Tykwer, Tom - Profumo. Storia di un assassino

skitty

Cat Member
Trama (da mymovies):

Nel 1738, a Parigi, in condizioni disagiate, nasce Jean-Baptiste Grenouille. Fin da bambino, dotato di un olfatto molto sviluppato, Jean-Baptiste va alla ricerca di tutti gli odori del mondo. Una volta cresciuto, lavora nel negozio del profumiere Baldini, dove apprende tutti i segreti delle spezie e delle essenze. La sua ossessione, però, rimane quella di riuscire a distillare e conservare il profumo delle donne. Questo incubo lo farà diventare un assassino.
Sottoforma di Kolossal europeo, Tom Tykwer, seguendo il romanzo di Süskind del 1985, immagina gli odori, i profumi con i frammenti di immagini, seguendo ciò che dice Baldini, "Ogni profumo racchiude tre accordi. L'accordo di testa, di cuore e infine di base". Ogni volta che Jean-Baptiste annusa, odora, le sequenze si frammentano, fin dal momento della sua nascita.

Commento:

“L'anima degli esseri è racchiusa nel loro odore”. Sulla base di questa malata convinzione, si sviluppa un film davvero sensazionale; penso di non aver mai visto un lavoro così particolare, che scatena sensazioni contrastanti ed intense dall'inizio alla fine.

Molte immagini sono veramente crude fin dai primi fotogrammi, e richiamano in modo forte la bestialità e la violenza. In contrasto con questa brutalità, il filo conduttore di buona parte del film è invece la riscoperta dei sensi, innanzitutto l'olfatto, ma anche la vista. Frammenti di immagini, capelli, labbra, movenze, fanno entrare lo spettatore dentro al film, al punto che ci si sente forzati ad inspirarne i profumi attraverso lo schermo.

“Grasse: la Roma delle essenze, la terra promessa del profumo.”

Il film mi ha interessata particolarmente per le nozioni relative all'arte profumiera. Combinazione, la scorsa estate ho visitato una fabbrica del profumo di Grasse, ed ho avuto modo di conoscere ed approfondire le tecniche che sono proprio qui descritte, e (incredibile) sono nella sostanza le stesse ancora oggi.
La figura professionale del “naso”, quest'uomo dotato di olfatto incredibile, che davanti alle boccette di essenza, crea i suoi capolavori (interpretato magistralmente da Dustin Hoffman) ci introduce ai segreti della distillazione e dell'enflourage. Eccezionali le immagini della natura in Provenza, e la raccolta dei fiori.


“Gli antichi egizi credevano che si potesse creare un profumo assolutamente aldifuori del comune aggiungendo solo una nota in più una sorta di essenza decisiva, che avrebbe risonato e dominato su tutte le altre. Un'antica leggenda narra che fu rinvenuta un'anfora dentro l'antica tomba di un faraone, dicono che quando venne aperta si sprigionò una fragranza che dopo tutti quegli anni era rimasta intatta, un profumo di una soave bellezza, ma così potente che anche solo per un fugace momento qualunque persona lo annusasse pensava di trovarsi in paradiso... dodici essenza furono identificate, ma la tredicesima, quella fondamentale, non la individuarono mai.”

Accanto a tutta questa poesia, scene ad alta tensione (come quella del labirinto :paura:) e scene di estrema violenza. Nella seconda parte il ritmo incalza, si avverte proprio uno stacco, con un crescendo di agitazione che si sente fisicamente.

Finale agghiacciante, interminabile ed agghiacciante in ogni senso possibile!
Non voglio rovinare la visione a chi si accinge a vedere il film per la prima volta, ma mi ha parecchio turbata la conclusione. Nonostante questo, ho colto messaggi a più livelli sulla natura dell'uomo, sui sentimenti di cui è capace o a volte incapace, e sulla persuasione della folla.
Voto: 5.
 

aschenbach

New member
Profumo di Porcile

Salve, rispondo a questo articolo che ho trovato interessante. Quando vidi questo film non ho potuto non associare il finale ad un altro grande film: Porcile di Pasolini.
Ho letto il film in questo modo: profumo inteso come disperazione kantiana della sua transitorietà, in quanto impossibile per il fenomeno trattenerne l’essenza. Ecco la disperazione, dunque la ricerca, ecco l’aristocrazia dell’omicidio che innalza il transeunte a categoria permanente, l’essenza (cosa in sé) del suo fenomeno, il protagonista percepisce un mondo di essenze, di volontà in opposizione ad un mondo transitorio di profumi, racchiudere l’essenza è racchiudere la vita eterna, cosa conta il corpo, la carne, cosa conta il soggetto? Ecco perchè tante scene di corpi bianchi\vuoti. Come in Wagner, la musica di Sigfrido risuona ancora dopo la sua morte, cosa farsene del fenomeno corporeo quando si ode, quando si ama la sua essenza\profumo? Ecco quindi l’amore, l’assassinio non solo come arte, o come una delle belle arti, ma come mezzo. Amare ed anelare solo l’immoto, il satollo, non desiderare mai il corpo, cosa che svanisce, ma l’altrove, ciò che permane. Ed il soggetto\protagonista? Nulla, privo di odore, ma auto-creandolo perfettamente, nell’eccezione della dominante, in un abuso biscromatico, nel dissolvimento ritmico, quando anche il finale è dionisiaco con tanto di orgia globale e smembramento del Dio stesso. Quasi un Porcile.
 
M

maredentro78

Guest
Adoro il film,come adoro il libro.Intanto il protagonista mi fa una tenerezza,si lo so è un assassino,ma la cosa è complessa.Poi mettere su una pellicola un film sui profumi è impresa geniale e ardua.
 

ayla

+Dreamer+ Member
Secondo me, non era semplice fare una trasposizione cinematografica vista la complessità del libro (Kubrick stesso disse che era impossibile) ma Tykwer ci ha provato. E ha fatto bene, a me il film è piaciuto, è riuscito comunque a cogliere e a trasmettere l'idea di fondo del libro(anche se forse avrebbe dovuto sottolineare di più che il motivo che spinge Grenouille a realizzare il profumo perfetto nasce dal fatto di essere inodore e quindi non accettato dai suoi simili) riesce a essere poetico e crudo al tempo stesso, ammaliante e seducente come un buon profumo e poi ci sono un paio di scene veramente memorabili, quella dell'orgia su tutte.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Chi ha letto il libro non prova stupore per la particolarità del soggetto e la crudezza della storia, però la rivive, perché il film è fedele e ben fatto, almeno secondo me. Come avete detto, era un'operazione difficile, ma il regista ha reso bene l'essenza (!) del protagonista, la sua ossessione, il suo vivere soltanto per trovare Il profumo, pur non possedendone uno egli stesso, la sua apparente indifferenza verso il genere umano, ma è realmente così o inconsciamente egli cerca soltanto amore e approvazione? Un modo originale e assai inquietante di raccontare la solitudine umana. Lo consiglierei anche a chi non ha letto il libro.
 
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