costeranno sicuramente la vita.
E' un libro che andrebbe letto anche nelle scuole per far capire cos'era e senza dubbio cos'è una certa politica e una certa parte della nostra società e come si può morire per il solo fatto di compiere il proprio dovere in modo onesto.
Ci sono pagine bellissime che descrivono quest'uomo nel suo solitario lavoro, pronto a resistere a tutte le lusinghe e a tutti gli avvertimenti e agli ostacoli che gli frapponeva chi avrebbe dovuto aiutarlo, gli organi istituzionali. Un uomo onesto e coerente con un profondo senso della giustizia e delle istituzioni. Un uomo a cui mi viene da pensare ogni volta che disgustatato vedo un telegiornale.
E' altresi descritta la società di quegli anni, gli anni settanta, e già varrebbe la pena di leggerlo solo per quello. Ma c'è molto, molto di più.
E' un libro commovente e bello, che l'autore scrive in maniera serrata e precisa, come le inchieste di un giornalismo che pare non esserci più.
Straconsigliato.
Forse anche chi non ha visto il film omonimo diretto da Michele Placido, e interpretato da Fabrizio Bentivoglio e Omero Antonutti (1995) sa che il libro tratta della storia di Giorgio Ambrosoli e dalla vicenda Sindona. Ma anche a chi avesse visto il film consiglio di leggere il libro, non ne resterà deluso.
L'avvocato Giorgio Ambrosoli viene nominato commissario liquidatore delle banche di Michele Sindona, potente banchiere siciliano. Impiantatosi negli studi di Sindona, sotto gli sguardi sospettosi dei dipendenti, Ambrosoli comincia ad indagare sulle attività bancarie a New York e in Italia del banchiere. Presto verranno fuori irregolarità e l'avvocato subirà le prime minacce ed intimidazioni. Aiutato dal maresciallo della Guardia di Finanza Silvio Novembre, Ambrosoli proseguirà le indagini con coraggio e determinazione, prevedendo alla moglie che queste investigazioni gli costeranno sicuramente la vita.
E' un libro che andrebbe letto anche nelle scuole per far capire cos'era e senza dubbio cos'è una certa politica e una certa parte della nostra società e come si può morire per il solo fatto di compiere il proprio dovere in modo onesto.
Ci sono pagine bellissime che descrivono quest'uomo nel suo solitario lavoro, pronto a resistere a tutte le lusinghe e a tutti gli avvertimenti e agli ostacoli che gli frapponeva chi avrebbe dovuto aiutarlo, gli organi istituzionali. Un uomo onesto e coerente con un profondo senso della giustizia e delle istituzioni. Un uomo a cui mi viene da pensare ogni volta che disgustatato vedo un telegiornale.
E' altresi descritta la società di quegli anni, gli anni settanta, e già varrebbe la pena di leggerlo solo per quello. Ma c'è molto, molto di più.
E' un libro commovente e bello, che l'autore scrive in maniera serrata e precisa, come le inchieste di un giornalismo che pare non esserci più.
Straconsigliato.