Emilio Lussu racconta, quasi fosse un diario, un anno di vita sull’altipiano d’Asiago durante la I guerra Mondiale.
La trama è un susseguirsi di scaramucce e battaglie alternate a qualche momento di riposo.
I personaggi, essendo quasi un diario, esistono per quello che fanno nell’istante in cui sono descritti.
Approfondimento psicologico = 0, ma non ce n’è bisogno, tanto i protagonisti o sono pazzi o sono sotto l’effetto del cognac per non diventarlo.
Stile scarno come se fosse un volume del catasto del mio comune.
Eppure il risultato è eccezionale, perché senza alcun trucco letterario, senza apportare nulla di personale, ti fa capire cosa fu la IGM vista dalla Fanteria Italiana, ti lascia immaginare perché avvenne la disfatta di Caporetto, e soprattutto tutta la falsità che venne vomitata dopo per trovare una scusa per il fascismo.
Il risultato è un affresco in bianco e nero del generale (Leone) e altri come lui che, egoisti e megalomani, erano disposti al massacro (altrui) pur di guadagnarsi un pizzico di gloria loro personale; alti ufficiali irresponsabili che credevano alle scemenze ardimentose di un d’annunzio e finivano per farsi ammazzare – meglio così non ci andavano di mezzo gli altri - come polli peggio di Petja Rostov (Guerra e Pace); ufficiali e soldati allo sbaraglio la cui unica consolazione era il cognac – forse il principale protagonista dell’opera; industriali che facevano i soldi fornendo all’Esercito scarpe di cartone dipinte come se fossero di cuoio…
Un libro che precorre il suo tempo e che come Niente sul fronte occidentale (anche se in maniera diversa) segna una pietra miliare per l’argomento.
Niente di meglio per capire il punto di vista del soldato italiano costretto alla morte sicura ma soprattutto inutile.
Magari deludente per chi vuole vanagloriarsi e trarre vantaggio delle disgrazie altrui, come appunto il generale leone o quel pallone gonfiato di mussolini e gli altri della sua risma, che forti della disfatta di Caporetto, avevano capito che al Popolo Italiano, loro che non si erano sacrificati, dovevano dargli una regolata.
Utilissimo per separare – tra gli italiani - il grano dal loglio.
Se ne consiglia l'abbinamento con il film Uomini contro do Francesco Rosi