Wilson Mc Liam, Robert - Eureka Street

sempreverde

New member
Pochi sono i libri che hanno saputo regalarmi simili emozioni...Eureka Street è così, l'ho anche riletto per potermelo riassaporare. Divertente e duro allo stesso tempo, è un romanzo da leggere e a cui dedicare un posto d'onore nella libreria personale.

Trama
Belfast, 1994. Chuckie e Jake, trent'anni, protestante il primo, cattolico il secondo, sono legati da una profonda amicizia. Chuckie, antieroe grasso e sempliciotto, riesce a compiere mirabolanti imprese commerciali grazie a progetti tanto fantasiosi quanto ridicoli. Jake, invece, nonostante la sua scorza da duro, è un inguaribile romantico e non cerca ricchezza o denaro ma un amore che gli riempia la vita. Intorno a loro un'intera galleria di personaggi (ubriaconi, vagabondi, cittadini comuni, trasportatori che lavorano per un usuraio, socialisti che vanno a letto solo con donne di destra) e i conflitti irrisolti di questa città che balzano in primo piano quando un attentato in uno snack bar sconvolge l'atmosfera bislacca, divertita e farsesca che domina il racconto. Poi, la commedia della vita cancella il sangue e le vicende improbabili e sgangherate di Chuckie e Jake tornano a dominare le pagine del romanzo.

Leggetelo e vi innamorerete dell'autore...e alla fine vorrete conoscere, se già non la conoscete, Belfast e la sua storia.
Buona lettura! :wink:
 
Ultima modifica di un moderatore:

Ariel

New member
Segnalo dello stesso autore Ripley Bogle
Soria autobiografica di un senza tetto davvero unica
Non so se si trova però tradotto in italiano
 

Raffaella

Harlock member
Letto un paio di anni fa. Sono stata catapultata all'interno di una Belfast a me sconosciuta e nelle vite a volte zoppicanti dei personaggi. Una lettura che è proprio una ventata di novità.
 
bello, stupendo, stile unico: scarno e forte al contempo.


Uomini, donne, cattolici e protestranti, combattenti e dissidenti e menefreghisti


Non so che altro dire...bisogna leggere per capire le intricate e forse ignorate storie di uomini legati a sigle
 

Vesper

New member
Finalmente ce l'ho fatta a leggere questo bel libro che in tanti mi avevano consigliato e raccomandato.
Non è il primo libro di un autore irlandese che leggo, ma è il primo di un autore nordirlandese e devo dire di aver riscontrato una differenza enorme, ancora maggiore di quanto mi aspettassi. Mentre gli autori della repubblica tendono a concentrarsi sulla descrizione della vita in Irlanda, delle abitudini della popolazione, dei problemi del paese, nel romanzo di McLiam Wilson prevale, oltre a questi elementi, la tematica della questione irlandese e dei 'Troubles'.
Ho apprezzato molto l'ironia con cui l'autore parla della delicata situazione del suo paese e dell'atteggiamento delle varie fazioni e della gente comune, lasciando trasparire la propria posizione ma senza influenzare il lettore. Del resto le vicende raccontate e lo stile del libro ricordano un po' quelle di altri autori irlandesi contemporanei come Roddy Doyle o, spostandoci in Scozia, come Irvine Welsh.
Di sicuro lo consiglio vivamente a tutti, in particolare a chi vuole avvicinarsi per la prima volta alla narrativa irlandese contemporanea. Secondo me ne vale assolutamente la pena, ci sono autori davvero meritevoli praticamente sconosciuti o comunque poco letti al di fuori del loro paese.
 

Trillo

Active member
Sullo sfondo della città di Belfast dei primi anni Novanta, dilaniata dagli scontri fratricidi del conflitto nordirlandese, Jake e Chuckie, due amici sulla trentina molto diversi per religione, studi, carattere e aspetto fisico, cercano, ognuno a suo modo, di dare una svolta allo stato d’inerzia delle proprie vite che sembrano scivolar via rassegnate e senza grandi aspettative.

Il romanzo alterna il focus sui due protagonisti, attraverso una narrazione che procede in prima persona quando ci proietta nel punto di vista di Jake, e in terza persona con un narratore onnisciente quando il primo piano è su Chuckie. Il fatto di usare due diversi tipi di narratori si adatta bene alle personalità dei due amici: Jake è infatti più colto, più padrone dei suoi valori, dei suoi pensieri, anche se non sempre delle proprie azioni, che si lasciano spesso sopraffare dall’impulsività delle emozioni, ma la cui consapevolezza induce Jake a migliorarsi attraverso la riflessione e l’autocritica; Chuckie è invece culturalmente più sprovveduto, meno incline all’analisi, ma più sfacciato, intraprendente e con un’innata abilità nel dare forma concreta alle sue fantasie più incontrollabili ed estemporanee e che ne costituiranno il motivo del suo successo.

Ciò che mi è piaciuto di questo romanzo è il modo apparentemente leggero con cui l'autore ci presenta le storie dei protagonisti nella più ampia cornice della guerra civile nordirlandese e delle stragi che ha comportato, che pur restando quasi sempre sullo sfondo, ne costituiscono una presenza costante fondamentale e imprescindibile. Il libro infatti è caratterizzato da uno stile vivace, ironico e umoristico, con le storie dei due strampalati amici in primo piano, e dalla cui lettura mi sono trovato a sorridere più volte. Eppure, nonostante il conflitto nordirlandese rimanga quasi sempre sullo sfondo (c’è solo un capitolo in cui l’autore ci proietta davanti ad un’abominevole strage, con tutto il suo orrore e la sua insensatezza), la sua presenza diffusa in tutto il romanzo fa sì che anch’essa si erga a protagonista ad un livello superiore. Tutta la narrazione è infatti disseminata di un’ampia gamma di elementi che dipingono il conflitto interno in maniera meno superficiale di quanto potrebbe apparire: i costanti frammenti dei notiziari trasmessi in radio, i pensieri e i discorsi dei vari personaggi, le manifestazioni di protesta in cu ci si imbatte, gli echi degli spari o delle esplosioni che regolarmente si odono, le scritte sui muri che si rinnovano, le minacce, i pattugliamenti, i numerosi gruppi armati con le loro sigle identificative... Tutto ciò ci consente di percepire il clima in cui si viveva nel Paese in quel periodo, ci fa capire quanto certi pregiudizi, convinzioni e sentimenti di odio fossero radicati tra la gente, e risulta particolarmente efficace non solo nel dipingere la complessità e la portata del fenomeno, nei limiti comunque di un romanzo, ma anche nel trasmetterci la sensazione di "normale" quotidianità di quella situazione a cui ci si stava pericolosamente abituando, oltre che tutta l’assurdità di quello storico conflitto.

Ho cominciato a leggere questo romanzo senza troppa convinzione, ma ben presto mi sono trovato davanti un libro brioso, che fa sorridere ma anche riflettere, e da cui, al di sopra di tutto, emerge un amore senza riserve per la città di Belfast.
 
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