Disattenzione linguistica o intolleranza?

asiul

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Premessa: sì ho aperto questo thread per una frase letta in questo Forum così tolgo il (non) dubbio, ma non è rivolta alla persona che l’ha scritta e della quale conosco le idee in merito per nulla in linea con chi sto per criticare. Da qualche tempo volevo parlare di questo “vizio” e me ne sono ricordata.

Spesso mi capita di sentire e leggere frasi offensive o comunque di derisione dove si menzionano, forme di disabilità, modi d’essere e quant’altro.
Di solito entro a piedi uniti su certe affermazioni ché francamente mi fanno molto incazz...
Per me questo denota una mancanza di attenzione, nella migliore delle ipotesi, ed una grave ignoranza (per essere gentile), nell’altro caso.
Una delle frasi che ho maggiormente sentito è “handicappato”, mi da fastidio anche scriverla, per offendere qualcuno quando ad esempio giuda a velocità moderata o non sa parcheggiare e più in generale chi non riesce a svolgere un’azione, secondo alcune menti eccelse, semplice.
La cosa più grave è quando ad usare questi termini sono i mezzi d’informazione, ma ormai ci stiamo (io no) abituando a tutto(?).
Mi domando se sia possibile aspettarsi da chi ha maggior cultura (mia mamma direbbe “ha studiato”), un minimo di educazione e rispetto per gli altri che fanno, loro malgrado, della disabilità il loro modo di essere.

Sono troppo esagerata forse e quando qualcuno mi dice “quello è un cerebroleso” io lo correggo dicendogli che sta offendendo chi è affetto da questo tipo di disabilità.
Non è solo la disabilità, ovvio, quella presa ad esempio, potrei citarvi altri esempi, ma questo è, a pare mio, il più clamoroso.

Cos’è che vuole asiul? Assolutamente niente. Forse soltanto condividere con voi un mio fastidio e perché no chiedervi se si stiamo viaggiando verso una società priva di scrupoli linguistici.

Se l’uso di questo linguaggio secondo voi nasconda, consapevolmente o meno, una indifferenza e/o mancanza di rispetto per il “diverso” ? Che non è soltanto quello usato per offendere, ma anche l’oggetto dell’offesa (l’automobilista, l’alunno che non riesce a svolgere un esercizio, etc...). C’è un’ intolleranza di fondo verso coloro che son diversi da noi/voi?

V’è un’assenza di solidarietà?Cosa?

Quando rivolgo ad un uomo questo tipo d’offesa il processo che faccio è quello di non tollerare la sua diversità usando un’altra diversità. Come se l’essere meno “capaci” fosse una patologia insopportabile (?).
 
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ulysse

New member
L'uso......

....di terminologia "offensiva" o rivolta in maniera scherzosa usando parole di chi patisce degli handicap è entrata nel linguaggio comune. Lo hai detto anche tu che i mass media abusano, quindi non credo sia offensivo - nell'accezione piena del termine - per chi è portatore di handicap l'uso di queste parole verso altri o mentre si dialoga. Quello che sottolinei tu è forse il buon gusto ed una certa educazione, che dovrebbe impedire l'uso di questa terminologia. Però a questo punto nasce un altro problema. Imponi una educazione? Detti le condizioni per l'uso civile di parole? Non penso che ci sia qualcuno disposto a sostenerti, se non altro perché alimenterebbe un vecchio e abusato spesso "richiamo" a qualche forma di imposizione. Ti sembrerà assurdo o fuori luogo ciò che stò dicendo, ma se ci pensi oggi è così. Di ogni cosa, anche siano parole, ciò che più conta è come si usano. Se ti rivolgi ad un portatore di handicap con il termine patologico, non fai altro che dire la verità, usare un termine "politically correct" invece, secondo me è molto ipocrita. Primo perché si crea un esercito di finti portatori di handicap - cosa che accade purtroppo e senza trovare una logica soluzione a questi parassiti - e secondo perchè si cerca di fuggire dal problema ben più grave del loro riconoscimento nella società. Possiamo scandalizzarci quanto vuoi sull'uso dei termini - io per primo ne faccio uso improprio e ti chiedo scusa se ho urtato la tua e quella di tua madre sensibilità - ma perché non farlo quando teniamo ai margini della società queste persone anche solo per farle salire sul autobus? O quando devono svolgere mansioni "normali"?
Ti parlo per esperienza diretta.
 

malafi

Well-known member
Sono d'accordo solo in parte.

Sono d'accordo sul fatto che se ne abusi e che la cosa sia fastidiosa. Il fastidio diventa insofferenza se questi termini vengono utilizzati dagli organi d'informazione. Per due motivi:
1. perchè tra scritto e parlato c'è un abisso; nel parlato possono scappare dette cose che, nella calma che contraddistingue lo scritto, non possono essere accettate (i post di un forum sono, e me ne rammarico, più vicini al parlato che allo scritto)
2. perchè gli organi di informazione dovrebbero (devono ....) essere un baluardo della lingua e del politically correct e dunque sono doppiamente colpevoli.

Non sono d'accordo sul fatto che questo denoti una sorta di intolleranza/assenza di solidarietà. Credo sia solo un modo un po' sbrigativo (ed inelegante però) di rendere un concetto in modo efficace.
Sbrigativo e superficiale, come tante cose che facciamo.
 

ila78

Well-known member
Hai sicuramente ragione, Asiul, e leggendo il tuo post mi sono sentita "in colpa" anch'io, anche a me "scappa" l'insulto di questo tipo quando, ad esempio, ho fretta e trovo quello davanti a me in macchina a 20 all'ora, però non lo faccio consapevolmente pensando di offendere chi quella disabilità ce l'ha davvero, so che non è una giustificazione, però è come la parolaccia, scappa, forse perchè come dici tu, siamo troppo abituati a sentirlo e a passarci sopra con troppa leggerezza.
Io comunque penso che al di là delle parole sia molto più offensivo e cafone chi queste persone non le rispetta con i fatti: vogliamo parlare di chi parcheggia volutamente nel posteggio dei disabili solo perchè è più vicino all'entrata dell'ipermercato? O di quelle strutture pubbliche che ancora nel 2011 si ostinano a tenere rampe e rampe di scale ripidissime senza possibilità di accesso per i disabili? Il rispetto si dimostra anche con i fatti.
 

asiul

New member
....di terminologia "offensiva" o rivolta in maniera scherzosa usando parole di chi patisce degli handicap è entrata nel linguaggio comune.

Maniera scherzosa? Cosa c'è di divertente nel dirti che ad esempio sei un individuo privo di una qualsiasi facoltà mentale.
Spiegami bene, dovrebbe essere consolatorio o giustificarne l'uso?

.... Lo hai detto anche tu che i mass media abusano, quindi non credo sia offensivo - nell'accezione piena del termine - per chi è portatore di handicap l'uso di queste parole verso altri o mentre si dialoga. Quello che sottolinei tu è forse il buon gusto ed una certa educazione, che dovrebbe impedire l'uso di questa terminologia. Però a questo punto nasce un altro problema. Imponi una educazione? Detti le condizioni per l'uso civile di parole? Non penso che ci sia qualcuno disposto a sostenerti, se non altro perché alimenterebbe un vecchio e abusato spesso "richiamo" a qualche forma di imposizione.

Non detto regole perché non ne ho facoltà e mi limito a rispettare quelle vigenti. Cercare sostenitori? Non lo faccio mai nemmeno quando mi diverto con le parole.Non ho bisogno di compari per pensare o dire ciò che penso. Manifestavo soltanto un fastidio per chi non si cura dei disagi altrui, sottolineandoli come difetti. Non impongo alcuna educazione. Se potessi vi sottoporrei tutti ad una severissima dittatura dove io sarei l'unica con poteri decisionali, ma non è possibile, almeno per il momento...tant'è! :mrgreen:

....Ti sembrerà assurdo o fuori luogo ciò che stò dicendo, ma se ci pensi oggi è così. Di ogni cosa, anche siano parole, ciò che più conta è come si usano. Se ti rivolgi ad un portatore di handicap con il termine patologico, non fai altro che dire la verità, usare un termine "politically correct" invece, secondo me è molto ipocrita.

Celine usava la parola storpio sostenendo che ognuno è ciò che è e non v'è altro modo per descrivere la realtà se non la realtà stessa. Io la penso come lui. Quindi se una persona è idiota io lo definisco con questo o con dei sinonimi, non mi servo della disabilità o di altro per definirlo. Ma è un mio modo di pensare e di agire, non pretendo che altri facciano lo stesso. Esercito soltanto il mio diritto di dirgli che è un...ehm... incivile.


Primo perché si crea un esercito di finti portatori di handicap - cosa che accade purtroppo e senza trovare una logica soluzione a questi parassiti - e secondo perchè si cerca di fuggire dal problema ben più grave del loro riconoscimento nella società.

Questo tuo ragionamento non l'ho capito.Cosa c'entrano i falsi invalidi con l'uso di alcuni termini per offendere altri individui.
Non credo che per prendere il certificato di invalidità civile basti dirgli che lo è.Ci sono probabilmente una corruzione ed uno scambio di favori e/o denaro tra impiegati degli enti e cittadino.

....Possiamo scandalizzarci quanto vuoi sull'uso dei termini - io per primo ne faccio uso improprio e ti chiedo scusa se ho urtato la tua e quella di tua madre sensibilità - ma perché non farlo quando teniamo ai margini della società queste persone anche solo per farle salire sul autobus? O quando devono svolgere mansioni "normali"?
Ti parlo per esperienza diretta.

Non devi scusarti con me perché non stai offendendo me né mia madre a meno che tu non stia insinuando altro. :mrgreen:

La pratica di dire ci scandalizziamo di questo quando c'è quest'altro è solo dialettica spiccia. Allora non lamentiamoci di nulla perché c'è sempre qualcosa di peggio.
Io sto parlando di questo, non tengo nessuno ai margini della società e non mi identifico negli individui che lo fanno. Per me tu e una persona disabile siete uguali perché individui entrambi e diversi perché con caratteristiche differenti, ma con gli stessi diritti e doveri.
 

asiul

New member
Sono d'accordo solo in parte.

Sono d'accordo sul fatto che se ne abusi e che la cosa sia fastidiosa. Il fastidio diventa insofferenza se questi termini vengono utilizzati dagli organi d'informazione. Per due motivi:
1. perchè tra scritto e parlato c'è un abisso; nel parlato possono scappare dette cose che, nella calma che contraddistingue lo scritto, non possono essere accettate (i post di un forum sono, e me ne rammarico, più vicini al parlato che allo scritto)
2. perchè gli organi di informazione dovrebbero (devono ....) essere un baluardo della lingua e del politically correct e dunque sono doppiamente colpevoli.

Non sono d'accordo sul fatto che questo denoti una sorta di intolleranza/assenza di solidarietà. Credo sia solo un modo un po' sbrigativo (ed inelegante però) di rendere un concetto in modo efficace.
Sbrigativo e superficiale, come tante cose che facciamo.

Concordo, ma le mie erano domande,dubbi, non affermazioni.
Aggiungo al tuo discorso che le parole possono scappare, ma quando scappano sempre vuol dire che sono entrate nel linguaggio di chi le pronuncia. In questo caso si pensa ciò che si dice o comunque non si pensa a ciò che si sta dicendo.
In entrambi i casi c'è superficialità d'espressione e di pensiero.

Diceva bene nanni moretti nel suo film Palombella Rossa: "Chi parla male, pensa male e vive male. Bisogna trovare le parole giuste: le parole sono importanti! "
 

asiul

New member
Hai sicuramente ragione, Asiul, e leggendo il tuo post mi sono sentita "in colpa" anch'io, anche a me "scappa" l'insulto di questo tipo quando, ad esempio, ho fretta e trovo quello davanti a me in macchina a 20 all'ora, però non lo faccio consapevolmente pensando di offendere chi quella disabilità ce l'ha davvero, so che non è una giustificazione, però è come la parolaccia, scappa, forse perchè come dici tu, siamo troppo abituati a sentirlo e a passarci sopra con troppa leggerezza.

Un momento... io non voglio accusare nessuno né sto cercando di fare del moralismo per ottenere delle scuse.
Mi riferisco a chi è consapevole e pensa coscientemente di offendere l'altro.
Ne riflettevo con voi.:)


Io comunque penso che al di là delle parole sia molto più offensivo e cafone chi queste persone non le rispetta con i fatti: vogliamo parlare di chi parcheggia volutamente nel posteggio dei disabili solo perchè è più vicino all'entrata dell'ipermercato? O di quelle strutture pubbliche che ancora nel 2011 si ostinano a tenere rampe e rampe di scale ripidissime senza possibilità di accesso per i disabili? Il rispetto si dimostra anche con i fatti.

C'è un livello per tutto, per le parole e per il resto. I primi non mi piacciono.I secondi li punirei severamente. Con sequestro del mezzo per due anni e multa superiore ai 5000€.
Gli farei fare servizio civile non retribuito presso un centro di ricovero infantile dove curano le malattie del sistema neurologico

Lo ripeto.Io sto facendo un discorso diverso. Ridurre o risolvere il tutto con un semplice è più importante questo che quello, serve poco.
Noi educhiamo i nostri figli prima di tutto con il linguaggio che insegniamo loro. Se pensi male agirai male.
 

skitty

Cat Member
Una discussione molto interessante Lu!
Penso che sia una idea buona e soprattutto costruttiva mettersi a riflettere su alcune nostre consuetudini... penso di aver colto l'intenzione di questo post, che non è criticare o voler imporre, ma proprio invitare a pensare un attimino alle nostre azioni, e comprenderle meglio e magari migliorarle.
Trovo questa cosa positiva in generale, e anche nel particolare caso del linguaggio.
Credo che nella maggior parte dei casi di impiego dei vocaboli citati, essi vengano utilizzati come offese, probabilmente senza un reale intento discriminatorio, ma proprio perché "siamo abituati così". Appurato che non vi è cattiveria particolare, né desiderio di emarginare od offendere le persone diverse, o altro, direi che la mia opinione consta di due pensieri:
* innanzitutto, non che io giustifichi maggiormente l'utilizzo dei detti epiteti nel parlato più che nello scritto, ma ritengo che una buona partenza sarebbe eliminare tali modi di dire dai testi scritti (magari anche i nostri), e soprattutto dalle fonti di informazione, scritte ma anche televisive. L'abitudine a sentire le cose, ci porta inevitabilmente a ripeterle nella quotidianità... E questo vale per gli adulti, e a maggior ragione per i più piccoli, che ovviamente imparano usi ed abitudini da ciò che vedono.

* seconda cosa, penso che ci sia sempre spazio per migliorarsi, soprattutto su cose che alla fine non ci costano davvero nulla, ma allo stesso tempo vanno a formare non solo il nostro modo di fare, ma quello della società, che è formata da tutti noi.

Quindi, pur non sentendomi allarmata per questa discriminazione, che forse tale non è ma solo uso e abuso di un linguaggio, direi che vale la pena riflettere su questo abuso, e ridimensionarlo, utilizzando correttamente le parole. :)
 

ila78

Well-known member
Mi riferisco a chi è consapevole e pensa coscientemente di offendere l'altro.
Ne riflettevo con voi.:)

Hai ragione, chi parla e agisce consapevole di offendere l'altro è un cafone, maleducato e se, come hai scritto, lo fai notare più o meno pesantemente fai benissimo


Lo ripeto.Io sto facendo un discorso diverso. Ridurre o risolvere il tutto con un semplice è più importante questo che quello, serve poco.
Noi educhiamo i nostri figli prima di tutto con il linguaggio che insegniamo loro. Se pensi male agirai male.[/QUOTE]

Io non intendevo minimizzare, intendevo che ci sono vari tipi di mancanza di rispetto e che è inutile fare i "perbenisti" a parole (in generale NON mi riferisco a te) se la società in cui viviamo queste persone nel migliore dei casi le considera di serie b. I nostri figli li educhiamo principalmente con l'esempio che diamo loro quindi penso che sarebbe meglio iniziare, come dici giustamente tu, a trattarli come persone "normali" con gli stessi diritti dei "normali" nella vita pratica di tutti i giorni e poi imparare a moderare le parole e a tenere a freno la lingua.
 

asiul

New member
Una discussione molto interessante Lu!
Penso che sia una idea buona e soprattutto costruttiva mettersi a riflettere su alcune nostre consuetudini... penso di aver colto l'intenzione di questo post, che non è criticare o voler imporre, ma proprio invitare a pensare un attimino alle nostre azioni, e comprenderle meglio e magari migliorarle.
Trovo questa cosa positiva in generale, e anche nel particolare caso del linguaggio.
Credo che nella maggior parte dei casi di impiego dei vocaboli citati, essi vengano utilizzati come offese, probabilmente senza un reale intento discriminatorio, ma proprio perché "siamo abituati così". Appurato che non vi è cattiveria particolare, né desiderio di emarginare od offendere le persone diverse, o altro, direi che la mia opinione consta di due pensieri:
* innanzitutto, non che io giustifichi maggiormente l'utilizzo dei detti epiteti nel parlato più che nello scritto, ma ritengo che una buona partenza sarebbe eliminare tali modi di dire dai testi scritti (magari anche i nostri), e soprattutto dalle fonti di informazione, scritte ma anche televisive. L'abitudine a sentire le cose, ci porta inevitabilmente a ripeterle nella quotidianità... E questo vale per gli adulti, e a maggior ragione per i più piccoli, che ovviamente imparano usi ed abitudini da ciò che vedono.

* seconda cosa, penso che ci sia sempre spazio per migliorarsi, soprattutto su cose che alla fine non ci costano davvero nulla, ma allo stesso tempo vanno a formare non solo il nostro modo di fare, ma quello della società, che è formata da tutti noi.

Quindi, pur non sentendomi allarmata per questa discriminazione, che forse tale non è ma solo uso e abuso di un linguaggio, direi che vale la pena riflettere su questo abuso, e ridimensionarlo, utilizzando correttamente le parole. :)


Grazie Skitty è questo l'intento del thread.l'hai colto perfettamente. :)
 
M

maredentro78

Guest
La discussione è molto ampia,e avendo lavorato con disabili,sono molto molto sensibile alla discussione.Le parole sono importanti e lo sono per loro anche,c'è una vecchia stupida definizione che parla di "sordo muti",i sordi non sono muti, è aggiungere una limitazione che non hanno,semmai il problema sta nel capire se sono stati formati per la lingua parlata,ma emettono suoni,accipicchia se li emettono(i miei mi urlavano che metà bastava!),questo è solo un esempio.Ci sono diverse e innumerevoli tipologie di disabilità e certo un'attenzione più grande ci vorrebbe a partire dai media fino al cittadino comune.Anche quello dovrebbe far parte della formazione e dell'educazione magari un pò di sana sensibilizzazione nelle scuole.Il rispetto credo che sia una forma che questa società sta perdendo,e ancor di più per le persone con disabilità che per tutti rappresentano un freno allo sviluppo.Il problema alla radice è sempre l'educazione.
 

(Neige)

New member
Io non mi pongo il problema. Per via della vita segregata che faccio ultimamente, non conosco nessuno che possa servirsi di tali vocaboli. Certo che quando stavo all'ospedale, mi faceva sempre senso prendere l'elevatore per i disabili, sì, è stata una parola spaventosa persino scritta così. Non oso immaginare le conseguenze degli appellativi più forti come "handicappato", nonostante l'etimologia molto ma molto innocua.
 

ulysse

New member
Asiul

Avevo scritto un capitolo della bibbia per risponderti, ma mi ha sbattuto fuori. Volevo chiarire il concetto di "scherzo". Ma più provo più mi esclude. Mi dispiace non risponderti......
 

asiul

New member
Avevo scritto un capitolo della bibbia per risponderti, ma mi ha sbattuto fuori. Volevo chiarire il concetto di "scherzo". Ma più provo più mi esclude. Mi dispiace non risponderti......

Ti ha sbattuto fuori chi? Scrivi il numero del capitolo, a casa ho una Bibbia e lo leggerò.

Forse il post è troppo lungo e dovresti dividere il messaggio in più parti.
 
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