La miglior descrizione della MORTE

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
Vi è capitato di leggere qualche bella descrizione della Morte?
Oppure, vi è mai capitato di morire e potete farne una voi?
So che i migliori medium parlano coi morti attraverso internet: c'è qualche sig. o sig.a defunta che ci segue dall'aldilà?
Forza, cimentiamoci con questo bell'argomento che mette sempre di buon umore e porta bene.

Per favore, evitiamo stxxxxxte del tipo: << la mia anima lasciò il mio corpo e fu allora che vidi distintamente i dottori che cercavano di rianimarmi, i miei cari che mi piangevano sconsolati e i miei vicini di casa allegri perchè si liberava un posto auto in cortile. Sentii quindi una forza sovrannaturale che mi trascinava via e mi ritrovai in una sorte di tunnel buio e in fondo a questo una luce che via via che mi avvicinavo diventava sempre più nitida... >>
:MM

Per favore, evitiamo cose tipo Ghost, libri sugli angeli, sulla vita dopo la morte scritte da befane americane dalla lunga chioma bionda, grazie.
saluti

Si da per scontato che siamo tutti dilettanti perciò se qualcuno ha un'impresa di pompe funebri, e quindi è un professionista in materia, che lo dica.

Io vado a incominciare...
 

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
IL Gattopardo di Tommasi di Lampedusa

La descrizione della morte del Principe di Salina, per me è la più bella di tutte.

Si paragona il trapasso di un uomo pieno di energia con la rottura di una diga e la fuoriuscita dell'acqua da essa contenuta.

Squilla il telefono... saluti
 

skitty

Cat Member
Non penso che sia la più bella quella che vi scrivo, ce ne saranno anche di migliori :roll:, ma mi è subito venuta in mente questa.

"La bambina che salvava i libri" di Markus Zusak. E' la morte stessa la voce narrante della vicenda, e così scrive di sè:

"Un frammento di verità. Non possiedo una falce.
Indosso una veste nera con cappuccio solo quando fa freddo.
Non ho quel viso da teschio che sembrate divertirvi ad appiopparmi. Vuoi sapere quale è il mio vero aspetto?
Mentre proseguo il racconto, cerca uno specchio."

La Morte in questo romanzo racconta come al suo arrivo essa stessa vede sempre il cielo di un colore diverso, e raccoglie le anime, quelle dei bambini le tiene tra le mani...
 

franceska

CON LA "C"
Non ho capito :? dobbiamo dire quale ci è piaciuta di quelle lette o dobbiamo descriverla noi? Se dobbiamo scriverla noi, dato che amo scrivere, posto la mia :mrgreen:

La mia descrizione della morte:
 
P

~ Patrizia ~

Guest
La morte avvenente di Saramago ne "Le intermittenze della morte"

La vita ha bisogno di armonia e la morte non sta in antagonismo ad essa ma nei suoi stessi equilibri.
 

Pungitopo

Far Far Away Member
Caro Carcarlo, tocchi un argomento tabu’ per me....non sono mai riuscito a farmi una ragione della morte e mai me ne faro’. Per me e’ come il baubau per i bambini, qualcosa che ha sempre tormentato i miei pensieri dalla nascita. Lo so, lo so...mi si dira’, non vorrai mica vivere in eterno ? E perche’ no ! Io ho un sacco di cose da fare, non mi annoio mai...sarebbe interessante vedere come si trasforma l’universo all’infinito no ? In piu’ da buon geologo potrei finalmente testimoniare che la deriva dei continenti non e’ una baggianata, potrei assitere in diretta alla scomparsa del Mediterraneo, alla trasformazione del Mar Rosso in Oceano Rosso e tutte queste belle cose.
Quale perverso e crudele Deus mi fa venire al mondo, mi mostra tutto questo ‘ben di deus’
per poi un bel giorno : basta hai vissuto abbastanza, ti tolgo di mezzo !
E c’e’ di peggio : potrei accettare la mia morte a patto che il genere umano continuasse ad esistere per sempre. Sarebbe piu’ giusto no ! Almeno sapere che ho fatto parte di qualcosa di imperituro cribbio !
No, la migliore descrizione della morte e’ quella di Pungitopo-Fantozzi:

la morte e’ una cagata pazzesca !!!

P.S.
mi dispiace averti inquinato cosi’ la tua discussione....se vuoi cancellare il mio post ti capiro’...no ‘hard feeling’, promesso. :wink:
 

ValeG

New member
Non sarà la migliore descrizione della morte, ma quella che "amo" di più (un po' macabro detto così!), quella che sempre mi ha commossa e spinta alla riflessione, è la morte del padre nella Coscienza di Zeno. Tutta la debolezza e la forza dell'uomo, nel momento fondante della vita stessa, emergono vivide, intense, vere. Amo questo passaggio della Coscienza proprio per la sua realtà, per il dissidio che vive Zeno.

Scene altrettanto belle, a mio avviso, che trovano la loro bellezza proprio nell'essere l'opposto rispetto a quella di Svevo, (quindi nel loro dipanarsi nell'aura magica di un'atmosfera calda, surreale, un po' mistica a tratti) sono descritte da Marquez in Cent'anni di solitudine. Poiché sostanzialmente muoiono tutti nel romanzo :mrgreen: (Il primo della stirpe è legato a un albero e l'ultimo se lo mangiano le formiche), ricordo con particolare incanto la morte di Remedios la bella; leggiadra, se ne va in punta di piedi con la stessa raffinatezza e delicatezza che ne hanno caratterizzato la breve vita. Al contrario la morte di Ursula è incombente, è una cappa nera, di cui l'autore riesce a far sentire il peso anche a chi legge.
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
io mi commuovo ancora

L'aquilone di Giovanni Pascoli

C'è qualcosa di nuovo oggi nel sole,
anzi d'antico: io vivo altrove, e sento
che sono intorno nate le viole. Son nate nella selva del convento
dei cappuccini, tra le morte foglie
che al ceppo delle quercie agita il vento.
Si respira una dolce aria che scioglie
le dure zolle, e visita le chiese
di campagna, ch'erbose hanno le soglie:
un'aria d'altro luogo e d'altro mese
e d'altra vita: un'aria celestina
che regga molte bianche ali sospese...
sì, gli aquiloni! E' questa una mattina
che non c'è scuola. Siamo usciti a schiera
tra le siepi di rovo e d'albaspina.
Le siepi erano brulle, irte; ma c'era
d'autunno ancora qualche mazzo rosso
di bacche, e qualche fior di primavera
bianco; e sui rami nudi il pettirosso
saltava, e la lucertola il capino
mostrava tra le foglie aspre del fosso.
Or siamo fermi: abbiamo in faccia Urbino
ventoso: ognuno manda da una balza
la sua cometa per il ciel turchino.
Ed ecco ondeggia, pencola, urta, sbalza,
risale, prende il vento; ecco pian piano
tra un lungo dei fanciulli urlo s'inalza.
S'inalza; e ruba il filo dalla mano,
come un fiore che fugga su lo stelo
esile, e vada a rifiorir lontano.
S'inalza; e i piedi trepidi e l'anelo
petto del bimbo e l'avida pupilla
e il viso e il cuore, porta tutto in cielo.
Più su, più su: già come un punto brilla
lassù, lassù... Ma ecco una ventata
di sbieco, ecco uno strillo alto... - Chi strilla?
Sono le voci della camerata mia:
le conosco tutte all'improvviso,
una dolce, una acuta, una velata...
A uno a uno tutti vi ravviso,
o miei compagni! E te, sì, che abbandoni
su l'omero il pallor muto del viso.
Sì: dissi sopra te l'orazioni,
e piansi: eppur, felice te che al vento
non vedesti cader che gli aquiloni!
Tu eri tutto bianco, io mi rammento:
solo avevi del rosso nei ginocchi,
per quel nostro pregar sul pavimento.
Oh! te felice che chiudesti gli occhi
persuaso, stringendoti sul cuore
il più caro dei tuoi cari balocchi!
Oh! dolcemente, so ben io, si muore
la sua stringendo fanciullezza al petto,
come i candidi suoi pètali un fiore
ancora in boccia! O morto giovinetto,
anch'io presto verrò sotto le zolle
là dove dormi placido e soletto...
Meglio venirci ansante, roseo, molle
di sudor, come dopo una gioconda
corsa di gara per salire un colle!
Meglio venirci con la testa bionda,
che poi che fredda giacque sul guanciale,
ti pettinò co' bei capelli a onda tua madre...
adagio, per non farti male.
 
P

~ Patrizia ~

Guest
Fra le poesie, sicuramente, per me


Verrà la morte e avrà i tuoi occhi di Cesare Pavese


Verrà la morte e avrà i tuoi occhi
questa morte che ci accompagna
dal mattino alla sera, insonne,
sorda, come un vecchio rimorso
o un vizio assurdo. I tuoi occhi
saranno una vana parola,
un grido taciuto, un silenzio.
Così li vedi ogni mattina
quando su te sola ti pieghi
nello specchio. O cara speranza,
quel giorno sapremo anche noi
che sei la vita e sei il nulla
Per tutti la morte ha uno sguardo.
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.
Sarà come smettere un vizio,
come vedere nello specchio
riemergere un viso morto,
come ascoltare un labbro chiuso.
Scenderemo nel gorgo muti.


http://www.youtube.com/watch?v=MDtaE0Cbayo
 

skitty

Cat Member
Al di là del tema (che inizia a crearmi un po' di angoscia...), sono davvero molto belle queste citazioni e queste poesie. :)
 

skitty

Cat Member
Caspita, il libro di Javier Marias "Domani nella battaglia pensa a me", che ho iniziato per il Gruppo di Lettura, ha come tema centrale la morte... è molto profondo nelle sue riflessioni, anche se mi sta un pochino angosciando.

Riporto un passo a tema:

"Quelli che parlano di me non mi conoscono, e quando parlano mi calunniano; quelli che mi conoscono tacciono, e nel tacere non mi difendono; così, tutti mi maledicono fino a quando mi incontrano, ma quando mi incontrano riposano, e passano oltre, anche se io non riposo mai"
:paura:
 

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
Caro Carcarlo ... lo so, lo so...mi si dira’, non vorrai mica vivere in eterno ? E perche’ no ! Io ho un sacco di cose da fare, non mi annoio mai...sarebbe interessante vedere come si trasforma l’universo all’infinito no ? In piu’ da buon geologo potrei finalmente testimoniare che la deriva dei continenti .... . :wink:

Caro Pungitopo,
hai delle perplessità lettime ma sbagliate: aspetta che ti spiego così poi capisci il tuo errore:

Il problema è che la Morte non è un'esperienza molto costruttiva, anzi, diciamo che lascia un vuoto... in effetti... aspetta che te lo spiego in un altro modo.
:paura:

Finchè si vive, muoiono soltanto gli altri... no, nemmeno questo. :paura::paura:

Come diceva Socrate (?) non devi avere paura della morte perchè finchè ci sei tu lei non c'è e quando arriva tu sei già andato via... ach! non so se ti convincerà.
:paura::paura::paura:

Insomma, la Morte forse può essere un argomento molto poetico ma dal punto di vista pratico (hai ragione) è un casino... però il fatto di essere un geologo non ti dà diritto ad essere più eterno di chi non lo è!!!

E poi, cavolo, pensa all'INPS che casino, come farebbero a darti una pensione per l'eternità, ma soprattutto, noi, come faremmo a campare in eterno con 486 Euro al mese? Ecco, visto, ho trovato una spiegazione pratica al tuo dubbio!! :D

Saluti :wink:
 

Pungitopo

Far Far Away Member
Caro Pungitopo,
hai delle perplessità lettime ma sbagliate: aspetta che ti spiego così poi capisci il tuo errore:

Il problema è che la Morte non è un'esperienza molto costruttiva, anzi, diciamo che lascia un vuoto... in effetti... aspetta che te lo spiego in un altro modo.
:paura:

Finchè si vive, muoiono soltanto gli altri... no, nemmeno questo. :paura::paura:

Come diceva Socrate (?) non devi avere paura della morte perchè finchè ci sei tu lei non c'è e quando arriva tu sei già andato via... ach! non so se ti convincerà.
:paura::paura::paura:

Insomma, la Morte forse può essere un argomento molto poetico ma dal punto di vista pratico (hai ragione) è un casino... però il fatto di essere un geologo non ti dà diritto ad essere più eterno di chi non lo è!!!

E poi, cavolo, pensa all'INPS che casino, come farebbero a darti una pensione per l'eternità, ma soprattutto, noi, come faremmo a campare in eterno con 486 Euro al mese? Ecco, visto, ho trovato una spiegazione pratica al tuo dubbio!! :D

Saluti :wink:

:D:D:D

Beh anche questo e' vero....pero' almeno poter vivere qualche migliaio di anni!...come le sequoie...sarebbe stato interessante...
 

asiul

New member
E poi, cavolo, pensa all'INPS che casino, come farebbero a darti una pensione per l'eternità, ma soprattutto, noi, come faremmo a campare in eterno con 486 Euro al mese? Ecco, visto, ho trovato una spiegazione pratica al tuo dubbio!! :D

Saluti :wink:


Tranquillo!L'INPS ha una soluzione per tutto.Troverebbe il modo di mandarti in pensione a 100 e più anni...
poi per quando saremo noi, in età pensionabile, probabilmente non ci sarà più.:mrgreen:
Quindi meglio la sequoia...almeno lei non ha problemi di versamenti e file alle poste. :W
 

risus

New member
I Miserabili di Hugo...
qualcuno muore, sicuro... la descrizione è estremamente poetica e commovente...
non vi resta che leggervi il libro... tutto!!!!!
:mrgreen::mrgreen::mrgreen:
 
Fra le poesie, sicuramente, per me


Verrà la morte e avrà i tuoi occhi di Cesare Pavese


Verrà la morte e avrà i tuoi occhi
questa morte che ci accompagna
dal mattino alla sera, insonne,
sorda, come un vecchio rimorso
o un vizio assurdo. I tuoi occhi
saranno una vana parola,
un grido taciuto, un silenzio.
Così li vedi ogni mattina
quando su te sola ti pieghi
nello specchio. O cara speranza,
quel giorno sapremo anche noi
che sei la vita e sei il nulla
Per tutti la morte ha uno sguardo.
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.
Sarà come smettere un vizio,
come vedere nello specchio
riemergere un viso morto,
come ascoltare un labbro chiuso.
Scenderemo nel gorgo muti.


http://www.youtube.com/watch?v=MDtaE0Cbayo

e "scenderemo nel gorgo muti"
Interessante questo vs.tred
la mia insonnia vi porterà un' ampia bibliografia presto,e non solo letteraria - se vi interessa ovvio-
 

Mesnilgrand

New member
Qual enorme sforzo di ricerca a trovar le giuste parole per descrive un qualcosa che è cosi' semplice riscontrare, in noi e in ogni altro.
 
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