Il lavoro è ancora un diritto?

elisa

Motherator
Membro dello Staff
Apro una riflessione citando la Costituzione italiana:


Art.1
L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.

Art. 4
La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.
 

Apart

New member
Il problema è che il lavoro non c'è, dunque non ci sono le condizioni perchè si possa avere quel diritto.
 

malafi

Well-known member
Del sacro art.4 non è garantito nè questo....:
La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.

Colpa della politica? Della congiuntura? Del costo del lavoro non in linea con il resto del mondo? Un mix dei 3.

.... e nè questo

Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.

Colpa dei furbetti e dell'enorme mole di lavoro sommerso.

Insomma, un fallimento su tutta la linea.:W
 

Nerst

enjoy member
La cosa triste è che oggi giorno si è perso il vero concetto di lavoro, ossia che serve per vivere, prima di tutto, ma è uno stimolo per accrescersi, migliorarsi e perchè no, rapportarsi con la società.

In altri paesi vengono accettati volentieri anche gli stranieri, perchè visti come fonte di crescita, ma da noi, invece, sono visti come una minaccia, perchè di lavoro non ce nè.

A mio avviso, un paese che non si fonde con le altre culture, è abbastanza limitato, perchè non si aggiorna mai. Abbiamo così tanta paura dei giapponesi, dai quali invece c' è tantissimo da imparare. La nostra piaga è che l' italia non investe in 3 cose principali:
giovani, scuola e sanità e un paese vecchio, ignorante e malato ha ben poco da offrire.

Perdonate lo sfogo!!!
 

mame

The Fool on the Hill
secondo le proprie possibilità e la propria scelta,

Questa è l'affermazione più inquietante. La propria scelta? Magari. La gente si sbatte di studi per anni e poi va a fare tutt'altro lavoro perché quello trova e ci deve pagare il mutuo, le bollette e la pagnotta. Potrebbe mettere al servizio della società le competenze acquisite completandole con l'esperienza e invece si trova in mondi sconosciuti in cui è tutto da rifare e tutto da ricominciare. Di solito si ricomincia ogni tre anni, limite massimo per i rinnovi contrattuali aziendali. Dopo tre anni o li assumono o li mandano a casa. E li mandano sempre a casa.
 

Nerst

enjoy member
Hai ragione. Si studia per anni e si deve sperare di fare un' indomani qualcosa che si "avvicina" a quello per cui si ha studiato. MA la cosa brutta è sapere che (per quel che mi riguarda sarà così) dopo che hai conquistato un altro titolo di studio post-laurea, non puoi spenderlo nella tua regione, ma devi trasferirti dove ti mandano a chiamare (se ti mandano a chiamare).

Comunque dopo anni di università ho capito che il sistema universitario è sbagliato: ci sono troppe facoltà che formano la stessa figura professionale e poi ci ritroviamo tutti nello stesso calderone.
 

Nerst

enjoy member
Desidero dirvi che anche se nei miei post precedenti riguardo l' argomento "lavoro, un diritto" possa essere trapelato sconforto, arrendevolezza o rabbia, sono una persona estremamente ottimista riguardo il tema.

Penso che il mio punto di forza sia non avere limiti perimetrali, e per questo credo che un posticino per me ci sarà, anche se non so dove.

Dobbiamo credere che le cose cambieranno per noi e per chi ci seguirà, fortunatamente alla TV si vede muoversi qualcosa, tradotto in scioperi e manifestazioni.

Grazie e scusatemi.
 
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