Zola, Emile - Thérèse Raquin

Marzia

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Questo è un classico della letteratura naturalista francese della metà dell' 800

La storia (abbastanza scabrosa per quei tempi) parla di una donna, Teresa Raquin, allevata, dopo la morte dei genitori, da una merciaia , sua zia,che ha un figlio, Camillo.
I due ragazzi crescono come fratelli: mentre Teresa ha un carattere forte, seppur pacato, il giovane Camillo è quello che si potrebbe definire un "cocco di mamma", perennemente coccolato e controllato dalla madre.
I due raggiunti circa i vent'anni si sposano: Teresa non è contenta, lei, come la definisce l'autore, ha il carattere di una gitana, con un fuoco vitale dentro di lei che manca completamente nella figura del perennemente malaticcio Camillo.
Ma la vita di Teresa subisce una svolta, quando un giorno, il marito le presenta Lorenzo, un giovane ex pittore, amico d'infanzia di Camillo, per il quale la protagoniosta comincierà a provare da subito un certo trasporto.
Inutile dire che tra i due comincerà un relazione clandestina, nella quale Teresa si sentirà realizzata come donna, perchè finalmente amata da un uomo vero e non da un fantoccio privo di carattere come Camillo.
Ma Lorenzo e Teresa sono stanchi di vivere in clandestinità, vogliono essere liberi di amarsi e per ottenere questo devono liberarsi di Camillo e decidono di ucciderlo.
Ora i due hanno la possibilità di vivere la loro passione senza più ostacoli.....ma qualcosa non funziona: se la presenza di Camillo è stata cancellata con il suo omicidio, tra di loro si insinua il suo "spettro" nonchè il senso di colpa per il delitto commesso...

Zola ha uno stile fluido, descrive personaggi, luoghi, ma sopratutto stati d'animo con un incredibile realismo e questa storia di adulterio, tradimento e omicidio è estremamente avvincente ; per tutti quelli che non hanno letto questo libro, lo consiglio davvero.
 
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raskolnikoff

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Un libro che lessi molti anni fa in francese, come tutti i romanzi naturalisti francesi, impresse mi sono restate le decrizioni di odori,colori ed espressioni. del volto.
Una tragedia commista a senso di colpa,non impazzisco per l'eccesso di descrittivismo ma come Germinal o Nanà sono testi da leggere, è come entrare in un quadro impressionista denso di particolari...si respirano gli odori attraverso la tela
 
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angel_eyes

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La definizione che ho coniato per questo romanzo subito dopo aver letto l'ultima pagina è stata quella di un dramma dipinto a tinte fosche. Non so perchè ma l'ho sempre trovata perfetta per descrivere la storia di questa donna che per la sua personalità lascia un segno indelebile nell'immaginazione del lettore. Tutta la storia ha un pathos che cresce man mano che si procede nella lettura e che affascina.
A differenza di raskolnikoff che non ama molto il descrittivismo zoliano io invece lo amo molto proprio per le sue descrizioni reali della vita dell'epoca. Mi è rimasta impressa come se fosse oggi la sua descrizione dei mercati parigini descritta perfettamente nel Ventre di Parigi.
 
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libraia978

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L'ho letto al liceo ed è veramente un bel libro, bella scrittura, fluida e per nulla pesante, e le ambientazioni dell'epoca sono semplicemente splendide.
 

mame

The Fool on the Hill
L'ho letto di recente in francese e pensavo mi sarebbe piaciuto, perché in genere amo molto i classici di letteratura realista. Invece sono rimasta molto delusa. L'omicidio avviene intorno a pagina 100 e dopo di allora il libro diventa di una noia mortale: situazioni, sensazioni, comportamenti di una ripetitività sconcertante, senza che si viva realmente un crescendo nel senso di colpa dei due personaggi. La perdita del sonno è un concetto abbastanza scontato, dopo Lady Macbeth. Non sono riuscita ad amare nessuno di questi personaggi né il loro mondo. Se posso azzardare un commento, trovo che siano molto più belli i personaggi di Benito Perez Galdos nella letteratura spagnola o quelli di Verga in Italia.
 

darida

Well-known member
La definizione che ho coniato per questo romanzo subito dopo aver letto l'ultima pagina è stata quella di un dramma dipinto a tinte fosche. Non so perchè ma l'ho sempre trovata perfetta per descrivere la storia di questa donna che per la sua personalità lascia un segno indelebile nell'immaginazione del lettore. Tutta la storia ha un pathos che cresce man mano che si procede nella lettura e che affascina.
A differenza di raskolnikoff che non ama molto il descrittivismo zoliano io invece lo amo molto proprio per le sue descrizioni reali della vita dell'epoca. Mi è rimasta impressa come se fosse oggi la sua descrizione dei mercati parigini descritta perfettamente nel Ventre di Parigi.

Concordo, per le tinte fosche di Teresa Raquin e per le straordinarie,pulsanti descrizioni dei mercati nel Ventre di Parigi, due romanzi splendidi :D
 

Nerst

enjoy member
Questo romanzo è assolutamente da leggere.
Lo scrittore mette in luce quello che i due protagonisti cercano in tutti i modi di nascondere, la loro dannazione per un atto tragico compiuto nella speranza di realizzare il loro sogno d' amore. Ma il sogno si tramuta nel più fervido degli incubi in cui il lettore è immerso con uno stile descrittivo ottimo. La dannazione accompagna l 'animo dei protagonisti e i loro affetti più vicini, i quali si ritrovano incastrati nel piano dei due in modo impotente. Violenze e un pò di horror fanno da cornice ad una storia inverosimile, il cui epilogo è assai più tragico.
Lo consiglio vivamente.
 

ayla

+Dreamer+ Member
Zola ha un modo di scrivere particolare, direi quasi attraente, in mano alla sua penna, parole banali e incolori, se prese da sole, assumono una forza spaventosa, davanti alle descrizioni dei temperamenti dei diversi personaggi, davanti alla loro passione disperata e animalesca, davanti a scene macabre e malsane, come quella dell'obitorio, sembra di ricevere uno schiaffo in faccia. Zola non ci risparmia niente e lo fa con una scorrevolezza, con una semplicità, che mi ha lasciata stupita. Credevo di essere davanti a un libro pesante e "difficile", invece, tutt'altro.
Lettura piacevole, l'unica cosa che mi ha fatto storcere il naso è stata la ripetitività delle descrizioni, specie nella seconda parte, come ha rilevato Mame qua sopra.
A parte questo, il libro scivola giù come un bicchier d'acqua; leggerò sicuramente altro dell'autore!:D
 

Dorylis

Fantastic Member
Le descrizioni di Zola sono volutamente oppressive come lo scuro, lo sporco, la noia, l'angoscia, l'anonimità che pervadono l'intero romanzo, eppure sono così profonde, ti avviluppano in una spirale di sensi allertati.
Siamo dispersi in un ambiente non familiare come quello dei vicoli poveri di Parigi, ma Zola ci rende partecipi. Lessico sorprendentemente forbito ed elegante per una realtà ben misera, i rimorsi portano i due protagonisti a un senso di colpa circolare, la ripetizione dei rimorsi è frequente ma incisiva. Mi è piaciuto moltissimo, l'ho letto in un giorno solo. Non vi dico nulla della trama (molto semplice) ma vi dico che lo stile è tutto.
 

ayuthaya

Moderator
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Credo che non esista commento migliore a questo romanzo (il primo che leggo di Zola) della prefazione che l'autore stesso ha inserito in occasione della seconda edizione della sua opera. Sconvolto e amareggiato non tanto dal fatto che il romanzo avesse destato critiche, ma che non fosse proprio stato compreso rispetto a quelli che erano i suoi intenti, Zola si trova a costretto a esplicitare ciò che sperava risultasse palese dall'opera stessa:

"Il mio scopo è stato essenzialmente scientifico. Quando ho creato i miei due personaggi, Teresa e Lorenzo, ho voluto porre e risolvere determinati problemi: così ho cercato di spiegare lo strano connubio a cui da luogo l’incontro di due temperamenti diversi, e ho messo in rilievo i profondi turbamenti di una natura sanguigna a contatto con una natura nervosa. Si legga il romanzo con attenzione, e si vedrà che ogni capitolo è lo studio di uno strano caso di fisiologia. In una parola, non mi sono proposto che questo: dato un uomo vigoroso e una donna insoddisfatta, cercare in loro la bestia, non veder altro che la bestia, inserire entrambi in un dramma violento, e annotare scrupolosamente le sensazioni e gli atti di questi due esseri. In definitiva, ho fatto su due corpi vivi il lavoro di analisi che i chirurghi fanno sui cadaveri."

Pur non amando particolarmente il realismo in letteratura, non posso dire di non aver apprezzato questo libro e, a differenza di Mame, l'ho apprezzato soprattutto nella seconda parte, ovvero dall'omicidio di Camillo in poi. Vero che le descrizioni sono spesso ripetitive, ma non si può dire altrettanto delle reazioni dei due personaggi: dallo shock immediato che segue il delitto, alla soddisfazione per essere riusciti nell'intento, poi l'allontanamento fra i due amanti, il ritorno - che non ha nulla a che vedere con la passione, ma che sembra piuttosto l'inevitabile decorso di una malattia -, l'impossibilità (nonostante i ripetuti tentativi) di riaccendere un desiderio che in realtà non c'è mai stato (se non quello di soddisfare i propri egoismi) e infine il "rimorso" di Teresa (sono le pagine secondo me più belle, più dure) e il drammatico fatale epilogo.
Il "sangue" di lui, i "nervi" di lei: queste espressioni ricorrono spesso e smorzano qualsiasi tentativo di leggere nella relazione fra Lorenzo e Teresa una qualche forma di vero trasporto... è qui che secondo me Zola si mostra davvero rivoluzionario. Devo però ammettere che, se l'analisi dei caratteri dei due protagonisti domina incontrastata, i pochi personaggi che fanno da cornice alla storia sono fondamentali per completare il fosco quadro ritratto dall'autore: Zola sembra quasi volerci suggerire che, sì, Lorenzo e Teresa saranno pure degli esseri spregevoli e "privi di anima" (come lui stesso li ha definiti) ma in realtà l'egoismo governa tutte le relazioni umane e regna sovrano. Persino la Raquin, per la quale non si può alla fine non provare un po' di pietà (e questo nonostante le prime pagine non ce la rendano certo simpatica) non sfugge a questa crudele regola, che sembra non trovare alcuna eccezione.
 
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Ondine

Logopedista nei sogni
Questo è il primo romanzo che leggo di Emile Zola e mi ha affascinato moltissimo, sin dalla prefazione dove l'autore scrive: "In Teresa Raquin ho voluto studiare dei temperamenti, non dei caratteri. In questo risiede la ragione d'essere del libro".
In tutta l'intera e triste vicenda non c'è ombra di giudizio da parte dell'autore che considera i suoi personaggi creature fatte di sangue e nervi, i cui comportamenti sono la conseguente risposta a ciò che hanno vissuto nell'infanzia, tutto appare lucido, logico, anche nelle azioni più deplorevoli.
Non c'è vittima e non c'è carnefice, non c'è un punto di vista morale, tutti i personaggi dipinti appaiono egoisti, alla ricerca del proprio piacere che, a seconda del momento, cambia il proprio oggetto; perfino il rimorso non è una conseguenza di un viaggio nella propria coscienza ma è un bisogno per poter continuare a sentirsi vivi.
Ciò che mi ha profondamente colpito di questa lettura è stato il continuo bisogno da parte dei due protagonisti di sfuggire alla noia di vivere, si prefissano uno scopo e quando lo raggiungono si accorgono della profonda insoddisfazione che ancora li animano, l'autore è molto bravo nel descrivere minuziosamente gli sguardi di Teresa e Lorenzo, due persone dominate dai sensi, in questo senso "sensibili", insofferenti alle regole sociali, c'è in loro un'inquietudine che non trova appagamento.
Il sobborgo di Parigi fa da cornice, col suo aspetto gotico, alle sensazioni dapprima di Teresa e poi di Lorenzo, quasi come se l'ambiente circostante condizionasse l'animo dei personaggi che appaiono come due spugne che assorbono continuamente i colori, gli odori, i suoni del luogo dove vivono senza avere la capacità, la forza di reagire, rimanendo in balia degli eventi e di se stessi.
E' un romanzo sconvolgente, che mette a nudo le debolezze umane senza pietà, con una razionalità spietata.
Il ritmo della scrittura l'ho trovato appassionante e coinvolgente, non c'è una descrizione superflua, tutto è sapientemente collegato e motivato.

Voto 5.
 

estersable88

dreamer member
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Da tempo voglio leggere Zola e penso che comincerò da questo romanzo. Ho, però, bisogno di un consiglio sull'edizione: posso scegliere tra tre, una della Bur con traduzione di Ettore Tombolini (1949); una della Newton Compton del 95 con traduzione di Maurizio Grasso ed introduzione di Lunetta; una terza di cui non conosco CE o traduttore, ma so che si apre con una prefazione alla seconda edizione scritta da Zola. Quale scegliere?
 

Ondine

Logopedista nei sogni
una terza di cui non conosco CE o traduttore, ma so che si apre con una prefazione alla seconda edizione scritta da Zola. Quale scegliere?
Potrebbe essere l'edizione che ho io che è della Garzanti:
I edizione gennaio 1985
XXI edizione settembre 2017
con prefazione alla seconda edizione scritta da Zola, introduzione di Lanfranco Binni e prefazione e traduzione di Enrico Groppali.
Ti consiglio quindi questa, buona lettura!
 

Spilla

Well-known member
@estersable: evita la Newton Compton, sempre ecomunque, a meno che si tratti di scrittori italiani che non hanno bisogno di traduzione!
Rischi di rovinare il tuo approccio con un Grande:OO
PHP:
 

estersable88

dreamer member
Membro dello Staff
Il delitto come soluzione definitiva e l'analisi psicologica delle sue conseguenze in chi l'ha commesso è il centro di questo romanzo, il primo che leggo di Zola. Cosa troviamo in queste pagine? Troviamo molte cose… Per esempio conosciamo una giovane donna francese, Teresa, che sin da piccola ha dovuto convivere con il cugino Camillo, perennemente malaticcio e coccolato da una madre iperprotettiva. Per anni e anni questa giovane donna ha represso la sua personalità scalpitante, viva ed energica soffocandosi in un rapporto morboso di amore fraterno che l'ha intrappolata diventando un matrimonio. Teresa non ha mai conosciuto altri uomini, perciò quando vede Lorenzo, amico del marito-cugino e così diverso da lui, se ne innamora all'istante rimanendo travolta e schiacciata dal desiderio. L'unica soluzione che viene in mente ai due per poter soccombere liberamente alla passione è liberarsi di Camillo… uccidendolo. Ma ciò che accadrà dopo sarà ben diverso dalle loro aspettative. Con lucidità, perizia e finanche spregiudicatezza, Zola compie un'analisi accuratissima di come i due amanti siano giunti al delitto e di ciò che diventerà la loro vita successivamente, imbastendo un romanzo assolutamente realistico e realista, a metà tra un noir e un esempio da manuale di psicologia. Questo romanzo è tutto fuor che dimenticabile. Consigliato solo se ci si sente nella disposizione d'animo giusta per leggere un'opera tutt'altro che leggera, ma comunque molto impattante e significativa.
 
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