Foa, Marcello - Il ragazzo del lago

DoppiaB

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Aimone Canape è un bel ragazzo elegante ed educato, abita a Dongo un paese affacciato sul lago di Como.
Ha un sogno, quello di diventare un albergatore e giovanissimo si trasferisce a Como dove lavora come cameriere in un albergo. Nel 1938 si sposterà in Germania, a Oberhof nel castello del principe Watzesky. Qui durante la festa di capodanno succede una cosa strana: la duchessa Steinlich vede Aimone in fondo al salone della festa, rimane turbata e sviene.
Chi è questa duchessa? E cosa avrà fatto Aimone per provocare una simile reazione?
Quando il giovane scoprirà il motivo del turbamento della duchessa, la sua vita cambierà e si ritroverà a vivere il nazismo con gli occhi della borghesia tedesca.
Durante i due anni di soggiorno in Germania, Aimone vivrà nell’agio e nel lusso, pur continuando a fare il cameriere. Conoscerà potenti industriali tedeschi, alte cariche dello stato e persino lo stesso Hitler. Per lui il nazismo è ricchezza, lusso, feste, balli e belle donne da corteggiare.
Ma il sogno finisce, ritorna in Italia e la realtà della guerra gli piomba addosso con tutta la sua crudeltà.
Aimone proverà il dolore per la morte di un fratello in guerra, si arruolerà lui stesso nell’esercito scappando poi con l’armistizio, diventerà partigiano, sarà arrestato e torturato dai repubblichini e più di una volta sfiorerà la fucilazione.
Nell’aprile del 1945 sarà protagonista della cattura di Mussolini e Claretta Petacci a Dongo.


Aimone Canape oggi ha quasi novant’anni e vive ancora nella sua amata Dongo.
Ha realizzato il suo sogno di diventare albergatore e ha voluto raccontare la sua storia. Una storia commovente, a volte dura e piena di violenza.
Molto bella è la figura della madre di Aimone, Evelina, che viene descritta come “un piccolo fiore con un gambo d’acciaio” .
Una bella storia che descrive retroscena della Seconda Guerra Mondiale ancora poco conosciuti.
 

Alfredo_Colitto

scrittore
Ciao Doppia B,
ho appena letto questo libro e sono d'accordo con la tua recensione. Davvero bello.

Ma occhio che il cognome nel post ti è venuto scritto Foa, e non Fois. Marcello non perde occasione di raccontare aneddoti su quelli che pronunciano il suo cognome "Fuà" alla francese... :mrgreen:
 
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