Parenti di assassini : sapevano ?

fabiog

New member
E' una domanda che mi son spesso posto quando leggo un libro, vedo un film, ma soprattutto leggendo giornali su fatti di cronaca vera ,è proprio possibile che il parente più stretto di un assassino ( moglie, marito, genitore, figlio ) non si sia mai accorto di nulla ? E' mai probabile che la persona che per anni ha vissuto al suo fianco non abbia mai percepito il " lato " più oscuro di questa persona ? Soprattutto me lo chiedo nel caso dei genitori di un assassino. Mi piacerebbe sentire l vostro parere
 

Ira

Retired member
Personalmente penso che non sia assolutamente possibile. Possono non voler vedere e sentire ma anche se probabilmente non lo riconoscerebbero e ammetterebbero mai non possono non percepire dentro di loro che c'è qualcosa che non va nel loro congiunto.
Un assassino, un ladro, uno stupratore, un violento non si improvvisano dall'oggi al domani perciò dei segnali li invia nella vita di tutti i giorni.
 

skitty

Cat Member
Per come sono abituata a vivere i rapporti familiari e le amicizie strette, concordo pienamente con l'opinione di Ira.
Mi insorge però qualche dubbio, perché mi sono accorta che in alcune famiglie di conoscenti i rapporti si svolgono in maniera totalmente diversa da come la intendevo io... quindi distacco, estraneità e mancanza totale di dialogo, secondo me sono elementi che potrebbero portare a mascherare l'esistenza nella famiglia di un soggetto con losche intenzioni... :? Penso però siano casi isolati...
 

SALLY

New member
E' una questione che mi sono posta anch'io,molte volte,sopratutto in casi eclatanti, noi veniamo a conoscenza dei fatti dalla tv e dai giornali,e ci sembra impossibile non accorgersi...ma,il male si nasconde bene,credo che chi ha compiuto un delitto faccia il possibile per non farlo sospettare,inoltre,chi di noi può pensare un proprio convivente come un mostro? credo,non venga neanche un barlume di sospetto....tranne avere poi dei flashback, quando è stato scoperto,allora ci si rende conto che i messaggi c'erano,ma non recepibili nella quotidianità.Io mi sono trovata questa spiegazione.
 

JACK HELF

New member
Sono fortemente scettico di fronte a chi sostiene che una persona possa cambiare radicalmente in pochissimo tempo. Fatico a credere che l'assassino, stupratore, o che altro, s'inventi tutto in un giorno. Vero è, che col senno di poi, anche i più piccoli ed apparentemente insignificanti dettagli collimano a tal punto dal farci sorgere la fatidica domanda: come ho fatto a non accorgermene?
A mio parere chi è vicino a tali individui nota certamente delle piccole cose, delle discrepanze con la solita condotta ma spesso e volentieri non ci si spinge così in là con l'immaginazione o con le supposizioni.
In fondo lo sappiamo tutti, ed in questi ultimi anni ne abbiamo avuto più e più volte triste conferma che la realtà supera ogni immaginazione...nel bene e nel male purtroppo..
 

fabiog

New member
La mia opinione coincide con quella di Ira . Personalmente ritengo che se è possibile che un assassino o stupratore seriale possa essere in grado di nascondere la sua vera natura con amici e colleghi di lavoro , ritengo che sia molto difficile farlo con una moglie, un genitore o cmq un parente stretto. Penso sia difficile che in tutti gli anni che si vivono insieme, nei momenti belli, brutti e d'intimità che si attraversano, non si riesce a " sentire " un qualcosa di strano nell'altra persona nel suo atteggiamento, nel suo modo di affrontare le cose, nel suo modo di rapportarsi.
 

mame

The Fool on the Hill
Io non credo che una persona che ha commesso un delitto non abbia, immediatamente dopo, quanto meno un comportamento strano che gli altri non possano notare. E se si tratta di un serial killer, una persona che gli è vicina dovrebbe accorgersi la ricorrenza di certe assenze o comportamenti sempre in coincidenza con certi delitti. Faccio un paio di esempii: è possibile che la moglie del mostro di Firenze non si accorgesse che il marito era sempre fuori casa la notte prima che i giornali annunciassero un nuovo delitto o che non vedesse abiti sporchi di sangue? E' possibile che una persona vicina ai fratelli Savi non si accorgesse che avevano un tenore di vita al di sopra di quello di un normale poliziotto?
 

Bobbi

New member
Secondo me invece è possibilissimo che nessuno si accorga di nulla. Dipende dal tipo di crimine, molti crimini, anche quelli che per noi sono frutto di patologie e alterazione mentale, sono compiuti con perfetta lucidità e quindi accortezza. Poi, voglio dire, se mio marito torna a casa con lo sguardo allucinato e mi dice di aver messo sotto un cane, io gli credo, mica penso che abbia ammazzato una persona. per come sono io, poi, mettere sotto un cane giustificherebbe lo stato alterato.
I serial killer, infatti, di solito manifestano altre problematiche prima dell'omicidio, di solito strani rituali, o uccisioni e torture di animali e cose simili. Ma anche in questo caso diventa difficile, a meno che l'altra persona non stia pensando proprio a cose specifiche o non sia estremamente sospettosa, pensare a eventualità del genere. Probabilmente se si nota qualcosa in un proprio caro si pensa ad altro. per esempio, che abbia l'amante, che si droghi, che abbia problemi che non ci dice, ma che vada in giro ad ammazzare la gente? come è stato già notato, è difficile che uno veda una cosa del genere se non vuol vederla. E chi vorrebbe vedere di aver come padre/marito/figlio un assassino?
 

amneris

New member
Secondo me dipende dai casi. Ma la maggior parte delle volte ritengo che...i segni ci siano, ma che forse li si voglia ignorare, per paura.
Molte volte mi sono posta la domanda davanti a casi concreti, come qualcuno di voi diceva.

Prendiamo il caso di Sarah: possibile che non si riesca a capire cosa è capitato in quei pochi minuti in pochi metri di casa-strada-garage? Qualcuno, è evidente, sa. E qua entrano in gioco altri fattori, come l'omertà, il favoreggiamento, la paura, certo, ma per me lo stesso motivo che prima spingeva a non vedere certi strani comportamenti impedisce poi di collaborare con la giustizia o di dire quello che si sa.

Chiaramente poi dipende dalla situazione, ci sono sicuramente dei casi in cui non si riesce proprio a sospettare niente, il male - come diceva qualcuno prima - si nasconde molto bene, purtroppo.
 

Ira

Retired member
Ribadisco il mio pensiero precedente. Non si vede quello che non si vuole vedere.
Es. concreto
18 mesi fa sono stati arrestati vari componenti una banda che rapinava banche. Uno purtroppo era il marito di una conoscente.
Tuttora asserisce di non aver mai avuto nessun tipo di sospetto.
Il marito di professione faceva il buttafuori nei locali. Quanto guadagnava?
Nell'ultimo anno matrimonio, ho visto le foto una festa megagalattica, veramente lussuoso.
Casa nuova (una bifamiliare), anello di fidanzamento un trilogi - tre diamanti (veri e puri) di un carato l'uno, ... regali quasi giornalieri.
Non viene il dubbio "ma da dove vengono tutti questi soldi"?
Oppure? il dubbio c'era ma meglio dire di non averlo mai avuto?
 

SALLY

New member
Ribadisco il mio pensiero precedente. Non si vede quello che non si vuole vedere.
Es. concreto
18 mesi fa sono stati arrestati vari componenti una banda che rapinava banche. Uno purtroppo era il marito di una conoscente.
Tuttora asserisce di non aver mai avuto nessun tipo di sospetto.
Il marito di professione faceva il buttafuori nei locali. Quanto guadagnava?
Nell'ultimo anno matrimonio, ho visto le foto una festa megagalattica, veramente lussuoso.
Casa nuova (una bifamiliare), anello di fidanzamento un trilogi - tre diamanti (veri e puri) di un carato l'uno, ... regali quasi giornalieri.
Non viene il dubbio "ma da dove vengono tutti questi soldi"?
Oppure? il dubbio c'era ma meglio dire di non averlo mai avuto?

Beh....oddio,questo è un caso evidente,non era un assassino ma un rapinatore,il frutto delle rapine era lampante,quì non credo nemmeno io che la moglie non sapesse,le conveniva parecchio non sapere....ma gli assassini seriali,non portano soldi in più a casa,penso siano abitudinari , che stiano molto attenti a non far nascere sospetti,che si nascondano dietro una vita anonima.
 

Ira

Retired member
Beh....oddio,questo è un caso evidente,non era un assassino ma un rapinatore,il frutto delle rapine era lampante,quì non credo nemmeno io che la moglie non sapesse,le conveniva parecchio non sapere....ma gli assassini seriali,non portano soldi in più a casa,penso siano abitudinari , che stiano molto attenti a non far nascere sospetti,che si nascondano dietro una vita anonima.

Vero, le tipologie di reato sono diverse ma non riesco a convincermi che un assassino riesca ad essere nella vita di tutti i giorni totalmente "normale": rispettoso, tenero, sereno, stanco e qualche volta anche arrabbiato ... ma .... degli atteggiamenti e comportamenti fuori dalla norma li deve pur avere.
 

Dayan'el

Σκιᾶς ὄν&#945
Difficile dare una risposta univoca, la casistica è molto ampia, sia in termini di riscontri oggettivi, sia per quanto concerne la teoria. Esistono (?) diverse forme di psicosi, ognuna con le sue caratteristiche proprie, e non tutte prevedono, come notava Bobbi, la labilità dei processi di pensiero, anzi. Importante è distinguere le due grandi biforcazioni della patologia, che a sua volte separa modalità e ragioni del delitto: da una parte siamo abituati a crimini brutali, efferati, dettati più dall'alterazione di un momento che non da una pianificazione antecedente al fatto, in questi casi di umore fortemente disturbato, la coscienza viene inibita in gran parte, tanto da non ritenere, in alcune circostanze, nessuna traccia mnestica dell'accaduto. Va detto che questo tipo di disturbo non si manifesta dal nulla, esistono sempre dei precedenti di comportamento violento, risalenti il più delle volte all'adolescenza. Tracce minime, trascurabili nel contesto della routine quotidiana, imputabili a cause specifiche e ritenute innocue, ma vi sono sempre episodi pregressi. A sentire un'altra teoria, ed è quella dell'analisi transazionale, forse la più interessante sorta dalla psicanalisi, v'è come una relazione vincolante tra i componenti di un gruppo, sia esso la famiglia od altro: Berne si riferisce a questo complesso di norme col termine gioco, ovvero la manipolazione di ognuno verso ognuno, nel tentativo di attuare un copione, è quindi possibile che all'interno di un nucleo profondamente immerso in certo tipo di gioco, possa darsi mutua compiacenza da parte dei familiari, a livello psicologico e non sociale: questo sarebbe il meccanismo della sottrazione all'evidenza.
Dall'altra parte, all'opposto dei disturbi dell'umore, abbiamo quelli della personalità. Chiaramente queste distinzioni prendono in considerazione l'alterazione prevalente, tutta la struttura del soggetto è comunque coinvolta. Con questo secondo tipo di disturbo però si giunge ad una certa complessità, qui possiamo riassumerla due filoni: l'io passivo e succube o l'io reattivo. In questo tipo di soggetto le funzioni intellettive e del pensiero possono conservarsi intatte, tanto da consentire la rappresentazione e poi esecuzione di un delitto spesso architettato sapientemente e poi capacità dissimulatorie eccezionali. Il mostro di Firenze e compagnia bella rientrano in questa categoria, così come anche i pedofili. Il pedofilo presenta spesso abilità sbalorditive nel procacciarsi le giovani vittime, e, dopo, nel discolparsi: davvero, sanno essere prodigiosi. In questo secondo caso, quindi, è molto più difficile per i familiari o chi per loro intuire un possibile problema di fondo, ricordiamo che abbiamo a che fare con persone dal grande controllo di sé sull'umore e sul pensiero, sono scaltri e guardinghi, e, di poi, ritorna comunque il motivo del gioco nelle loro relazioni, per cui è più semplice che un certo tipo di criminale venga svelato da esterni, piuttosto che da persone vicine.
 

mame

The Fool on the Hill
Ultimamente la cronaca ci ha messo di fronte a casi in cui tutto sembra ciò che non è. Due cugine che sembravano legate da affetto profondo e invece una delle due covava rivalità e gelosia verso l'altra. Una coppia che sembrava la famiglia del mulino bianco e invece nascondeva tensioni e tradimenti. E se torniamo al passato, anche la famiglia De Nardo sembrava una famiglia tranquilla e felice, e invece covava in sé una ferocia assassina. Ma è davvero così facile nascondere la verità? Sono davvero realistici questi parenti che dicono che tutto andava bene, che regnavano la massima armonia e l'amore più grande?
 

apeschi

Well-known member
Secondo me non e' facile dare una risposta.

Spesso dall'esterno, leggendo fatti di cronaca capitati ad altri, non avendo tutti gli elementi del caso per fare una valutazione completa ed oggettiva, sembra facile dare una risposta o comunque a posteriori vengono i dubbi posti qui.

Secondo me, dipende molto dai vari casi.

Ci possono essere casi in cui, per mille motivi (scarsa comunicazione, scarsa attenzione agli altri, mistificazione e quant'altro), non ci si possa accorgere.

Secondo me ci anche moltissimi casi in cui a priori, chi e' della propria famiglia, che e' un congiunto, chi e' un amico intimo, 'a priori' non puo' essere colpevole, non puo' essere pazzo, non puo' essere deviato a livello comportamentale.
Chi e' della propria squadra, della propria famiglia, del proprio gruppo, non sbaglia mai, ha sempre ragione.

Dividerei il problema in due casi differenti (con mille sfumature), piu' o meno definiti.

Un caso puo essere che non si conosca effettivamente la persona che si ha vicino e puo' capitare, (secondo me), per mille motivi che non sto ad elencare, quindi puo' essere possibile che in buona fede non lo si sappia. (Penso che siano la minoranza dei casi pero', o forse no? non saprei).

Un altro caso invece e' che non lo si voglia vedere, non lo si voglia accettare, lo si rimuova (piu' o meno consciamente o inconsciamente), non si vogliano leggere certi messaggi che magari col senno di poi sarebbero invece chiarissimi.
E di questo non mi stupirei. Il proprio caro e' innocente 'a priori', il politico del proprio partito e' innocente 'a priorìi (e sono gli altri che lo accusano ingiustamente e ce l'hanno con lui), la propria squadra non commette mai falli ed i rigori dati alla propria squadra sono sempre colpa degli arbitri che sbagliano. Cioe' questo atteggiamento lo vediamo costantemente ogni giorni, nella vita di tutti i giorni, in politica, nello sport, quindi non lo vedo cosi' scandalizzante se venga applicato anche ai propri amici, ai propri cari, ai propri parenti. Chi fa parte del proprio clan (qualunque esso sia) non puo' essere in torto, non puo' essere colpevole, e' innocente 'a priori'. Sono gli altri che ce l'hanno con lui.

E non so parlando invece dei casi in cui magari lo si intuisca, lo si sappia (con maggiore o minore certezza), ma non si voglia comunque condannare un proprio caro o un proprio parente o amico pur sapendo che sia colpevole.

Secondo me in molti casi ci si rifiuta di ammetterlo.
Si fa 'quadrato' attorno al proprio caro.
 

ila78

Well-known member
sono d'accordo con Apeschi

Il proprio caro è sempre innocente, e si fa quadrato per proteggerlo.

Però mi viene in mente il marito della Franzoni, ad esempio, è vero che una persona è innocente fino a prova contraria e lei sono dieci anni che dice " non sono stata io" ma lui non ha dimostrato il minimo sospetto (almeno davanti alle telecamere) e ci ha fatto un altro figlio.....i casi sono due: o lei è davvero innocente e lui lo sa, oppure è psicopatico anche lui....
 
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