Dirie, W. - Fiore del deserto

Eve

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"Quella di Waris Dirie è una testimonianza straordinaria. La sua vita, ricca di momento dolorosi ma anche di grandi felicità e successi, insieme avventurosa ed esemplare, l'ha portata dai deserti africani all'esclusivo mondo delle top model.
Tuttavia Waris Dirie non ha mai dimenticato le sofferenze che ha patito, e quelle che hanno patito e patiscono milioni di donne in tutto il mondo. Al culmine del successo, ha trovato il coraggio per raccontare la propria storia, il suo segreto più intimo. Con quell'intervista è iniziata la battaglia che sta combattendo con grandissimo impegno e coraggio, in difesa di tutte le donne che hanno vissuto e vivranno la sua esperienza. Oggi Waris Dirie è il portavoce ufficiale di Face to Face, la campagna dell'ONU per eliminare le mutilazioni femminili."

Ho letto questo libro perché mi interessava rendermi conto di quali parole una donna che ha vissuto in prima persona il dramma dell'infibulazione potesse utilizzare per descrivere uno dei momenti più drammatici della propria esistenza. Non mi è piaciuto molto però il modo di scrivere e di raccontare: quasi ogni esperienza è descritta con eccessiva leggerezza, come se a parlare non fosse una donna che sta combattendo una battaglia contro le mutilazioni femminili, ma piuttosto una bambina che ancora non ha appreso appieno la gravità di una tale barbarie.
Molto commoventi e ben descritte invece altre parti della storia, soprattutto quella del ritrovamento della madre. E poi, che dire? Sicuramente quella di Waris è una storia di quelle da raccontare perché sia di esempio in un mondo in cui purtroppo esistono ancora pratiche primitive come questa.
 

estersable88

dreamer member
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Una storia di un’umanità straordinaria, quella raccontata in queste pagine, direttamente dalla protagonista: è la storia di Waris Dirie, la nomade somala che diventò modella e poi ambasciatrice ONU.
Waris nacque in una tribù nomade, nel bel mezzo del deserto somalo; a 5 anni subì l’infibulazione; a 13 si oppose ad un matrimonio combinato con un sessantenne e fuggì nel deserto in direzione Mogadisho. Da qui fu a Londra, dove dapprima lavorò per uno zio ambasciatore e poi, dopo una lunga gavetta, divenne una fotomodella molto richiesta ed apprezzata. Fra alti e bassi la sua vita proseguì finchè non incontrò Dana, l’uomo della sua vita e, poco dopo, divenne madre. Ma Waris non ha mai potuto scordare il marchio che le fu impresso da bambina: i problemi anche fisici causati dalla sua femminilità mutilata irreparabilmente erano sempre lì a ricordarglielo, se mai ce ne fosse stato bisogno. Con la tenacia ed il coraggio che hanno segnato tutta la sua vita, Waris si è messa a nudo raccontando il suo segreto più intimo al mondo, perché tutti sapessero cosa devono subire milioni di donne africane private di una parte fondamentale del loro corpo. E’ diventata ambasciatrice Onu e da anni combatte a viso aperto contro le mutilazioni genitali femminili, una pratica ancora troppo diffusa in molti Stati africani, dovuta all’ignoranza di uomini senza scrupoli, ad una cultura della tradizione molto radicata e ad una sottomissione delle donne africane che non possono ribellarsi a tanto dolore.
Con estrema schiettezza, sincerità e semplicità, Waris ci racconta i dettagli della sua vita travagliata, dall’infanzia a contatto con la natura e con gli elementi, all’adolescenza a Londra, al legame con la famiglia, alla carriera da modella. Waris non si risparmia nel racconto, perché vuole che tutti sappiano cos’ha subito, lei come tante donne africane. Così ci lascia una testimonianza fortissima ed intensissima, di quelle che non lasciano indifferenti. Un libro che si fa leggere velocemente, perché racconta la storia di una donna, una come tante, ma anche un po’ speciale.
 
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