Malick, Terrence - La sottile linea rossa

asiul

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Film della 20th Century Fox, del 1998, diretto da Terrence Malick e tratto dall'omonimo romanzo di James Jones.

Comincia il film...

"Mi chiedevo come sarebbe stata la mia morte.Come avrei reagito sapendo che quel respiro sarebbe stato l’ultimo,per sempre.Spero solo di poterla accogliere come ha fatto lei. Con la stessa calma.Perché è lì che si nasconde l’immortalità che non avevo mai visto."


La storia si svolge a Guadalcanal nel ’42. Dei soldati sono imbarcati su una nave diretta alla conquista dell’isola nel Pacifico. E la battaglia per aggiudicarsi una collina prenderà parte del film.

Questo lungometraggio non ha un filo logico se non quello della rabbia dei protagonisti. È molto lento, discontinuo nella narrazione e spiazzante. Ma è proprio questa la sua caratteristica, almeno per me, vincente. L’ho trovato veramente bello.


Mi piace l’uso che si fa della voce fuori campo che narra se stessa. Il regista in realtà è solito all’uso dell’ "io off", ma qui la voce non è una soltanto. Si rimbalza da soggetto a soggetto come in una staffetta di emozioni che cattura l’attenzione di chi guarda.
Il cast è davvero notevole; James Caviezel o meglio, nel film, Witt (l’antieroe), un soldato. Il personaggio principale e voce narrante più importante che aprirà e chiuderà il film con delle emozionanti riflessioni.


C’è Sean Penn che interpreta il sergente maggiore Welsh,un uomo duro,ma che nelle occasioni decisive dimostra una sensibilità inaspettata. E ancora Nick Nolte è il colonnello che ha dovuto sgomitare per stare dov’è e che è disposto a tutto, anche a sacrificare i suoi soldati pur di arrivare dove vuole.Ma il suo tentativo di agire spendendo la vita degli altri verrà vanificato dal sergente Straros che disobbedendo (pagherà per questo in prima persona) ai suoi ordini suggerisce una tattica diversa, poi vincente.

Quello che mi piace in questo film è la poca morale. Tutti soffrono e da tutte le parti.
La vicenda è narrata come dovrebbe essere, raccontando la rabbia, l’orrore. In un paesaggio magnifico con fotografia e tecnica di ripresa eccellenti.

Ci sono passaggi interiori molto belli nel personaggio di Witt. Questo che segue è ( se non erro) uno dei suoi discorso fuori campo. L’immagine che accompagna le sue parole è quella di un soldato nemico morto e quasi seppellito dalla terra.


"Sei retto, gentile? La tua fiducia si basa su questo. Sei amato da tutti. Lo sai che lo sono stato anch’io? Credi che le tue sofferenze saranno minori perché amavi il bene,la verità?"


Potrebbe essere lui a parlare o il soldato che si specchia in lui, non lo sappiamo, perché (ripeto) lo scopo non è dirci dove si trovi il bene e il male.
Questo lungometraggio ci chiede solo di "sentire" …

Devo dire che l’ho trovato un buon film certamente migliore per i contenuti dell’allora concorrente come questo agli Oscar e poi vincitore Salvate il soldato Ryan .

Come un buon libro il film ci lascia assaporare dei brevi concetti, delle frasi, delle perle qua e là. Eccone alcune;


“non lo sento il suo odio, perché io non odio lui”


“Questo grande male da dove viene? Come ha fatto a contaminare il mondo. Da quale seme da quale radice si è sviluppato. Chi è l’artefice di tutto questo?chi ci sta uccidendo. Chi ci sta derubando della vita e della luce. Prendendosi beffa di noi, mostrandoci tutto quello che avremmo potuto conoscere. La nostra rovina è di sollievo alla terra. Aiuta l’erba a crescere, il sole a splendere. Questa ombra oscura anche te. Tu, hai mai attraversato questo buoi?”

“ore come mesi giorni come anni, sono entrato nell’età dell’oro, sono stato sulla riva di un nuovo mondo”


“Ti vogliono morto fa parte della loro bugia. Un uomo può fare una sola cosa trovare una soluzione che sia sua crearsi un’isola intorno. Se non ti incontrerò mai in questa vita almeno che io senta la tua mancanza uno sguardo dei tuoi occhi e la mia vita sarà tua”

Il film non ha una fine vera e propria, ma solo una lunga riflessione che porta ognuno di noi a pensare su quale possa essere in realtà la vera soluzione al male più grande. Quello del non rispetto del mondo, della natura che, ferma in tutta la sua bellezza, continua, nonostante tutto ad ospitarci.

Ah, dimenticavo c’è anche George Clooney. Sebbene non reciti malissimo, quest’attore continua a non entusiasmarmi. :boh:
 
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Apart

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Stupendo questo film. Una voce interiore, corale, la voce dei soldati, la voce degli uomini, si interroga sul perchè della guerra, sul senso di quello che sta accadendo. Perchè la guerra? Perchè fare la guerra, rinunciando così alla bellezza, alla libertà, alla vita? Il film mette in scena pochi momenti di lotta armata, volendo più concentrarsi sulle domande che l'uomo si pone durante il conflitto bellico, sulle riflessioni che fa, sulla continua ricerca di senso che approda, immancabilmente, alla domanda ultima dell'uomo: perchè la vita (l'essere) e non il nulla? Non ci sono risposte facili. A volte non ci sono nemmeno risposte. Nell'anonimia del conflitto bellico emergono così figure singolari, tipiche, uniche, quando è la loro voce interiore a parlare. Come non innamorarsi del soldato Witt? Figura delicata, sensibile, estranea al conflitto (eppure sempre dentro al conflitto), a volte incompresa, che conserva la purezza, l'amore, la gioia di vivere nonostante tutto quello che sta accadendo (che indurrebbe chiunque alla tristezza e alla disperazione). La scena iniziale del film l'ho trovata davvero toccante: vediamo due soldati, disertori, fra cui Witt, trascorrere momenti di vita a stretto contatto con la comunità indigena dei melanesiani. E' una scena stupenda. Poche parole. Bastano soltanto gli sguardi a dirci che lì sta avvenendo un incontro fra due culture. Che stiamo assistendo alla ricerca di sè nell'altro; alla ricerca dell'oltre nell'altro.
 
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El_tipo

Surrealistic member
la battaglia di Guadalcanal è stata una degli eventi chiave della seconda guerra mondiale. L'imposizione massiva degli statunitensi su questa piccola isola concedeva loro la supremazia militare e strategica nella guerra del pacifico, rendendo complicata per i giapponesi una reazione verso l'australia e verso le Hawai. E forse non c'era esempio migliore per rappresentare una linea di confine, una sottile linea di demarcazione psicologica che disintegra l'animo del soldato che si chiede perchè sta combattendo. Questo è un film sul senso della guerra, nel concetto più vasto del senso della ricerca dell'uomo. Ed è indubbiamente nel cast di eccezione la figura di sean penn quella più emblematica, il sergente che parte con delle idee, di unità di popolo, di adeguamento alla società, in quell'unico mondo che razionalmente gli tocca, per rovesciarle tutte nel finale, quando al termine della missione se anche si è ottenuta una grossa vittoria per la nazione stati uniti, c'è stata solo una grossa sconfitta del genere umano. Bellissimi i primi piani della fauna e della flora dell'isola, espressione della natura incontaminata che solo l'uomo con la sua perfidia riesce ad inquinare.
 

ayla

+Dreamer+ Member
Senza dubbio è un film splendido e unico nel suo genere, dove non c'è noia, banalità o lentezza ma solo poesia e la riflessione dell'uomo sulla natura del male, riflessione che si fonde con la bellezza abbagliante della natura e la drammaticità e la tragedia della guerra.
Fotografia e regia da oscar, peccato che il film non si sia portato a casa nemmeno una statuetta.
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
Film complesso e lunghissimo, quasi tre ore, apparentemente un film di guerra ma che si interroga sul senso della vita, la voce interiore dei protagonisi strania lo spettatore per tutto il film, lo rende partecipe del moto dell'animo che spinge ognuno di loro a muoversi, dentro quel contenitore di crudeltà e insensatezza che è la guerra. Il continuo confronto tra la lussureggiante natura, la naturalezza degli abitanti delle isole, la cinica assurdità della logica di guerra porta continuamente a riflettere sul punto di non ritorno a cui sembra sia arrivata la civiltà. Molti gli attori famosi nel film, che in origine doveva durare sei ore, Malick lo gira dopo vent'anni da I giorni del cielo, dentro c'è tutta la sua filosofia di vita e la sua cifra registica.
 

Kodiak

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Vidi il film al cinema, quando uscì nelle sale. Lo ricordo piuttosto pesante, anche se con alcuni momenti molto belli.
 
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