Cardini, Franco - Francesco D' Assisi

Meri

Viôt di viodi
Questa biografia del "poverello D' Assisi" si distingue da altre perchè l'autore ha cercato di raccontare la storia del santo spogliandola di tutte le leggende e i miti che da sempre la circondano. Così scopriamo un ragazzo che ad un certo punto della vita decide di rinunciare a tutto per vivere il più fedelmente possibile la Parola del Vangelo. Il suo scopo infatti non è convertire , ma dimostrare con i fatti che l'insegnamento di Gesù è qualcosa che si può vivere concretamente. Attraverso la sua esperienza di reietto della società, di ammalato ed emarginato anche dai suoi seguaci, egli giunge alla comprensione della perfetta letizia.


Una storia molto intensa, che fa riflettere sulle scelte che ogni giorno compiamo.
 
UUHHHH il grande mitico Cardini?
è andato in pensione o insegna ancora? è sempre un piacere sentirlo.
Molti son i libri su Francesco apparsi in qeusti anni, e illuminanti,sarebbe bello farne una piccola cernita.
T.
 

Dallolio

New member
E' uno dei libri migliori di Cardini, senza la pesantezza che caratterizza alcuni suoi testi, io ho imparato ad apprezzare il personaggio da questo libro; interessante il brano dei Fioretti sulla vera letizia:

Lo stesso fra Leonardo riferì che un giorno il beato Francesco , presso Santa Maria degli Angeli, chiamò frate Leone e gli disse: "Frate Leone, scrivi" questi rispose: "Eccomi, sono pronto". "Scrivi- disse - quale è la vera letizia "
"Viene un messo e dice che tutti i maestri di Parigi sono entrati nell'ordine; scrivi: Non è vera letizia. E se ti giunge ancora notizia che i miei frati sono andati tra gli infedeli e li hanno convertiti tutti alla fede, oppure che io ho ricevuto da Dio tanta grazia da sanar gli infermi e da fare molti miracoli; ebbene io ti dico: in tutte queste cose non è la vera letizia".
"Ma quale è la vera letizia?"
"Ecco, io torno da Perugia e, a notte fonda, giungo qui, ed è inverno fangoso e così rigido che, all'estremità della tonaca, si formano dei ghiacciuoli d'acqua congelata, che mi percuotono continuamente le gambe fino a far uscire il sangue da siffatte ferite. E io tutto nel fango, nel freddo del ghiaccio, giungo alla porta e, dopo aver lungo picchiato e chiamato, viene un frate e chiede: "Chi è?". Io rispondo: "Frate Francesco". E quegli dice: "Vattene, non è ora decente, questa, di andare in giro, non entrerai". E poiché io insisto ancora, l'altro risponde:
"Vattene, tu sei un semplice e un idiota, qui non ci puoi venire ormai; noi siamo tanti e tali che non abbiamo bisogno di te".
E io sempre resto davanti la porta e dico: "Per amor di Dio, accoglietemi per questa notte".
E quegli risponde: "Non lo farò. Vattene al luogo dei Crociferi e chiedi là".
Ebbene, se io avrò avuto pazienza e non mi sarò conturbato, io ti dico che qui è la vera letizia e qui è la vera virtù e la salvezza dell'anima".

Voto: 7/10
 
C è una medievista che stimo molto(con tut il rispetto per Cardini)che a Francesco ha dedicato tutta una vita di studi e una decina di volumi di grande profondità.
L'immagine che ne esce è molto distante da cio che ne è arrivato a noi.
Tra di essi ti segnalo:

Francesco. Un'altra storia
di: Chiara Frugoni

Editore: Marietti

Collana: Biblioteca dell'Alleanza

2005 (2 ed.)

E sotto ti metto una nota di Le Goff che apparse sul Corriere della SEra a suo tempo.
Ciao.

Tavolo.


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Francesco origine di un mito
l' immagine devota del fraticello? tutta un' invenzione di San Bonaventura. un religioso tormentato e discusso. contestato dalla gerarchia e perfino dai confratelli per le sue idee lontane dall' ortodossia. il sermone agli uccelli e la questione delle stimmate: due momenti chiave per capire il suo mondo. tutto questo nel saggio di Chiara Frugoni " Francesco e l' invenzione delle stimmate. una storia per parole e immagini fino a Bonaventura e Giotto "

-Se c' e' un santo storico, nel mondo cattolico, popolare fin dall' epoca in cui visse, questi e' proprio san Francesco, morto nel 1226 e canonizzato gia' nel 1228. Subito dopo la sua morte, il fondatore dell' ordine dei Frati Minori . i Francescani . e' stato oggetto di numerosi racconti, fra cui alcuni tardivi, che raccoglievano pero' antiche tradizioni, come i celebri Fioretti redatti nel XIV secolo. Si ha l' impressione che, tra i personaggi del Medioevo, Francesco sia quello che conosciamo meglio. Eppure, la sua biografia ha sofferto di inaudite manipolazioni, al punto che oggi e' difficile distinguere quale sia il "vero" san Francesco. Esiste un' inestricabile "questione francescana" che Chiara Frugoni paragona a una foresta "ramificata per non dire impenetrabile... i cui alberi attendono ancora una rigorosa e paziente indagine filologica di recensione e collazione". In un libro innovatore e appassionante (Francesco e l' invenzione delle stimmate. Una storia per parole e immagini fino a Bonaventura e Giotto. Einaudi), Chiara Frugoni, dopo aver esposto con chiarezza e minuziosita' lo stato della "questione francescana", arricchisce il dossier filologico di un dossier iconografico che apporta rivelazioni nuove e sorprendenti. Il suo libro e' una grande lezione di storia e di metodo. Come si e' arrivati a una questione francescana? San Francesco e' stato un personaggio originale, sconcertante, che non assomiglia a nessun altro. Un personaggio complesso, tormentato, maturato nei vent' anni successivi alla sua "conversione". Un personaggio discusso, contestato nel suo ordine e al di fuori, nella Chiesa e nella societa' . Su richiesta della curia pontificia, dovette redigere di nuovo la Regola del suo ordine. Sul ruolo dei laici nella Chiesa, sull' autorita' dei prelati, sulla poverta' , sui libri da possedere, le sue posizioni sembravano avvicinarsi all' eresia. Negli ultimi anni di vita lascio' che altri governassero il suo ordine. Scrisse un testamento che, secondo gli altri frati, conteneva raccomandazioni non indispensabili. Fu canonizzato in fretta per consentire alla Chiesa di recuperarlo e tagliar corto sulle interpretazioni tendenziose sulla sua persona, le sue idee e la sua opera. Dopo la morte di san Francesco, il suo ordine si spacco' in un polo moderato e in una tendenza estremista e rigorista, tentata dal millenarismo di Gioacchino da Fiore. Frate Elia, che gli successe nella guida dell' ordine, fu dichiarato traditore dello spirito del Santo. Soprattutto, il capitolo generale dei Frati Minori a Narbona, nel 1260, affido' al nuovo ministro generale dell' ordine, (san) Bonaventura, il compito di redigere una "buona" legenda, cioe' "vita da leggere", di san Francesco. Il testo, approvato nel 1263, fu imposto nel 1266 come unico testo canonico, definitivo ed esclusivo, con l' ordine di dare alle fiamme tutte le biografie anteriori. L' ordine fu eseguito abbastanza rigorosamente e, fino al XIX secolo, il solo san Francesco conosciuto fu quello di san Bonaventura: ortodosso, privo d' aura sulfurea, senza contraddizioni laceranti, edulcorato, anche se restava un personaggio eccezionale. Nel XIX e XX secolo vennero scoperti testi o frammenti di testi sfuggiti all' autodafe' libresco e nacque la "questione delle fonti francescane". Chiara Frugoni fa il punto mettendo a fuoco il suo studio sull' episodio della vita di san Francesco che, per i suoi contemporanei, fu il piu' straordinario e il piu' inquietante: le stimmate che egli avrebbe ricevuto due anni prima di morire, durante il "ritiro sulla Verna" dove, con l' amico frate Leone, soffri' di una crisi spirituale lunga e profonda. Di queste stimmate ci sono solo due testimonianze: quella di frate Leone, il quale scrisse che sulla Verna . ma non sapeva quando ne' dove . Francesco ebbe l' apparizione di un Serafino che parlo' con lui. Fu allora che Francesco vide formarsi le stimmate sul suo corpo. E la testimonianza di frate Elia, successore di san Francesco, che in una lettera dice di aver visto le stimmate sul cadavere del santo. Questo fenomeno, comparabile al piu' inaudito dei miracoli, non si era ancora mai verificato in un essere umano e rivelava una somiglianza sconvolgente di Francesco a Gesu' che parve molto inverosimile o addirittura scandalosa. Molti rifiutarono di crederci, e rifiutarono anche di menzionare o di rappresentare questo fatto straordinario che fece nascere un' appassionata polemica. Bonaventura accetto' le stimmate di Francesco e ne fece un atto di fede pur limitandone la portata e considerandole una conseguenza del fervido amore di Francesco per il Cristo. Chiara Frugoni studia con attenzione le diverse versioni e interpretazioni e dedica un bel capitolo alla concezione cristologica di Francesco. Poi apre il suo dossier personale, quello iconografico, analizzando in modo superbo tutte le rappresentazioni di Francesco e dell' episodio delle stimmate nel XIII secolo e nelle opere significative del XIV. Le sue constatazioni sono sorprendenti: le immagini sono scampate al "colpo di mano" di san Bonaventura, alla distruzione e alla visione che di Francesco bisognava avere. Invece di ripetere e illustrare il dossier testuale, le immagini ci propongono altre vite e altre figure di Francesco, che costituiscono "una voce a parte". L' autore verifica innanzitutto l' originalita' della testimonianza delle immagini sulle rappresentazioni del primo miracolo di Francesco: il sermone agli uccelli riuniti intorno al santo che li doma e li rende ricettivi alle sue parole, nuovo Adamo di cui la Frugoni studia con efficacia e profondita' i rapporti con la natura. Le immagini testimoniano almeno due versioni dell' episodio: quella serena, bucolica, che trova la sua perfetta espressione in Bonaventura per i testi e in Giotto per la pittura; e quella che collega il miracolo a un momento del contrasto con la curia romana e ne fa una storia piu' conflittuale, con sfondo apocalittico. Quanto alle stimmate, la Frugoni mostra con brio e convinzione che ce ne sono state parecchie versioni che cambiano le modalita' della scena, presentano differentemente il Serafino, rappresentano in modo del tutto diverso la loro stessa natura, danno significati piu' o meno profondi sui rapporti tra Francesco e il Cristo, arrivando non solo a trasformare il Serafino in Gesu' , ma anche a identificare Francesco con Gesu' . Versioni rassicuranti e versioni sconvolgenti, dove e' in gioco il personaggio stesso del Santo, il significato del suo messaggio, la storicita' o il simbolismo del fenomeno. Infine, Chiara Frugoni mostra la geniale "rivoluzione" operata da Giotto che collega con dei raggi le ferite del Cristo alle stimmate di Francesco, il quale, da creatore delle sue ferite diventa recettore delle stimmate del Cristo identificandovisi definitivamente. E' la fase conclusiva di una diversita' d' interpretazioni che hanno conosciuto svolte importanti con l' inserimento dell' episodio in un racconto istoriato ("Francesco raccontato: le tavole con storie", in particolare la tavola di Bonaventura Berlinghieri a Pescia, datata 1235) o con lo sforzo dei "zelanti" per rompere il silenzio che Bonaventura aveva cercato d' imporre a Francesco secondo i loro ricordi e i loro gusti, come appare nella tavola Bardi di Santa Croce a Firenze, precedentemente studiata dalla Frugoni. Per chiudere su questa diversita' , la storica confronta tre quadri da cui emergono diverse figure di Francesco: un Francesco "contestato", quello dei conflitti su di lui, dopo di lui e probabilmente in lui; un Francesco "lontano", esiliato in cielo per non turbare gli uomini e l' ordine terrestre. Questo grande libro (che ha un magnifico dossier di 180 immagini) rende il santo di Assisi ancora piu' affascinante e nello stesso tempo chiarisce come non era mai stato fatto prima un personaggio e un capitolo essenziali della storia religiosa dell' Occidente. Non si puo' fare storia profonda se non si sanno leggere, oltre ai testi, anche le immagini. (traduzione di Daniela Maggioni)

Le Goff Jacques
 
di nulla meri.ma guarda che la Frugoni ha pubblicato quasi una decina di libri solo su francesco.
(libri meravigliosamente disincantanti,per altro)

T.
 
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