Ve lo immaginereste voi che in Svezia possa fare caldo? Ebbene, è questa la prima cosa che ci colpisce sin dalle prime pagine di Il predicatore di Camilla Lackberg: in questo secondo episodio della serie di Erica Falck e Patrik Hedstrom ambientata a Fjallbacka, imperversa un luglio opprimente e un caldo spossante. Spossante è anche, per Erica, l'invasione di parenti che le affollano la casa a ondate in cerca di vacanze gratis; spossante è per lei anche l'apatia di non poter fare nulla con un pancione ingombrante e un bimbo in arrivo. Spossante e lacerante è, per il suo compagno Patrik, l'indagine che lo strappa alle ferie e lo costringe a ore ed ore di lavoro e a non pochi foschi pensieri: una ragazza è stata ritrovata morta con fratture multiple alle ossa e tagli sul corpo; accanto a lei due scheletri di donne risalenti a decenni prima; un'altra ragazza, ad indagine in corso, scompare. Dietro a tutto quest'orrore inconsueto per un paesino turistico come Fjallbacka, c'è indubbiamente un legame con la controversa famiglia Hult… ma qual è questo legame? Si limita al passato o si estende pericolosamente anche all'oggi? E nel frattempo, dov'è la ragazza scomparsa?
Un'asfissiante e disarmante corsa contro il tempo tra colleghi poco collaborativi, strani guaritori ed insondabili segreti di famiglia è quella che impegna Patrik Hedstrom in questo giallo con cui Camilla Lackberg consolida e imprime una direzione a questa fortunata serie. C'è Erica – che ufficialmente resta la protagonista -, ma c'è soprattutto tanto Patrik che, contrariamente a quanto avremmo immaginato leggendo La principessa di ghiaccio, è ben lungi dall'essere relegato in un ruolo marginale. Una serie ben avviata, dunque, che continuerò a leggere senza dubbio durante questo lungo 2020.