Mazzucco, Melania - Vita

cjale

New member
Ho appena finito di leggere " VITA ", un bellissimo libro dedicato a tutti quegli italiani che se ne sono andati alla ricerca di un futuro migliore in America.
La storia ha anche dei riferimenti autobiografici, non solo con l'autrice, ma anche con me che ho buona parte della mia famiglia all'estero.
Alle volte mi è sembrato stessi leggendo Verga, con quella desolante sensazione di un futuro tragico e immutabile.E' scritto molto bene!
Ve lo consiglio! 8) :lol:
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
è un libro che è piaciuto molto anche a me, racconta un periodo storico della nostra Italia che emigrava e che doveva affrontare quello che gli immigranti affrontano da noi adesso. Poi è molto documentato storicamente ed è scritto in modo impeccabile. Un bel libro veramente
 

Palmaria

Summer Member
Ho appena finito di leggerlo e l'ho trovato un bellissimo romanzo, cucito magistralmente dalla Mazzucco tra documenti, passioni, storia e protagonisti.
In certi passaggi può risultare forse un pò lento, ma secondo me l'autrice è stata davvero brava a sciogliere e riannodare i fili della memoria di Diamante e Vita, svelando la vicenda gradatamente e lasciando il lettore in sospeso nel conoscere le sorti dei due personaggi principali.
Senza contare che mi ha permesso di conoscere una parte della storia italiana di cui non avevo veramente idea e che dovrebbe far riflettere, anche ai giorni nostri!
Consigliato!
 

RosaT.

Leghorn Member
Ho letto questo libro un po' di anni fa ... è stato uno libro che ho letto abbastanza velocemente e altrettanto velocemente l'ho dimenticato .... infatti oggi ho un vago ricordo della trama e delle vicende narrate ... questo effetto mi capita sempre con i libri che non ho trovato molto incisivi. :oops:
Non escludo però di tornare a rileggerlo perché la parte di storia Italiana che tratta è interessante e per me sconosciuta.
 
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elisa

Motherator
Membro dello Staff
di questo romanzo mi ha colpito soprattutto la ricerca storica, su documenti dell'epoca, che ha fatto l'autrice. Un lavoro immane di ricostruzione e che rende il romanzo di una ricchezza sia letteraria che storica. E poi come non rimanere inorriditi dalle condizioni di miseria in cui si viveva in Italia a quei tempi, come non pensare alla vita dei bambini e al destino che li aspettava qualsiasi strada intraprendessero. L'ho trovato un romanzo su cui riflettere oltre che bello per la scrittura e la storia in sè.
 

sardina

New member
Libro meraviglioso. Lo rileggerei volentieri.
Nessuno di voi ha letto "un giorno perfetto?" Io lo sto leggendo adesso e non riesco a metterlo giu', molto molto bello!
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Ho letteralmente adorato questo romanzo e i ragazzini protagonisti (originari come me della provincia di Caserta,anche se distante dal mio paese),facenti parte della famiglia dell'autrice (se ricordo bene erano i nonni).
La Mazzucco racconta il sogno americano,le aspettative degli emigranti italiani all'inizio del ventesimo secolo in cerca di un futuro migliore in maniera magistrale.
Avevo sentito la notizia dell'uscita di un film tratto dal romanzo,ma poi invece è stato fatto quello da "Un giorno perfetto".
Spero che quando e se decideranno di metterlo in pratica,saprà essere all'altezza della storia raccontata nelle pagine del libro.
 
Ho appena finito di leggerlo e l'ho trovato un bellissimo romanzo, cucito magistralmente dalla Mazzucco tra documenti, passioni, storia e protagonisti.
In certi passaggi può risultare forse un pò lento, ma secondo me l'autrice è stata davvero brava a sciogliere e riannodare i fili della memoria di Diamante e Vita, svelando la vicenda gradatamente e lasciando il lettore in sospeso nel conoscere le sorti dei due personaggi principali.
Senza contare che mi ha permesso di conoscere una parte della storia italiana di cui non avevo veramente idea e che dovrebbe far riflettere, anche ai giorni nostri!
Consigliato!


Palmaria è ligure. Che non conoscesse la storia dell'emigrazione italiana ci può stare. Che non la conoscessi io, con nonni entrambi emigranti, padre emigrante per una settimana, zii emigranti, era un po' grave.
Ho sempre pensato, fin da piccolo, che l'emigrazione fosse un fenomeno naturale. Davo per scontato che all'arrivo dei 14 anni, 18 per chi si fosse diplomato, era necessario partire. Ingenuità, ero convinto che ogni nazione avesse un Papa. La mia famiglia è sparsa in 5 continenti (ultimamente ci si è aggiunta la Cina e dunque, l'Asia), Australia, Argentina, Venezuela, Canada, lamerica 'bbona cioé gli USA, Germania, Svizzera, Repubblica Sudafricana.
Quando lessi questo romanzo, ho rivissuto l'epopea di mio nonno. La foto in bianco e nero prima di partire, l'acquisto del biglietto sulle "White Star" la stessa compagnia del Titanic. E poi ho letto le condizioni di vita dei nostri emigranti, stipati come africani in 4 per metro quadro, sfruttati 16 ore al giorno, chiamati mafiosi, perché i nostri emigranti di successo avevano la faccia di Alfonso Capone, superstiziosi, retaggio di un cattolicesimo ancestrale e oscurantista.
Un secolo fa gli altri eravamo noi, bisognerebbe ricordarlo quando vediamo le immagini di questi disperati e un ministro (m minuscola) della Repubblica dice "fora di ball".

Tornando al libro. L'ho trovato scritto benissimo, emozionante, storicamente ineccepibile. Da leggere in questi giorni.
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
sapere che i nostri bambini erano costretti a mangiare l'intonaco dei muri per sopravvivere è impressionante
 

malafi

Well-known member
Ho trovato il libro molto bello e ci fa conoscere uno spaccato della vita dei primi del '900 forse ai più non noto.

Non amo i romanzi la cui cronologia narrativa è spezzata da riferimenti ad altre epoche, come capita spesso in questo.
Capisco la necessità di questa tecnica narrativa, a volte, ma l'ho sempre trovata non di mio gusto.

In questo romanzo in particolare, dove ti immergi anima e corpo in quel mondo complicato della New York dei primi del '900, la ripetuta riemersione a tempi recenti mi ha spezzato non tanto il filo narrativo, quanto il pathos della lettura.
 

SALLY

New member
Bravissima la Mazzucco anche in questo romanzo storico...anche se, come ad altri, quelle continue interruzioni, flash back, mi hanno un pò distratta, un lavoro enorme il collage della sua famiglia, una grande tenerezza per quei due bambini già grandi e provati dalla vita, sapevo già della vitaccia che hanno fatto i nostri emigranti all'estero e questo libro ne è una conferma.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Spoiler

Questo libro racconta l'epopea degli immigrati italiani in America nei primi anni del 1900 partendo da una grande storia d'amore. Una storia che inizia durante l'infanzia: Vita ha solo nove anni e Diamante pochi di più quando si ritrovano quasi all'improvviso tra i bordanti che vivono nella casa di Agnello, padre rozzo, ignorante, violento e fino allora sconosciuto di Vita. Qui continua la loro conoscenza del sacrificio e del dolore, che già conoscevano bene in Italia, dove Diamante ha perso i fratelli per fame. La prima parte, quella che si svolge in questa sorta di casa che sembra quasi una pensione di infimo livello, è bellissima. Il degrado, l'istinto di sopravvivenza che spesso porta al malaffare, come capita a Rocco, la miseria più assoluta, lo squallido rapporto tra Agnello e Lena, che vive portando dentro di sé un segreto e un dolore indicibile, che trascorre la giornata a fare da serva agli uomini ma comunque sorride, canta e racconta storie legate alle sue origini, la determinazione di Diamante, il coraggio e la ribellione di Vita, il cui nome non è un caso, i sogni dei due giovani, spesso irrealizzabili ma necessari per non soccombere, tutto ciò viene descritto con grande sensibilità e partecipazione da parte dell'autrice. Ho trovato parecchio affascinante il dono di Vita (chi legge capirà), forse gli avrei dedicato più spazio.
Impossibile non paragonare la vita dei protagonisti, gli stenti, il disagio a quello degli immigrati attuali. Ci si rende conto di quanto è semplice essere "dall'altra parte", criticare senza conoscere e non soffermarci sulla difficoltà delle vite altrui. Forse qualche scorcio di questo romanzo dovrebbe essere letto nelle scuole.
Ho trovato interessanti, soprattutto all'inizio, anche le divagazioni che portano a scoprire qualcosa in più della vita dei suoi antenati e del nonno, appunto Diamante. Quando Vita e Diamante si separano la storia si perde un po', finché non ricomincia il racconto del loro dolore, uno senza l'altro. Molto triste l'incontro da adulti.
In fin dei conti, al di là di alcune parti forse evitabili ma che non ne inficiano la bellezza, si tratta di un libro toccante, profondo e consapevole poiché frutto di un immenso lavoro da parte della scrittrice. Promosso a pieni voti.
 

gamine2612

Together for ever
Finito con una certa sospensione, perché come dice l'autrice non è un racconto cronologico ed è frammisto di realtà e fantasia.
Si perchè la costruzione della storia è cucita su brandelli di ricordi di persone diverse, raccolte in momenti diversi, elaborati e personalizzati.
Non ci si deve aspettare un racconto con esatto inizio e fine, questa è la storia della sua famiglia d'origine raccontata per mezzo dei due protagonisti principali emblematici del periodo e per le situazioni di vita affrontata.
La drammaticità e la crudezza delle situazioni fa molto riflettere su un reale spaccato di un'epoca.
 

estersable88

dreamer member
Membro dello Staff
Lessi questo libro un bel po' di anni fa, quindi non ne conservo ricordi nitidi. Ciò che, a distanza di anni, mi è rimasto impresso è l'angoscia, la desolazione, la durezza delle condizioni di chi, arrivando da lontano, si ritrovò in un Paese sconosciuto. Ancora ricordo, come fossero immagini, i passi del sull'arrivo in America, lo smistamento, i primi periodi, il vivere tutti insieme, la precarietà, l'arrabattarsi. Un'altra cosa che ricordo, però, è la sensazione di pesantezza, di difficoltà nella lettura causata non tanto dai contenuti, quanto dallo stile dell'autrice. Questo è ciò che mi frena dal rileggerlo.
 

MonicaSo

Well-known member
Lessi questo libro un bel po' di anni fa, quindi non ne conservo ricordi nitidi. Ciò che, a distanza di anni, mi è rimasto impresso è l'angoscia, la desolazione, la durezza delle condizioni di chi, arrivando da lontano, si ritrovò in un Paese sconosciuto. Ancora ricordo, come fossero immagini, i passi del sull'arrivo in America, lo smistamento, i primi periodi, il vivere tutti insieme, la precarietà, l'arrabattarsi. Un'altra cosa che ricordo, però, è la sensazione di pesantezza, di difficoltà nella lettura causata non tanto dai contenuti, quanto dallo stile dell'autrice. Questo è ciò che mi frena dal rileggerlo.
Concordo in pieno con quanto hai scritto.
Anch'io ho trovato la scrittura un po' pesante e confesso di averlo finito a fatica.
 
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