Morrison, Toni - Amatissima

fernycip

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Da zam.it: Un romanzo di grande intensità, in cui si narra la vita di Sethe, una giovane e indomabile donna di colore che, negli anni precedenti alla Guerra Civile, si ribella alla propria schiavitù e fugge al Nord, verso la libertà. La sua vicenda si intreccia con quella di altri personaggi in un racconto che, "si insinua nei meandri del tempo, lasciando scaturire ora qua ora là il non detto, scaglie di ricordi troppo penosi per essere contenuti, dolorosi frammenti di memoria". Con questo libro Toni Morrison ha voluto rivolgere un invito ai bianchi e agli afroamericani: "Tornare a quella parte della propria storia che troppi hanno rimosso, dimenticato, lasciato inspiegato, ignorato".

Romanzo davvero toccante, in alcuni punti è pura poesia. La descrizione delle condizioni di vita degli schiavi è impietosa. L'autrice riesce a far percepire al lettore lo stato d'animo che si prova in mancanza di libertà, che definirei di "soffocamento".
Ecco un paio di frasi significative: "al mondo la sfortuna non esiste, esiste solo l'uomo bianco"; "un bianco...non solo poteva sfruttare, uccidere o mutilare una persona, ma anche sporcarla. Sporcarla al punto da dimenticare chi si è e non poterci più pensare".
Consigliato, ma non a chi ha paura dei fantasmi...ops... mi son lasciato sfuggire un elemento portante della storia.
 

Valuzza Baguette

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Siamo nel 1893,a Cincinnati,Ohio,nella casa al 124 di Bluestone Road vivono Sethe,un ex schiava fuggiasca con un passato straziante alle spalle e la figlia ormai diciannovenne Denver.
Sethe era una schiava della "dolce casa"una fattoria del Kentucky ce contava,compresa lei 6 negri.
La ragazzina appena tredicenne viene comprata da Mr Garner come regalo per sua moglie,e giunta alla fattoria le viene data la possibilità di scegliere un marito,Sethe sceglie quindi Halle,un giovanotto di buon cuore che viene affittato per lavorare anche alla domenica per poter riscattare l'anziana madre,anch'essa schiava,Baby Suggs.
Ma un giorno Mr Garner muore e la situazione degli schiavi della dolce casa peggiora,arriva infatti il marito della sorella della vedova Garner a gestire il lavoro e la casa,ed è un uomo spietato,lo chiamano il maestro poichè da lezioni ai suoi nipoti.
Gli schiavi decidono di scappare,Sethe in evidente stato di gravidanza viene violentata,picchiata e frustata,gli viene rubato anche il latte materno e scappa,dopo aver messo al sicuro i propri figli.
Sarà l'arrivo di Paul D,uno degli schiavi della dolce casa al 124 di Blustone Road a scatenare i ricordi di Sethe,ma la tragedia giungerà all apice solamente dopo l'arrivo di una ragazza sconosciuta trovata riversa fuori dalla porta.
Sethe è convinta che sia la sua bambina morta,Amata,ma chi è davvero questa ragazza?che cosa nasconde oltre all'immenso dolore il passato di Sethe?
Un romanzo intenso,denso di emozioni,triste,brutale e appassionante.
La vittima che diventa carnefice,ma che alla fine è pur sempre vittima del suo stato,la schiavitù,la paura,la perdita della dignità umana.
Personaggi indimenticabili,ben caratterizzati e di forte impatto.
Uno stile di scrittura affascinante e una trama intensa rendono questo romanzo una bellissima lettura.
 

estersable88

dreamer member
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"Quanto deve sopportare un negro?" chiede Paul D al vecchio Stamp. "Tutto quello che può" è la pacata, saggia, definitiva risposta dell'uomo. Questo scambio di battute è, probabilmente, la sintesi dell'intensità, della forza, della struggente bellezza di questo romanzo. Un romanzo scritto alla fine degli anni Ottanta del Novecento, ambientato nella seconda metà dell'Ottocento – proprio dopo la guerra di Secessione – e drammaticamente attuale ancora oggi, alla luce delle discriminazioni raziali e delle vicende cui abbiamo modo, nostro malgrado, di assistere. La storia di Sete, Alle, Paul D, Denver, Baby e la piccola Amata è insieme straziante storia d'amore, dramma familiare e durissimo atto di denuncia sociale: ciò che Sete e i suoi compagni subivano alla Dolce casa e nei vari posti dove avevano lavorato in precedenza fa male ancora oggi a noi che leggiamo. Impossibile immaginare le pene, i torti, le ingiustizie e i patimenti subiti in silenzio. Più che comprensibile la voglia di scappare, persino di morire piuttosto che restare ancora. È quello che fa Sete, questa donna dolce e fiera che, incinta di Denver, manda gli altri suoi figli presso la casa del marito, dove c'è la suocera ad accoglierli. Quando, dopo molte peripezie ci arrivano anche lei e la neonata Denver, per Sete può cominciare finalmente una nuova vita, ma un bel giorno la donna riconosce i suoi inseguitori: è una fuggiasca e sa cos'accadrebbe a lei e ai figli se la prendessero. Quello che fa la cambierà profondamente e darà alla sua vita un nuovo, funesto corso. La ritroviamo oggi, diciotto anni dopo, e seguiamo con lei la catena di eventi che, ancora una volta, la metteranno alla prova: il passato ritorna e talvolta fa male… solo l'amore potrà lenire le ferite e calmare il dolore e i sensi di colpa, in modo che le ombre nere possano trovare la pace.
Intriso di misticismo, soprannaturale, credenze popolari, dolore e sensualità, Amatissima è un romanzo bellissimo che racconta con sensibilità e premura la condizione degli schiavi neri nell'America ottocentesca e invita a riflettere anche il modernista più sfrenato, anche chi crede che queste questioni siano superate. Un romanzo da leggere, senza dubbio.
 

alessandra

Lunatic Mod
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Spoiler

Quando la schiava Sethe riesce a rifugiarsi con la suocera Baby Suggs e con i figli, tra cui la neonata Denver, nel libero Ohio, inizia per lei una nuova vita: per chi è stato libero è normale poter decidere come trascorrere le proprie giornate, è normale ricevere i propri amici, godersi i figli e gli affetti, ma per chi è sempre stato considerato un oggetto di proprietà di qualcun altro è un dono del cielo nel quale fino a poco tempo prima era quasi impossibile sperare. Nessuno più a costruire alberi sullaschiena a suon di frustate, a succhiare il latte materno destinato alla figlia di Sethe, a valutare i suoi tratti concentrandosi sulla distinzione tra quelli umani e quelli animali. Ma l'uomo bianco è sempre in agguato e Sethe, quando una nuova minaccia si affaccia all'orizzonte, piuttosto che condannare i figli all'atroce destino da lei già vissuto compie un gesto agghiacciante. Questo gesto spiazza e disturba il lettore, che però, almeno così è avvenuto nel mio caso, scaccia con fastidio la tentazione di ergersi a giudice e di stabilire se Sethe debba essere moralmente condannata senza pietà, lasciando spazio a una sorta di affettuosa comprensione. Ciò accade quando si ha tra le mani l'opera di un bravo autore o, come in questo caso, di una brava autrice, che sa descrivere persone e situazioni in modo da permettere a chi legge di far parte emotivamente del contesto narrato e di empatizzare con la disperazione dei personaggi. Il gesto, compiuto da Sethe per troppo amore, la riduce in assoluta solitudine: la suocera, anche lei vissuta per lungo tempo in schiavitù, decide di trascorrere il resto della vita in un letto a pensare ai colori; gli amici che fino al giorno prima avevano riempito la casa si volatilizzano; gli altri membri della famiglia scompaiono uno per uno. Sethe resta sola con il suo orgoglio e con la sua ultima figlia ormai quasi adolescente, Denver, che non ha il coraggio di andare al di là del cortile e anche per questo è a torto ritenuta da tutti mentalmente debole. Ma qualcuno o qualcosa giunge a far loro visita e a turbare ulteriormente la loro vita...
Toni Morrison esalta il coraggio di Sethe; pone l'accento sul contesto inumano in cui la maggior parte dei personaggi è o è stata costretta a vivere, sui diversi modi in cui la schiavitù può distruggere un uomo, una donna, un bambino, sul fatto che chi è stato schiavo non smette mai di esserlo, sul fatto che un amore smisurato può portare a gesti estremi e distorti, ma in fin dei conti lascia la possibilità di una speranza. Un tocco di soprannaturale e di realismo magico rende il tutto più lieve o più drammatico, a seconda dei punti di vista e del momento narrativo.
Il romanzo, bellissimo, almeno per me, non è di facile lettura; ma ciò che in principio è oscuro e misterioso viene pian piano chiarito e delineato tramite una struttura insolita e sapiente, complessa ma affascinante e stimolante, che procede per salti temporali non preannunciati, ma tutto sommato comprensibili, utilizzando una narrazione in terza persona che si focalizza ora su un personaggio, ora sull'altro, concentrandosi sul punto di vista di ciascuno e aggiungendo ogni volta un tassello alla storia. Consiglierei a tutti di leggerlo perché leggere questo libro certamente arricchisce sia culturalmente che interiormente, ma in un momento in cui si ha la mente libera e la capacità di concentrarsi perché ci si può perdere tra le pagine ed è un peccato, infatti io ho la sensazione che molto mi sia sfuggito e sto rileggendo alcune parti. Purtroppo la pecca è costituita da una brutta edizione, ricca di refusi, e dalla traduzione che mi è sembrata altrettanto brutta: stentata, confusa e troppo letterale, anche se suppongo sia molto difficile tradurre un romanzo come questo.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Ne ho riletto parecchie parti, direi quasi tutte. Alla seconda lettura l'ho trovato ancora più bello, ho colto passi importanti che mi erano sfuggiti - soprattutto legati al periodo in cui Sethe e Paul D erano ancora schiavi - e ne ho percepito più forte l'armonia d'insieme. Bellissimo personaggio quello di Denver, la figlia apparentemente quasi "ritardata" (così la definivano i compaesani), che non aveva il coraggio di superare il cortile e poi si dimostra l'unica persona della famiglia che sia davvero in grado di gestire la situazione. Un libro forte e doloroso. Bellissimo.
 

bouvard

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Libro bellissimo, ma anche un susseguirsi di pugni nello stomaco. Libro duro, aspro, difficile, come lo strato di ghiaccio che avvolge il 124. Un libro assolutamente da leggere per capire che la schiavitù non è stata solo, o meglio non è stata quasi mai, quella di Via col vento.

A parte che già avere un padrone buono era qualcosa di sbagliato e di inaccettabile, perché il problema non sta nell’aggettivo buono o cattivo, ma nel sostantivo “padrone”. Se hai un padrone vuol dire che non sei un uomo libero. Poi quello può anche non frustarti, può anche curarti se ti ammali, può anche non farti morire di fame, ciò non toglie che comunque non sei un uomo libero.

Questo è il perno di tutto il libro, il diritto per tutti di poter dire “sono libero”, “posso andare/fare quello che voglio” o ancor di più poter dire “questo è mio” da parte di un uomo di colore.

Ci sono aspetti della schiavitù che, ammetto, non conoscevo e la Morrison, senza troppe parole, semplicemente usando termini come “figliare”, che io generalmente associavo agli animali, mi ha sbattuto in faccia, senza l’attenuante di “ma” o “però”, quello che la gente di colore era per i bianchi. Animali. Solo degli animali. Animali da lavoro. E animali da riproduzione per avere altri animali da lavoro. La parte in cui le donne venivano trattate come animali da riproduzione alla stregua di conigli o mucche mi ha shoccato.

Un libro assolutamente da leggere.​
 
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