Patruno, Lino - Fuoco del Sud

Un saggio che enumera e descrive ciò che si sta muovendo nel Meridione. Non una contro Lega, qui è pieno di bandiere tricolori al balcone per festeggiare l’Unità d’Italia, con tanto di sindaci in fascia tricolore, ma una galassia di movimenti avidi di verità.
Un’amica mi ha detto che un po’ sto ammorbando con questa storia del Risorgimento. Risorgimento visto con gli occhi di chi ha perso. Forse è vero e probabilmente è più facile scrivere una recensione sul Dottor Zivago e non su Fuoco del Sud, almeno per noi meridionali.
Eppure non posso fare a meno di portarvi a conoscenza (non lo sapevo nemmeno io) che Denis Mack Smith scrisse in un suo saggio sul Risorgimento: “L’incursione del Nord sembrava una nuova invasione barbarica […] la campagna di liberazione si rivelava presto per quello che era : una campagna di occupazione”.
Non so ancora quanto possa importare, ma a me ha fatto un certo effetto scoprire che in uno Stato autoritario, nessuno lo ha mai negato quale era quello di Ferdinando di Borbone fu istituita la prima cattedra di Astronomia d’Italia (1735); non posso fare a meno di ricordare a molti di voi che hanno studiato Economia e magari lo ignorano che la prima cattedra di Economia al mondo fu istituita alla Federico II nel 1754 e affidata ad Antonio Genovesi; nel 1763 fu istituito il primo Cimitero per poveri, nel 1789 le prime Case popolari e prima assistenza sanitaria gratuita; nel 1813 il primo Ospedale psichiatrico; il primo Istituto italiano per sordomuti (1835); la prima illuminazione a gas di una città italiana (1840), terza in Europa dopo Londra e Parigi; 1856 primo sismografo elettromagnetico del mondo; nel 1816 la cosiddetta inefficienza borbonica ricostruì in soli 260 giorni il teatro lirico più grande d’Europa, il glorioso San Carlo di Napoli; Napoli era anche la prima città italiana per numero di riviste e periodici, fu la prima città a dotarsi di un Piano Regolatore.
Salto le cifre economiche. Su quelle c’è unanimità anche da parte dei più grandi detrattori del “benessere” meridionale.
 

Frundsberg

New member
Su Mack Smith ho scritto la recensione al "Risorgimento Italiano".
E' in quel testo che lo storico oxoniense indaga circa i contatti che si dipanerebbero fra brigantaggio e 'ndrangheta. Il tutto ruota intorno al Santuario della Madonna di Polsi, in Calabria.
Il libro di Mack Smith a mio avviso è ancora insuperato.
Strano, l'avrò letto almeno dieci volte...e la frase che riporti fra virgolette (ho ricontrollato adesso per non fare brutte figure) non la trovo.
Eppure, come affermo nella mia recensione al testo, la mia edizione è stata ristampata da poco.
Ciao.
 
Mi spiace, non ho letto "Risorgimento italiano", ragion per cui sono impossibilitato a poter postare commenti sulla discussione da te aperta.
Per quanto attiene alla frase da me riportata non potevi trovarla su quel libro anche se l'avessi letto altre 50 volte. Se ti interessa, il testo è questo:
"Storia d'Italia dal 1861 al 1997" di Denis Mack Smith, Ed. Laterza, Roma - Bari, 2005.

Non è uno storico inglese, ma un sociologo anglosassone invece E.J. Hobsbawm, il quale è citato da Fara Misuraca e Grasso. Sul fenomeno del brigantaggio parlano di banditismo sociale, cos'è il banditismo sociale: "il fenomeno del banditismo sociale esprime, in situazioni storiche le più disparate, un intreccio significativo fra contadini e ribelli, da non confondere con i delinquenti di professione che vedono nel contadino la preda naturale, lo aggrediscono e ne violentano le donne, lo rapinano e fanno razzie. Un bandito sociale, al contrario, non metterà mano sul raccolto del contadino, e se talvolta sarà costretto a requisire merci e denari per esigenze logistiche, attenderà il momento propizio per restituire il maltolto. Il banditismo sociale non ha senso al di fuori del rispetto tacito di questa norma".
Nel caso qualcuno voglia leggere anche questo: "I banditi" di E.J. Hobsbawm, Einaudi, Torino, 2002.
 

Frundsberg

New member
D'accordo Baldassarre, grazie per il consiglio. Leggerò anche quello.
Concedimi tuttavia che IL libro di Mack Smith per eccellenza sul periodo risorgimentale italiano è appunto:"Risorgimento Italiano", Laterza.
Prova a leggerlo anche tu, così poi possiamo discuterne insieme.
Perdonami, ma definire uno dei padri della storiografia marxista britannica "un sociologo anglosassone" mi sembra, come dire, crudele...specialmente quando si parla di E.J. Hobsbawm, l'iventore di un metodo critico tradotto addirittura in slavo.
Lui si definiva :"Non austriaco, non inglese ma, vi prego...semplicemente ebreo".
Ad Oxford una delle Aule Magne è a lui intitolata...! Fior di storico!

Eric Hobsbawm - Wikipedia
 
Lo metterò in lista Mack Smith, lista lunga che contiene Zitara in primis, Petrusewicz, Spagnoletti, Alaniello, Fasanello e Grippo, Gulì, e perché no, anche Ciano. quest'ultimo non te lo consiglio visti i continui accostamenti tra le stragi piemontesi al Sud e le stragi nazifasciste del '43-'45 in Italia e le guerre balcaniche degli anni '90.
Anche se per quanto possa irritarti, anzi per usare un tuo termine:eek:ffenderti, io non vedo molta differenza tra l'eccidio di Sant'Anna di Stazzema, che non fu rappresaglia, ma mero atto terroristico e l'eccidio di Pontelandolfo.

Da Wikipedia:
"In poco più di tre ore vennero massacrati 560 innocenti, in gran parte bambini, donne e anziani. I nazisti li rastrellarono, li chiusero nelle stalle o nelle cucine delle case, li uccisero con colpi di mitra e bombe a mano, compiendo atti di efferata barbarie. La vittima più giovane, Anna Pardini, aveva solo 20 giorni. Fu trovata, ancora viva ma gravemente ferita, da una sorella miracolosamente superstite tra le braccia della madre ormai morta. Morì pochi giorni dopo nell'ospedale di Valdicastello. Infine il fuoco, a distruggere e cancellare tutto. Non si trattò di rappresaglia. Come è emerso dalle indagini della Procura Militare della Spezia, si trattò di un atto terroristico, di una azione premeditata e curata in ogni minimo dettaglio. L'obiettivo era quello di distruggere il paese e sterminare la popolazione per rompere ogni collegamento fra le popolazioni civili e le formazioni partigiane presenti nella zona".



Dal diario del brigadiere Margolfo, ritrovato per caso 114 anni dopo i fatti di Pontelandolfo. La storiografia ufficiale, scritta dai vincitori parla di 164 morti. Dal diario di Margolfo si deduce che furono molti di più:

"Al mattino del mercoledì, giorno 14, riceviamo l'ordine superiore di entrare
nel comune di Pontelandolfo, fucilare gli abitanti, meno i figli, le donne e gli
infermi, ed incendiarlo.
Difatti un po' prima di arrivare al paese incontrammo i briganti
attaccandoli, ed in breve i briganti correvano davanti a noi. Entrammo nel
paese: subito abbiamo incominciato a fucilare i preti ed uomini, quanti
capitava, indi il soldato saccheggiava, ed infine abbiamo dato l'incendio al
paese, abitato da circa 4.500 abitanti. Quale desolazione, non si poteva stare
d'intorno per il gran calore, e quale rumore facevano quei poveri diavoli che
la sorte era di morire abbrustoliti, e chi sotto le rovine delle case
".

L'ordine era di fucilare solo gli uomini, ma si sa come vanno queste cose. Arnaldo Amalrico vescovo di Citeaux mentre si compiva l'assedio di Beziérs, cittadina di quasi 15000 anime, ove si erano rifugiati circa 500 catari, ad un suo generale che chiedeva come avessero riconosciuti i catari dai ligi fedeli cattolici, così rispose: "Caedite eos! Novit enim Dominus qui sunt eius". (Uccideteli tutti, Dio riconoscerà i suoi).


Tornando al libro, ieri sera ho letto una frase di Sciascia sull'emigrazione meridionale. Bisogna dire che dal Sud fino ad allora non era mai partito nessuno, anzi era stata terra di immigrazioni: svizzeri, inglesi, tedeschi, slavi, arabi, belgi.
Così scriveva Sciascia: "E' strano che di un dramma tanto immane la letteratura abbia dato così scarne e scarse rappresentazioni".

Gulì aggiunge: "Nessuno sapeva dove si andava, se si arrivava, se si tornava".
 
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Frundsberg

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Be', paragonare ciò che è avvenuto per l'unità d'Italia alle guerre balcaniche, alla Shoah, alle stragi che i fascisti hanno commesso nella ex Jugo insieme ai tedeschi...mi pare blasfemo.

"O non si conosce la Storia o non si è ben compresa". (Hobsbawm), storico.
 
E' un mio limite, non mi permetto commenti su qualcosa che non conosco. Chissà perchè si parla di diaspora ebraica, diaspora armena e su venti milioni di meridionali che hanno abbandonato le loro terre non s'è scritto un rigo.

Tremonti oggi parla del Sud e dice: "Sono cialtroni che non spendono" (Bagnaia, 14 maggio 2011).
 

Frundsberg

New member
Che cosa c'entra la Diaspora, ovvero il Galut, con la Shoah?
Che cosa c'entrano i venti milioni di meridionali che hanno trovato lavoro al nord?
Mah...
 
"O non si conosce la Storia o non si è ben compresa". (Hobsbawm), storico.

Non prenderla per mancanza di modestia, ma siamo su due livelli diversi. Inutile continuare a discutere su questo argomento.
 
"Prima stazione della via Crucis: le tasse (Gesù è flagellato, deriso e condannato a morte).
La prima decisione dell'Italia unita fu l'imposizione di una fiscalità feroce in un Sud che praticamente non aveva mai avuto tasse (solo cinque, due su immobili e terreni, bollo, tabacco e lotterie). Gulì ha calcolato che quelle nuove furono addirittura 37. Compresa una tassa di guerra per far pagare al Sud la conquista che aveva subito (rogito del notaio Gioacchino Vincenzo Baldioli). Ma Torino parlava di rimborso spese per avervi liberato, "sacrificio" non richiesto".


"Quinta stazione della via Crucis: l'emigrazione (Gesù è aiutato a portare la croce da Simone di Cirene).
Partì la grande Emigrazione Meridionale. Fu un esodo biblico, come biblica fu la miseria che devastò l'ex Regno delle Due Sicilie [...]. Un'epopea del dolore e della sofferenza non raccontata finora come merita, forse perché la sorte di quei disperati, di quegli sconfitti della gloriosa storia dell'Italia unita non interessava nessuno".


"Settima stazione della via Crucis del Sud: la Grande Guerra (Gesù cade per la seconda volta).
[...] le guerre si fanno anche perché le vogliono le industrie della guerra. Tutte al Nord, dove andò quasi totalmente la spesa pubblica. I Meridionali dettero la metà dei morti pur essendo un terzo del paese, ma incassarono solo il 7,4% delle spese.


"Quattordicesima stazione della via Crucis del Sud: le verità negate (Cristo deposto nel sepolcro)
 
Davvero un libro forte. Un pugno nello stomaco, nonostante molte cose le conoscessi.

Vi riporto la chiusa finale:

"Il racconto ribollente che si conclude annuncia una insurrezione non soltanto delle coscienze . Mentre mai come in questo momento il Sud è percorso da libri, film, fiction, musiche, scoperte storiche per i più sconvolgenti. Occorrendo ricordare, con Brecht, che "chi non conosce la verità è uno sciocco. Ma chi, conoscendola, la chiama bugia è un delinquente". E occorrendo ricordare che, evangelicamente, se gli uomini taceranno, grideranno le pietre".


Lino Patruno - Fuoco del Sud
 
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