Ecco dunque di questo splendido(per me)ed intenso film-solo apparentemente "leggero"- e con un giovane Franco Branciaroli già intelligente e già sperimentale(come oggi,chi lo conosce e ne ama il lavoro di attore spesso "estremo")la trama tratta da un breve specchio del Corriere della Sera.
In realtà il film parla d'altro.é delicatamente nostalgico,entra in una venezianità che chi conosce questa città prima che diventasse una Disney per giapponesi e americani ricchi riconosce.Accenna al tema della passione e dell'infedeltà ma per parlar della condizione umana e delle normalissime pulsioni delle persone.Ed è un film sulla morte,sulla malattia,sull'età che avanza e sul disincanto.Un film coltissimo,denso di citazioni letterarie,con una ricostruzione storica della venezia degli anni 40 assai convincente e curata in ogni particolare.Per me.
Tavolo.
Dal romanzo (1956) di Junichiro Tanizaki, già portato sullo schermo nel 1959 da Kon Ichikawa, T. Brass ha conservato l'impianto (la morbosa e funesta passione di un anziano per la moglie più giovane di lui), la struttura a quartetto (marito, moglie, figlia e il di lei ganzo), la trovata centrale (i diari che marito e moglie scrivono, non ignorando che l'uno leggerà quel che l'altro ha scritto), il motivo della gelosia come corroborante erotico, trasferendo l'azione a Venezia all'inizio del 1940. Con dolosa premeditazione il regista ha ingaglioffito storia e personaggi, non intendendo che, trascinandoli nel grottesco, li svuota.
In realtà il film parla d'altro.é delicatamente nostalgico,entra in una venezianità che chi conosce questa città prima che diventasse una Disney per giapponesi e americani ricchi riconosce.Accenna al tema della passione e dell'infedeltà ma per parlar della condizione umana e delle normalissime pulsioni delle persone.Ed è un film sulla morte,sulla malattia,sull'età che avanza e sul disincanto.Un film coltissimo,denso di citazioni letterarie,con una ricostruzione storica della venezia degli anni 40 assai convincente e curata in ogni particolare.Per me.
Tavolo.
Dal romanzo (1956) di Junichiro Tanizaki, già portato sullo schermo nel 1959 da Kon Ichikawa, T. Brass ha conservato l'impianto (la morbosa e funesta passione di un anziano per la moglie più giovane di lui), la struttura a quartetto (marito, moglie, figlia e il di lei ganzo), la trovata centrale (i diari che marito e moglie scrivono, non ignorando che l'uno leggerà quel che l'altro ha scritto), il motivo della gelosia come corroborante erotico, trasferendo l'azione a Venezia all'inizio del 1940. Con dolosa premeditazione il regista ha ingaglioffito storia e personaggi, non intendendo che, trascinandoli nel grottesco, li svuota.