Carofiglio, Gianrico - Non esiste saggezza

Ira

Retired member
La recensione di IBS
Descrizione
I racconti di "Non esiste saggezza" provengono dai luoghi della realtà quotidiana: sono volti che emergono dalla folla dei viaggiatori, in zone neutrali di transito. Soprattutto, figure di donne: con esse, la voce del narratore è partecipe, solidale, protettiva, come a voler condividere il peso di un segreto in varie forme doloroso, a volerle affrancare da un destino ostile. Appaiono improvvisamente: a un casello autostradale, la bambina solitaria chiede a un automobilista ignaro di accompagnarla verso il mistero. L'attesa notturna in un aeroporto è colmata dai versi di una poetessa russa, dalla sosta sfuggente di una sconosciuta. E, improvvisamente, queste donne scompaiono: dall'ambulatorio di una missione umanitaria, ultimo posto in cui sono state viste una dottoressa volontaria e la ragazza colombiana sua compagna, nella rischiosa sfida a ingiustizie e prevaricazioni. I personaggi maschili si trovano a cercare, a inseguire: un'impressione, un sospetto, una curiosità che li spinge oltre i limiti del prevedibile, talvolta del lecito. E la raccolta si completa con un vero e proprio romanzo di formazione in miniatura, ambientato negli spazi metafisici della Murgia. "Le cose non esistono se non abbiamo le parole per chiamarle."

Secondo l’opinione di alcuni, scrivere racconti è più semplice che scrivere romanzi, perché il processo creativo, per uno scrittore solerte, potrebbe esaurirsi nello spazio di un giorno. Ma scrivere dei buoni racconti è un’altra cosa. È l’arte di imbrigliare una storia in poche pagine. L’arte di trattenersi.
Gianrico Carofiglio, pur avendo raggiunto la notorietà grazie alla serie di romanzi polizieschi che hanno per protagonista l’avvocato Guido Guerrieri, non disdegna questa forma espressiva, anzi forse proprio nei racconti riesce ad esprimere tutta la sua abilità nel mantenere l’equilibrio tra la ricchezza della trama e la sua sintesi. Riesce a imbastire una storia, tratteggiare i personaggi con rapide pennellate, creare coinvolgimento e suspense suggerendo possibili percorsi alternativi, sperimentare nel finale e anche strappare un sorriso al lettore, tutto nello spazio di trenta pagine. Dieci minuti di godimento. E ci riesce perché il magistrato barese è quello che si dice “uno scrittore di razza”.
In questa raccolta di racconti, che include alcuni testi già pubblicati precedentemente (tra cui Vigilie, La doppia vita di Natalia Blum, Giulia, Mona Lisa, Il paradosso del poliziotto e naturalmente Non esiste saggezza, che dà il nome alla raccolta) è compreso anche un inedito, Il maestro di bastone, che può considerarsi un racconto di formazione. Si tratta della storia di un adolescente che, durante la turbolenta separazione dei suoi genitori, viene mandato in vacanza a casa di alcuni parenti, nella Murgia. In questa villa di campagna il protagonista del racconto, Enrico, scoprirà il fascino dell’avventura e il coraggio dell’incoscienza, scoprirà che il ruolo che ciascuno di noi si ritaglia nella vita è il risultato degli incontri e delle strade che ha percorso. Si tratta quindi del classico racconto scritto in prima persona sui turbamenti e le conquiste di un adolescente, ma Carofiglio li descrive usando uno sguardo quasi femminile, lo sguardo di quelle donne che dalla vita hanno imparato più di quanto non lascino intendere.
Gli altri racconti della raccolta sono invece accomunati da un’atmosfera noir e da personaggi pieni di mistero. C’è il viaggio in treno di un giovane poliziotto e la vigilia di Natale passata alla stazione Termini del maresciallo Bovio; c’è la storia di una bambina violata e quella di una donna perduta a un semaforo; l’inchiesta di un sostituto procuratore della Repubblica e quella di un famoso scrittore di romanzi gialli. Nonostante l’autorevolezza con cui si presentano i personaggi maschili, sono sempre le donne a calamitare l’attenzione del lettore. Pieni di fascino, i personaggi femminili di Carofiglio sono ombre senza passato che compaiono in queste storie e in queste vite destando stupore e spesso stupendosi di loro stesse. Il magistrato barese gli tributa una raccolta che è quasi una lezione su come si debbano tratteggiare i personaggi letterari e inserisce un racconto, Intervista a Tex Willer, che finisce per essere un metadiscorso sui personaggi e sulla loro esistenza, spesso autonoma, rispetto agli scrittori:

«Tex W.- Lei sa cosa c’è negli spazi fra le vignette?
…C’è tutta la vita che non è mai stata raccontata. Ci sono le vicende che non diventano storie – per scelta o più spesso per caso – e si perdono nei gorghi del tempo che passa. Ci sono le occasioni non colte, le cose che non vogliamo ricordare o non vogliamo sapere di noi stessi e degli altri. Gli spazi fra le vignette sono il sottosuolo della nostra coscienza».


Il libro si legge in un soffio.
Ogni singolo racconto racchiude piccoli episodi tratti dalla realtà.
In ogni racconto c'è spunto di riflessione.
 
Ultima modifica:

velvet

Well-known member
Un libro di racconti, piccoli episodi tratti dalla realtà quotidiana, come sempre qualcuno mi è piaciuto di più, altri di meno, sono ben scritti, piacevoli alla lettura ma credo che nessuno di loro mi rimarrà impresso nella mente, qualcuno lo dimenticherò, qualcuno l'ho già dimenticato...
Si legge bene ma mi aspettavo di meglio...
 
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