Tasso, Torquato - Il re Torrismondo

Spilla

Well-known member
Torrismondo, re di Gozia, sposa Alvida, principessa norvegese. Il patto tra gli sposi è che un secondo e più solenne matrimonio sarà celebrato in Gozia e che solo allora il matrimonio sarà consumato. In realtà Torrismondo nutre il segreto intento di consegnare Alvida all'amico e compagno d'arme Germondo, re di Svezia, che ne è da tempo innamorato. Ma durante il viaggio, complice una tempesta e un fortunoso approdo sulla terraferma, i due giovani sposi si amano, vinti dalla reciproca attrazione.
Ora Torrismondo è dilaniato: ha tradito il patto con l'amico e dovrà consegnare ad un altro la donna che ama, oltretutto contro la volontà di lei. Ma una ancor più tragica fatalità si avventa su di lui: egli scopre, proprio il giorno stabilito per le nozze solenni, che la sua amata è in realtà sua sorella, sottratta ancora in fasce allla corte e cresciuta come figlia dal re di Norvegia. Travolti dal fato, Alvida e Torrismondo si tolgono la vita.

Che dire? Il testo rispetta le più classiche e rigide regole della tragedia (unità di tempo e luogo; gli eventi precedenti e le azioni cruente sono narrati da testimoni o messaggeri e mai rappresentati, ecc.). Il racconto è di gusto decisamente cinquecentesco, certo lontano da noi. Ma anche a volerlo giudicare nel contesto, mi pare che il testo abbia qualcosa di incompiuto, di mal riuscito. La trama procede a scatti, le rivelazioni sono apparentemente slegate dal contesto. Tasso voleva farne, credo, una rappresentazione del valore dell'amicizia e dell'onta che segue al tradimento della fiducia. Ma il tono rimane scolastico e, al di là dell'enfasi drammatica con cui vengono rappresentate le passioni, l'insieme risulta zoppo.

Voto: 2/5
 
Alto