Simenon, Georges - Betty

happytelefilm

New member
Un breve racconto di una donna che girovaga ubriaca e del suo segreto. Che poi è il segreto di tutte le donne.
Senza emozioni non possono vivere.

oramai non mi stupisco più della sensibilità psicologica di Simenon, è semplicemente un grande.
 

Cold Deep

Vukodlak Mod
Una donna di grande fascino che si trascina di locale in locale alla ricerca di facili compagnie e ubriacature, si ritrova in un locale a metà tra l'obitorio e il purgatorio dove si raccolgono personaggi con storie particolari. Qui viene notata da Laure, una donna quarantenne vedova di un medico, che la porta con se curandola. Da qui si scoprirà il passato di Betty, la protagonista, con il suo particolare modo di intendere il rapporto uomo-donna e il suo percorso verso il declino che l'ha portata ne "La Buca", il locale dove ha incontrato Laure. Ritroverà quella felicità perduta a discapito della sua salvatrice. Romanzo letto in poche ore, partendo dalla scrittura che rende visibile lo stato alterato in cui vede il mondo la protagonista fino alla lenta analisi della sua vita. Simenon si conferma un formidabile analista della psiche nei suoi caratteri più divergenti e spesso tragici.
 

Ondine

Logopedista nei sogni
Betty è una dark lady, è una donna persa in un delirio alcolico. L'ambientazione è notturna, ipnotica in quanto ci troviamo all'interno di un bar-ristorante vicino a Versailles, la Buca, che ogni sera accoglie personaggi diversi, ognuno con una propria storia, e che il proprietario Mario chiama "svitati".
Betty da tre giorni è in uno stato di perenne nebbia alcolica, il marito l'ha cacciata di casa per condotta scandalosa, costringendola a rinunciare alla custodia delle figlie in cambio di un vitalizio. In realtà, la storia del suo matrimonio Betty la racconterà a Laure che si prende cura di lei e che la ospita nel lussuoso albergo dove vive, per curarla e riportarla alla lucidità. Betty vede in Laure il suo doppio più maturo e fortunato ma anche Laure è una donna che vive ai margini e tra le due donne e nella loro alleanza c'è un conflitto segreto e Betty, da vittima inerte destinata alla morte o alla pazzia, sente che la Buca può essere il suo capolinea. In un sussulto di autodifesa, inventa una cinica strategia per salvarsi.
L'atmosfera che si respira è torbida, da incubo per l'alternarsi di momenti di lucidità a momenti di allucinazione, e infatti il primo titolo che Simenon diede al romanzo fu proprio "L’incubo".
Le porte hanno un significato simbolico: la porta della Buca, il luogo dell'inconscio, la porta del Carlton che mette in contatto la stanza di Laure e quella di Betty, ora semiaperta ora chiusa, con la luce che filtra da sotto quella porta, l'odore di fumo, la presenza di un altro essere vivo nella stanza vicina, i sussurri, i segreti. Le porte sono anche quelle interiori, che si aprono sul passato e lasciano filtrare i ricordi dolorosi.
Uno studente di medicina, cocainomane, e di cui Betty si invaghisce, per un po' si diverte a psicanalizzarla per poi sparire.
La parte psicanalitica è molto interessante e qui Simenon riesce a dipingere in modo splendido la metamorfosi di una donna con i suoi traumi interiori. Mi ha colpito in particolare il desiderio di Betty di sentirsi "sporca" per assomigliare al padre perché sia Betty che suo padre erano perseguitati dalla mania di pulizia di sua madre, quindi per una sorta di protesta mistica. In realtà Betty avrebbe voluto anche essere "pulita", tendeva alla sublimazione, ma non riusciva ad esserlo come avrebbe voluto e allora, se non poteva raggiungere l'immagine idealizzata di sé, tanto valeva toccare il fondo.
Sente che Laure l'ha aiutata perché Betty rappresenta una storia in più da conoscere, Laure guarda Betty con indulgenza, dall'alto della sua felicità. Simenon non giustifica ma ci presenta ogni tassello della psiche di questa donna per arrivare a comprendere il suo comportamento, niente è a caso.
 

estersable88

dreamer member
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Ambientazione torbida, fumosa, equivoca, perfettamente in linea con l'animo dei protagonisti, per questo breve romanzo di Simenon. Betty, la protagonista principale, è una donna evidentemente perduta, che – per come ce la descrive l'autore – suscita sentimenti contrastanti, in cima ai quali c'è soprattutto la pena. La seguiamo mentre si stordisce d'alcool in un bar, la vediamo soccorsa da Laure, una donna singolare che conosceremo pian piano (senza, tuttavia, conoscerla mai davvero), veniamo a conoscenza della sua storia in un lungo sfogo con Laure che ha più le fattezze di un dialogo a tu per tu con se stessa. È un attimo, bastano poche pagine, poche righe per ritrovare Simenon, le atmosfere tipiche dei suoi romanzi, la sua capacità di descrivere in modo assolutamente naturale, la profonda attenzione che dedica all'analisi psicologica dei personaggi. Ancora un assaggio delle capacità non comuni di questo scrittore, ancora una prova del suo grande talento.
 
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