Vargas Llosa, Mario - La zia Julia e lo scribacchino

fernycip

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Un romanzo, in parte autobiografico, che si legge col sorriso sulle labbra. L'autore racconta la storia di Mario, che si innamora e poi (spoiler) sposa la zia (fine spoiler), e dei romanzi radiofonici del bizzarro Pedro Camacho. L'avete letto? Che ne pensate?
 
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elesupertramp

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Oh che libro delizioso!
l'intreccio tra le vicende personali e le radionovelas peruviane rende questo romanzo geniale e irresistibile.
 
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Grantenca

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la zia Julia e lo scribacchino

Un romanzo, in parte autobiografico, che si legge col sorriso sulle labbra. L'autore racconta la storia di Mario, che si innamora e poi sposa la zia, e dei romanzi radiofonici del bizzarro Pedro Camacho. L'avete letto? Che ne pensate?

Anch'io lo ritengo un bellissimo libro, tra i migliori che ho letto di questo grande autore cui è stato conferito (legittimamente) il premio Nobel per letteratura.
Un libro costruito in modo originale che ti coinvolge dalla prima all'ultima pagina. Veramente un grande autore.
 

velvet

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Libro piacevole e originale, diviso tra le vicende di Marito e le radionovelas di Pedro Camacho, entrambe bizzarre e spassose. Consigliato.
 

alessandra

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Un romanzo, in parte autobiografico, che si legge col sorriso sulle labbra. L'autore racconta la storia di Mario, che si innamora e poi (spoiler) sposa la zia (fine spoiler), e dei romanzi radiofonici del bizzarro Pedro Camacho. L'avete letto? Che ne pensate?

Io lo so che non devo andare a leggere le recensioni dei libri che sto leggendo :W:W

Ho messo lo spoiler in bianco (anche se così quasi si vede di più :mrgreen:)

Quando scriviamo anticipazioni sulla trama ricordiamoci sempre di segnalare in qualche modo che si tratta di spoiler...lo dico anche a me stessa...

Scusate l'OT
 

alessandra

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Vargas Llosa sa scrivere (anche se non lo trovo ai livelli di altri scrittori sudamericani, come Marquez o Amado, nel senso che lo trovo meno incisivo); questo romanzo è estremamente brillante e caratterizzato da grande forza narrativa. Con brio e un accurato - e colorito - uso delle parole, lo scrittore ci catapulta nel mondo vivace e scoppiettante dei suoi personaggi, facendoci trascorrere ore di vero piacere e divertimento. Vi è fantasia nella costruzione, un'inusuale spensieratezza e un paradossale realismo anche nel narrare le vicende più assurde, sebbene debba confessare che io - cretina - ho provato una punta di amarezza alla fine perché mi aspettavo qualcosa che pensavo ci fosse e non c'è stato, ma non vi posso dire che cosa :mrgreen:
Certamente antidepressivo :)
P. S. Dopo averlo letto, mi rendo conto che lo spoiler iniziale non era poi così grave :)
 

Meri

Viôt di viodi
Ho faticato a leggerlo, non mi prendeva. Mi è piaciuta la storia di Mario un po' meno i racconti.
 

ayuthaya

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Concordo nel definire questo romanzo delizioso: era proprio quello che mi ci voleva, dopo il meraviglioso ma impegnativo "viaggio" in compagnia di Musil e in vista di quello (ora in corso) con il non più facile Faulkner... L'atmosfera latina - calda, frizzante, coinvolgente - colpisce sempre il bersaglio, quando a scrivere è uno che sa scrivere.

Ma... non so. C'è una ragione per cui mi sono apprestata a scrivere questo commento sapendo che sarà breve, che non mi porterà via più di tanto, che lo posterò subito senza averlo riletto prima cento volte... Sì, mio rendo conto: a voi sembra un'equivalenza sciocca, ma se è un libro mi entra davvero dentro, non riesco a liquidarlo in due parole. E questo romanzo... è divertente, piacevole, intrigante, però quel "qualcosa" (tipo la famosa scintilla che ti fa innamorare di qualcuno o di qualcosa, quella che o c'è o non c'è...) gli è mancato. Colpa del "genere" leggero, da intrattenimento? Sì e no, visto che ci sono romanzi di scrittori latinoamericani (il grande Marquez, ma anche Amado, per esempio) che mi hanno trascinato di più.
In realtà credo che l'unica vera pecca di questo libro sia di non mantenere quello che sembra promettere: la tensione cresce con l'avanzare delle due storie parallele, quella (parzialmente autobiografica) di Mario e quella di Pedro Camacho, o per meglio dire dei personaggi scaturiti dalla sua penna... Ed ecco: quando la cosa si fa interessante, quando iniziamo a chiederci cosa è successo, dove andremo a parare, quale potrà essere l'esito di questa gran "confusione" che tanto eleva (secondo me) l'attenzione del lettore... stop. INIZIO SPOILER Tutto viene giustificato con la pazzia o, per meglio dire, l'esaurimento nervoso del povero scribacchino... la cui fine, come ci viene svelata nell'ultimissimo capitolo, nella sua "mediocrità" è certamente voluta, però forse un po' cattiva e, a mio avviso, gratuita. Poco spazio insomma (di pagine e di importanza), alla fine di questo personaggio che tanto degnamente ha troneggiato per più di metà romanzo, a scapito della vicenda amorosa che sempre più prende il sopravvento, soffocando tutto il resto. FINE SPOILER
Insomma, diciamo che le mie aspettative si sono accresciute con il procedere della storia e poi sono rimaste leggermente insoddisfatte, ragion per cui un intreccio che - per le sue potenzialità - poteva andare oltre la "piacevole lettura", poteva giungere a dire qualcosa di più profondo, o svelare qualcosa di inatteso, si accontenta di dare vita a quello che comunque resta un romanzo delizioso e ben scritto.
 

alessandra

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la tensione cresce con l'avanzare delle due storie parallele, quella (parzialmente autobiografica) di Mario e quella di Pedro Camacho, o per meglio dire dei personaggi scaturiti dalla sua penna... Ed ecco: quando la cosa si fa interessante, quando iniziamo a chiederci cosa è successo, dove andremo a parare, quale potrà essere l'esito di questa gran "confusione" che tanto eleva (secondo me) l'attenzione del lettore... stop. .

E' esattamente ciò che volevo dire quando ho scritto questo: "ho provato una punta di amarezza alla fine perché mi aspettavo qualcosa che pensavo ci fosse e non c'è stato, ma non vi posso dire che cosa". Però io mi ero fatta proprio il mio film nella mente...INIZIO SPOILER Quello che speravo è che, con un colpo di genio, l'autore trovasse un modo brillante di trovare un legame tra la storia "vera" di Mario e del suo matrimonio e quelle inventate da Pedro Camacho, un legame con cui tutti i pezzi combaciassero e tornassero a posto..anche se ovviamente non ho idea di come questo potesse avvenire​FINE SPOILER

 

ayuthaya

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@Ale: mi ero dimenticata di risponderti! sì, in effetti mi aspettavo anch'io qualcosa del genere, qualcosa da "realismo magico" o giù di lì... In ogni caso resta secondo me una bella occasione un po' sprecata... peccato! vedremo se con altri romanzi riuscirà a sorprendermi!
 

alessandra

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@Ale: mi ero dimenticata di risponderti! sì, in effetti mi aspettavo anch'io qualcosa del genere, qualcosa da "realismo magico" o giù di lì... In ogni caso resta secondo me una bella occasione un po' sprecata... peccato! vedremo se con altri romanzi riuscirà a sorprendermi!

No, per me addirittura sprecata no, dai!!! :) Il libro è comunque bello, in effetti quello che io desideravo sarebbe stato molto difficile da raggiungere :mrgreen: Però confesso che fino all'ultimo ci ho un po' sperato.
 

Grantenca

Well-known member
@Ale: mi ero dimenticata di risponderti! sì, in effetti mi aspettavo anch'io qualcosa del genere, qualcosa da "realismo magico" o giù di lì... In ogni caso resta secondo me una bella occasione un po' sprecata... peccato! vedremo se con altri romanzi riuscirà a sorprendermi!

Ma, sarà forse perché ammiro molto questo scrittore, il finale del libro, per quanto mi abbia inevitabilmente sorpreso, non mi ha lasciato quel senso di "incompiuto", ma l'ho interpretato come una caratterizzazione, un po' onirica, del personaggio "Camacho".
Mi auguro che in futuro qualcuno possa leggere, dello stesso autore, "La festa del caprone", per sentire qualche impressione sul testo.
 

estersable88

dreamer member
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Avevo letto, anni fa, "Avventure della ragazza cattiva" di Mario Vargas Llosa e non mi era piaciuto, o meglio mi aveva lasciata alquanto indifferente… ricordo di averlo trovato troppo estremo per certi versi, inverosimile, troppo europeo. Per fortuna ho deciso di dare un'altra possibilità a quest'autore: mi sarei persa un libro delizioso! Di tutt'altro tenore rispetto al libro sopracitato, "La zia Julia e lo scribacchino" è un libro bellissimo, divertente, tenero, ironico, un po' pazzo di quella pazzia allegra, capace di burle epiche, feste improvvisate e travolgenti e grandi melodrammi per nonnulla. Quella gioviale follia che, quando la trovi nelle pagine di un libro, esclami: "Ok! Senza dubbio siamo in America Latina!". Ed infatti siamo a Lima, tra il 1953 e il 1954. Mario ha diciott'anni, studia svogliatamente legge, lavora come direttore del notiziario in una radio e sogna di diventare, un giorno, uno scrittore. Due sono le storie che, parallelamente, ci racconta in prima persona in queste pagine: una è la storia d'amore folle e totale per la boliviana Julia, una zia acquisita da poco giunta in città per trovare marito, divorziata e con quattordici anni più di lui; l'altra, all'apparenza più ordinaria ma in realtà ben più surreale, è la vicenda di Pedro Camacho, boliviano pure lui, uomo di non molta erudizione ma di grande ingegno, scrittore indefesso e prolifico di romanzi radiofonici di grande successo. Due vicende che, in questo libro così singolare, si sviluppano in parallelo: nei capitoli dispari procede il racconto di Mario e Julia, in quelli pari ci sono proprio i racconti di Pedro Camacho, con il capitolo conclusivo, il ventesimo, in cui si riannodano i fili di una storia intensa, ma in fondo anche triste. In questa storia per metà autobiografica e per metà fucina di prossime idee, tanti sono i personaggi, alcuni anche grotteschi, difficili da dimenticare. Assolutamente consigliato!
 
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