Suarez, Karla - La Viaggiatrice

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Editore: Guanda
Pp: 351
Prezzo: 16,50 euro

In sintesi:
Lucia e Circe sono due amiche cubane. Dall'Avana entrambe hanno preso un aereo, casualmente lo stesso, per San Paolo, e in Brasile hanno vissuto insieme per qualche tempo. Poi la prima ha sposato un italiano e si è trasferita a Roma. La seconda, invece, dopo il Brasile ha vissuto in Messico, poi a Madrid e a Parigi. Ogni città ha segnato una tappa importante nella sua vita, ma ha comportato anche una serie di addii, senza rimpianti però, perché "la nostalgia è una droga che in dosi eccessive nuoce al futuro". Eppure questa Circe si muove proprio per nostalgia, la nostalgia di un posto indefinito sulla Terra, una città che, come annota a più riprese nel suo diario, riconoscerà a pelle. Quella che saprà rivelarle al primo respiro l'anima della sua gente e i suoi colori, senza bisogno "di stradari né di giochi di prestigio e tanto meno di artifici come la parola". A Roma, ennesima stazione, Circe chiederà ospitalità a Lucia, e proprio la lettura del diario farà da tramite fra il passato e le vicissitudini delle due amiche ritrovate: tra l'altalenante stabilità della vita di Lucia, il cui matrimonio da qualche tempo è in crisi, e le evoluzioni e le novità di quella di Circe. Come la maga mitologica, anche la protagonista di questo romanzo - ammaliante e seduttiva, irriducibilmente libera e diversa - si rivelerà capace di cambiare i destini di chi le sta vicino, e parallelamente il proprio.

Recensione:
Si e' dove si vive, accontentandosi e adeguandosi, o si e' soltanto nel peregrinare, alla ricerca di un luogo che forse e' soltanto una meta interiore che nessuna carta geografica rappresentera' mai? Il quesito ha del filosofico, ma non e' certo che ci sia una risposta. O, almeno, la scrittrice che tale questione affronta, non la offre. Eppure l'autrice, Karla Suàrez, cubana trasferitasi in Italia e di qui a Parigi, un po' stanziale e un po' globetrotter, il quesito lo conosce bene. Verrebbe da dirsi che forse per questo non si da una risposta.

Nella fattispecie de La Viaggiatrice, la Suàrez mette a confronto due donne dalle personalita contrapposte che sembrano una scissione di lei stessa. Le due donne, Lucia e Circe, nella descrizione appropriata e dettagliata che ne scaturisce dalla continua comparazione, diventano due archetipi, due tipologie femminili. L'autrice puo' quindi chiedere loro una soluzione per poi concludere che in realta' si e' cosi' come si e' e non si puo cambiare, bisogna che ciascuno trovi il proprio equilibrio dentro di se' e poi in armonia con il mondo. L I-Ching che viene interrogato di frequente in un certo periodo della loro vita, non fornisce risposte alle domande ma soltanto frasi da interpretare. Come a dire che il contesto in cui viviamo puo suggerire, indicare, ma la scelta (e dunque la responsabilita ) e' sempre e soltanto soggettiva.

Ma e' ben giocata la trovata di far entrare il lettore nel romanzo attraverso Lucia, salvo poi far conoscere questa protagonista attraverso i racconti che ne fa la sua amica, Circe, nel suo diario. Il gioco di rimbalzi (anche temporali tra il passato irrisolto e il presente in continua e sconosciuta evoluzione) e' ben dosato e originale; ben si amalgama con il garbo e la sobrieta' del tono narrativo. A discapito di un'effervescenza di cui qualche volta si avverte l'assenza.

Intervista: TRATTA DA WWW.INFINITESTORIE.IT
(In esclusiva per InfiniteStorie.it. La riproduzione in qualsiasi forma è vietata.)

Un viaggio, un'amicizia tra donne
Incontro con Karla Suàrez
autrice di La viaggiatrice

Lucia e Circe sono due amiche cubane, molto diverse tra di loro, che dopo vari viaggi si ritrovano a Roma, dove Circe chiede ospitalità a Lucia e dove le loro vite così diverse si incrociano e i loro destini si trovano molto vicini. La viaggiatrice, nuovo romanzo di Karla Suàrez, scrittrice di origine cubana vissuta a lungo in Italia, è la storia di un'amicizia, di un viaggio, ma anche il racconto di come le città sono importanti per Circe, che si muove alla ricerca di un posto indefinito che riconoscerà a pelle, la città che saprà rivelarle l'anima della sua gente e i suoi colori, senza bisogno di stradari né di parole.

D: A che cosa si ispira questa storia?

R: Già da molti anni ero lontana da Cuba, quindi ero un'emigrante. Mi domandavo che cosa volesse dire essere stranieri. Così mi è nata l'idea di dar vita al personaggio di Circe: mi piaceva l'idea che viaggiasse, l'ho vista che arrivava a Roma, me la sono immaginata con un bambino e un bonsai. All'inizio non avevo idea di come sviluppare la storia, ho iniziato senza sapere niente.

D. Che rapporto ha con le due coprotagoniste? Sembra che lei sia lì a parlare con loro.

R. I personaggi sono molto importanti per me, sento che mi parlano e voglio instaurare un dialogo con loro. Con Circe e Lucia ho molto in comune, con Lucia ho anche litigato, perché era troppo inquadrata, sempre preoccupata di quello che poteva pensare la gente. Circe invece è l'opposto, mi sento più vicina a lei, ma senza i lati estremi del suo carattere.

D. Il romanzo è la storia di un'amicizia al femminile. Può l'amicizia cambiare e salvare i destini delle persone?

R. Sì, l'amicizia per me è molto importante. Infatti la cosa che mi manca di più di Cuba, oltre alla mia famiglia, sono gli amici. E anche in ogni città dove sono vissuta, ho stretto amicizie fondamentali. Parlo sia di amicizie al femminile che al maschile. Avere amici in un posto è un po' mettere radici: anche se poi, quando si va via, li si deve abbandonare, i rapporti rimangono comunque.

D. I protagonisti del romanzo sono ispirati a persone reali?

R. No, sono totalmente inventati. Il colombiano che si incontra ad un certo punto è ispirato ad una persona reale, ma l'ho trasformato. Il romanzo nasce da storie che mi sono state raccontato. Per quanto riguarda le situazioni, ho vissuto una situazione simile a quella descritta a Madrid, ma l'ho vissuta in un'altra città.

D. Come mai le persone spesso non riescono a fare scelte forti senza il conforto di un'amica?

R. È molto difficile fare scelte, bisogna avere coraggio. A volte serve l'appoggio di qualcuno. Questo non mi piace di Lucia: il fatto che ha sempre bisogno dell'approvazione di qualcuno.

D. Come si riconosce la propria città? Esiste, oppure ormai le città sono tutte uguali?

R. Non credo che siano tutte uguali. L'energia e le persone che abitano le città sono diverse. Ad esempio io non ho un gran rapporto con Madrid, mentre amo molto Roma e Parigi. Credo che in alcuni posti ci si possa sentire molto bene. Non credo esista il luogo ideale, io non lo cerco, ma ci sono città nelle quali basta trascorrere pochi giorni e ci si sente subito a casa. La prima volta che sono arrivata a Roma ho pensato che non mi interessava viverci, invece ora la considero casa mia.


La mia opinione????
E' un libro molto bello e anche se a volte non ho condiviso atteggiamenti e ideali di Circe, altrettanto spesso mi sono sentita in viaggio insieme a lei... una bella sensazione per chi legge![/img]
 
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