Ho iniziato a leggerlo credendo fosse un romanzo,per poi rendermi conto invece che si trattava di un saggio su un fatto di cronaca giudiziaria realmente accaduto in prov di Torino nel 1989.
Sono presenti nell'opera,infatti,le testimonianze di famosi politici,giornalisti,psichiatri e scrittori che a quel tempo si interessarono del caso dell'affidamento,ritenuto poi "illegale",di Serena Cruz,una bambina filippina che all'età di 3 anni fu tolta alla famiglia che l'aveva adottata, perchè i giudici del Tribunale minorile ritennero falsa la dichiarazione di paternità rilasciata dal padre adottivo e quindi impossibile farla restare con loro.
Molti giornali dell'epoca seguirono il caso e la Ginzburg si appassionò particolarmente alla vicenda,fino a criticare la legge 184 sulle adozioni.Essa infatti pretende troppo dai genitori che vogliono adottare un bambino,quando poi può succedere che i genitori "veri" mettono al mondo figli che in seguito vengono maltrattati senza che nessun ente faccia dei controlli.
Il suo giudizio era quindi favorevole a far restare la bambina nella famiglia adottiva dalla quale era molto amata,piuttosto che farle trascorrere gli anni seguenti in giro per case- famiglia.
Nella seconda parte cita anche altri episodi simili in Italia e non,in cui ci sono sempre stati problemi con i bambini adottati,e a volte sono stati trattati diversamente.
E' un tema ancora oggi molto attuale e delicato,che dovrebbe essere risolto nel modo migliore per evitare disagi e sofferenze sia ai bambini,sia ai futuri genitori che vogliono donare loro amore.
Ho trovato il suo stile narrativo molto simile a quello parlato di Carlo Lucarelli,durante i suoi programmi di cronaca nera e giudiziaria,tanto che,durante la lettura,a volte mi sembrava di sentire la sua voce.
Mi ha colpito,tra le altre,questa frase:
<< Il mettere al mondo il proprio figlio o arbortire,penso che deve essere la madre a deciderlo,e nessun altro lo può decidere al posto suo.Non il padre,non i parenti,non i giudici,non i tribunali.Lei sola ha il diritto di scelta,una scelta quanto mai caotica e cieca,anarchica e solitaria.>>
Sono presenti nell'opera,infatti,le testimonianze di famosi politici,giornalisti,psichiatri e scrittori che a quel tempo si interessarono del caso dell'affidamento,ritenuto poi "illegale",di Serena Cruz,una bambina filippina che all'età di 3 anni fu tolta alla famiglia che l'aveva adottata, perchè i giudici del Tribunale minorile ritennero falsa la dichiarazione di paternità rilasciata dal padre adottivo e quindi impossibile farla restare con loro.
Molti giornali dell'epoca seguirono il caso e la Ginzburg si appassionò particolarmente alla vicenda,fino a criticare la legge 184 sulle adozioni.Essa infatti pretende troppo dai genitori che vogliono adottare un bambino,quando poi può succedere che i genitori "veri" mettono al mondo figli che in seguito vengono maltrattati senza che nessun ente faccia dei controlli.
Il suo giudizio era quindi favorevole a far restare la bambina nella famiglia adottiva dalla quale era molto amata,piuttosto che farle trascorrere gli anni seguenti in giro per case- famiglia.
Nella seconda parte cita anche altri episodi simili in Italia e non,in cui ci sono sempre stati problemi con i bambini adottati,e a volte sono stati trattati diversamente.
E' un tema ancora oggi molto attuale e delicato,che dovrebbe essere risolto nel modo migliore per evitare disagi e sofferenze sia ai bambini,sia ai futuri genitori che vogliono donare loro amore.
Ho trovato il suo stile narrativo molto simile a quello parlato di Carlo Lucarelli,durante i suoi programmi di cronaca nera e giudiziaria,tanto che,durante la lettura,a volte mi sembrava di sentire la sua voce.
Mi ha colpito,tra le altre,questa frase:
<< Il mettere al mondo il proprio figlio o arbortire,penso che deve essere la madre a deciderlo,e nessun altro lo può decidere al posto suo.Non il padre,non i parenti,non i giudici,non i tribunali.Lei sola ha il diritto di scelta,una scelta quanto mai caotica e cieca,anarchica e solitaria.>>