Masters, Edgar Lee - Antologia di Spoon River

elisa

Motherator
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Non è un romanzo ma una raccolta di poesie dove ogni poesia è il racconto della vita di una persona che ha vissuto o è nata nel villaggio. Tutti i personaggi sono morti e si raccontano senza pudori della loro vita da vivi.

Un classico oramai!
 

raskolnikoff

New member
Bellissimo, me lo leggeva la mia nonna nella traduzione della Pivano!!
...meravigliosa anche la versione poesia/musica di De Andrè
 
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elisa

Motherator
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LA COLLINA

Dove sono Elmer, Herman, Bert, Tom e Charley,
l'abulico, l'atletico, il buffone, l'ubriacone, il rissoso?
Tutti, tutti, dormono sulla collina.

Uno trapassò in una febbre,
uno fu arso in miniera,
uno fu ucciso in rissa,
uno morì in prigione,
uno cadde da un ponte lavorando per i suoi cari -
tutti, tutti dormono, dormono, dormono sulla collina.

Dove sono Ella, Kate, Mag, Edith e Lizzie,
la tenera, la semplice, la vociona, l'orgogliosa, la felicie?
Tutte, tutte, dormono sulla collina.

Una morì di un parto illecito,
una di amore contrastato,
una sotto le mani di un bruto in un bordello,
una di orgoglio spezzato, mentre anelava al suo ideale,
una inseguendo la vita, lontano, in Londra e Parigi,
ma fu riportata nel piccolo spazio con Ella, con Kate, con Mag -
tutt, tutte dormono, dormono, dormono sulla collina.

Dove sono zio Isaac e la zia Emily,
e il vecchio Towny Kincaid e Sevigne Houghton,
e il maggiore Walker che aveva conosciuto
uomini venerabili della Rivoluzione?
Tutti, tutti, dormono sulla collina.

Li riportarono, figlioli morti, dalla guerra,
e figlie infrante dalla vita,
e i loro bimbi orfani, piangenti -
tutti, tutti dormono, dormono, dormono sulla collina.

Dov'è quel vecchio suonatore Jones
che giocò con la vita per tutti i novant'anni,
fronteggiando il nevischio a petto nudo,
bevendo, facendo chiasso, non pensando nè a moglie nè a parenti,
nè al denaro, nè all'amore, nè al cielo?
Eccolo! Ciancia delle fritture di tanti anni fa,
delle corse di tanti anni fa nel Boschetto di Clary,
di ciò che Abe Lincoln
disse una volta a Springfield.
 
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darseven

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Certo che il 2 novembre è il giorno ideale per commentare questa raccolta di epitaffi... :D

Scherzi a parte, l'Antologia di Lee Masters è un'opera davvero bella. Ce la fece conoscere alle medie il nostro professore di Italiano, e da allora la vena melanconica di queste liriche mi è rimasta nel cuore. Oltre alla bellissima "La collina", posta all'inizio dell'opera, ricordo con piacere "Andy, il guardiano notturno":

"Col mantello spagnolo,
e il vecchio cappello a cencio,
e le soprascarpe di feltro,
e Tyke, il cane fedele,
e il nodoso bastone di hickory
sgattaiolavo con la lanterna cieca
di porta in porta per la piazza,
mentre le stelle della mezzanotte passavano
e la campana ronzava nel campanile
per lo spirare del vento;
e i passi stanchi del vecchio dottor Hill
risuonavano come chi cammini nel sonno,
e lontano un gallo cantava.
E ora un altro veglia su Spoon River
come altri vegliarono prima di me.
E qui giacciamo, il dottor Hill e io,
dove nessuno più scassina o ruba,
e non c'è più bisogno di guardia."



Qual è la funzione della morte in questo libro? Forse quella di dare una sorta di prova di appello a chi è stato sopraffatto dall'ipocrisia delle vicende umane; oppure far capire la vanità di tante cose, cui spesso si dà un'importanza esagerata, e l'importanza dei valori veri.

"Dare un senso alla vita può condurre a follia / ma una vita senza senso è la tortura / dell'inquietudine e del vano desiderio - / è una barca che anela al mare eppure lo teme." (da "George Gray")


Scrive Masters in "Dorcas Gustine", uno che era malvisto dai suoi concittadini perchè aveva il coraggio di dire le cose che pensava:

"E' assai lodato l'atto del ragazzo spartano, / che si nascose il lupo sotto il mantello, / lasciandosi divorare, senza lamentarsi. / E' più coraggioso, io penso, strapparsi il lupo dal corpo / e lottare con lui all'aperto, magari per strada, / tra polvere e ululi di dolore. / La lingua è magari un membro indisciplinato - / ma il silenzio avvelena l'anima."


Esorta poi "La signora George Reece":

"Io vorrei dire a questa generazione: imparate a memoria qualche verso di verità o di bellezza..."

Versi chiari, che ricostruiscono con pochi tratti i momenti salienti della vita dei personaggi. Qualcuno ha definito l'opera di Masters come un moderno poema dantesco, una Divina Commedia rivisitata attraverso il punto di vista non di una, ma di un centinaio di anonimi peccatori che, dopo morti, "si danno il nome che non era stato loro riconosciuto in vita".
Estremamente lirico, e con un' eco dantesca, l'ultimo ricordo di "Francis Turner":

"...mentre la baciavo con l'anima sulle labbra, / l'anima d'improvviso mi fuggì".


Perentoria è la sentenza di "Alexander Throckmorton":

"Il genio è saggezza e gioventù".


Infine le ragioni di "Aner Clute", che così spiega la caduta della protagonista nelle spire della prostituzione:

"Immaginate che un ragazzo rubi una mela
dal cesto della drogheria,
e tutti si mettano a chiamarlo ladro,
il giornalista, il prete, il giudice, tutti -
"ladro", "ladro", "ladro", dovunque vada.
E non possa trovar lavoro, nè guadagnarsi il pane
se non rubando: ebbene, quel ragazzo ruberà.
Il modo come la gente considera il furto
è ciò che rende ladro il ragazzo"


All'Antologia fece seguito, nove anni dopo, "Il nuovo Spoon River", che non ebbe il successo della prima. L'avvocato Masters morì dimenticato da tutti nel 1950.
 
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Marzia

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Adoro questo libro, l'ho letto da bambina e mi è rimasto nel cuore soprattutto questa poesia:

George Gray:

Molte volte ho studiato
il marmo che mi hanno scolpito -
una nave con la vela piegata in riposo nel porto.
In verità non ritrae la mia destinazione
ma la mia vita.
Poichè l'amore mi venne offerto ed io fuggii dalla sua delusione;
il dolore bussò alla mia porta, ma io avevo paura;
l'ambizione mi chiamò, ma io ero atterrito dai suoi rischi.
Pure tutto il tempo avevo fame di significato della vita.
E ora so che dobbiamo innalzare la vela
e cogliere i venti del destino
ovunque essi guidino la nave.
Dare significato alla vita può sortire follia,
ma la vita senza significato è la tortura
dell'irrequitezza e del desiderio vago -
è una nave che anela il mare eppure lo teme.
 
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Masetto

New member
Sec me poche di queste poesie sono anche notevoli dal punto di vista letterario. Fra queste direi per esempio:

Paul McNeely

Cara Jane! cara bellissima Jane!
Come entravi furtiva nella stanza (dove io giacevo malato)
con la tua cuffia da infermiera ed i polsini di lino,
e mi prendevi la mano e dicevi sorridendo:
"Non siete così malato" o “ presto starete bene."
E come il liquido pensiero dei tuoi occhi
affondava nei miei come rugiada che scivoli
nel cuore di un fiore.
Cara Jane! L'intera fortuna dei McNeely
non avrebbe comprato le tue cure per me,
dal giorno alla notte, dalla notte al giorno;
nè pagato il tuo sorriso, o il calore della tua anima,
nella tua piccola mano poggiata sulla mia fronte.
Jane, finchè la fiamma della mia vita non si spense
nell'oscurità* dietro al disco della notte
io sperai e sognai di tornere ancora sano
per poggiare la mia testa sul tuo piccolo seno,
e stringerti forte in un abbraccio d'amore -
Ha provveduto per te mie padre quand'è morto,
Jane, cara Jane?


oppure

Minerva Jones

Sono Minerva, la poetessa del villaggio,
fischiata, schernita dai villanzoni della strada
per il mio corpo goffo, l'occhio guercio, e il passo largo
e tanto più quando Butch Weldy
mi prese dopo una lotta brutale.
Mi abbandonò al mio destino col dottor Meyers;
e io sprofondai nella morte, gelando dai piedi alla faccia,
come chi scenda in un'acqua di ghiaccio.
Vorrà qualcuno recarsi al giornale,
e raccogliere i versi che scrissi?
Ero tanto assetata d'amore!
Ero tanto affamata di vita!


Masters mi sembra piuttosto un contestatore che un lirico, e il successo delle sue poesie credo dipenda in gran parte dalla loro "carica eversiva" per così dire...
 
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Masetto

New member
darseven ha scritto:
Certo che il 2 novembre è il giorno ideale per commentare questa raccolta di epitaffi... :-D

Scherzi a parte, l'Antologia di Lee Masters è un'opera davvero bella. Ce la fece conoscere alle medie il nostro professore di Italiano, e da allora la vena melanconica di queste liriche mi è rimasta nel cuore. Oltre alla bellissima "La collina", posta all'inizio dell'opera, ricordo con piacere "Andy, il guardiano notturno":

"Col mantello spagnolo,
e il vecchio cappello a cencio,
e le soprascarpe di feltro,
e Tyke, il cane fedele,
e il nodoso bastone di hickory
sgattaiolavo con la lanterna cieca
di porta in porta per la piazza,
mentre le stelle della mezzanotte passavano
e la campana ronzava nel campanile
per lo spirare del vento;
e i passi stanchi del vecchio dottor Hill
risuonavano come chi cammini nel sonno,
e lontano un gallo cantava.
E ora un altro veglia su Spoon River
come altri vegliarono prima di me.
E qui giacciamo, il dottor Hill e io,
dove nessuno più scassina o ruba,
e non c'è più bisogno di guardia."



Qual è la funzione della morte in questo libro? Forse quella di dare una sorta di prova di appello a chi è stato sopraffatto dall'ipocrisia delle vicende umane; oppure far capire la vanità di tante cose, cui spesso si dà un'importanza esagerata, e l'importanza dei valori veri.

"Dare un senso alla vita può condurre a follia / ma una vita senza senso è la tortura / dell'inquietudine e del vano desiderio - / è una barca che anela al mare eppure lo teme." (da "George Gray")


Scrive Masters in "Dorcas Gustine", uno che era malvisto dai suoi concittadini perchè aveva il coraggio di dire le cose che pensava:

"E' assai lodato l'atto del ragazzo spartano, / che si nascose il lupo sotto il mantello, / lasciandosi divorare, senza lamentarsi. / E' più coraggioso, io penso, strapparsi il lupo dal corpo / e lottare con lui all'aperto, magari per strada, / tra polvere e ululi di dolore. / La lingua è magari un membro indisciplinato - / ma il silenzio avvelena l'anima."


Esorta poi "La signora George Reece":

"Io vorrei dire a questa generazione: imparate a memoria qualche verso di verità o di bellezza..."

Versi chiari, che ricostruiscono con pochi tratti i momenti salienti della vita dei personaggi. Qualcuno ha definito l'opera di Masters come un moderno poema dantesco, una Divina Commedia rivisitata attraverso il punto di vista non di una, ma di un centinaio di anonimi peccatori che, dopo morti, "si danno il nome che non era stato loro riconosciuto in vita".
Estremamente lirico, e con un' eco dantesca, l'ultimo ricordo di "Francis Turner":

"...mentre la baciavo con l'anima sulle labbra, / l'anima d'improvviso mi fuggì".


Perentoria è la sentenza di "Alexander Throckmorton":

"Il genio è saggezza e gioventù".


Infine le ragioni di "Aner Clute", che così spiega la caduta della protagonista nelle spire della prostituzione:

"Immaginate che un ragazzo rubi una mela
dal cesto della drogheria,
e tutti si mettano a chiamarlo ladro,
il giornalista, il prete, il giudice, tutti -
"ladro", "ladro", "ladro", dovunque vada.
E non possa trovar lavoro, nè guadagnarsi il pane
se non rubando: ebbene, quel ragazzo ruberà.
Il modo come la gente considera il furto
è ciò che rende ladro il ragazzo"


All'Antologia fece seguito, nove anni dopo, "Il nuovo Spoon River", che non ebbe il successo della prima. L'avvocato Masters morì dimenticato da tutti nel 1950.
Molto bello secondo me questo intervento, perchè si da' la briga di approfondire il giudizio indicando nel dettaglio quello che gli è piaciuto :D .

darseven ha scritto:
"...mentre la baciavo con l'anima sulle labbra, / l'anima d'improvviso mi fuggì".
Bellissimo
 
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alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
E' straordinario il modo in cui il poeta riesce in pochi versi a cogliere l'anima e la vita dei personaggi e il modo in cui rende perfettamente il quadro dell'ambiente in cui hanno vissuto e sono morti. Senza tralasciare l'aspetto della critica e della contestazione sociale, facendoci riflettere su situazioni sempre attuali. Bellissimo:D

Lucinda Matlock

Andavo a ballare a Chandlerville
e giocavo alle carte a Winchester.
Una volta cambiammo compagni
ritornando in carrozza sotto la luna di giugno,
e così conobbi Davis.
Ci sposammo e vivemmo insieme settant'anni,
stando allegri, lavorando, allevando i dodici figli,
otto dei quali ci morirono
prima che avessi sessant'anni.
Filavo, tessevo, curavo la casa, vegliavo i malati,
coltivavo il giardino e, la festa,
andavo a spasso per i campi dove cantano le allodole,
e lungo lo Spoon raccogliendo tante conchiglie,
e tanti fiori e tante erbe medicinali -
gridando alle colline boscose, cantando alle verdi vallate.
A novantasei anni avevo vissuto abbastanza, ecco tutto,
e passai a un dolce riposo.
Cos'è questo che sento di dolori e stanchezza,
e ira, scontento e speranze fallite?
Figli e figlie degeneri,
la Vita è troppo forte per voi -
ci vuole vita per amare la Vita.
 

darida

Well-known member
Magnifica raccolta! Periodicamento rileggo:in italiano, in inglese, ascolto con De Andre' e vado in visibilio :D
 

praschese89

New member
Bello!

Bella l'idea di far "rivivere" i morti attraverso queste "poesie-racconti"!

Vi scrivo qualche verso che mi ha colpito:

"A che serve liberarsi del mondo,
quando nessuno può scampare al fato eterno della vita?"
(Harold Arnett)

"Dare un senso alla vita può condurre alla follia
ma una vita senza senso è la tortura
dell'inquietudine e del vano desiderio-
è una barca che anela al mare eppure lo teme." (George Gray)

"Mentre la baciavo con l'anima sulle labbra,
l'anima d'improvviso mi fuggì." (Francis Turner)

"E che cosa è l'amore se non una rosa che muore?" (Petit,il poeta)

"Si dovrebbe esser morte del tutto,quando si è morte a metà-
e non fingere la vita,non truffare l'amore" (Pauline Barrett)

"Recita bene la tua parte,in questo consiste l'onore" (la signora George Reece)

"E come il limpido pensiero dei tuoi occhi
discendeva nei miei,quale rugiada che si insinua
nell'anima di un fiore" (Paul McNeely)

Certo che le canzoni di De Andrè rendono il tutto davvero magico!!
 

greenintro

Active member
Premetto che non amo leggere poesie solitamente, e questo unito al fatto che si tratta di un'antologia, vale a dire una raccolta di brani fra loro slegati, rende molto difficile per me ricavare un'interpretazione complessiva che non rischi di essere troppo forzata. Al netto di questo, ho apprezzato l'efficacia nel rendere la rappresentazione del contesto sociale del MidWest americano, riuscendo proprio a proiettare il lettore nell'atmosfera quotidiana del luogo e dell'epoca, la mentalità corrente, la politica ecc. per il tramite dei racconti dei defunti. L'autore appare come farsi da parte, e lasciare alle lapidi il compito di esprimere i loro pensieri sulla vita in una polifonia di voci, in un amplissima gamma di diversi e anche contrastanti punti di vista. Visioni improntanti a fedi religiose o apertamente "blasfeme" (vedi lapide proprio citata nel Blasfemo di De Andre), che sembrano voler sottolineare un senso di pace e rassegnazione nel constatare, una volta passati ad altra dimensione, quanto tanti affari mondani nella vita risultino ridimensionati nel proprio valore, una volta presa coscienza della finitezza della vita, oppure al contrario in cui si registra il preservare di una certa amarezza e risentimento per i torti ricevuti, o rimpianto per le cose belle che si son dovute abbandonare. Starà all'empatia del lettore la scelta di quali tra le tante prospettive avvertire come più vicina alla propria. Dato che è già stato fatto, anch'io mi sento di citare una delle poesie che trovato più belle, indice di una spiritualità che rifugge dal ritualismo e dall'esteriorità dei dogmi, per sentire il divino impresso nella propria interiorità, cioè nel luogo che definisce la libertà umana:

Marie Bateson

"Guardate la mano scalpellata
con l’indice puntato al cielo.
è quella la direzione, senza dubbio
Ma come si fa a seguirla?
Va bene astenersi dal delitto e dalla lussuria,
perdonare, fare il bene degli altri, onorare Dio
senza immagini scolpite.
Ma questi sono mezzi esterni dopo tutto.
L'essenza interna è liberta,
luce, purezza-
Io più non so.
Scovate un fine o smarritelo, secondo la vostra visione"


Nota personale, ricordo questa antologia molto amata da mia madre, che citava spesso proprio uno dei brani che aveva scelto di recitare in una rappresentazione scolastica da giovane che leggo citato qua, Lucinda Matlock, e mi faceva piacere citare la cosa nel senso di un legame con l'opera che la rende più bella e familiare.
 
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