Vidal, Gore - Giuliano

Uno dei tanti misteri di forumlibri: possibile che nessuno abbia letto questo capolavoro?

Premetto che ancora non lo termino. Ma non riuscivo a non postare le mie sensazioni.
Giuliano non è Marco Aurelio, eppure era un filosofo come lui, era un immenso condottiero come Cesare e probabilmente è stato l'ultimo grande Imperatore ellenista a mettere in crisi il nuovo credo del nazareno.
L'importanza della sua figura storica è stata molto sminuita dai vincitori, i galilei come li chiamava l'Augusto Giuliano. Loro ricambiarono facendolo passare alla storia come Giuliano L'Apostata.
L'istruzione di Giuliano, le sue paure, le sue battaglie, i commenti taglienti di Prisco, gli esperimenti di Oribasio, il protocollo di corte, il Cinismo, l'Ellenismo, rendono questo romanzo unico.
Se dovessi scegliere adesso il mio libro 2011, non avrei dubbi.
Uno di quei libri che non vorresti mai terminare.
 

mariannafaria

New member
Però...

Caspita, mi hai messo voglia di leggere! E pensare che mio spaventava un po'....
 

Shoofly

Señora Memebr
E il vecchio filosofo ricorda:

"Nessuna delle cose inventate dall'uomo può durare in eterno. Nemmeno Cristo, la sua invenzione più pericolosa."
 
Il vecchio retore ammonisce quello che sarebbe stato il suo miglior allievo "se la Chiesa non glielo avesse rubato", Giovanni Crisostomo (Bocca d'oro). Per ora la sua previsione si è rivelata sbagliata. Dopo 1700 anni, l'invenzione Cristo regge ancora. Certo l'invenzione Allah gli ha rubato clienti, ma tant'è...

Il 4 febbraio 362 Giuliano abrogò l'Editto di Costantino che riconosceva la preminenza del Cristianesimo su tutte le altre religioni. Giuliano diede pari dignità a tutte le religioni esistenti nell'Impero. Aveva intuito la pericolosità del Cristianesimo: "In quanto a ferocia, al mondo non c'è nulla che eguagli un vescovo a caccia di eresie". Era di là da venire l sistematizzazione dell'Inquisizione.

Anch'io come i numerosi lettori di Vidal faccio mie le parole di Prisco: "A volte ho l'impressione che la storia dell'impero Romano sia un'unica, interminabile ripetizione delle stesse facce. In fondo si assomigliano tutti questi uomini di azione: solo Giuliano è stato diverso".

Bellissimo libro.

Peccato che il Rufo sia scomparso, mi sarebbe piaciuto sentirgli esprimere un giudizio su Giuliano.
 

Shoofly

Señora Memebr
Giuliano era straordinario. Soprattutto il suo gusto per la satira, divertente, caustica, lucida.

Il Banchetto dei Cesari e il Misopogon sono tra le opere latine che ho letto con maggior piacere, specialmente la prima.

Questa rappresenta un singolare concorso che si svolge durante un banchetto olimpico offerto da Quirino agli dei e a tutti gli imperatori, da Cesare a Costantino.
Costoro passano ad elencare i propri rispettivi meriti per stabilire una volta per tutte chi sia stato il più grande. Gli sviluppi comico-grotteschi della vicenda sono facilmente immaginabili.

Al termine della disputa, Zeus invita gli imperatori a scegliersi un dio come protettore e guida: Alessandro e Traiano vanno da Eracle, Ottaviano da Apollo e Cesare viene accolto da Ares e Afrodite.
Marco Aurelio intanto conversa con Zeus e Crono.

Costantino invece corre dalla sua amata Mollezza, che lo abbraccia e lo riveste di abiti preziosi. Insieme a lei c'è Dissolutezza che si accompagna a Cristo, il quale proclama:

«Chi è corruttore, chi è omicida, chi è maledetto e infame, stia tranquillo; avendolo lavato con quest’acqua lo renderò subito puro (katharos) e qualora ricada di nuovo nelle stesse colpe gli concederò di ritornare puro se si batterà il petto e si percuoterà la testa»
(Caes, 336)


La scelta di uno come Costantino, a quel punto, non fu difficile.:mrgreen:
 
Non si studia a scuola la figura di Giuliano, e il suo nome imparato al catechismo viene sempre associato con l'apposizione "apostata". Gregorio Nazianzeno insegnò.
Leggendo Vidal ho trovato molte affinità con lo Stupor Mundi. Anche se Federico era molto meno mistico e immensamente più pragmatico.
 

estersable88

dreamer member
Membro dello Staff
Ho appena terminato la lettura di questo corposo volume di Gore Vidal, un autore che non conoscevo, e in me albergano sensazioni diverse, confuse, contrastanti. Comincio col dirvi che si tratta di un romanzo storico non facile da leggere, non perché l'argomento sia complesso, ma perché richiede un'attenzione pressoché costante e una buona dose di volontà ed interesse per il periodo storico trattato, ossia la fase dell'Impero romano successiva a Costantino e precedente a Graziano e Teodosio (tardo Impero, quindi). Aggiungiamo che l'imperatore di cui si narra qui la vita è – a torto - uno dei meno conosciuti e studiati… ma perché dico "a torto"? Perché Giuliano l'Apostata, stando a quanto ci dice qui Vidal che si è ampiamente documentato, fu un uomo interessante sia per le vicissitudini che ne condizionarono la vita e il pensiero, sia per l'apporto filosofico alla discussione religiosa che portò ai suoi tempi. Andiamo con ordine: fin da quando Giuliano era bambino, l'Imperatore regnante, Costanzo, uccise suo padre e rinviò ad un secondo momento la morte sua e di suo fratello Gallo. Capite bene che per tutta la prima parte della sua vita, per parecchi anni, Giuliano aveva sulla testa la spada di Damocle della sentenza di Costanzo, che, essendo peraltro suo famigliare, lo controllava da vicino e determinava l'andamento della sua vita quotidiana. Per questo Giuliano dovette abbracciare la fede cristiana, salvo poi discostarsene appena possibile per rivolgersi al culto dei "Veri dèi", dapprima segretamente, poi sempre più apertamente. Fu questo suo sconfessare la fede cristiana a valergli la nomea di Apostata, nonché non poche rimostranze da parte dei galilei, senza contare l'impossibilità di professare la propria fede pubblicamente per molto tempo. Quando poi, insospettatamente per lui, divenne imperatore furono proprio le diatribe religiose l'unico motivo di ostilità e fonte di complotti e tentativi di attentare alla sua vita. Per il resto Giuliano fu studioso di filosofia, ma anche valente ed assennato generale; fu un uomo mite e un Augusto clemente, giusto e deciso; cercò di cambiare molti usi dissennati della Corte e ridurre sprechi e favoritismi; non ebbe mai tentennamenti nelle sue idee, né paura di essere diverso, di tirar dritto per la sua strada, secondo la sua morale irreprensibile. Sono questi alcuni dei tratti che lo rendono così interessante e che fanno del libro di Gore Vidal un'opera pregevole ed assolutamente da consigliare. Se poi aggiungiamo che si tratta di un libro tutto sommato scorrevole (tolte le difficoltà che evidenziavo all'inizio) e che la scrittura è di valore, ironica, elegante, acuta, direi che Giuliano è davvero un buon libro. Per quanto mi riguarda, purtroppo, non è scattata l'intesa che mi porterà a leggere altro di Vidal – almeno per il momento – però ciò non toglie che abbia apprezzato molto i tantissimi stimoli che questa lettura mi ha dato per approfondimenti futuri: importante è, infatti, la discussione sulle origini del cristianesimo e le tante visioni e interpretazioni fornite da Giuliano-Vidal sulla sua dottrina. Insomma, consigliatissimo!
 
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