Shoofly
Señora Memebr
Il cinema è l'unica forma d'arte che, proprio perché operante all'interno del concetto e dimensione di tempo, è in grado di riprodurre l'effettiva consistenza del tempo, l'essenza della realtà, fissandolo e conservandolo per sempre.
In Scolpire il tempo (1988) Tarkovskij raccoglie una riflessione quasi ventennale sulla sua attività cinematografica.
Un cinema di poesia nel senso di poièsis (creazione, produzione di conoscenza) in cui l'elemento "Tempo" rappresenta l'essenza, il perno sul quale si fondano le concezioni estetiche a lungo maturate dall'autore e magistralmente concretizzate in tre indiscussi capolavori: Andrej Rublev, Solaris e Stalker.
Immancabili i riferimenti alla poesia giapponese haiku - che costituisce una delle sue principali fonti d'ispirazione - per il modo in cui questa riesce a rendere "l’irripetibilità dell'istante afferrato e fermato che cade dall’eternità".
<<L'arte è, nella propria essenza, qualcosa di quasi religioso: una sacra coscienza di un elevato dovere spirituale. L'arte priva di spiritualità reca in se stessa la propria tragedia. Persino la constatazione della mancanza di spiritualità del tempo in cui vive richiede all'artista la più alta e determinata elevatezza spirituale.
L'artista autentico è sempre al servizio dell'immortalità, si sforza di rendere immortale il mondo e l'uomo in questo mondo. L'artista che non tenta di scoprire la verità assoluta, che trascura le finalità globali per quelle particolari, è soltanto una prostituta».
In tutto questo, l'immancabile nota stonata attiene all'irreperibilità del testo la cui ultima edizione risale al 2002.
:W
In Scolpire il tempo (1988) Tarkovskij raccoglie una riflessione quasi ventennale sulla sua attività cinematografica.
Un cinema di poesia nel senso di poièsis (creazione, produzione di conoscenza) in cui l'elemento "Tempo" rappresenta l'essenza, il perno sul quale si fondano le concezioni estetiche a lungo maturate dall'autore e magistralmente concretizzate in tre indiscussi capolavori: Andrej Rublev, Solaris e Stalker.
Immancabili i riferimenti alla poesia giapponese haiku - che costituisce una delle sue principali fonti d'ispirazione - per il modo in cui questa riesce a rendere "l’irripetibilità dell'istante afferrato e fermato che cade dall’eternità".
<<L'arte è, nella propria essenza, qualcosa di quasi religioso: una sacra coscienza di un elevato dovere spirituale. L'arte priva di spiritualità reca in se stessa la propria tragedia. Persino la constatazione della mancanza di spiritualità del tempo in cui vive richiede all'artista la più alta e determinata elevatezza spirituale.
L'artista autentico è sempre al servizio dell'immortalità, si sforza di rendere immortale il mondo e l'uomo in questo mondo. L'artista che non tenta di scoprire la verità assoluta, che trascura le finalità globali per quelle particolari, è soltanto una prostituta».
In tutto questo, l'immancabile nota stonata attiene all'irreperibilità del testo la cui ultima edizione risale al 2002.
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