Nelson, Jessie - Mi chiamo Sam

skitty

Cat Member
Mi chiamo Sam è un film di Jessie Nelson del 2001, interpretato da Sean Penn e Michelle Pfeiffer.

Trama (da Wikipedia)
Sam Dawson, un uomo sulla quarantina costretto a crescere sua figlia da solo poiché la mamma della bambina li ha abbandonati, soffre di un lieve ritardo mentale che non gli permette di essere alla pari con le altre persone. Le abilità del suo cervello sono quelle di un bambino di sette anni. Nonostante ciò la loro vita è normale, fatta di un affetto sincero e di un'intesa tra padre e figlia che è fuori dal comune. Sam è aiutato in questo dai suoi amici e colleghi finché una sera non viene portato in caserma per quello che viene scambiato come un tentativo di adescamento di una squillo. Successivamente, durante la festa a sorpresa per il settimo compleanno della bambina gli assistenti sociali la portano via, anche per effetto di un episodio di cattiveria di un bambino invitato alla festa. Così Sam è costretto a cominciare una battaglia legale per l'affidamento. Dopo numerose pressioni, riesce a convincere Rita Harrison a diventare il suo avvocato, e questa storia si trasforma. Sam cambia, e fa cambiare la spregiudicata professionista, tirando fuori la sua sensibilità e la sua dignità. Epilogo commovente e profondamente dignitoso ma che, specie per le reazioni sociali, esprime una speranza piuttosto che una realtà.

Commento
Magari il tema è qualcosa di già visto, ed è sviluppato in modo sentimentale, facendo sembrare questo film il tipico strappa-lacrime... Nonostante io sia stata consapevole di questo dall'inizio alla fine, non ho potuto fare a meno comunque di commuovermi enormemente per le difficoltà e l'impegno di questo uomo particolare, secondo me interpretato meravigliosamente da Sean Penn.
Viene trattato un argomento molto, molto delicato quale è l'affidamento dei figli a genitori disabili. Ma non solo. Allo stesso tempo vengono evidenziate le problematiche dei rapporti tra genitori e bambini, in ogni contesto, anche nelle situazioni cosiddette “normali”.
L'importanza della comunicazione delle emozioni e dei sentimenti, è davvero cruciale... non si tratta solo di comunicarli a chi si ama, ma a questo punto si è obbligati a trovare un modo per comunicarli alla società, ai giudici, che purtroppo hanno la propria concezione di normalità e di famiglia.
Ecco, la cosa angosciante di questo film è proprio questo continuo dover dimostrare e dover comunicare la propria validità al mondo.
Dolcissima la bimba, bello il finale! Voto: 4.
 
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