Nothomb, Amélie - Cosmetica del nemico

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maredentro78

Guest
La trama:In un areoporto Jérome aspetta paziente il suo volo,che ha subito un ritardo.Un tipo un pò logorroico inizia una conversazione con lui,gli racconta parte della sua vita,fino a svelare un omicidio.Perché a lui?è tutto un caso,o è una trappola splendidamente congeniata.
Ha un finale a sorpresa.
E' un libro tutt'altro che "giusto",politicamente scorretto perché in parte giustifica l'omicidio,quindi non è di facile digestione e metabolizzazione,però ammetto che è una genialata sotto certi aspetti.Lo consiglio ai "duri" si spirito,che chiaramente conoscono l'autrice e ne capiscano un pò l'ironia pungente e la "pazzia".:mrgreen:
 
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Tsuki

New member
ciao maredentro, voglio farti notare che il libro che hai descritto non è "Igiene dell'assassino" bensì "Cosmetica del nemico".

sono entrambi libri che adoro e che mi sono ripromessa di recensire appena ho un attimo di calma. Anzi, quasi quasi ci penso stasera :mrgreen:
 
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maredentro78

Guest
ciao maredentro, voglio farti notare che il libro che hai descritto non è "Igiene dell'assassino" bensì "Cosmetica del nemico".

sono entrambi libri che adoro e che mi sono ripromessa di recensire appena ho un attimo di calma. Anzi, quasi quasi ci penso stasera :mrgreen:

Ok grazie.L'igiene dell'assassino è quello dell'uomo malato e delle interviste vero?perdonatemi correggo.Grazie e magari dopo scrivi cosa ne pensi.:mrgreen:

ciao maredentro, voglio farti notare che il libro che hai descritto non è "Igiene dell'assassino" bensì "Cosmetica del nemico".

sono entrambi libri che adoro e che mi sono ripromessa di recensire appena ho un attimo di calma. Anzi, quasi quasi ci penso stasera :mrgreen:

questo mi fa piacere vuol dire che almeno qualcuno legge Amélie!:mrgreen::mrgreen:
 

Fabio

Altro
Membro dello Staff
E che devo cambiare copertina.
MEMO.
Fine MEMO

Mi devo ricordare di prendermi qualcosa di questa tipa, mi paice assai.
 
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maredentro78

Guest
E che devo cambiare copertina.
MEMO.
Fine MEMO

Mi devo ricordare di prendermi qualcosa di questa tipa, mi paice assai.

Scusami fabio difatti ho chiesto a Elisa e le ho lasciato un messaggio proprio per la copertina,non ho pensato all'amministratore.:ad::mrgreen:
 

risus

New member
Scusami fabio difatti ho chiesto a Elisa e le ho lasciato un messaggio proprio per la copertina,non ho pensato all'amministratore.:ad::mrgreen:
la colpa è mia... è che sono troppo efficiente!!!!
:mrgreen::mrgreen::mrgreen:
manco il tempo di scrivere la recensione che già c'ho messo la copertina!!!!!
peccato che il libro non lo conoscevo e non mi sono accorto...
hiihiihiihiiihihihihihihihihihiiihi
ci pensano i caporioni a risolvere...
:wink:
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Adoro Amélie.
I suoi libri, pur con personaggi sempre disturbanti e disturbati, anzi proprio per questo motivo, mi affascinano.
Il finale a sorpresa non me l'aspettavo, almeno per la prima parte perché poi la seconda l'ho capita da sola. Uno dei due protagonisti può essere giudicato in maniera negativa per quello che avrebbe fatto ma c'è anche un'ironia pungente nel loro dialogo, come ha già detto maredentro, che permette di alleggerire la storia. Si legge tutto di un fiato. Ci sono parecchie frasi che fanno riflettere. L'ho finito solo ieri e ho già voglia di leggerne un altro.
 

bouvard

Well-known member
Non conoscevo questa autrice e il mio giudizio su di lei per ora è un ni. Non posso dire che questo libro non mi sia piaciuto, ma non posso neppure dire che mi abbia folgorato. Forse a lasciarmi perplessa è il fatto che praticamente tutto il libro (molto breve a dire il vero) è quasi tutto dialogo, mancano quasi del tutto (o forse proprio del tutto perché francamente non ne ricordo nessuna) le descrizioni ad esempio del luogo, dell’ambiente circostante.

Mah una seconda possibilità gliela concedo… ma non a breve​
 

Roberto89

MODerato
Membro dello Staff
Ormai è chiaro che la Nothomb ha un modo tutto suo di raccontare. Sia che sia pura creatività o che sia fatto apposta, riesce comunque a creare delle storie spesso inverosimili, per intero o in parte, ma che comunque si leggono con piacere, forse proprio perché sono così brevi. Insomma, è il suo stile e si impara a conoscerla. Poi può piacere o no, entrambi sono gusti legittimi.
In questo caso non esiste trama, se non quella richiamata nei dialoghi che compongono la storia.
Devo dire che nella prima metà del romanzo avevo iniziato a perdere interesse, ma lo sviluppo della seconda metà secondo me ripaga la pazienza. Anche perché essendo un libro breve non si rischia di restare delusi dopo giorni di lettura, dopo aver investito interesse e curiosità nei personaggi, ecc. Insomma, anche se non tutto viene spiegato bene, glielo si perdona.
Comunque in questo caso l'autrice avrebbe potuto spiegare meglio la realtà delle cose. Quando alla fine scopriamo che i due personaggi sono in realtà la stessa persona, ci si chiede perché gli altri presenti non abbiano notato uno che parla da solo. Io me lo sono spiegato così: o semplicemente Angust non li nota, oppure per l'autrice è uno degli elementi surreali della storia. Comunque sarebbe stato utile mettere una piccola nota, ad esempio: mentre i due parlano, Angust nota che gli altri lo guardano strano, e si chiede: come, guardano storto me che sto cercando di leggere in pace, e non lui che è così importuno? E poi alla fine capiremmo il perché.
Comunque in questo romanzo la chiave è il punto di vista.

Voto: 3,5 su 5
Mi è piaciuto ma è il tipo di libro che, scoperto il finale, a rileggerlo non si può ripetere l'esperienza iniziale.
 

Ondine

Logopedista nei sogni
L'incipit mi ha molto incuriosito perché il termine cosmetico come aggettivo non l'avevo mai visto usare e quindi sono andata a cercare il significato di cosmetica ed ho trovato questa frase che è il motto di un artista: l'estetica senza etica è cosmetica, da qui ho dedotto che cosmetico potrebbe significare un uomo apparentemente bello ma internamente corrotto.
Questo romanzo, ambientato in un aeroporto di Parigi, descrive un fatale confronto tra Jerome Angust, vedovo in viaggio d'affari, e l'enigmatico Textor Texel. Mentre aspetta un volo in ritardo per Barcellona, Angust viene avvicinato da Texel, un curioso personaggio autoritario che insiste per fare conversazione con lui. Ignorando la crescente irritazione di Jerome che non può fuggire, Textor gli infligge la storia della sua vita e gli confida di aver violentato e, dieci anni dopo, ucciso una giovane donna di nome Isabelle. Angust è fuori di sé quando si rende conto che la vittima non è altri che la sua defunta moglie, il cui omicidio è rimasto impunito per dieci anni. Ancora più grande è il suo stupore quando Textor rivela che lo stesso Jerome è responsabile della morte di Isabelle: Texel l'importuno, l'assassino, è infatti il nemico interiore di Angust, un'emanazione della sua stessa mente squilibrata e colpevole. Espropriato del suo libero arbitrio, in balia di questa parte oscura di se stesso che ha allucinazioni, Jerome cerca di uccidere Textor fracassandogli la testa contro un muro. Per gli spettatori inorriditi la scena a cui assistono non è un omicidio ma un suicidio. Texel alla fine personifica una pulsione di morte, che spinge Angust a suicidarsi inconsapevolmente.
L'autrice ci fornisce degli elementi che spiegano la personalità disturbata di Jerome: è un orfano di entrambi i genitori, morti suicidi, cresciuto dai nonni e abbandonato a se stesso alla morte dei nonni. A dodici anni cominciano a manifestarsi i primi segnali di malessere in quanto Jerome bambino avverte una forza oscura che si è impadronito di lui.
Textel tormenta Angust con una serie di domande sul suo passato con lo scopo di condurlo alla sua strada naturale, al suo destino cosmetico, in sostanza al suicidio. L'oggetto d'amore, Isabelle, è l'origine del conflitto tra Jerome e Textor e l'amore è qui inteso nel senso di possesso (e la fantasia della violenza al cimitero è emblematica di questo desiderio di possesso totale quasi a voler assorbire l'essenza della vittima) e quando, dieci anni dopo, Textor sperimenterà di nuovo questo impulso violento nei confronti di Isabelle ecco che la uccide conficcandole un coltello nell'addome (qui si potrebbe interpretare come un simbolo fallico che richiama la fantasia di dieci anni prima).
E' quasi tutto dialogato perché per l'autrice il dialogo è un genere a parte, a metà strada tra il romanzo e il teatro.
E' interessante l'aspetto psicologico e simbolico racchiuso in questo breve romanzo ma emotivamente coinvolgente.
 
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