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Ci giunge dalla preistoria, i romani lo chiamavan ludus. Di primaria importanza. È un’attività con funzioni ricreative, nonché educative, sociali e avvantaggiano la conoscenza del prossimo.
Per Aristotele gioia e virtù, per Kant piacere (come dargli torto ).
Forse chi è delle mie parti ri-conoscerà e ricorderà : Pallina, a Campana, a Picchio, a Sartalaquaja, a Arzà’ la stella.
Vediamo il primo gioco romano...
Pallina
“Si può fare a Pallina in due, tre, quattro, cinque, ecc. Si fa prima una bucia in terra, e a una certa distanza un segno o limite, in cui devono tutte le palline da battersi essere collocate.
Si fa la conta, e a chi va il punto, è il primo a tirare per cogliere in buca. Se ci coglie dice agli altri compagni: Tirateme. E quelli posano ciascuno la pallina sul limite, ossia su quel segno stabilito.
La conta, a un palmo dalla buca, tira con la sua pallina, e ognuna che ne coglie se la prende.
Alla lor volta, le Palline che non sono state colte, dal segno in cui si trovano, devono essere dai loro giocatori tirate per cogliere in buca, e se ci vanno, far nè più nè meno di quanto ha fatto la conta.
Se la pallina tirata per cogliere in buca si ferma prima o poi, sta bene; ma se per caso oltrepassa il limite stabilito, il giocatore cui appartiene dice: Cé passo o senza fôco li passaporti, e può ritirare.
Qualora la pallina lanciata urta o inciampa in un sassetto, in un piede di uno spettatore, ecc., e il proprietario di essa grida subito: Moi piè’, può replicare il tiro; però se l’avversario lo previene, gridando prima di lui: Bo’ piè’, il tiro è dichiarato buono e non si può ripetere.
Così avviene pure se presso la buca il pallino a ttiro ha vicino qualche sassolino o altro, e quello che deve tirare a coglierlo dice subito: Senza fôco, la pulizzìa! egli è in facoltà di pulire il terreno; col patto però che il suo rivale, non gridi prima di lui: Fôco, la pulizzìa!
Se per caso la pallina da colpire fosse un poco interrata e il giocatore di essa, per averne vantaggio, grida all’avversario, o a colui che la deve battere: Bòtto, scrócchio e pallina che ffugge, la pallina in parola deve essere rimossa dal punto in cui si trova, altrimenti il tiro non sarebbe valido.”(G.Zanazzo)