Palazzeschi, Aldo - Sorelle Materassi

mame

The Fool on the Hill
Un padre compiacente verso un figlio che dilapida il patrimonio faticosamente accumulato dal padre, due sorelle che con la totale dedizione al lavoro riconquistano il patrimonio del nonno e lo arricchiscono sempre più. Fino a quando accolgono in casa il figlio di una sorella defunta e la storia si ripete: le due sorelle come il nonno, il nipote come il loro padre.

E' una storia di vite vissute per interposta persona, di lusso goduto attraverso l'incoscienza dell'altro. Una storia in cui tutto si ripete senza che mai nessuno impari dall'esperienza. Mai prima mi era capitato un romanzo in cui non si trova un solo personaggio positivo. Il nipote è a dir poco inquietante, e le sorelle Materassi possono essere definite patetiche, ridicole, grottesche, volgari, incestuose, maligne, e tant'altro, ma mai si riesce a trovare per loro una definizione positiva perché mai riescono a suscitare un sentimento positivo. Come d'altronde tutti gli altri personaggi. Credo che la bravura dell'autore si sia manifestata proprio in questo: la rappresentazione di una realtà odiosa, insopportabile, in cui nessuno suscita mai un moto di pietà nel lettore.
 

Dallolio

New member
Non l'ho mai letto, di questo autore conosco solo Il Codice di Perelà di cui ho appena scritto la recensione; ottima segnalazione perchè non è mai stato tra quelli che io conoscessi maggiormente.
La mancanza di personaggi positivi di cui parli mi fa venire in mente una sua poesia, I Fiori:

FIORI
Non so perchè quella sera,
fossero i troppi profumi del banchetto...
irrequietezza della primavera...
un' indefinita pesantezza
mi gravava sul petto,
un vuoto infinito mi sentivo nel cuore...
ero stanco, avvilito, di malumore.
Non so perchè, io non avea mangiato,
e pure sentendomi sazio come un re
digiuno ero come un mendico,
chi sa perchè?
Non avvevo preso parte
alle allegre risate,
ai parlar consueti
degli amici gai o lieti,
tutto m' era sembrato sconcio,
tutto m' era parso osceno,
non per un senso vano di moralità,
che in me non c' è,
e nessuno s' era curato di me,
chi sa...
O la sconcezza era in me...
o c'era l' ultimo avanzo della purità.
M' era, chi sa perchè,
sembrata quella sera
terribilmente pesa
la gamba
che la buona vicina di destra
teneva sulla mia
fino dalla minestra.
E in fondo...
non era che una vecchia usanza,
vecchia quanto il mondo.
La vicina di sinistra,
chi sa perchè,
non mi aveva assestato che un colpetto
alla fine del pranzo, al caffè;
e ficcatomi in bocca mezzo confetto
s'era voltata in là,
quasi volendo dire:
"ah!, ci sei anche te".

Quando tutti si furno alzati,
e si furono sparpagliati
negli angoli, pei vani delle finestre,
sui divani
di qualche romito salottino,
io, non visto, scivolai nel giardino
per prendere un pò d' aria.
E subito mi parve d' essere liberato,
la freschezza dell' aria
irruppe nel mio petto
risolutamente,
e il mio petto si sentì sollevato
dalla vaga e ignota pena
dopo i molti profumi della cena.
Bella sera luminosa!
Fresca, di primavera.
Pura e serena.
Milioni di stelle
sembravano sorridere amorose
dal firmamento
quasi un' immane cupola d' argento.
Come mi sentivo contento!
Ampie, robuste piante
dall' ombre generose,
sotto voi passeggiare,
sotto la vostra sana protezione
obliare,
ritrovare i nostri pensieri più cari,
sognare casti ideali,
sperare, sperare,
dimenticare tutti i mali del mondo,
degli uomini,
peccati e debolezze, miserie, viltà,
tutte le nefandezze;
tra voi fiori sorridere,
tra i vostri profumi soavi,
angelica carezza di frescura,
esseri pura della natura.
Oh! com' è bello
sentirsi libero cittadino
solo,
nel cuore di un giardino.
-Zz...Zz
-Che c' è?
-Zz...Zz...
-Chi è?
M' avvicinai donde veniva il segnale,
all' angolo del viale
una rosa voluminosa
si spampanava sulle spalle
in maniera scandalosa il décolleté.
-Non dico mica a te.
Fo cenno a quel gruppo di bocciuoli
che son sulla spalliera,
ma non vale la pena.
Magri affari stasera,
questi bravi figliuoli
non sono in vena.
-Ma tu chi sei? Che fai?
-Bella, sono una rosa,
non m' hai ancora veduta?
Sono una rosa e faccio la prostituta.
-Te?
-Io, sì, che male c' è?
-Una rosa!
-Una rosa, perchè?
All' angolo del viale
aspetto per guadagnarmi il pane,
fo qualcosa di male?
-Oh!
-Che diavolo ti piglia?
Credi che sien migliori,
i fiori,
in seno alla famiglia?
Voltati, dietro a te,
lo vedi quel cespuglio
di quattro personcine,
due grandi e due bambine?
Due rose e due bocciuoli?
Sono il padre, la madre, coi figlioli.
Se la intendono...e bene,
tra fratello e sorella,
il padre se la fa colla figliola,
la madre col figliolo...
Che cara famigliola!
E' ancor miglior partito
farsi pagar l' amore
a ore,
che farsi maltrattare
da un porco di marito.
Quell' oca dell' ortensia,
senza nessun costrutto,
fa sì finir tutto
da quel coglione del girasole.
Vedi quei due garofani
al canto della strada?
Come sono eleganti!
Campano alle spalle delle loro amanti
che fanno la *******
come me.
-Oh! Oh!
- Oh! ciel che casi strani,
due garofani ruffiani.
E lo vedi quel giglio,
lì, al ceppo di quel tiglio?
Che arietta ingenua e casta!
Ah! Ah! Lo vedi? E' un pederasta.
-No! No! Non più! Basta
-Mio caro, e ci posso far qualcosa
io,
se il giglio è pederasta,
se ******* è la rosa?
-Anche voi!
-Che maraviglia!
Lesbica è la vaniglia.
E il narciso, quello specchio di candore,
si masturba quando è in petto alle signore.
-Anche voi!
Candidi, azzurri, rosei,
vellutati, profumati fiori...
-E la violaciocca,
fa certi lavoretti con la bocca...
-Nell' ora sì fugace che v' è data...
-E la medesima violetta,
beghina d' ogni fiore?
fa lunghe processioni di devozione
al Signore,
poi...all' ombra dell' erbetta,
vedessi cosa mostra al ciclamino...
povero lilli,
è la più gran vergogna
corrompere un bambino
-misero pasto delle passioni.
Levai la testa al cielo
per trovare un respiro,
mi sembrò dalle stelle pungermi
malefici bisbigli,
e il firmamento mi cadesse addosso
come coltre di spilli.
Prono mi gettai sulla terra
bussando con tutto il corpo affranto:
-Basta! Basta!
Ho paura.
Dio,
abbi pietà dell' ultimo tuo figlio.
Aprimi un nascondiglio
fuori della natura!
 

Angy

New member
Ho finito ieri di leggere "Le sorelle Materassi", è il primo libro di Palazzeschi che leggo, mi è molto piaciuta la sua tecnica narrativa, le sue descrizioni così ricche da far diventare quasi reali i personaggi i quali, concordo con Mame, non suscitano mai un sentimento positivo, sono vittime o carnefici. Comunque bellissimo!!:wink:
 
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