I libri da far leggere a scuola

elisa

Motherator
Membro dello Staff
Siccome è iniziata questa discussione nel 3d dei Promessi sposi ho pensato che chi voleva approfondire il dibattito su quali libri far leggere a scuola obbligatoriamente, avrebbe trovato luogo più consono qui.

Attualmente nel programma scolastico ci dovrebbero essere l'Odissea e l'Eneide, La Divina Commedia e I Promessi sposi, cito dai miei ricordi scolastici.:roll:

Qualcuno cambierebbe uno di questi testi per inserirne di nuovi?
 

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
La storia della monaca di Monza non la ricordo piu', ma come ho detto, li rileggero'.

Per quanto riguarda la versione erotica, non mi sembra il caso: a me sarebbe bastato che si tenessero per mano o si dessero un bacino... e poi, a Renzo, 2kg di Viagra non basterebbero nemmeno x una polluzione notturna. Per fargli fare una versione spinta non basterebbe nemmeno un overdose di rombi blu.

I libri giusti da leggere a scuola credo siano circa 769 o giu' di li', il problema e' che non se ne puo' uscire sulla soglia della pensione. Qualsiasi scrematura sara', per forza, sbagliata.
Secondo me, l'obiettivo minimo della scuola deve essere quello di sfornare ragazze/i che non odino la cultura: riuscirci, sarebbe gia' una conquista.
A tal proposito, bisognerebbe che la Lettura smettesse di essere un monopolio dell'insegnate d'Italiano e si permettese agli alunni di leggere un testo a scelta tra quelli proposti da TUTTI gli insegnanti.
Faccio un esempio: se ho 16 anni e mi piace l'astronomia, la scuola deve permettermi di leggere e commentare con la prof di Scienze Cosmos di Carl Sagan, e non obbligarmi a leggere i PS. Diversamente si rischia di innescare il Rifiuto, che e' la cosa peggiore.
Per un adolescente, un bel libro di Antropologia, di Viaggi, sul Mondo del lavoro, di Attualita'... puo' avere un effetto molto piu' costruttivo di un classico della letteratura. Se uno vuole approfittare le ferie per leggersi Tristi tropici, perche' deve rinunciarvi per leggersi Il visconte dimezzato?
Per carita', se poi uno vuole cimentarsi coi classici, e' giusto che sia libero di farlo.
Ovviamente, siccome siamo a scuola, deve esserci un limite, percio' l'opera omnia di Biscardi, di Moccia o di Kinsella puo' essere messa al bando.
 

asiul

New member
L'ho letto alle superiori... perche' non c'era altra scelta.
Mi ricordo un bellissimo italiano.
Per il resto era da tagliarsi le vene.
Certo, sono passati + di 20 anni percio' non me la sento di mantenere sempre lo stesso giudizio.
Penso che lo rileggero'.
Sicuramente e' un libro diseducativo e fuorviante da NON leggere a scuola. Non e' possibile che in una storia d'amore lunga 800 pagine non ci scappi nemmeno un bacino!! I ragazzi di 14 anni si leggono una cosa del genere e si confondono, pensano che l'amore sia quello. Stiamo freschi. Non so voi, ma io quando l'ho letto avevo gia' un'altra idea di Amore: meno male che il libro non mi ha traviato.
Saluti

Che abbia fatto il suo tempo credo sia fuori discussione. Come lettura scolastica lo sostituirei con qualcosa, un mix possibilmente, più attuale e più vicino a sensibilità moderne. Oceano mare di Baricco per esempio, integrato da qualcosa non necessariamente italiano, andando a pescare, dico un nome ma se ne possono pensare altri, nella produzione di Dan Brown. Qualcosina di Moccia anche, che dell'oggi sa cogliere istanze comportamentali e sensibilità con precisione e puntualità. Questo per il secondo anno delle superiori.
Per il primo anno anche l'Eneide andrebbe sostituita credo, o fortemente ridotta, possibilmente con qualcosa che inizi da subito a sprovincializzare un po', la Yoshimoto per esempio. Tra i nostrani non oso suggerire 1000 colpi di spazzola perché il clima culturale è ancora troppo bacchettone e sarebbe da un punto di vista pratico, nelle condizioni in cui è la scuola italiana oggi, assolutamente impraticabile.

Volendo c'è anche Volo,Muccino,Faletti...:roll:

Stai scherzando vero? :??

L'Eneide!? :roll:...io l'ho amato molto. Perché toglierlo? :(

Asiul, penso di sì, che Zefiro volesse prendermi un po' in giro e ha fatto bene: chi la fa, l'aspetti, e io me la sono cercata...
Cmq, in una storia d'amore di 800 pg. un minimo di testosterone, di feromoni e di voglia ci devono essere.
Persino Dante ha dato a Paolo e a Francesca la possibilità di rotolarsi un po'! Infatti, La Divina Comedia, a scuola, ci deve restare!

Ciao Carcarlo :)

Era ovviamente una scherzosa provocazione la mia :mrgreen:

Sgomberiamo il campo dal messaggio o dai contenuti ideologici, condivisibili più o meno a seconda delle proprie idee, sensibilità, credo religioso per chi ce l’ha. Focalizziamoci ora su cosa leggere o non leggere a scuola. Parliamo delle superiori nello specifico, nei licei italiani in particolare, è lì che si legge il Manzoni nei programmi in vigore. E perché.

La scuola deve secondo me, tra l’altro e soprattutto, mettere al corrente di strumenti, metodologie e tecniche nonché esercitare all’uso delle stesse col fine principale e quasi unico direi, di fornire allo studente un metodo che verrà poi metabolizzato e sperabilmente usato in modi unici e personalissimi da ciascuno nella sua vita, privata e professionale a seconda della propria personalità.

Sempre a mio modesto parere, è ottimo uso del tempo, nel contesto dell’insegnamento dell’italiano, per una volta nella vita almeno, non tutti diventeranno critici letterari o lettori, applicarsi nella lettura critica, passo passo, studiando l’interezza del testo, commentandolo, leggendo e studiando i commenti dei principali critici. Attività faticosa e noiosissima talvolta, convengo, ma che fa sicuramente parte dell’imparare ed è inevitabile in qualsiasi disciplina.

Ricordo con orrore per esempio le interminabili ore trascorse nel risolvere le espressioni: graffe quadre, tonde e così via. E quando il risultato non veniva bisognava ricominciare da capo, o minuziosamente ripercorrerle alla ricerca dell’errore. Stavo imparando un metodo. Stavo imparando il rigore.

Così per i testi: si imparerà, sperabilmente, che un testo, una tesi, un passo hanno un contesto, plurime chiavi di lettura quasi sempre contrastanti, una sua estetica del bello o meno, una sua tecnicalità nell’uso della lingua un suo perché e un suo per come e così via. Per una volta nella vita qualcuno ci forzerà ad approcciare un testo non solo di pancia, ma anche e soprattutto di testa. Lo si imparerà, sempre sperabilmente, col training on the job come si dice oggi: facendolo. Non saltando nulla, anche i passaggi più noiosi, e probabilmente leggendo qualcosa che non rispecchia il nostro pensiero o modo di vedere, come ben spesso accade nella vita insomma.

Questo per quanto riguarda scopo e metodo. Veniamo all’oggetto. Cosa leggere? Su cosa concretamente declinare questa quotidiana fatica? Essendo la materia in questione l’italiano suggerirei autori italiani che facciano dell’italiano un uso perfetto e prototipale. Devono essere testi complessi, l’esercizio deve essere non banale e richiedere applicazione seria e faticosa. Poiché la letteratura, italiana e non, è fatta di prosa e di poesia, per quanto riguarda la prosa la scelta dei Promessi sposi, a me sembra quanto mai azzeccata: il primo, dove si è praticamente inventato nella sua forma finita e formalizzato un genere, il protoromanzo insomma, c’è dentro tutto. Se si tiene ben presente lo scopo nessuno degli ingredienti manca.

Ma voglio andare oltre. Dal punto di vista della costruzione dell’impalcatura di un programma scolastico, non so se sia la scelta migliore in assoluto, ma vista nel suo complesso la sequenza Eneide, Promessi sposi e i tre volumi di Divina Commedia, dedicando a ciascuno di essi un intero anno di applicazione a me sembra ottima. In Italia almeno, fossimo in Spagna a parlare di letteratura spagnola inserirei Cervantes naturalmente.

Con l’Eneide si centrano in un sol colpo l’innesto nelle nostre radici, cioè la cultura latina, e la familiarizzazione con l’Epica: potremo leggere Tasso, Ariosto, Omero…. Con Manzoni diventiamo familiari col romanzo, la sua costruzione, la cesellatura dei caratteri e dei personaggi, le modalità di proporre in forma artistico letteraria un messaggio ed una idea del mondo e della vita (non necessariamente da condividere insisto…) ed il perfetto italiano. Per quanto riguarda la poesia infine, la scelta di Dante in tutta franchezza non credo possa esser messa discussione.

La scelta migliore in assoluto non saprei, dicevo, ma sicuramente ottima ed io non saprei immaginarne un’altra: esercizio ed applicazione continuati su quello che è, di fatto, il backbone di questa disciplina ed arte per come essa si è sviluppata ed evoluta. Il tutto naturalmente dal momento che si sta parlando delle ore da dedicare al preciso scopo di imparare l’italiano ed aver contezza della letteratura italiana.

Sui rotolamenti, invece il non detto, ma ben trasmesso, della vicenda della Monaca di Monza e me attizza un bel po’. Sii sincero dai: a te no? :wink:


Però è un'idea sai? Una versione erotica dei Promessi sposi... :mrgreen:

Tranquillo Carlo, gli adolescenti hanno avuto di che "leggere" per nutrire il loro desiderio di cul_tura.Non ricordo carenze di ferormoni.Anzi v'erano ragazzi simili a testosteroni con gambe e braccia che si aggiravano per i corridoi...:mrgreen:

La storia della monaca di Monza non la ricordo piu', ma come ho detto, li rileggero'.

Per quanto riguarda la versione erotica, non mi sembra il caso: a me sarebbe bastato che si tenessero per mano o si dessero un bacino... e poi, a Renzo, 2kg di Viagra non basterebbero nemmeno x una polluzione notturna. Per fargli fare una versione spinta non basterebbe nemmeno un overdose di rombi blu.

I libri giusti da leggere a scuola credo siano circa 769 o giu' di li', il problema e' che non se ne puo' uscire sulla soglia della pensione. Qualsiasi scrematura sara', per forza, sbagliata.
Secondo me, l'obiettivo minimo della scuola deve essere quello di sfornare ragazze/i che non odino la cultura: riuscirci, sarebbe gia' una conquista.
A tal proposito, bisognerebbe che la Lettura smettesse di essere un monopolio dell'insegnate d'Italiano e si permettese agli alunni di leggere un testo a scelta tra quelli proposti da TUTTI gli insegnanti.
Faccio un esempio: se ho 16 anni e mi piace l'astronomia, la scuola deve permettermi di leggere e commentare con la prof di Scienze Cosmos di Carl Sagan, e non obbligarmi a leggere i PS. Diversamente si rischia di innescare il Rifiuto, che e' la cosa peggiore.
Per un adolescente, un bel libro di Antropologia, di Viaggi, sul Mondo del lavoro, di Attualita'... puo' avere un effetto molto piu' costruttivo di un classico della letteratura. Se uno vuole approfittare le ferie per leggersi Tristi tropici, perche' deve rinunciarvi per leggersi Il visconte dimezzato?
Per carita', se poi uno vuole cimentarsi coi classici, e' giusto che sia libero di farlo.
Ovviamente, siccome siamo a scuola, deve esserci un limite, percio' l'opera omnia di Biscardi, di Moccia o di Kinsella puo' essere messa al bando.


Questo è quanto...

Mi son permessa di riportare l'intera discussione o non si capirà da che parte è cominciata. E per non lasciare fuori l'interessante intervento, sempre lunghissimo :)mrgreen:), di Zefiro.

PS ops,dimenticai la faccina...fatto :mrgreen:
 
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Nikki

New member
se ho 16 anni e mi piace l'astronomia, la scuola deve permettermi di leggere e commentare con la prof di Scienze Cosmos di Carl Sagan, e non obbligarmi a leggere i PS.
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Sarà....ma a me la prospettiva che i sedicenni del 2020 non sappiano chi è Manzoni fa rabbrividire...e che il primo passo per cancellare una nazione dalla storia è rimuovere la cultura e la lingua dalla memoria collettiva, sostituendola con altro, lo sanno ormai tutti...

Su questo punto, mi perdo sempre in lunghissime riflessioni...ci sono popoli asiatici o mediorientali che mantengono un perfetto bilinguismo (penso ai kazakistani, turkmeni o kirghizistani, che parlano tutti la loro propria lingua e il russo) per conservare la propria identità di popolo nonostante le invasioni, i confini che cambiano, le supremazie politiche e non solo, in condizioni ambientali e di contesto culturale ben diversi dal nostro..(facciamo presto noi a diventare bilingui o più nei nostri licei o università, ma immaginatevi un villaggetto di tre capanne in mezzo al deserto.. :roll: )...mentre noi stiamo ad interrogarci se i sedicenni italiani devono leggere almeno una volta nella vita i PS oppure no...
Quello che più mi fa riflettere, e un po' sorridere, tra me e me, che anche in questo superiamo noi stessi...nel nostro caso, non si tratta di cedere a popoli invasori, le istanze di abdicazione culturale vengono proprio dalla nostra stessa società, siamo proprio noi che vogliamo destituirci, in buona sostanza.
Credo che si tratti del solito discorso ricchezza/povertà. Chi è ricco, di qualsiasi cosa, non solo denaro, anche cultura in questo caso, rischia di perdersi nelle immensità delle sue proprietà e di perdere di vista l'orizzonte di ciò che conta veramente. :roll:

ps. per Carcarlo, non mi sto riferendo solo al tuo intervento ora, probabilmente intendevi altro. Ho fatto un discorso più ampio, prendendolo solo come spunto :wink:
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
io ho un figlio di 16 anni, che a scuola sta leggendo or ora il Decamerone e pure I Promessi sposi, con buona pace dei suoi ormoni :mrgreen:

La scuola dovrebbe essere un luogo di apprendimento e di metodo per apprendere, se I promessi sposi permettono di comprendere la letteratura italiana e la sua cultura di riferimento, che Promessi sposi siano, la bellezza del libro passa in secondo piano per far emergere il libro come "nave scuola" che fa da riferimento per affrontare la letteratura italiana del periodo e successiva.
 

asiul

New member
Concordo pienamente con Nikki.
Siamo soliti far tutto da soli. Siamo capaci di colonizzarci ad una mancanza di cultura, partendo dalla cancellazione delle nostre radici,anche linguistiche.

Gli altri si evolvono ed aggiungono pezzi di altra storia alla loro, noi togliamo la nostra per sostituirla con qualcos'altro che non si sa bene cosa sia. Se non un voler cambiare come ben detto da Nikki, cancellandola dalla e privandola della sua storia, una nazione.

Eppure i nostri testi sono studiati nelle università di tutto il mondo.Ci stiamo portando (in)volontariamente (?) sotto i livelli degli altri.E perché?Quali i vantaggi?.Quale lo scopo?

Togliere i Promessi Sposi, un romanzo meravigliosamente scritto, esempio di perfezione della lingua italiana, con le sue bellissime sonorità, sarebbe un errore. Questo è il pregio di Manzoni.Aver reso bella una storia di per sé forse banale, costruendola con un linguaggio impeccabile. La struttura è quello che porta il romanzo,questo, allo studio, non certo la storia. Ed è ciò che oggi non si è capaci di fare. Si sta perdendo l'uso del linguaggio.
Si abusa della parola, per violentarne i concetti, ottenendo solo l'annullamento dei pensieri.

Quanto alla necessità di soddisfare la curiosità di un ragazzo che vorrebbe ampliare la conoscenza dei suoi studi con qualcosa di più attinente. Beh! Esistono le biblioteche all'interno degli Istituti scolastici.
Ricordo con immenso piacere la biblioteca, peraltro fornitissima, del mio vecchio liceo.
Vi correvo, ogni volta che potevo per ap-prendere misteri sconosciusti e soddisfare ogni mia curiosità.

L'importante è fornire i mezzi necessari. Mettere a disposizione dei ragazzi la varietà della cultura, anche quella più antica.
La scuola insegna le basi e il modo per andare avanti nella conoscenza.

Direi di integrare per apprendere, senza sottrarre. A mio modesto parere l'unico modo per andare avanti è conoscere il passato.

PS e basta con 'sta Monaca di Monza! mettete a freno gli ormoni...:roll: :mrgreen:
 

Zefiro

da sudovest
La storia della monaca di Monza non la ricordo piu', ma come ho detto, li rileggero'.

Per quanto riguarda la versione erotica, non mi sembra il caso: a me sarebbe bastato che si tenessero per mano o si dessero un bacino... e poi, a Renzo, 2kg di Viagra non basterebbero nemmeno x una polluzione notturna. Per fargli fare una versione spinta non basterebbe nemmeno un overdose di rombi blu.

I libri giusti da leggere a scuola credo siano circa 769 o giu' di li', il problema e' che non se ne puo' uscire sulla soglia della pensione. Qualsiasi scrematura sara', per forza, sbagliata.
Secondo me, l'obiettivo minimo della scuola deve essere quello di sfornare ragazze/i che non odino la cultura: riuscirci, sarebbe gia' una conquista.
A tal proposito, bisognerebbe che la Lettura smettesse di essere un monopolio dell'insegnate d'Italiano e si permettese agli alunni di leggere un testo a scelta tra quelli proposti da TUTTI gli insegnanti.
Faccio un esempio: se ho 16 anni e mi piace l'astronomia, la scuola deve permettermi di leggere e commentare con la prof di Scienze Cosmos di Carl Sagan, e non obbligarmi a leggere i PS. Diversamente si rischia di innescare il Rifiuto, che e' la cosa peggiore.
Per un adolescente, un bel libro di Antropologia, di Viaggi, sul Mondo del lavoro, di Attualita'... puo' avere un effetto molto piu' costruttivo di un classico della letteratura. Se uno vuole approfittare le ferie per leggersi Tristi tropici, perche' deve rinunciarvi per leggersi Il visconte dimezzato?
Per carita', se poi uno vuole cimentarsi coi classici, e' giusto che sia libero di farlo.
Ovviamente, siccome siamo a scuola, deve esserci un limite, percio' l'opera omnia di Biscardi, di Moccia o di Kinsella puo' essere messa al bando.

Ok ho capito come la pensi e che dissenti dal mio modo di vedere. Il che ci sta ovviamente perchè io dissento dal tuo, profondamente.

Non credo che nelle ore dedicate ad imparare l'italiano e la letteratura italiana (e che io non ridurrei nemmeno di un minuto) sia auspicabile leggere un testo di astronomia per quanto ottimo deciso in una qualche forma assembleare da tutti gli insegnanti o altro testo non inerente la materia: ne verrebbe fuori un guazzabuglio del quale in tutta onestà non saprei dire dove si vuole andare a parare. Altra cosa ovviamente per le ore di scienze, dove il testo di Sagan lo consiglierei caldamente anche io, (è davvero ottimo!) come molti altri del resto.

Studiando italiano invece, per le ragioni che ho provato a spiegare credo debba trattarsi di un romanzo, ed i PS, inseriti nel contesto che ho tentato di descrivere nel precedente post (Eneide, PS, Commedia) ed avendo ben chiaro lo scopo, insegnare un metodo, mi sembra davvero la scelta migliore: c'è tutto, perfezione linguistica, violenza del potere, sopraffazione del debole, il buono, il cattivo, il meschino, analisi intimista e respiro storico, passione, perversione, drammi epocali come la peste, religione, moti di piazza... c'è da non finirla più. Non un romanzo, come cercavo di spiegare, ma "Il romanzo", quello prototipale appunto, per lo meno in Italia.

Concordo di contro, virgole incluse, con gli interventi di Elisa, asiul e Nikki.

Per quanto riguarda invece le finalità e le motodologie educative, ho già detto la mia (si lo so Luisa, lungamente :mrgreen: ) mi astengo pertanto dal farla lunga anche qui: sono entrambi temi ampiamente discussi in passato in questo forum, se interessato all'argomento puoi dare un'occhiata al link qui sotto (ce n'era anche un altro simile in verità ma al momento non lo trovo... :boh: )

http://www.forumlibri.com/forum/sho...-scuole?p=200907&highlight=materie#post200907

Per quanto riguarda i classici infine, mi permetto di segnalare, per chi interessato a questi temi, uno strepitoso saggio di Calvino, dal titolo appunto: "Perché leggere i classici".
 
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velmez

Active member
ma vi siete mai chiesti perchè i ragazzi perdono l'interesse per la lettura a scuola?
insomma i promessi sposi ce li inculcano fino a farceli vomitare, idem la divina commedia...
non fraintendemi: non li toglierei dai programmi... però diminuirei il tempo dedicato a loro in favore di qualcosa di più contemporaneo...
io ho fatto 2 anni con i PS e 3 con la divina commedia... mi sembra un tantino limitante...
perchè non far leggere ai ragazzi un pennac (magari proprio Diario di scuola o Come un romanzo)
noi alle medie abbiamo istituito l'ora di lettura: abbiamo letto Lo Hobbit, Il vecchio che leggeva romanzi d'amore... un'ora a settimana si leggeva a turno in classe... devo dire che la cosa ci aveva molto appassionato!
 

Mizar

Alfaheimr
ma vi siete mai chiesti perchè i ragazzi perdono l'interesse per la lettura a scuola?
insomma i promessi sposi ce li inculcano fino a farceli vomitare, idem la divina commedia...
non fraintendemi: non li toglierei dai programmi... però diminuirei il tempo dedicato a loro in favore di qualcosa di più contemporaneo...
Concordo in parte.

Il problema, a mio parere, è nei modi. Ben vengano Omero, Dante e Manzoni ..ma con criterio. Se mettiamo tre ad un ragazzo perché non ci sa dire chi c'era nel girone dei traditori non stiamo facendo letteratura ma semplicemente applicando principi premialistici da bieca erudizione.
La via è quella della ontologia delle opere d'arte, del senso delle opere.
Una "ragazza-otto-in-letteratura" di liceo classico ci saprà pur tradurre e porre in prosa Eschilo alla perfezione, ma comprenderà la bellezza dei suoi versi?
Se l'arte letteraria è bellezza creata con parole, è più importante conoscere perfettamente la trama dei Promessi o saper come amare l'episodio di Milano?

L'equivoco è nel fatto che la letteratura non serve (direttamente) a nulla ..ma che può "servire" a varie cose. L'equivoco sta nel pensare che il letterario sia il contenuto e non le forme, che le lettere nobilitino per il tramite della trasmissione di alti contenuti, che un'opera d'arte serva a far "conoscere-contestualizzare", che il Foscolo sia un veicolo di -ismi, che il Diario della Frank sia un buon libro, che si debba obbligare dei ragazzini a leggere d'estate mentre essi voglion sol seguire lo sviluppo del calciomercato, che Eco sia uno scrittore, che ogni autore vada inserito in un'etichetta austeramente suffissata in -ista, che ci si occupi solo della scadente letteratura italiana e non di quelle estere ..e così via.

Si ricordi di Godere, e di godere prima d'ogni altra cosa.
 

velmez

Active member
questo è assolutamente vero...
sai ho passato un paio d'anni a far ripetizioni (o meglio aiuto compito data l'età) ad un ragazzino di 8 anni... un bambino pigrissimo che per leggere una pagina ci impiegava circa 2 ore... e inventava tutte le scuse possibili...
poi un giorno gli ho detto: va bene non facciamo i compiti però in cam,bio mi leggi una storia di questo libro che scegli tu... risultato: appena è arrivato suo padre a prenderlo l'ha pregato di comprargli Fiabe italiane di Calvino...
è una questione di approccio, difficilmente se ci si appassiona da piccoli alla letteratura poi ci si può staccare... nonostante le batoste ricevute dall'educazione scolastica in lunghi anni di biografie degli autori e poesie a memoria...
ricordo ancora il doloroso passaggio attraverso Cuore di De Amicis...
 

JACK HELF

New member
Il problema non risiede nei libri a mio avviso, bensì (come già è stato detto) nell'approccio. Se viene imposta la lettura di un libro penso che in pochi, o addirittura nessuno, proverà piacere nella lettura; viceversa se si riesce a creare un minimo di interesse, se si riesce a coinvolgere un poco le persone anche colui che non aprirebbe mai un libro potrebbe finire con l'incuriosirsi e leggerlo. I libri aprono porte su mondi magici, pertanto è necessario creare l'atmosfera corretta per poter avvicinarsi e varcare tali porte:)
 

Nikki

New member
Concordo in parte.

Il problema, a mio parere, è nei modi. Ben vengano Omero, Dante e Manzoni ..ma con criterio. Se mettiamo tre ad un ragazzo perché non ci sa dire chi c'era nel girone dei traditori non stiamo facendo letteratura ma semplicemente applicando principi premialistici da bieca erudizione.
La via è quella della ontologia delle opere d'arte, del senso delle opere.
Una "ragazza-otto-in-letteratura" di liceo classico ci saprà pur tradurre e porre in prosa Eschilo alla perfezione, ma comprenderà la bellezza dei suoi versi?
Se l'arte letteraria è bellezza creata con parole, è più importante conoscere perfettamente la trama dei Promessi o saper come amare l'episodio di Milano?

L'equivoco è nel fatto che la letteratura non serve (direttamente) a nulla ..ma che può "servire" a varie cose. L'equivoco sta nel pensare che il letterario sia il contenuto e non le forme, che le lettere nobilitino per il tramite della trasmissione di alti contenuti, che un'opera d'arte serva a far "conoscere-contestualizzare", che il Foscolo sia un veicolo di -ismi, che il Diario della Frank sia un buon libro, che si debba obbligare dei ragazzini a leggere d'estate mentre essi voglion sol seguire lo sviluppo del calciomercato, che Eco sia uno scrittore, che ogni autore vada inserito in un'etichetta austeramente suffissata in -ista, che ci si occupi solo della scadente letteratura italiana e non di quelle estere ..e così via.

Si ricordi di Godere, e di godere prima d'ogni altra cosa.

 

Bobbi

New member
che io sappia nel biennio delle scuole superiori si fanno comunque altre letture oltre ai classici irrinunciabili! quindi non farei questo dramma.
Il problema di accostare le altre letture è:
chi decide quali sono le altre letture?
Dante, Manzoni, Virglio, Omero sono IMPRESCINDIBILI.
Ma gli altri? lo sono? occorrerebbe mettersi d'accordo su quali altri classici moderni far leggere, per avere un minimo di stabilità, e lasciare un margine per le scelte individuali dell'insegnante (che possono essere pericolose, ammettiamolo! lo dico da insegnante). Stabilire, insomma, un altro canone.
I ragazzi non sanno godere di Manzoni e Omero? invece di dire: "ok, leggiamo altre cose" io mi interrogherei sul perché i ragazzi non riescono a trovare belli certi libri (e il perché è preoccupante, a mio parere!).
 

Shoofly

Señora Memebr
Una soluzione sarebbe partire dagli IMPRESCINDIBILI :mrgreen: per invogliare al "consumo" dei PRESCINDIBILI, instaurando un dialogo aperto con la classe.
Aperto alla lettura e al commento di autori contemporanei proposti sia dall'insegnante sia dagli studenti (ove questi ultimi dimostrassero tendenze "propositive").
 

Dory

Reef Member
ma vi siete mai chiesti perchè i ragazzi perdono l'interesse per la lettura a scuola? ...

Secondo me il problema principale non è tanto ciò che viene insegnato, ma come viene insegnato.
Io avevo un prof di Lettere al liceo che ha fatto amare a tutti, ma proprio a tutti, la Divina Commedia e le poesie di Catullo, per dirne due.
Era un prof severo e amichevole allo stesso tempo, sapeva farti paura così come farti ridere e sentire a tuo agio a seconda dell'occorrenza, tutti lo amavano e lo rispettavano. Quando fu costretto a lasciarci perché era precario, le tentammo tutte per farlo rimanere, ma non ci fu nulla da fare.
 

Shoofly

Señora Memebr
E perché sarebbe così grave? :?


Ciò domando, posto che sostituire i Promessi so la Diceria dell' untore è una roba da :mrgreen::mrgreen::mrgreen:

Il problema è che è difficile pensare ad un'alternativa valida che metta d'accordo l'intendimento dei più.
Così si lascia stare Manzoni lì dove sta e buonanotte.

Tanto allo studente gliene importa assai.... io per non perder tempo, mentre leggevano in classe i Promessi, sbirciavo sottobanco Asterix. :mrgreen:
 

Marika26

New member
L'importante è fornire i mezzi necessari. Mettere a disposizione dei ragazzi la varietà della cultura, anche quella più antica.
La scuola insegna le basi e il modo per andare avanti nella conoscenza.


Brava..bel pensiero!
Concordo in pieno con tante cose che dici tra le quali il fatto che la scuola dovrebbe insegnare le basi e il modo per andare avanti nella conoscenza...Peccato che non è più così!
La scuola è diventata una farsa (non tutte le scuole ovviamente, ci sono le dovute eccezioni), la maggior parte delle scuole hanno ormai abdicato al proprio dovere che è quello di formare dei cittadini che abbiano senso civico e degli uomini con delle idee....in nome di una visione mercantilistica della cultura!
 
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