Ditelo con un fiore...

asiul

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Il tuo sorriso


Toglimi il pane, se vuoi,
toglimi l'aria, ma
non togliermi il tuo sorriso.


Non togliermi la rosa,
la lancia che sgrani,
l'acqua che d'improvviso
scoppia nella tua gioia,
la repentina onda
d'argento che ti nasce.


Dura è la mia lotta e torno
con gli occhi stanchi,
a volte, d'aver visto
la terra che non cambia,
ma entrando il tuo sorriso
sale al cielo cercandomi
ed apre per me tutte
le porte della vita.


Amor mio, nell'ora
più oscura sgrana
il tuo sorriso, e se d'improvviso
vedi che il mio sangue macchia
le pietre della strada,
ridi, perché il tuo riso
sarà per le mie mani
come una spada fresca.


Vicino al mare, d'autunno,
il tuo riso deve innalzare
la sua cascata di spuma,
e in primavera, amore,
voglio il tuo riso come
il fiore che attendevo,
il fiore azzurro, la rosa
della mia patria sonora.


Riditela della notte,
del giorno, della luna,
riditela delle strade
contorte dell'isola,
riditela di questo rozzo
ragazzo che ti ama,
ma quando apro gli occhi
e quando li richiudo,
quando i miei passi vanno,
quando tornano i miei passi,
negami il pane, l'aria,
la luce, la primavera,
ma il tuo sorriso mai,
perché io ne morrei.


Pablo Neruda

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Spesso la natura è "usata" per descrivere emozioni, sentimenti, stati dell'animo. Questa ha infatti significati molteplici a volte del tutto sconosciuti. La sua bellezza si manifesta con la violenza delle intemperie e con la calma di una fresca giornata primaverile.

Non manca moltissimo al giorno in cui ci offrirà quei molteplici colori...così ho avuto il desiderio di rammentarne i significati che noi abbiamo dato alle sue, più colorite, parole...i fiori.

Questo è forse uno dei fiori che amo di più. Mi ricordo quando da piccola (come dimenticarlo!), andavo per i campi a raccogliere questo fiore per donarlo a mia madre.Ne prendevo cinque, quelli con il gambo più lungo e li legavo con un filo d'erba o li avvolgevo in un fazzoletto.Poi correvo a casa e li offrivo a lei, come se le stessi portando un fascio di rose...
non duravano molto, il giorno dopo erano già ripiegati sé stessi, ma ero piccola, non potevo saperlo e per me contava solo averli colti per regalarli alla persona, per me ,in quel momento, più importante.

Well,lest go on... :wink:

Pratolina: purezza e candore

"I bambini di ogni generazione sono cresciuti cogliendo Pratolina per le proprie mamme e giocando con i fiori di Pratolina a formare mazzettini e ghirlande. Da sempre, inoltre, è usanza "sfogliare" il fiore associando a petali alterni valenza di amore corrisposto e non, recitando la classica frase "M'ama, non m'ama", come se si interrogasse la Pratolina in merito alla sorte di un amore, incerto e romantico. Rilevante è infine la peculiarità dei fiori che si aprono la mattina, alle prime luci dell'alba per poi richiudersi la sera. Proprio per la semplicità del gesto con il quale i bambini sono soliti donare alla propria mamma mazzolini di Pratolina il fiore è riconosciuto come l'emblema della Purezza e del candore."

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skitty

Cat Member
Che meraviglia! Bellissima la poesia, e anche l'interpretazione del significato dei fiori!
Un grazie... doppio Lu :wink:!
:ABBB
 

SALLY

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Il girasole

Portami il girasole ch'io lo trapianti

Portami il girasole ch'io lo trapianti
nel mio terreno bruciato dal salino,
e mostri tutto il giorno agli azzurri specchianti
del cielo l'ansietà del suo volto giallino.

Tendono alla chiarità le cose oscure,
si esauriscono i corpi in un fluire
di tinte: queste in musiche. Svanire
è dunque la ventura delle venture.

Portami tu la pianta che conduce
dove sorgono bionde trasparenze
e vapora la vita quale essenza;
portami il girasole impazzito di luce.


(Eugenio Montale, Ossi di seppia, 1925)



E' un fiore che ha origini antiche: nell'America settentrionale sono stati trovati resti di questo fiore che risalgono a tremila anni prima di Cristo. Gli Indiani d'America lo consideravano una pianta sacra in quanto consentiva all'uomo di farne molteplici usi. In Perù è l'emblema del Dio Sole. E' dal Perù che il girasole venne per la prima volta importato in Europa. Il girasole fu apprezzato dal Re Luigi XIV, il Re Sole e durante l'età vittoriana, in Gran Bretagna, venne disegnato su stoffe, inciso nel legno, forgiato nei metalli; Oscar Wilde volle il girasole come simbolo del movimento estetico che lui stesso aveva fondato. In Italia, poeti come Eugenio Montale e Gabriele D'Annunzio hanno elogiato il girasole nei propri versi. Nelle opere di Van Gogh la presenza del fiore è ricorrente.

Il girasole comunica allegria e orgoglio .

Io adoro i girasoli,sono caldi,grandi,rustici si,ma bellissimi.:HIPP
 

Shoofly

Señora Memebr
Questa poesia l'ho scelta per i "Gigli sciroppati".....:mrgreen:

http://shayscakedesign.com/wp-content/uploads/2010/05/092507-Lily-cake-3.jpg


CIÒ CHE SI DICE AL POETA
A PROPOSITO DEI FIORI

Al signor Théodore de Banville.

I

Così, al solito, verso l'azzurro nero
dove trema il mare dei topazi,
funzionerà nella tua sera
il Giglio, questo clistere d'estasi.

Nella nostra epoca di sagù
in cui le piante son laboriose,
il Giglio berrà disgusti blu
nelle tue Prose religiose!

- Il Giglio del signor di Kerdel,
il sonetto dell'ottocentotrenta,
il Giglio donato al Menestrello
col garofano e l'amaranto.

Gigli! Gigli! Non se ne vedono!
E nel tuo Verso, simili a maniche
di Peccatrici dai dolci passi,
sempre fremono questi fiori bianchi!

Sempre, mio Caro, quando fai il bagno
la tua camicia dalle ascelle bionde
si gonfia nella brezza mattutina
sulle miosòtidi immonde!

Amore non passa i tuoi dazi
se non di Lillà - oh, altalene!
e di Violette di Bosco,
sputi zuccherini di Ninfe nere!...


II

O Poeti, quando avrete voi
le Rose, le Rose soffiate
rosse sui rami d'alloro,
e di mille ottave gonfiate!

Quando BANVILLE ne facesse fioccare,
sanguinolente, turbinanti
affogando l'occhio folle dello straniero
dalle letture poco impegnate!

Dei vostri boschi e dei vostri prati,
o fotografi tranquilli!
la flora è così diversa
come turaccioli di caraffe!

Sempre Francesi vegetali,
bigotti, tisici, ridicoli,
dove il ventre dei bassotti
naviga in pace, al crepuscolo;

sempre, dopo orrendi disegni
di fiori blu di Loto o d'Eliani
stampe rosa, soggetti santi
per giovinette da prima comunione!

L'ode Asoka combacia con la
strofa sulla finestra della frivola;
e lorde farfalle luminose
defecano sulla Pratolina.

Vecchi ortaggi, vecchi galloni!
O pasticcini vegetali!
Fantastici fiori di vecchi saloni!
- ai maggiolini, non ai crotali

questi bambocci vegetali in pianto
che Grandville ha infiocchettato
e che allattarono di colori
cattivi astri con la visiera!

Sl, le vostre sbavature di zufolo
fanno glucosi preziosi!
- Mucchio di uova fritte in vecchi cappelli,
Gigli, Asoka, Lillà e Rose!


III

O bianco Cacciatore, che corri scalzo
attraverso il panico pasticcio,
non puoi tu, non devi forse
conoscere un po' di botanica?

Faresti succedere, credo,
ai Grilli rossi le Cantaridi
l'oro dei Rios al blu dei Reni, -
in breve, alle Norvege le Floride.

Ma, Caro, l'Arte ora non è più
- in verità - permettere
allo straordinario Eucalipto
la costrizione di un esametro;

Eccolo lì! Come se il Mogano
non servisse, come alle nostre Guiane
che ai salti del Sapaiù,
allo sporco delirio delle liane!

- Insomma, un Fiore, un Rosmarino
o un Giglio, vivo o morto, vale forse
un escremento d'uccello marino?
O vale forse un sol pianto di candela?

- Ho detto ciò che volevo!
Tu, anche seduto laggiù, in una
capanna di bambù; - le imposte
chiuse, tappezzerie di persia bruna, -

tu intrecceresti ghirlande
degne di Fiumi stravaganti!...
- Poeta! Queste sono ragioni
non meno ridicole che arroganti!...


IV

Dimmi, non le pampas primaverili
nere di rivolte spaventose
ma i tabacchi, le cotoniere!
Dimmi delle esotiche raccolte!

Dimmi, fronte bianca che Febo acconcia,
di quanti dollari è la rendita
di Pedro Velasquez all'Avana;
immerda il mare di Sorrento

dove i cigni si recano a migliaia,
che le tue strofe siano réclames
per le frattaglie della mangaia
frugate da idre e da marosi!

Le tue quartine si tuffano in boschi sanguinanti
e tornano proponendo agli uomini
diversi soggetti di bianchi zuccheri
di pettorine e di gomme!

Che si sappia da te se le biondezze
dei Picchi nervosi, verso i Tropici
son dovuti a fecondi insetti
o a licheni microscopici;

trovaci, o Cacciatore, lo vogliamo
qualche robbia profumata
che la natura in calzoni
faccia sbocciare! - per le nostre Armate!

Trova, nei dintorni di Foreste addormentate,
fiori simili a dei musi
che sbavano auree pomate
sugli scuri capelli dei Bufali!

Trova, ai folli prati, dove sul blu
trema l'argento delle pubescenze,
dei calici pieni di Uova di fuoco
che si cuociono tra le essenze!

Trova Cardi cotonati
di cui dieci asini con occhi di brace
lavorino per filarne i nodi!
Trova Fiori che siano sedie!

Sì, trova nel cuore neri filoni
di fiori simili a pietre, - famose! -
che verso i loro duri ovari biondi
abbiano tonsille gemmose!

Servici, o Burlone, tu che puoi,
su un piatto di splendido argento
ragù di Gigli sciroppati:OO
mordenti i nostri cucchiai Alfénidi!


V

Qualcuno dirà il grande Amore,
ladro di oscure Indulgenze:
ma né Renan, né il gatto Murr
vedranno il Tirso blu immenso!

Tu, facci giocare nei nostri torpori
con i profumi, le isterie;
esaltaci verso i candori
più candidi delle Marie...

Commerciante! colono! medium!
la tua rima sgorgherà, rosa o bianca,
come un raggio di sodio,
come un caucciù che si riversa!

Dai tuoi neri Poemi, - Giullare!
Bianchi, verdi e rossi diottrici
che evadono in strani fiori
e farfalle elettriche!

Ecco! È il Secolo dell'inferno!
E le linee telegrafiche
orneranno - lira dal canto di ferro,
le tue magnifiche scapole!

Soprattutto, rimaci una versione
intorno al male delle patate!
- E per la composizione
di Poemi pieni di mistero
che saranno letti da Tréguier
a Paramarìbo, avrai comprato
i Tomi del signor Figuier,
- Illustrati! - dal signor Hachette!

Alcide Bava.
A.R.
14 luglio 1871.

Questo poema, irriverente e parodistico, rappresenta la rottura di Artur Rimbaud con i parnassiani e la poetica classicista, incarnata dalle opere del loro capofila Théodore de Banville.
Il 24 maggio 1870, Rimbaud, all'età di 16 anni, aveva inviato a Banville una lettera con alcune sue poesie (Ophélie, Sensation, Soleil et chair), allo scopo di ottenere il suo appoggio presso l'editore parigino Alphonse Lemerre.
Nel febbraio-marzo del 1871 Banville ospitò Rimbaud, ma questi dal mese di maggio, nelle sue lettere dette « du Voyant » (del Veggente) prese drasticamente le distanze dai colleghi parnassiani, sfociate in aperta polemica nell'agosto del 1871 con questa "Ce qu'on dit au poète à propos de fleurs".:mrgreen:
 

skitty

Cat Member
Orchidee

Quando due amici si comprendono completamente, le parole sono soavi e forti come profumo di orchidee.
Lao Tzu


Sono fiori che si distinguono per la forma strana, il profumo delicatissimo e i petali vellutati; da sempre sono difficili da coltivare e piuttosto rare. Le orchidee attirano molti insetti, dalle api alle farfalle, dalle zanzare ai pipistrelli.

Il nome Orchis, è stato dato nel IV secolo avanti Cristo dal greco Teofrasto, probabilmente ispirato dalla forma rotondeggiante dei due "tuberi" che compongono l'apparato radicale di alcune specie, simili ai testicoli dell'uomo.
Secondo la mitologia, Orchis era un giovane greco, bellissimo e assai focoso.

Figlio di una ninfa, pensava di potersi permettere tutto, utilizzando la sua bellezza per conquistare le giovanette più affascinanti e graziose.

E fu così che, durante un festino di Bacco, tentò persino di violentare una delle sacerdotesse del dio. Sacrilegio!

Orchis pensava di potersi sottrarre alla vendetta della potentissima Moira che puniva gli abusi causati dal desiderio di onnipotenza, ma non ebbe scampo e dunque fu sbranato da belve feroci.

Gli dei però non vollero permettere che del bellissimo Orchis si perdesse anche il ricordo e fecero si che dai suoi resti nascesse una pianticella che riproduceva nella sua parte sotterranea, nei due bulbi, proprio le appendici anatomiche maschili che erano state causa della disgrazia.
Sono il simbolo della raffinatezza e del lusso, si regalano per riconoscere ed ossequiare la sensualità e l' eleganza.
 

asiul

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Il Gelsomino

Il gelsomino notturno

E s'aprono i fiori notturni,
nell'ora che penso a' miei cari.
Sono apparse in mezzo ai viburni
le farfalle crepuscolari.


Da un pezzo si tacquero i gridi:
là sola una casa bisbiglia.
Sotto l'ali dormono i nidi,
come gli occhi sotto le ciglia.

Dai calici aperti si esala
l'odore di fragole rosse.
Splende un lume là nella sala.
Nasce l'erba sopra le fosse.

Un'ape tardiva sussurra
trovando già prese le celle.

La Chioccetta per l'aia azzurra
va col suo pigolio di stelle.

Per tutta la notte s'esala
l'odore che passa col vento.
Passa il lume su per la scala;
brilla al primo piano: s'è spento . . .

È l'alba: si chiudono i petali
un poco gualciti; si cova,
dentro l'urna molle e segreta,
non so che felicità nuova


Giovanni Pascoli

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Gelsomino

gelsomino.jpg


Tracce di questo fiore, piccoli frammenti, son state ritrovate in Egitto; sulla mummia del faraone nella necropoli di Deir-el-Bahri. Sembra che da noi ed in Europa giunse, dopo un lungo cammino, dalle Indie.
In Toscana, nel 1500, un nobile ne piantò un esemplare di gelsomino nel suo giardino, con la proibizione per il suo giardiniere di rispodurne il fiore.

Ma disobbedendo agli ordini del nobile, la fidanzata del giardiniere ne rubù un pezzetto e lo ripiantò, con la conseguente riproduzione della piante. Riuscì a vendere le talee e si arricchì.Potè realizzare il suo sogno di sposare il fidanzato

Per questo sembra che in Toscana come tradizione, si usi aggiungere un rametto di gelsomino al bouquet,come porta fortuna.

"Il gelsomino giallo è simbolo di eleganza e grazia, quello bianco di amabilità. In Spagna è l’emblema della sensualità"
 

asiul

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Il Tulipano

Quartine di Omar Khayyām

49

In ogni campo dove fioriscono i tulipani
Il loro rosso colore viene dal sangue d’un re;
Ed ogni foglia di viola che spunta su dalla terra
Fu un tempo neo vezzoso su guancia di bella fanciulla.

92
Ogni mattina, quando il volto del tulipano gocciola di rugiada
E l’esile vita della viola sul prato si piega a un inchino,
Davvero m’allieta allora vedere il virgineo bocciolo
Avvolgersi stretto nel manto colorato di rosa.


..............................


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Il Tulipano


"Il tulipano è originario della Turchia, dove cresce spontaneamente e dove iniziò ad essere coltivato circa 1000 anni fa. Il termine tulipano deriva dal greco turban (= turbante), forse perché la sua forma ricorda proprio quella del turbante. Da sempre, tutti i giardini d'Oriente
sono "gremiti" di tulipani ed in Aprile a Costantinopoli si celebra
la festa del tulipano. Una leggenda turca fa risalire l'origine del fiore alle gocce di sangue versate per amore da un giovane innamorato deluso. Il tulipano nel mondo orientale significa amore perfetto. In Occidente, i bulbi del tulipano giunsero intorno al 1550, grazie all'ambasciatore austriaco a Costantinopoli, che di ritorno dalla Turchia ne portò una quantità consistente a Vienna, dove però
non seppero coltivarli
adeguatamente. Il paese europeo dove i tulipani hanno avuto più successo è stato senza dubbio l'Olanda; dal 1600, infatti, i tulipani divennero ricercatissimi e questo portò il loro prezzo alle stelle, tant'è che nel 1637 il governo olandese dovette approvare una legge che ne regolava il prezzo.
In Occidente il significato del tulipano, nel linguaggio dei fiori, è quello dell'incostanza"

(dal web)
 

skitty

Cat Member
Il loto



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Presso gli Orientali il loto è espressione della perfezione
e della purezza del sole, del cielo, della creazione, del passato, del presente e del futuro, ovvero, in una parola sola della vita stessa e di tutte le virtù ad essa,
direttamente o indirettamente, riferibili. Per questo è considerato un fiore sacro, il fiore degli Dei. I Buddisti indiani rappresentano il seggio di Budda come forma allargata del fiore di loto. Nella Grecia antica era il simbolo della bellezza e dell'eloquenza. In Italia cresce in zone temperate; a Mantova, sul lago Superiore, cresce grazie ad una giovane laureata in Scienze Naturali, che, circa 60 anni fa, decise di piantarne lì alcuni esemplari.
Oggigiorno, il dono del fiore di loto è un gesto per dichiarare grande ammirazione
 
P

~ Patrizia ~

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Ninfea

Era il nome di una ninfa delle fonti che, innamorata di Ercole e non corrisposta, morì dal dolore. Gli dèi, impietositisi, la trasformarono in uno splendido fiore.

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P

~ Patrizia ~

Guest
Anemone

Anemone era una divinità e apparteneva alla corte di Chloris (la dea dei fiori).
Della sua bellezza si innamorarono due venti: Zefiro e Tramontana. Chloris ne fu gelosa e la trasformò in un fiore condannato a schiudersi precocemente sotto le violenze del vento.




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