Corona, Mauro - L'ombra del bastone

Candy Candy

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L'OMBRA DEL BASTONE
Un grosso Quanderno Nero, di quelli usati per tenere i conti del latte dacagliare, giunge tra le mani di Mauro Corona. Porta in calce la data 1920 ed è firmato Severino Corona detto Zino.
Il quaderno è consunto, le pagine appiccicate l'una all'altra, ma lentamente, con la punta del temperino infilata tra foglio e foglio, Mauro Corona riesce ad aprirlo e a decifrarlo.
Ciò che nel quaderno è scritto, in calligrafia appena leggibile, è la confessione di un uomo, Zino, che il destino o la vendetta della strega Melissa, ha spinto, contro la sua volontà, sulla via della perdizione. Nella solitudine, tra le pietre e la neve, i branchi di capre e i campi di fieno sui campi dei monti che sovrastano il Vajont, la voglia di sesso è il demone scatenante che fa nascere storie di violenza e di morte. Così è la voglia sfrenata, fino alla follia e all'istigazione al delitto, che prende di Zino la moglie di Raggio, il più caro amico di Zino. Maledizione di Melissa, la strega della caverna assassinata e gettata in foiba dai falciatori; colpa della brama di vivere dove vivere non si può se non secondo le immutabili leggi di una natura atavica e selvaggia che non concede nulla se non a prezzo di fatica e dolore.
Mauro Corona ci dà finalmente il romanzo atteso, la cronaca non più della sua vita, ma la storia di Raggio e di Zino, di Maddalena Mora e di Neve, la bambina di ghiaccio, di tutti coloro che lassù, sui suoi monti, lo hanno preceduto. L'ombra del bastone è un "Malavoglia" friulano di lotta perduta contro il destino, così la voglia di femmina, folle di sesso e di dolore, è una "Lupa" che sa di fieno e latte cagliato.
Mauro Corona, affascinato dalla storia del Quaderno Nero, ne conserva il linguaggio naturale, duro e carezzevole, talora stravolto, dove ferocia e pietà sono le due facce di quella stessa moneta gobba che è la vita distorta da una povertà atavica impastata di fatica, di sangue, di sesso, di stregoneria, di oscure potenze racchiuse da sempre nelle cose, negli alberi, nelle rocce, nelle esistenze di maschi e femmine bruciate da un fuoco inestinguibile o pietrificate dal gelo. La vita presa a morsi come una forma di pane duro. Saggezza e follie antiche come le montagne camminano insieme, orfane che mettono paura. La vita è un dono, la morte è la norma che si annuncia con quel bastone che riappre, fantasma in cerca di vendetta, appeso a un muro di osteria dopo aver attraversato, lordo di sangue, il ventre stesso della terra. Ma, luminosa, come un lucignolo nel buio assoluto, si affaccia la storia della piccola Neve , dove il male si trasforma in bene, la bambina che non sentiva il freddo e che si scioglierà come ghiaccio al sole: poche gocce d'acqua, conservate in una bottiglia posta ancora oggi sulla mensola del camino di Mauro Corona.

nn so se alcuni di voi Veneti e amanti delle montagne lo conoscono ma quest'uomo è un grande, mi sono innamorata della sua personalità del suo modo di scrivere, rude forse ma che rende l'idea dell'ambiente di cui si parla...un libro che inizialmente nn mi faceva impazzire ma poi pensando e ripensando mi è piaciuto troppo e poi...beh l'autore è da conoscere....cercate su youtube l'intervista alle invasioni barbariche e capirete...
 
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zaratia

Sideshow
mauro corona è un grande personaggio. è un uomo indurito dalla vita, da un padre violento e dall'esperienza del vajont, vissuta in prima persona. però sotto la scorza è una persona molto sensibile e dolce!
 

Fabio

Altro
Membro dello Staff
Mi hai rubato la recensione!!! :mrgreen:
Bellissimo libro, dopo tanti anni ho ritrovato un libro in grado di tenermi sveglio fino alle 3 di notte anzichè farmi venir sonno dopo 2 minuti.

Adoro Mauro Corona. Ho avuto la fortuna di passare qualche ora nello stesso bar in cui di solito va (quello di fianco il suo laboratorio) ed era un po' alticcio... una persona favolosa, un alpinista fortissimo, uno scultore eccezionale ed uno scrittore diretto!

L'ombra del bastone è secondo me uno dei suoi libri migliori. Dobbiam operò dire che questo è un romanzo "completo" e non una raccolta di storie come molti altri!
 

Candy Candy

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voglio vedere quel posto...vorrei conoscerlo...è magico...

sono nata in sicilia ma mi fa impazzire il veneto... è grave??? :?
 

enedhore

New member
Conosco Mauro di persona perchè ho una cara cugina che abita proprio vicino al Vajont e mi ha portato nella sua bottega di scultore per incontrarlo, 4 anni fa.
E' una persona speciale, semplice e duro, scanzonato e triste, dalla lingua graffiante, sfuggevole, dotato della una straordinaria capacità di farti rflettere sul tuo senso della vita, in modo concreto.
Ho tutti suoi libri e conosco bene quei luoghi.
"I ricordi sono gocce di resina che sgorgano dalle ferite della vita".
Ora è uscito il suo ultimo libro: Cani, camosci, cuculi (e un corvo).
 
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Alfredo_Colitto

scrittore
L'ombra del bastone mi è piaciuto tantissimo. Corona scrive davvero in un modo aspro e dolce, i suoi libri sono pieni di sentimenti ma non per questo l'intreccio ne risente. Grande romanzo, bello stile e storia coinvolgente. Che si può chiedere di più?
 

Meri

Viôt di viodi
Libro stupendo. Il primo libro di Corona che leggo, ma mi ha colpito. Non fatico a pensare che a quei tempi e in quei luoghi chiusi e isolati accadessero queste cose e non solo là. Mi è piaciuto molto anche il linguaggio usato, le ripetizioni, i termini dialettali, oserei dire perfetto!
 

Sibyl_Vane

Fairy Member
Io di Corona avevo letto soltanto "Storia di Neve" e mi era piaciuto moltissimo. Poi, recentemente, ho avuto l'occasione di fare una gita in montagna e mi è tornata la voglia di immergermi di nuovo in quelle atmosfere, quindi sono andata in libreria e ho comprato "L'Ombra del Bastone"... è stata una scelta ardua, perché avrei voluto prenderli tutti... non vedo l'ora di iniziare a leggerlo!
 

Sibyl_Vane

Fairy Member
Iniziato e anche già finito! Mi è piaciuto davvero molto; l'ho trovato un po' ripetitivo in alcuni punti, ma lo stile di Corona è davvero qualcosa di unico e il finale mi ha lasciato una sensazione piacevole nel cuore e nello stomaco... Consigliato, indubbiamente! Ora mi prendo un piccola pausa fatta di letture differenti, ma sono certa che presto tornerò in libreria a comprare qualche altro suo libro... sì sì!
 

ayla

+Dreamer+ Member
La vita è come venire a dare 'n'occhiata a questo mondo, capire che non piace e tornare dove si era partiti. Questa è la vita, una visita alla terra e scappar via di nuovo, per non sentir il suo brutto odore, come si scappava quando qualcuno nella contrada puliva la latrina.

Libro intessuto di tristezza, indurito dalla vita e plasmato nella tragicità, davvero, sembra non conoscere quiete, pace o felicità, è dramma nudo e crudo, dalla prima all'ultima pagina. Anche questa è la vita.
Scritto in maniera diretta, senza fronzoli o abbellimenti vari, eppure nella sua semplicità e concretezza riesce ad essere inaspettatamente poetico, in maniera quasi disarmante, riesce a evocare immagini di una Montagna incontaminata e selvatica, Montagna affascinante che ruba il cuore, difficile da abbandonare, ma che ha le sue regole e non conosce pietà.
n.b. l'ho trovato un pizzico ripetitivo nella seconda parte ma per il resto è una lettura scorrevolissima, si legge in poco tempo; se non fossi un'inguaribile astemia direi che è un libro che scivola giù, dritto allo stomaco, come un bicchiere di vino.
 

lettore marcovaldo

Well-known member
Approdo alle opere di Mauro Corona, con questa prima lettura.
Ho trovato il romanzo scorrevole, scritto con un linguaggio chiaro e semplice, ma non banale.
Nel dettaglio l'uso di una lingua con termini dialettali e la forma di racconto/confessione mi sembrano ben riusciti.
Da rilevare nella parte finale una certa tendenza a ripetere o rievocare alcuni passaggi.
Il tutto però funzionale a rappresentare lo stato d'animo del protagonista, voce narrante della vicenda.

Diciamo che ero partito titubante, ma nel complesso mi sembra di aver fatto una buona scelta.
 

malafi

Well-known member
Quinto o sesto libro di Corona che leggo.
A parte I Fantasmi di Pietra, che ho trovato bellissimo, gli altri oscillano sempre nel mio giudizio: li trovo spesso eccessivi, anche se in questo caso la storia è credibile e ben costruita.
Bello anche l'artificio di riportare un manoscritto, che gli permette di usare la lingua semplice e genuina di un ertano.

Voto 3,5
 
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