Yoshimoto, Banana - Amrita

libraia978

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Questa la trama:

Una famiglia insolita, "allargata", che sembra nascere dalle ceneri dell'istituto tradizionale; due fratelli con percezioni del reale diverse da quelle usuali; un gruppo di amici che, come sempre nella vita, deve venire a patti con mutamenti, felicità, sofferenza.

Fresco, spiritoso, controtendenza, questo romanzo della Yoshimoto è tra i miei preferiti. Non si fa pudore ad affrontar alcuni temi e lo fa senza ipocrisia. E' difficile come sempre parlare dei suoi libri, ma rimane un'autrice in grado di avvicinarci comunque ad un paese lontano e molto diverso dal nostro.
 
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Tarja

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Concordo con te! I libri di Banana, sono molto difficili da classificare, ma meritano di essere letti!
 

iriciola

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Il libro, nel complesso, mi è piaciuto..ma con riserva!!!
Mi ha lasciata un pò delusa e ..a metà! Questo perchè, leggendolo, avevo l'impressione che la storia, da lì a poche pagine, avrebbe preso il volo, cosa invece che non succede...fino alla fine!!!
mi è parso quindi un libro che, pur essendo ricco di sensazioni "alla Banana" ..velate, un pò nostalgiche e malinconiche, ..è privo di corpo, sostanza, anima!!!
..mi riservo quindi proprio perchè, a pensarci bene, forse Banana voleva trasmettere ai lettori proprio questo..
 
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Blueberry

Chocoholic Libridinosa
Terza lettura di questa autrice, dopo Kitchen e Il coperchio del mare. E' vero... c'è una sorta di familiarità con le storie narrate, ma ognuna racchiude in sè qualcosa di unico. In Amrita però si parla anche di poteri particolari delle persone, una sensibilità estrema nei confronti degli altri e la descrizione del prendere coscienza di questi "poteri". Yoshimoto ha un modo poetico per descrivere le sensazioni e le emozioni sia di felicità che di malinconia o dolore. A me piace, mi ci riconosco in questo modo di vedere le cose. In Amrita mi è successo anche di tornare su vecchi ricordi, associati alla perdita del padre -che ho perso da piccola- e mi sono trovata a scrivere di questi ricordi. Immagini quasi in flashback più che altro. Ricordi che non mi hanno rattristato, ho provato dapprima una punta di malinconia e poi mi sono trovata a sorridere, per il semplice fatto di poterli evocare.
 
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