Rigoni Stern, Mario - Stagioni

Eve

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"Questo libro è il percorso di una vita. Nato da un profondo rispetto della natura, del suo equilibrio e della sua grazie, rievoca grandi avvenimenti della Storia e piccole vicende personali, in un flusso scandito dall'alternarsi delle stagioni.
Accanto alla campagna di Russia e alla drammatica esperienza del Lager riemergono nella memoria di Rigoni episodi apparentemente marginali, che tuttavia danno il senso di un'esistenza vissuta fino in fondo: dai suoi giochi di ragazzo alle prime battute di caccia, da una visita alla Reggia di Versailles al "bel gallo" regalato all'amico Vittorini, che però, a mangiarlo, si rivela "selvatico e coriaceo"...
E poi ancora antichi riti e vecchie tradizioni, uomini e affetti di altre epoche, alberi e animali destinati ad annunciare il nuovo clima e la nuova stagione, luoghi e paesaggi forse dimenticati ma sempre carichi di storia e di ricordi: su tutto lo sguardo, a volte divertito a volte malinconico, dell'autore, testimone del suo tempo e di un passato che continua a riaffiorare."

Questo libro si articola in 4 capitoli, come le 4 stagioni dell'anno, a partire dall'inverno. In ciascun capitolo, si susseguono spezzoni di vita attuale e passata dell'autore.
Ci sono le descrizioni dei cambiamenti della natura, flora e fauna, nei loro cicli vitali; sono parti da cui trapelano amore e rispetto, parti che dovrebbe leggere ognuna di quelle persone che non capisce la natura e di conseguenza non la rispetta; le consiglio anche a chi, come me, ama la montagna in ogni stagione, perché in queste pagine se ne può respirare pienamente l'atmosfera.
Ci sono poi i ricordi passati: teneri e notalgici quelli dell'infanzia con le sue difficoltà e la sua spensieratezza; più intensi e commoventi quelli della guerra, in particolare della durissima campagna di Russia, dei compagni perduti, della permanenza nel lager, del ritorno a casa. Mi ha colpita molto la scena del ragazzo che torna dalla guerra "magro e ammalato anche nell'animo perché troppe crudeltà aveva visto e la vita non gli sembrava valesse la pena viverla", e di come alla fine di una giornata di caccia "la ragazza venne vicino a lui, sentì una mano che cercava la sua e dentro sentì sciogliersi il freddo del Lager, la fame e quello strano malessere che da tanti mesi l'accompagnava con la febbre".
Infine ci sono i ricordi più attuali, apparentemente marginali ma estremamente pieni di vita. Bellissimo quello della visita ad una Reggia di Versailles vuota e inondata dal sole caldo del tramonto; commovente quello della gita sull'Ortigara con il parente del nonno che aveva condiviso con lui quel campo di battaglia, sebbene in epoche diverse.
 

Ursula

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Tanta poesia e delicatezza in questo racconto intimo dello scrittore sulla sua terra. Una lezione di umanità attraverso la conoscenza della natura. Lettua consigliata!
 

francesca

Well-known member
Quattro stagioni per riorganizzare i ricordi di una vita.
Quattro stagioni per seguire la vita della montagna e dei suoi abitanti, messi tutti sullo stesso pari, animali e uomini, con uguale dignità e rispetto.
Un libro silenzioso, come lo sono le montagne tanto care all’autore.
Riempito solo dei rumori tipici di quei luoghi, versi di animali, spari, neve che cade, mucche che muggiscono, silenzioso anche nei ricordi più drammatici delle guerre, in un’ideale comunione fra gli alpini morti fra quei monti nella I Guerra Mondiale e quelli morti nella campagna di Russia della II.
Ho trovato molto particolare lo stile di Rigoni Stern, una prosa precisa, asciutta, senza una sbavatura, che non lascia trasparire quasi emozione, perché l’emozione nasce non dal tono del racconto ma dal racconto in sé. Molto tecnica anche in alcuni punti, con termini precisi per indicare animali, alberi, luoghi.
Una prosa quasi didascalica, la poesia nasce dalle montagne, dal freddo, dal vento, dai camosci in amore, dagli amici lasciati caduti in battaglia, dall’odore del caglio nelle malghe.
Un libro anche con un intento “ecologico”, di quell’ecologia che nasce da chi i luoghi li vive in prima persona, e non ha bisogno di usare immagini sorprendenti o accattivanti, né falsamente buoniste per spiegarti come rispettare ciò che hai intorno.
Mi sono chiesta se c’era un qualche intento dell’autore nel disporre le stagioni proprio in questo ordine, inverno, primavera, estate e autunno.
Non ho trovato una risposta, ma ho trovato molto bello che finisse con l’autunno, secondo me la stagione più indicata per le cose che volgono al termine, come un racconto o come una vita che dopo tanto cammino si ferma a ripensare ai momenti più duri, alla dolcezza dell’infanzia, alle promesse della giovinezza, alla certezza della maturità.

Francesca
 

velvet

Well-known member
Un libro breve, delicato e molto intenso. Denso di descrizioni, ricordi di una vita che riaffiorano dalle montagne, dai boschi e dagli animali che li popolano. Un libro che è quasi poesia, da assaporare e assimilare lentamente, proprio come la vita che scorre su quelle montagne all'alternarsi delle stagioni, le stagioni meteorologiche e quelle della vita.
 

malafi

Well-known member
Un libro breve, delicato e molto intenso. Denso di descrizioni, ricordi di una vita che riaffiorano dalle montagne, dai boschi e dagli animali che li popolano. Un libro che è quasi poesia, da assaporare e assimilare lentamente, proprio come la vita che scorre su quelle montagne all'alternarsi delle stagioni, le stagioni meteorologiche e quelle della vita.

Perfetto
Non avrei saputo scriverlo meglio :)
 

bouvard

Well-known member
Innanzitutto questo libro non è un romanzo, non c’è infatti alcuna storia di cui seguire lo sviluppo. Ci sono invece tanti brevi ricordi della vita dell’autore legati alle diverse stagioni. E per ogni stagione ci sono ricordi legati all’infanzia, altri al periodo di guerra ed altri alla vecchiaia. Perché in fondo le stagioni, il cambiamento e la natura stessa li percepiamo diversamente in base alla nostra età.
Non ci sono colpi di scena, non c’è una trama avvincente, e non ci sono finali inaspettati, c’è solo tanta poesia, quella della Natura e delle stagioni. Una poesia semplice quindi fatta di suoni – il flop della neve che cade dalle cime dei larici, o la musica del vento fra le chiome degli alberi piuttosto che il verso di qualche animale – di colori – dal bianco della neve alle infinite tonalità dei boschi d’autunno o delle livree nuove degli animali – e di odori – da quello dei funghi a quello delle bacche, ma anche dei formaggi di malga e della selvaggina.
Stagioni è un bel libro su come vivere il rapporto con la montagna in modo corretto, partendo dal rispetto per gli animali e le piante che ne sono gli “abitanti” principali. Può sembrare strano – e forse qualcuno storcerà anche il naso – ma in quel rispetto si inserisce anche la caccia, perché - entro certi limiti ed in certe forme - non solo non turba l’equilibrio della Natura, ma diventa anche necessaria.
Qualcuno nei commenti sopra si chiedeva perché quest’ordine delle stagioni. Secondo me Rigoni Stern è partito dall’inverno perché l’inverno è la stagione in cui i terreni si riposano sotto la neve e “prendono forza” per la nuova stagione produttiva. L’inverno è quindi la stagione in cui si prepara la vita, che si svilupperà nella primavera (giovinezza) e darà i suoi frutti nell’estate (maturità) per terminare con l’autunno la stagione della meditazione e dei ricordi (vecchiaia).
Consigliato
 
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