Bellocchio, Marco - Vincere

elisa

Motherator
Membro dello Staff
La storia si ispira ad una vicenda poco conosciuta della vita di Benito Mussolini che riguarda la moglie e il figlio tenuti segreti e rinnegati fino a farli rinchiudere in manicomio per cancellarli dalla storia e dove moriranno senza quasi lasciare traccia di sè.
Ida Dalser conosce il giovane socialista Mussolini e se ne innamora fino a vendere tutto pur di consentirgli di aprire un nuovo giornale e subendo anche l'affronto che lui si sposi civilmente con Rachele, dopo che lei e il futuro Duce si erano sposati in chiesa e c'era stata la nascita del figlio Benito Albino. Ida viene rinchiusa in manicomio perchè rivendica i propri diritti di moglie e madre, dove morirà giovane, come pure il figlio, che dopo aver passato l'infanzia in collegio, morirà anche lui in un ospedale psichiatrico a 26 anni.

Bellocchio con questo film si confronta con la storia, non ci sono documenti che attestino la verità di questa vicenda per cui la ricostruzione si basa su testimonianze, ma è una storia emblematica di come il potere usi la psìchiatria per il controllo e la manipolazione della verità. Interessante, costruito come un melodramma, dove non esistono sentimenti ed emozioni umane in chi cerca di imbrigliare l'amore e le vite altrui per la ragion di stato e tutti ne sono complici.
 

Frundsberg

New member
Come no, elisa!
Ho perso il film, ma ho letto un bel libro qualche tempo fa:"La Mussolina", e presto ne editerò una recensione.
Su Benitino più che sulla sua mamma ho sentito di tutto.
Come si fa? Mah.
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Molto interessante la storia,che ho avuto modo di conoscere attraverso questo film e che,se è vera,come credo,posso giudicare soltanto indegna per la triste fine di Ida e suo figlio.
Ma ho una piccola critica per gli attori protagonisti,Filippo Timi e Giovanna Mezzogiorno,che comunque apprezzo molto e seguo sempre:
Timi mi è sembrato troppo caricaturale nel ruolo di Mussolini,ma può darsi che questo sia stato proprio l'intento del regista;
la Mezzogiorno,se ricordo bene,parlava con un timbo di voce troppo basso e quindi si capiva poco,ma può darsi che anche questo sia stato deciso sempre dal regista,soprattutto durante le scene in ospedale psichiatrico.
Ovviamente le mie sono critiche da inesperta nel settore,solo da semplice spettatrice.
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
anche io ho riscontrato gli stessi difetti che citi tu nei due protagonisti, una recitazione sopra le righe di Timi e sotto tono la Mezzogiorno, sicuramente scelta registica, un po' per sottolineare il personaggio grottesco e folle del duce, le immagini di repertorio hanno ancora dell'incredibile, e dall'altra parte invece la normalità e la pacatezza della Dalser. Chi erano i veri pazzi?
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Ho seguito con molta curiosità la storia di cui non conoscevo i particolari, temo sia vera nella sostanza, il film mi è piaciuto molto e così Filippo Timi, forse mi è piaciuta la sua interpretazione proprio perché sopra le righe, del resto chi più sopra le righe dell'"originale"? Molto tenace il personaggio di Ida, fino all'ultimo ha lottato per la verità, a scapito di se stessa e di una sua maggiore serenità. Peccato per quel suo modo di sussurrare - confermo - tipico di alcune attrici e film italiani, decisamente più credibile quando si in*****
 

Monica

Active member
Quando l'amore è cieco.....poteva lasciar perdere quel bifolco e trovare una degna persona...che sciocca
 
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