V esercizio Maraini: il quadro

francesca

Well-known member
Dopo tutta la cattiveria del gemello e delle azioni in prima persona, un esercizio più descrittivo e "tranquillo".

Guardate, anche in fotografia, un quadro di un'epoca che sentite vicina a voi in qualche modo e poi cercate di raccontarlo, non di descriverlo, ma di immaginare che i corpi di questo quadro si muovano, persino...

A voi la penna

Francesca
 

Shoofly

Señora Memebr
bello..... un po' come si fa sull'artisticforum. Adesso ci penso su....

ma :? siamo già al V esercizio???

mi sono persa il IV :?
 

francesca

Well-known member
Eh sì, è un po' che è in ballo il IV...
ma puoi ancora partecipare,
basta pensare ad un'azione cattivissima in prima persona...
c'è ancora il post importantizzato.

Comunque appena ho letto questo esercizio, mi è venuto in mente Berlusconi con il premier israeliano che descrive il quadro dietro di lui durante la conferenza stampa.
"Il parnaso" di Appiani, come un bunga bunga ottocentesco...
Secondo me è proprio lo spirito di questo V esercizio :D

Francesca
 

alexyr

New member
ma che bella la storia dell'esercizio!
la cattiveria mi ha gettato nel blocco dello scrittore, però con il quadro go speranze di gestirla meglio

280px-Vermeer_-_The_Milkmaid.jpg


ci sono delle voci fuori,c'è rumore. Ovattato dalle spesse pareti,che servono a impedire al caldo ad al freddo di entrare. Più al secondo,in realtà.Troppo lavoro per troppo poco denaro,una padrona isterica,un signore assente,un marito rubato dal mare.

La fuori, ci sono alberi meravigliosi, e ci sono i bambini. I miei e quelli della signora. Ovviamente i suoi sono più eleganti,ma i miei sono più sani e svegli,con gote più rosa e più intelligenti, anche se questo non cambierà nulla,servi sono e tali resteranno.

La riflessione è crudele, ma in questa luce, in questo monento di perfetta tranquillità,mentre preparo il pranzo dei piccoli, è come se nulla mi sfiorasse,nessun brutto pensiero.
Come vorrei che qualcuno mi vedesse adesso,le braccia forti,la pelle serica. Non bella,ma armoniosa. Ecco si,vorrei durasse per sempre

(la lattaia,vermeer)
 

francesca

Well-known member
bellissimo!
sono contenta che tu abbia il rotto il ghiaccio con questa meraviglia.
Mi sembra di sentire le voci ovattate, di immaginare la bella giornata fuori, i bimbi che giocano.
Bravo!

Francesca
 

irene

Reader
@alexyr, bello! devo dire che a me quel quadro ha sempre ispirato un po' di ansia, invece che di tranquillità!
devo farmi venire in mente qualcosa... :?
 

alexyr

New member
(ci riprovo)

Amedeo Modigliani (1884-1920) | Les deux filles | Impressionist & Modern Art Auction</li> | 1910s, Paintings | Christie's Les deux filles,Modigliani

La mamma ci continua a ripetere di stare fermi. quasi ci supplica di non muoverci.
Ci provo, mi concetro con tutta la mia forza di fragile bambino di 6 anni, ma è difficile. Il maglione è troppo pesante,i pantaloni mi sono stretti.
Clara sta per scoppiare a piangere, si lamenta che l'abito le punge, che ha caldo,che il fermaglio le fa male.
La mamma è sempre più tesa. eppure era così felice quando Domenico le aveva chiesto se poteva farci un ritratto
"che belli che sono, così misteriosi, così.. complementari". In effetti se uno ci guarda non sembriamo neppure fratelli. Lei latte e miele, boccoli dorati,occhi quasi trasparenti. Io ,che sembro fatto d'ombra.

La mamma si contorce le mani "bambini,insomma..."


Domenico non li guarda neanche più ,i bambini, e sorride. Guarda la donna sempre più isterica, e soffoca una risata. Se solo sapessero. Se solo capissero che la loro immagine è già nella sua mente, come se fosse già dipinta. Non ha bisogno della loro presenza per l'immagine. Potrebbe dire ai bambini di andare. E invece li vuole li,li vuole sentire,perchè la loro anima,la loro essenza si fissi sulla tela. Le loro paure,il loro fastidio,per sempre dipinto.
 

GermanoDalcielo

Scrittore & Vulca-Mod
Membro dello Staff
sei bravo a scrivere alex, come mai non hai partecipato ai concorsi di racconti? Non c'eri a gennaio-febbraio e a maggio -giugno?
 

alexyr

New member
grazie grazie!!!mi diverto un sacco
ai non c'ero,rapita dalla fantasmagorica terra dei consulenti:D
prossimo concorso partecipo!!
 

francesca

Well-known member
La stiratrice (Picasso)

http://farm3.static.flickr.com/2342/2268726540_29008f147d.jpg

Se ne è andato, ma io continuo a stirare la sua camicia…
Troppo poveri, troppi litigi, i soldi che mancano continuamente, il bimbo morto nella mia pancia arida.
Se ne è andato. Non tornerà; ha preso una valigia piccola, piccola, ha detto: vado, in America, ti manderò soldi, ti scriverò, mi raggiungerai.
Ma i suoi occhi sfuggivano e io so che se ne andava da me, da questa nostra unica sola stanza, con i muri scrostati e umidi, la brocca con l’acqua che la notte gela.
Così stiro, per tutti, per chi mi paga o anche solo chi mi dà due ciocchi di legna, salgo le scale di case ricche, calde, luminose con il mio cesto carico di biancheria stirata, biancheria da stirare, su e giù e quando ho finito, quando la stanchezza mi piega le gambe, quando ormai è troppo buio che nemmeno vedrei le grinze di niente, prendo questa sua unica camicia e stiro anche quella, a memoria, quasi a tentoni, nel silenzio di questa stanza. Ed è come se ripercorressi il suo corpo, nei tempi in cui ci amavamo e non ci spaventava niente, accarezzassi il suo petto muscolo, che mi dava sicurezza. Ed è come se ogni volta gli ridicessi addio; il ferro pesa nella mano, le lacrime scendono dagli occhi e gli dico quello che non ho saputo dirgli quando è partito: vengo con te.
Non ho saputo dirglielo perché so che non mi avrebbe voluto.
Mi aggrappo al ferro ormai freddo, alla camicia ormai lisa, chiudo gli occhi e aspetto, nemmeno so io cosa, perché lui non tornerà mai.

Francesca
 
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velvet

Well-known member
http://farm3.static.flickr.com/2342/2268726540_29008f147d.jpg

Se ne è andato, ma io continuo a stirare la sua camicia…
Troppo poveri, troppi litigi, i soldi che mancano continuamente, il bimbo morto nella mia pancia arida.
Se ne è andato. Non tornerà; ha preso una valigia piccola, piccola, ha detto: vado, in America, ti manderò soldi, ti scriverò, mi raggiungerai.
Ma i suoi occhi sfuggivano e io so che se ne andava da me, da questa nostra unica sola stanza, con i muri scrostati e umidi, la brocca con l’acqua che la notte gela.
Così stiro, per tutti, per chi mi paga o anche solo chi mi dà due ciocchi di legna, salgo le scale di case ricche, calde, luminose con il mio cesto carico di biancheria stirata, biancheria da stirare, su e giù e quando ho finito, quando la stanchezza mi piega le gambe, quando ormai è troppo buio che nemmeno vedrei le grinze di niente, prendo questa sua unica camicia e stiro anche quella, a memoria, quasi a tentoni, nel silenzio di questa stanza. Ed è come se ripercorressi il suo corpo, nei tempi in cui ci amavamo e non ci spaventava niente, accarezzassi il suo petto muscolo, che mi dava sicurezza. Ed è come se ogni volta gli ridicessi addio; il ferro pesa nella mano, le lacrime scendono dagli occhi e gli dico quello che non ho saputo dirgli quando è partito: vengo con te.
Non ho saputo dirglielo perché so che non mi avrebbe voluto.
Mi aggrappo al ferro ormai freddo, alla camicia ormai lisa, chiudo gli occhi e aspetto, nemmeno so io cosa, perché lui non tornerà mai.

Francesca

Complimenti! Sei molto brava, anche nel precedente esercizio mi eri piaciuta...
Al di là degli esercizi, credo tu sia molto brava a trasmettere emozioni, che per uno scrittore non è cosa da poco...:wink:
 

irene

Reader
E. Hopper, Room in New York http://www.wikiartpedia.org/images/6/62/Hop_3.jpg

è a questo che si è ridotta la mia vita... Passare le serate a servire la cena ad un uomo che non amo più, a dei bambini che non fanno altro che infastidirmi, e dopo averli messi a letto, ascoltarlo, mentre mi parla dei suoi successi al lavoro, mentre mi promette che mi comprerà l'ultimo modello di lavabiancheria, mentre mi chiede di suonargli al piano qualche ballata allegra, "cos'è quella faccia triste, tesoro, non sei contenta?".
Avevo un sogno, e la possibilità di realizzarlo. Vedete questo abito rosso? Ne vado fiera, l'ho fatto io. E lui lo detesta, perchè "non siamo dei pezzenti, puoi comprarti tutti i vestiti che vuoi!", perchè gli ricorda che anch'io sono brava in qualcosa. Stavo per aprire la mia sartoria in società con un'amica che già aveva esperienza, sarei scappata da casa, i miei genitori non mi avrebbero mai trovata, a New York ci sono così tante persone! E proprio lui, l'uomo che a quei tempi amavo ancora, mi ha tradita, avvertendo la mia famiglia dei miei progetti e delle mie "frequentazioni di bassa lega". Non voglio ricordare quanto piansi, quanto li supplicai di lasciarmi andare e dimenticarmi. Mi chiusero in casa. Potei uscire solo il giorno del mio matrimonio. E da allora sono qui, sono una delle tante donne ammirate, proposte come esempio alle mogli dai colleghi di mio marito. Costretta a fingere, ad amare la compagnia, a ridere alle battute più stupide, a interessarmi ai problemi di lavoro e alle malattie dei bambini...
 
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irene

Reader
E. Hopper, Office at night: http://www.wikiartpedia.org/images/6/62/Hop_3.jpg

Maledizione. Anche stasera ho messo questo vestito stretto, dopo averlo seppellito nell'armadio tante, troppe volte, ripromettendomi che mai più mi sarei messa in ridicolo per lui. E anche stasera, la stessa storia.
Sono proprio una sciocca, vero? Un paio di mesi fa, erano forse le 8 del mattino, e avevo pensato di arrivare prima di lui in ufficio, per fargli trovare il caffè caldo sulla scrivania. Entro, con mille cose tra le mani, e rischio di far cadere tutto: era già lì. La delusione, però, è subito spazzata via. "Mi hai portato il caffè? Grazie, sei gentile!" e mentre, rilassandosi contro la poltrona, lo beveva a sorsi lenti "Che bel vestito che hai oggi, quel colore ti dona". Mi si fermò il cuore. Da allora, iniziai ad aspettarmi un invito a cena, o a colazione, al cinema, e lì, dopo un romantico corteggiamento, un bacio, e chissà cosa, anche quando vidi la fede che porta al dito. è per lui che mi fermo in ufficio fino a mezzanotte, cercando di aiutarlo, dandogli consigli, e nel frattempo, chiedendomi che donna sia sua moglie, se sia una di quelle algide pin-up dai capelli di lino, o se sia il tipo dolce e comprensivo, che prepara piatti deliziosi e gli fa fare bella figura con gli amici. Io non sono così, non sono bella, non sono a mio agio nelle scarpe col tacco alto, non so inventare battute spiritose, non sono intelligente, tutto quel che posso offrirgli è il mio amore. Sono io che lo guardo mentre si mette le mani tra i capelli, con aria disperata, sono io quella che lo consola, e trova la soluzione a tanti problemi, non sua moglie. E lui non lo capisce.
 

bouvard

Well-known member
In vedetta - Wikipedia

Soldato solo a cavallo: "Sono qui da due mesi e sono due mesi che mi tocca fare, tutti i giorni, la ronda attorno a questo muro... non capisco proprio perché... ci fosse una città da difendere capirei... ci fosse una guerra nelle vicinanze capirei anche, invece niente di niente, nessuna città e nessuna guerra, solo noi ad andare avanti ed indietro intorno a questo muro e aspettare... aspettare cosa non l'ho mica capito... una guerra? Allora che scoppiasse, così avremo il nostro momento di gloria... ma quei due là dietro che fanno? Se la prendono comoda come al solito, cosa avranno da parlare sempre tanto? Del paesaggio? Ah bé su quello c'è tanto da dire, un muro bianco alla destra, una strada sterrata e qualcosa in fondo alle nostre spalle, cos'è poi non sono ancora riuscito a capirlo... eppure questo posto mi ha stregato...
 
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