Jodorowsky, Alejandro - La danza della realtà

Shoofly

Señora Memebr
Una straordinaria autobiografia di un autore altrettanto straordinario che ha costruito la sua vita attraverso un lungo e difficile percorso fatto di distruzioni e rinascite, di esperimenti e di scoperte, di arte e magia (o meglio "psicomagia").

<<I miracoli sono paragonabili alle pietre: si trovano ovunque e offrono la loro bellezza, ma nessuno ne riconosce il valore. Viviamo in una realtà dove abbondano i prodigi, ma li vedono soltanto coloro che hanno sviluppato le proprie percezioni. Senza tale sensibilità tutto è banale, l'evento meraviglioso viene chiamato casualità e si cammina per il mondo senza avere in tasca quella chiave che si chiama gratitudine.>>

Dall'esperienza del teatro surrealista allo studio della stregoneria medioevale e dei tarocchi, dallo sciamanesimo messicano al taoismo zen, Jodorowsky assimila - attraverso le proprie esperienze personali - un insieme di elementi afferenti alle tradizioni artistiche e culturali più diverse, fornendone una chiave interpretativa personalissima e profondamente orientata al riequilibrio del Sé.

Jodorowsky si definisce un "artista guaritore" perchè scopo dell'arte sarebbe quello di guarire le persone, partendo dall'anima e non dal corpo.

<<Non si può guarire nessuno, si può soltanto insegnare a guarirsi da soli>>.

In che modo? Ripercorrendo a ritroso le tappe della propria vita fino ad arrivare all'infanzia per esaminare quali sofferenze o disagi, in seno al proprio nucleo familiare, sono state alla base degli squilibri successivi. E poi l'esperienza artistica. L'arte che diventa magia e viceversa.

<<Vorrei ritornare alla mia giovinezza e appollaiarmi di nuovo sul ramo di un albero insieme al mio amico poeta, e come quella volta indimenticabile vorrei dedurre dal molto che non so quel poco di prezioso che so:
Non so dove vado, ma so con chi vado.
Non so dove sono, ma so che sono in me.
Non so che cosa sia Dio, ma Dio sa che cosa sono.
Non so che cosa sia il mondo ma so che è mio.
Non so quanto valgo, ma so non fare paragoni.
Non so che cosa sia l'amore, ma so che godo della sua presenza.
Non posso evitare i colpi, ma so come sopportarli.
Non posso negare la violenza, ma posso negare la crudelta'.
Non posso cambiare il mondo, ma posso cambiare me stesso.
Non so che cosa faccio, ma so che sono fatto da ciò che faccio.
Non so chi sono, ma so che non sono colui che non sa.
>>
 

SALLY

New member
Dev'essere veramente interessante Soofly,la tua recensione mi ha incuriosito.:D
 

Shoofly

Señora Memebr
Dev'essere veramente interessante Soofly,la tua recensione mi ha incuriosito.:D


Bene! :D Però avverto che è un libro che potrebbe anche stuzzicare risentimenti, soprattutto per certe affermazioni che l'autore fa a proposito di temi "fondamentali", come i diritti dell'individuo.

Molto forte è infatti la pagina che a questi è dedicata (e a tratti discutibile!, ma occorre ricordare che certe riflessioni sono frutto di vicende personali dolorose e traumatiche):


(p. 56)

<<Innanzitutto, dovresti avere il diritto di venire generato da un padre e una madre che si amino, durante un atto sessuale coronato dal reciproco orgasmo, affinché la tua anima e la tua carne abbiano come radice il piacere.

Dovresti avere il diritto di non essere considerato un incidente né un peso, bensì un individuo atteso e desiderato con tutta la forza dell'amore, come un frutto che deve dare un senso alla coppia, trasformandolo in famiglia.

Dovresti avere il diritto di nascere con il sesso che la natura ti ha dato (E' sbagliato dire: 'Aspettavamo un maschietto e invece è nata una femminuccia' e viceversa).

Dovresti avere il diritto di esser preso in considerazione fin dal primo mese della tua gestazione. Sempre, in ogni momento, la donna gravida dovrebbe accettare di essere due organismi in via di separazione e non uno solo che si espande. Nessuno può considerarti responsabile degli incidenti che potrebbero intervenire durante il parto. Quello che avviene all'interno dell'utero non è mai colpa tua: per rancore nei confronti della vita, la madre non vuole partorire e mediante il subconscio ti arrotola il cordone ombelicale attorno al collo e ti espelle non ancora formato, prima del tempo. Non volendoti consegnare al mondo, in quanto sei divenuto un tentacolo pieno di potere, vieni trattenuto più a lungo dei nove mesi e il liquido amniotico si sarà seccato bruciandoti la pelle; ti si fa ruotare finché saranno i piedi e non la testa a scivolare verso la vulva, i morti entrano nel loculo così, con i piedi in avanti; ti si fa ingrassare più del dovuto così non potrai passare dalla vagina e il parto gioioso verrà sostiuito da un freddo cesareo che non è parto ma estirpazione di un tumore. Rifiutandosi di accettare la creazione la madre non collabora con i tuoi sforzi e chiede l'aiuto di un medico che ti schiaccia il cervello con il forcipe; poiché soffre della nevrosi da fallimento ti fa nascere semiasfissiato, azzurrino, costringendoti a rappresentare la morte emozionale di chi ti ha generato...

Dovresti avere diritto a una profonda collaborazione: la madre deve voler partorire tanto quanto il bambino o la bambina vogliono nascere. Lo sforzo sarà reciproco e ben equilibrato.

Dal momento in cui tale universo ti produce, è tuo diritto avere un padre protettivo che sia sempre presente durante la tua crescita.

Così come ad una pianta assetata si dà l'acqua, quando manifesti un interesse hai il diritto che ti venga data la possibilità di realizzarlo, affinché tu ti possa sviluppare sulla strada che hai scelto.
Non sei venuto qui per realizzare il progetto personale degli adulti che ti impongono mete che non sono le tue, la principale felicità che ti offre la vita è consentirti di arrivare a te stesso.

Dovresti avere il diritto di possedere uno spazio dove isolarti per costruire il tuo mondo immaginario, per vedere quello che vuoi senza che i tuoi occhi vengano limitati da una moralità effimera, per ascoltare le idee che desideri, anche se sono contrarie a quelle della tua famiglia.

Sei venuto qui soltanto per realizzare te stesso. Non sei venuto ad occupare il posto di un morto, meriti di avere un nome che non sia quello di un parente scomparso prima della tua nascita: quando porti il nome di un defunto è perché hanno innestato su di te un destino che non è il tuo, rubandoti la tua essenza.

Hai il pieno diritto di non venire paragonato a nessuno, nessun fratello nessuna sorella vale più o meno di te, l'amore esiste quando si riconoscono le differenze fondamentali.

Dovresti avere il diritto di venire escluso da ogni litigio famigliare, di non venire preso come testimone delle discussioni, di non essere il ricettacolo dei problemi economici degli adulti, di crescere in un ambiente pervaso di fiducia e sicurezza.

Dovresti avere il diritto di venire educato da un padre e una madre che la pensano allo stesso modo, avendo appianato le loro divergenze nell'intimità. Se divorziassero, dovresti avere il diritto di non essere costretto a guardare gli uomini con gli occhi risentiti di una madre né le donne con gli occhi risentiti di un padre.

Dovresti avere il diritto di non venire sradicato dal luogo in cui hai i tuoi amici, la tua scuola, i tuoi professori prediletti.

Dovresti avere il diritto di non venire criticato se scegli una strada che non rientra nei piani di chi ti ha generato; il diritto di amare chi desideri senza avere bisogno di un'approvazione; e quando ti sentirai capace di farlo, dovresti avere il diritto di lasciare il nido e andare a vivere la tua vita; di superare i tuoi genitori, di andare più avanti di loro, di realizzare quello che loro non hanno potuto fare, di vivere più a lungo di loro.

Infine, dovresti avere il diritto di scegliere il momento della tua morte senza che nessuno ti mantenga in vita contro la tua volontà.
>>
 

skitty

Cat Member
Sto ultimando la lettura di questo libro, che è davvero un'esperienza unica ed incisiva. Sto passando per varie fasi altalenanti...

All'inizio avevo il libro in mano, ho letto la trama, e mi sono detta: uh, mamma, un libro sullla magia e i tarocchi, mi sa che ho toppato in pieno stavolta....

La prima parte invece mi ha totalmente rapita ed affascinata. L'autore racconta, seguendo varie linee di tempo che tornano spesso indietro e poi lo ri-sospingono in avanti, la propria tribolata esistenza, soffermandosi su esercizi del pensiero pazzeschi sui quali si è concentrato in pratica per sfuggire ad una realtà molto triste.

La severità dei suoi genitori nell'infanzia colpisce come una lama... ed è in seguito a questa che scaturiscono le riflessioni che Shoof ha riportato qui sopra. Come anche ne scaturiscono diverse scelte e comportamenti che accompagneranno Alejandro per tutta la vita, alla ricerca di sé stesso, alla riscoperta del proprio sentire, alla ricerca di nuovi modi di vivere e sentire.

Pazzesca ad esempio una pagina dedicata ad un esercizio di visualizzazione di un ragno sul soffitto, prima dal proprio punto di vista, poi quello del ragno, e così via fino ad allargarsi all'universo.

Anche questo pensiero mi ha colpita:
“Tentai di materializzare l'astratto. L'odio: cornucopia chiusa in un forziere di cui abbiamo perduto la chiave. L'amore: strada dove le nostre impronte invece di seguirci ci precedono. La poesia: escremento luminoso di un rospo che ha inghiottito una lucciola. Il tradimento: persona priva di pelle che si muove saltellando da una pelle all'altra. La gioia: fiume pieno di ippopotami che spalancano le fauci azzurrine per offrire i diamanti che hanno trovato scavando nel fango. La fiducia: danza senza ombrello sotto una pioggia di pugnali. La libertà: orizzonte che si stacca dall'oceano per volare formando labirinti. La certezza: una foglia solitaria divenuta il rifugio di un bosco. La tenerezza: vergine vestita di luce che cova un uovo violaceo.”

Il libro è veramente ricco di spunti di riflessione su sé stessi e sul mondo, apre gli occhi su un'infinità di pensieri profondi:

“Quando tutti gli esseri viventi periscono, le strade singhiozzano affamate di impronte.”

“Solitudine è non saper stare con sé stessi”.

“Se quei disegni misteriosi chiamati destino desideravano che io vivessi, per farlo prima dovevo nascere.”

“E' meraviglioso essere bambini quando si è bambini ed è terribile che in tenera età qualcuno ci obblighi a comportarci da adulti. E' terribile anche essere bambini quando si è adulti. Maturare significa mettere il bambino al suo posto, lasciarlo vivere dentro di noi non come un comandante ma come un seguace.”

“L'atto poetico doveva sempre essere positivo, cercare la costruzione, mai la distruzione.
Il bimbo:
Una farfalla:
le strappo le ali
e guarda: un peperoncino!


Il maestro:
No, non è così, ascolta:
Un peperoncino:
gli metto le ali
e guarda: una farfalla!


La strada “artistica” di Alejandro inizia con diversi elementi che ispirano molta curiosità ed interesse. Fortissimi gli atti poetici dell'autore e dei suoi amici, come il voler arrivare da un punto all'altro della città in linea retta, scavalcando svariati ostacoli e situazioni imbarazzanti, e davvero sconcertanti le prime esperienze di teatro, dalla pantomima fino all' “effimero panico”, cioè delle scene veramente estreme, rappresentate solo una volta, come sfogo delle proprie ossessioni, paure, desideri.

Alejandro sviluppa delle nuove concezioni durante le sue numerose metamorfosi, come quella del santo civile, ossia una persona che vuole aiutare il prossimo, pur non agendo all'interno di una religione.

La danza della realtà è dunque un intreccio incredibile eppur vero, di coincidenze, di fatti intersecati, di destini, che portano al realizzarsi di tutti gli episodi della vita.

Nella “mia” terza fase, sono rimasta ipnotizzata dal discorso del sogno lucido. Davvero grandioso. L'autore si cimenta in anni e anni di esercitazioni al fine di potersi svegliare a piacimento in mezzo ai sogni, pur continuando a sognare. E quindi manipolando le esperienze oniriche, che si avvicinano in tal modo ad esperienze reali. Come questo sia possibile, e soprattutto quanto sia verosimile, ancora non me lo so raffigurare... Di sicuro la lettura di queste pagine ci catapulta in un mondo parallelo, con in mano il dubbio che forse esiste, e quindi tutto uno scatenarsi di pensieri a riguardo, che suppongo mi accompagneranno ancora per mesi!

In questo momento sono in una fase molto scettica, a volte infastidita dall'esagerazione di atti e pensieri che dovrebbero condurre ad una filosofia migliore di vita.
L'assunzione di droghe per poi pensare di aver raggiunto un nuovo stadio illuminato di riflessione interiore, i mesi passati a massaggiare pietre e statue, i guaritori che tutto possono grazie alla fede e le volontà di chi si appella a loro... Mah... Sono molto, ma molto perplessa.
E poi troppi atti estremi, contro la morale, contro il buon senso, non mi piacciono, non riesco a vederli come arte.

Di questa parte sto assimilando la bellezza delle esperienze mistiche, pur senza prenderle assolutamente sul serio, traendone alcune mie conclusioni, che mi pare di aver visto anche tra le parole di Shoofly. Innanzitutto c'è da riflettere, e parecchio, sulla potenza dell'auto-convinzione (altrimenti detta credulità o suggestione...). E secondariamente ho una sensazione un po', come dire, di disapprovazione verso alcuni tipi di “maestri illuminati”, che pensano di aver capito tutto, visto tutto, e di poter trasmettere questa verità incommensurabile ed inesprimibile che consente di vivere nella perfezione... ecco, alla fine si scopre che avevano mangiato il fungo allucinogeno... Magari poi qualcuno mi smentirà, ma le mie forti convinzioni anti-superstizione ed anti-rituali magici, mi fanno guardare questa parte del libro come una bella favoletta su cui ridere sopra...

Continuo la lettura delle ultime pagine! :)
 

skitty

Cat Member
Finita ultima parte... ecco questa è stata la fase pesante ai massimi livelli :MM.

Direi che buona parte del libro risulta davvero un interessante occhio su punti di vista alternativi, con l'obiettivo di riflettere su sé stessi e sulle relazioni che abbiamo con gli altri. Ben rendono l'idea i passi postati da Shoof nel primo post di questa discussione, che secondo me racchiudono l'essenza speciale ed energetica di questo libro. E qui non ci piove.

Ho veramente sofferto però a finirlo... Una distesa interminabile di esempi di psico magie ed atti psico sciamanici, ma cose da fare accapponare la pelle :OO (magari poi ne posto un paio nella sezione Superstizione!!). L'autore stesso scrive:
“A volte per risolvere i problemi non ho esitato a consigliare atti che una persona piena di pregiudizi potrebbe considerare pornografici.”

Raga, mi sa che sono piena di pregiudizi... Non mi entra proprio in testa come tutti i problemi relazionali ed emozionali del mondo, si debbano sempre risolvere esibendo o manipolando parti intime... Mah...

Non mi sono trovata in sintonia anche con altri concetti esposti con molta convinzione da Jodorowsky, come il fatto che per forza tutte le malattie derivino dai rapporti familiari presenti nell'albero genealogico fino a molte generazioni prima di noi, oppure questa inquietante affermazione: “Paura è desiderio: chi teme lo stupro, lo desidera.”
No, no. Non ci siamo...

Comunque sono stata contenta di leggere anche questi passi, più che altro per aprire in me una riflessione sulle malattie fisiche, e sull'importanza dell'auto convincimento nella guarigione. Non condivido tutto ciò che se ne dice al riguardo, ma è un buono spunto per pensarci un po' sopra.
Se si potessero “segare via” queste parti (secondo me scritte sotto l'effetto del famoso fungo...:mrgreen:), darei un bel 4 a questo libro.
 

SALLY

New member
La parte postata da Soofly mi trova d'accordo al 101%,la parte di Skitty ha lasciato anche me un pò così :paura:
Però penso valga le pena di prendere tutto il pacchetto.:mrgreen::wink:
 

Shoofly

Señora Memebr
Finita ultima parte... ecco questa è stata la fase pesante ai massimi livelli :MM.

Direi che buona parte del libro risulta davvero un interessante occhio su punti di vista alternativi, con l'obiettivo di riflettere su sé stessi e sulle relazioni che abbiamo con gli altri. Ben rendono l'idea i passi postati da Shoof nel primo post di questa discussione, che secondo me racchiudono l'essenza speciale ed energetica di questo libro. E qui non ci piove.

Ho veramente sofferto però a finirlo... Una distesa interminabile di esempi di psico magie ed atti psico sciamanici, ma cose da fare accapponare la pelle :OO (magari poi ne posto un paio nella sezione Superstizione!!). L'autore stesso scrive:
“A volte per risolvere i problemi non ho esitato a consigliare atti che una persona piena di pregiudizi potrebbe considerare pornografici.”

Raga, mi sa che sono piena di pregiudizi... Non mi entra proprio in testa come tutti i problemi relazionali ed emozionali del mondo, si debbano sempre risolvere esibendo o manipolando parti intime... Mah...

Non mi sono trovata in sintonia anche con altri concetti esposti con molta convinzione da Jodorowsky, come il fatto che per forza tutte le malattie derivino dai rapporti familiari presenti nell'albero genealogico fino a molte generazioni prima di noi, oppure questa inquietante affermazione: “Paura è desiderio: chi teme lo stupro, lo desidera.”
No, no. Non ci siamo...

Comunque sono stata contenta di leggere anche questi passi, più che altro per aprire in me una riflessione sulle malattie fisiche, e sull'importanza dell'auto convincimento nella guarigione. Non condivido tutto ciò che se ne dice al riguardo, ma è un buono spunto per pensarci un po' sopra.
Se si potessero “segare via” queste parti (secondo me scritte sotto l'effetto del famoso fungo...:mrgreen:), darei un bel 4 a questo libro.


Io invece credo che tu abbia affrontato il libro proprio come si deve, restando poi con un bagaglio di perplessità comprensibilissime che non nego di aver avuto anche io.

L'intuizione che si possa guarire dai mali dell'essere grazie ai meccanismi dell'autosuggestione non è certo roba originale ma è formidabile l'approccio dell'autore nel riscoprirne la valenza grazie anche al contributo dell'esperienza artistica.
In fondo Jodorowsky altro non fa che ricorrere a strumenti catalizzatori (che di per sé non hanno alcun potere magico) come i tarocchi, per (ri)caricare l'energia (se così si può chiamare) autoconservatrice che sarebbe in ognuno di noi.
La psicomagia (e pratiche affini) funziona solo se sei convinto che possa funzionare davvero. Non occorre che questa convinzione sia palese, basta che serpeggi latente nella nostra psiche e che si sia almeno un poco suggestionabili.
Per esempio, non credo che funzionerebbe con me: io finirei col buttare tutto in barzelletta (come è il mio solito) cosicché lo sciamano poi piglia e mi manda a.... (bliip) :YY:YY

Il valore dell'esperienza narrata da Jodorowsky resta comunque indiscutibile. Interessantissimo il suo percorso di maturazione, la sua ricerca di modelli e l'elaborazione di nuove forme espressive, il superamento di una condizione castrante grazie alla riconquista di sé, lenta, sofferta ma efficace perché sorretta da una formidabile sensibilità e da un invincibile spirito di sopravvivenza.

Su i suoi metodi ci sarebbe tanto, troppo da discutere ma... quella sarebbe un'altra storia. A noi qui interessa la letteratura :wink:
 

Shoofly

Señora Memebr
La parte postata da Soofly mi trova d'accordo al 101%,la parte di Skitty ha lasciato anche me un pò così :paura:
Però penso valga le pena di prendere tutto il pacchetto.:mrgreen::wink:

Io ho amici che davanti ai film di Jodorowsky si irritano da matti e altri invece che vanno in brodo di giuggiole: che piaccia tanto o non piaccia affatto a questo autore è impossibile restare indifferenti. Forse è anche per questo che a me piace, nonostante le sue teorie bizzarre e la sua sensibilità spesso disturbante.
 

skitty

Cat Member
Io invece credo che tu abbia affrontato il libro proprio come si deve, restando poi con un bagaglio di perplessità comprensibilissime che non nego di aver avuto anche io.

L'intuizione che si possa guarire dai mali dell'essere grazie ai meccanismi dell'autosuggestione non è certo roba originale ma è formidabile l'approccio dell'autore nel riscoprirne la valenza grazie anche al contributo dell'esperienza artistica.
In fondo Jodorowsky altro non fa che ricorrere a strumenti catalizzatori (che di per sé non hanno alcun potere magico) come i tarocchi, per (ri)caricare l'energia (se così si può chiamare) autoconservatrice che sarebbe in ognuno di noi.
La psicomagia (e pratiche affini) funziona solo se sei convinto che possa funzionare davvero. Non occorre che questa convinzione sia palese, basta che serpeggi latente nella nostra psiche e che si sia almeno un poco suggestionabili.
Per esempio, non credo che funzionerebbe con me: io finirei col buttare tutto in barzelletta (come è il mio solito) cosicché lo sciamano poi piglia e mi manda a.... (bliip) :YY:YY

Il valore dell'esperienza narrata da Jodorowsky resta comunque indiscutibile. Interessantissimo il suo percorso di maturazione, la sua ricerca di modelli e l'elaborazione di nuove forme espressive, il superamento di una condizione castrante grazie alla riconquista di sé, lenta, sofferta ma efficace perché sorretta da una formidabile sensibilità e da un invincibile spirito di sopravvivenza.

Su i suoi metodi ci sarebbe tanto, troppo da discutere ma... quella sarebbe un'altra storia. A noi qui interessa la letteratura :wink:

Sono totalmente d'accordo con te. Si può ammirare un lavoro letterario, ed anche il modo di ragionare e di scrivere dell'autore, pur senza condividere tutti i contenuti. :) Hai descritto bene alcune reazioni tue, che sono state anche mie: è pura e semplice irritazione, che però genera una serie di pensieri e riflessioni che altrimenti non si sarebbero formate nella testa senza tale lettura.
 

Shoofly

Señora Memebr
Aspirina metafisica.

...leggere attentamente il foglietto illustrativo, può avere effetti collaterali anche gravi.

:mrgreen:


<<L' uomo serve innanzitutto a se stesso, al suo narcisismo...tutto ciò che si fa, prima o poi scompare e lascia dentro di noi un' enorme depressione...tramite le arti ho cercato una "aspirina metafisica" ed ho seguito i corsi di Gurdjieff, almeno per tre anni. Il mio monastero in Messico era accanto ad un immondezzaio pieno di mosche. Durante le meditazioni te ne ronzavano intorno a decine e se muovevi anche solo il viso il Maestro ti colpiva.Il mio grande maestro furono le mosche!

Ho cercato ovunque, anche in campo esoterico; alla fine mi resi conto di essermici ammalato, stavo diventando nevrotico. La risposta giunse in quegli anni, e fu una illuminazione: il compito dell' arte è curare: curare la vita emozionale dello spettatore. La pratica di cura si sviluppa tramite la guarigione dell' aspetto emozionale, emotivo, sessuale o di ogni altro tipo di infermità, guarigione che avviene grazie ai tarocchi o lo studio dell' albero genealogico.

Ho creato una terapia, ma non basata su una scienza o un indirizzo universitario: la mia terapia ha le sue origini all' interno dell'arte.

Ho diretto circa cento opere teatrali. L' unica cosa che non ho fatto è stato cantare il tango... avrei tanto voluto cantare il tango. Mia madre era una cantante d' opera e le capitava di innamorarsi di cantanti di tango: mi portava sempre ad ascoltarli... ma non ho mai potuto cantare.

Freud veniva dalla scienza, era medico, io invece vengo dall' arte, anche se mi sono proposto di acquisire le stesse conoscenze che possiedono gli psicanalisti. Non dico che la psicomagia sia migliore della psicanalisi: dico solo che le è vicina. Ma, invece di esigere molti incontri, alla psicomagia ne basta uno: lei è la via più breve.

Nello Zen c'è questo tipo di concetto: puoi meditare vent' anni e forse arrivi all' illuminazione; però a volte si trova una via più breve, anche nello Zen.

Il mio Maestro Zen in Messico mi fece meditare sette giorni in ginocchio senza dormire... avevo le ginocchia completamente rovinate. C' era un assistente di Karate messicano che il sesto giorno mi saltò addosso, cominciando a picchiarmi ben bene. Mi trascinò davanti al Maestro che, vestito da giapponese, mi disse, biascicando uno spagnolo quasi incomprensibile: "Non comincia, non finisce, che cos' è?". "Merda!", dico io, perchè mi fa una domanda del genere? Che gli rispondo? E' Dio? Lo Spirito Santo? Sono io? L' infinito? Perchè mi chiede una cosa così imbecille? A quel punto fece suonare un gong e tutta la scuola seppe che avevo avuto un fallimento.

L' intellettuale deve imparare a morire. Questa è la via rapida, la psicomagia è una via rapida nei confronti di qualsiasi problema. Gurdjieff faceva fare ad alcune persone cose che non avevano mai fatto; anche Castaneda: prendeva un direttore di un giornale e lo metteva a vendere giornali all' angolo. Lo stesso Castaneda lavorò per due anni a una pompa di un distributore di benzina: aveva capito che se si cambia il circuito entro cui gira la vita, cambia anche la vita stessa, e li' c'è la cura. Lacan disse che l' inconscio è un linguaggio: tutti coloro che fanno teatro sanno invece che l' inconscio è un atto. Esprimere coi gesti una serie di concetti che non si dirigono verso l' intelletto, ma si rivolgono all' inconscio: questo è vero teatro. E la psicomagia è un atto teatrale, poetico, a volte terribile, a volte difficile, però cura. Ogni problema è personale; non esistono malattie uguali, sono solo simili.

Quando ho il raffreddore sono contento perchè non lavoro, anzi: mischio il mio muco ad una tintura vegetale e ci dipingo. Il raffreddore è molto artistico!

Al mio agente letterario Marcel Casanova avevano predetto che qualcuno vicino a lui sarebbe morto e che gli sarebbe costato un bel mucchio di soldi. Ogni predizione fa male. Nostradamus ha un linguaggio difficile da interpretare chiaramente: per questo, a posteriori, si crede che abbia previsto ogni avvenimento. Ogni predizione è come una maledizione: anche se non ci credi ti ritrovi preoccupato. L' unica strada per liberarsi è fare che la predizione si avveri.

Così dissi a Casanova di andare a casa, chiudere le finestre e spruzzare l' insetticida. Sicuramente avrebbe visto morire accanto a se' almeno una mosca! Dissi di prendere un biglietto da venti pesetas e aggiungerci sei zeri. Infine ordinai di prendere mosca e soldi e sotterrarli. Così la predizione si era avverata.

Ho curato l' intera Francia seguendo esempi del genere. Questa nazione ora è nel panico perchè il mago Paco Rabanne, leggendo Nostradamus, ha previsto che l' undici Agosto cadrà un satellite su Parigi uccidendo milioni di persone. Ogni predizione porta dietro di se' delle conseguenze: i giornali ne parlano, i turisti non vengono, causando un blocco economico. Diversi giornalisti sono venuti da me per questo motivo. Allora ho raccontato loro un evento: un Guru disse alla sua gente che l' indomani il sole non sarebbe sorto. Il popolo passò la notte senza dormire, soffrendo e piangendo. Ma giunse il mattino, e la gente si recò dal maestro per gioire con lui, ma lui era morto.

Io dissi ai giornalisti che Paco Rabanne sarebbe morto l' undici di Agosto.

Questo metodo l' ho imparato da una barzelletta ebrea: Sara chiese a suo marito Abramo perchè non riuscisse a dormire. Quando seppe che doveva dei soldi a Mosè, Sara aprì la finestra e gridò: "Mosè! Mio marito domattina non potrà pagarti, perchè non ha i soldi!". Rientrando, Sara disse ad Abramo: "Adesso smettila di preoccuparti, e vai a dormire: sarà Mosè, stanotte, a non chiudere occhio!".

Se qualcuno ti manda una maledizione, tu puoi trasformarti in uno specchio e rimandare la maledizione a chi te l' ha lanciata.

Il nostro albero genealogico è pieno di predizioni, per esempio come quando i nostri avi dicevano alle loro figlie: "Tu sei bella, ti sposerai, e basta!". Questa è una maledizione! Siamo noi stessi che dobbiamo benedirci. Sto scrivendo un libro sulla psicomagia, ed è un libro molto lungo, perchè è un argomento difficile da esaurire in pochi minuti.



Nella vita ci sono molti tipi di malattie... depressioni, nevrosi... ma il motivo è sempre lo stesso: mancanza di bellezza. Perchè quando manca la bellezza non si può pretendere di essere umani. Il meraviglioso è un problema difficile, affatto semplice. Gli architetti moderni pensano di fare strutture belle, ma sono solo criminali; non conoscono la bellezza, pensano che sia qualcosa di intellettuale, di razionale, ma il razionale non è buono.. Perchè il razionale è soltanto una parte dell' essere umano: esiste una piramide scura, grande, che sta sotto e rappresenta l' inconscio ed una opposta, speculare, luminosa, che rappresenta il subcoscio. Sta nel mezzo il problema: per ottenere la bellezza bisogna aprire una porta tra il subconscio e l' inconscio. Ed è molto difficile, perchè la verità è difficile da ottenere: la filosofia ha sempre cercato la verità, ma ha ottenuto solo dei fallimenti perchè non si può definire l' essenza di Dio come non si può ottenere la verità. E' impossibile, al di sopra delle possibilità dell' uomo. Però la verità proietta una luce, che è la bellezza.
>>
 

Dory

Reef Member
Beh, allora noi forumlibrosi siamo tutti a posto... è lo slogan di questo forum - incubatore di bellezza - :YY
 

Denni

New member
l'ho comprato quest'oggi, e non perchè mi sia stato consigliato o abbia letto in precedenza queste pagine, ma perchè la copertina è stupenda, lui lo conosco per El topo, e la trama mi ha splendidamente incuriosito. Vi farò sapere!
 

bodhir

New member
Enrique e "il fratellino"

ciao, scusate se forse non c'entra con l'argomento qui sotto...qualcuno sa se Enrique , il figlio di Pachita, la curandera messicana di cui nel racconto di Jodorosky, sia ancora vivo e operi ancora e dove? Urgente! sono malato! grazie







Sto ultimando la lettura di questo libro, che è davvero un'esperienza unica ed incisiva. Sto passando per varie fasi altalenanti...

All'inizio avevo il libro in mano, ho letto la trama, e mi sono detta: uh, mamma, un libro sullla magia e i tarocchi, mi sa che ho toppato in pieno stavolta....

La prima parte invece mi ha totalmente rapita ed affascinata. L'autore racconta, seguendo varie linee di tempo che tornano spesso indietro e poi lo ri-sospingono in avanti, la propria tribolata esistenza, soffermandosi su esercizi del pensiero pazzeschi sui quali si è concentrato in pratica per sfuggire ad una realtà molto triste.

La severità dei suoi genitori nell'infanzia colpisce come una lama... ed è in seguito a questa che scaturiscono le riflessioni che Shoof ha riportato qui sopra. Come anche ne scaturiscono diverse scelte e comportamenti che accompagneranno Alejandro per tutta la vita, alla ricerca di sé stesso, alla riscoperta del proprio sentire, alla ricerca di nuovi modi di vivere e sentire.

Pazzesca ad esempio una pagina dedicata ad un esercizio di visualizzazione di un ragno sul soffitto, prima dal proprio punto di vista, poi quello del ragno, e così via fino ad allargarsi all'universo.

Anche questo pensiero mi ha colpita:
“Tentai di materializzare l'astratto. L'odio: cornucopia chiusa in un forziere di cui abbiamo perduto la chiave. L'amore: strada dove le nostre impronte invece di seguirci ci precedono. La poesia: escremento luminoso di un rospo che ha inghiottito una lucciola. Il tradimento: persona priva di pelle che si muove saltellando da una pelle all'altra. La gioia: fiume pieno di ippopotami che spalancano le fauci azzurrine per offrire i diamanti che hanno trovato scavando nel fango. La fiducia: danza senza ombrello sotto una pioggia di pugnali. La libertà: orizzonte che si stacca dall'oceano per volare formando labirinti. La certezza: una foglia solitaria divenuta il rifugio di un bosco. La tenerezza: vergine vestita di luce che cova un uovo violaceo.”

Il libro è veramente ricco di spunti di riflessione su sé stessi e sul mondo, apre gli occhi su un'infinità di pensieri profondi:

“Quando tutti gli esseri viventi periscono, le strade singhiozzano affamate di impronte.”

“Solitudine è non saper stare con sé stessi”.

“Se quei disegni misteriosi chiamati destino desideravano che io vivessi, per farlo prima dovevo nascere.”

“E' meraviglioso essere bambini quando si è bambini ed è terribile che in tenera età qualcuno ci obblighi a comportarci da adulti. E' terribile anche essere bambini quando si è adulti. Maturare significa mettere il bambino al suo posto, lasciarlo vivere dentro di noi non come un comandante ma come un seguace.”

“L'atto poetico doveva sempre essere positivo, cercare la costruzione, mai la distruzione.
Il bimbo:
Una farfalla:
le strappo le ali
e guarda: un peperoncino!


Il maestro:
No, non è così, ascolta:
Un peperoncino:
gli metto le ali
e guarda: una farfalla!


La strada “artistica” di Alejandro inizia con diversi elementi che ispirano molta curiosità ed interesse. Fortissimi gli atti poetici dell'autore e dei suoi amici, come il voler arrivare da un punto all'altro della città in linea retta, scavalcando svariati ostacoli e situazioni imbarazzanti, e davvero sconcertanti le prime esperienze di teatro, dalla pantomima fino all' “effimero panico”, cioè delle scene veramente estreme, rappresentate solo una volta, come sfogo delle proprie ossessioni, paure, desideri.

Alejandro sviluppa delle nuove concezioni durante le sue numerose metamorfosi, come quella del santo civile, ossia una persona che vuole aiutare il prossimo, pur non agendo all'interno di una religione.

La danza della realtà è dunque un intreccio incredibile eppur vero, di coincidenze, di fatti intersecati, di destini, che portano al realizzarsi di tutti gli episodi della vita.

Nella “mia” terza fase, sono rimasta ipnotizzata dal discorso del sogno lucido. Davvero grandioso. L'autore si cimenta in anni e anni di esercitazioni al fine di potersi svegliare a piacimento in mezzo ai sogni, pur continuando a sognare. E quindi manipolando le esperienze oniriche, che si avvicinano in tal modo ad esperienze reali. Come questo sia possibile, e soprattutto quanto sia verosimile, ancora non me lo so raffigurare... Di sicuro la lettura di queste pagine ci catapulta in un mondo parallelo, con in mano il dubbio che forse esiste, e quindi tutto uno scatenarsi di pensieri a riguardo, che suppongo mi accompagneranno ancora per mesi!

In questo momento sono in una fase molto scettica, a volte infastidita dall'esagerazione di atti e pensieri che dovrebbero condurre ad una filosofia migliore di vita.
L'assunzione di droghe per poi pensare di aver raggiunto un nuovo stadio illuminato di riflessione interiore, i mesi passati a massaggiare pietre e statue, i guaritori che tutto possono grazie alla fede e le volontà di chi si appella a loro... Mah... Sono molto, ma molto perplessa.
E poi troppi atti estremi, contro la morale, contro il buon senso, non mi piacciono, non riesco a vederli come arte.

Di questa parte sto assimilando la bellezza delle esperienze mistiche, pur senza prenderle assolutamente sul serio, traendone alcune mie conclusioni, che mi pare di aver visto anche tra le parole di Shoofly. Innanzitutto c'è da riflettere, e parecchio, sulla potenza dell'auto-convinzione (altrimenti detta credulità o suggestione...). E secondariamente ho una sensazione un po', come dire, di disapprovazione verso alcuni tipi di “maestri illuminati”, che pensano di aver capito tutto, visto tutto, e di poter trasmettere questa verità incommensurabile ed inesprimibile che consente di vivere nella perfezione... ecco, alla fine si scopre che avevano mangiato il fungo allucinogeno... Magari poi qualcuno mi smentirà, ma le mie forti convinzioni anti-superstizione ed anti-rituali magici, mi fanno guardare questa parte del libro come una bella favoletta su cui ridere sopra...

Continuo la lettura delle ultime pagine! :)
 
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