Ballard , James Graham - Il condominio

Amhose

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Un elegante condominio in una zona residenziale, costruito secondo le più avanzate tecnologie, è in grado di garantire l'isolamento ai suoi residenti ma si dimostrerà incapace di difenderli da loro stessi. Il grattacielo londinese di vetro e cemento, alto quaranta piani e con mille appartamenti, è il teatro della generale ricaduta nella barbarie di un'intera classe sociale emergente. Viene a mancare l'elettricità ed è la fine della civiltà, la metamorfosi da paradiso a inferno, la nascita di clan rivali, il via libera a istinti primordiali e violenza. Il condominio, con i piani inferiori destinati alle classi inferiori, e dove via via che si sale in altezza si sale anche di gerarchia sociale, si trasforma in un incubo. "Al sicuro nella conchiglia del grattacielo, come passeggeri a bordo di un aereo con il pilota automatico, erano liberi di comportarsi in qualsiasi modo volessero, di esplorare le pieghe più oscure della propria personalità. Per molti versi, il grattacielo era il perfetto modello di tutto ciò che la tecnologia aveva fatto per rendere possibile l'espressione di una psicopatologia autenticamente 'libera'."


A me sto libro mi ha fatto impressione. In questo condominio c'è tutto , supermarket, barbiere, piscina, negozi, etc etc , la gente non esce mai fuori di casa perchè ha tutto dentro. Fino a quando scatta l'invidia e si crea una guerra interna. Succede di tutto , ma non sto ad elencare se no vi svelo il libro:mrgreen:
 
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alexyr

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Angosciante, visionario, folle e surreale. ça va sans dire,lo adoro.
La scena del levriero mi si è incollata sottopelle
 

Raskolnikov

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Davvero indimenticabile.
L'imminente e l'inevitabile si fanno strada pagina dopo pagina mescolandosi in un vortice di brividi adrenalinici.
Non so a voi, ma a me ha lasciato l'angoscia del monito profetico di un "1984" o di un "farheneit".
Sarebbe un ottimo soggetto per un film.
 

darida

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Anche per me indimenticabile...letto diversi anni fa, di tanto in tanto mi vien voglia di rileggerlo, ma so gia' che mi scaricherebbe addosso una tale angoscia...che, be'... tentenno :MUCCA prendo tempo :MUCCA
 

velvet

Well-known member
E' sicuramente un libro di non rapida lettura al contrario di quanto si potrebbe pensare prima di iniziarlo...
A me però è piaciuto! Trovo che la scrittura che va un po' a rilento contribuisca a creare quell'atmosfera pesante di inquietudine, di attesa dell'inevitabile...
Anche la ripetitività della prima parte permette andando avanti di non saper determinare un momento, un punto o un episodio in cui la follia inizia; guardando indietro non si riesce a individuare un momento in cui è scattata la molla... e anche per i condomini oramai quella è la normalità.

Il condominio con tutti i suoi abitanti costituisce una piccola società che pian piano si stacca dalla società circostante, si ribella alle regole consolidate del vivere sociale. La lotta parte da una stratificazione tra piani che corrisponde poi alla stratificazione sociale ma si evolve contro tutte le normali regole... Si vengono a creare nuove regole a cui tutti sottostanno...
Non c'è una spiegazione psicologica precisa di quello che accade, resta una cosa inspiegabile, un'evoluzione (o meglio involuzione) delle regole comunitarie che fa venire fuori tutti i lati bestiali, animaleschi, nascosti nell'uomo. In effetti da questo punto di vista è un romanzo di fantascienza...

Comunque nonostante delle scene rivoltanti che mi hanno piuttosto schifata, l'atmosfera di inquietudine di angoscia e di attesa dell'inevitabile mi è piaciuta.
Bello il finale.

Qualche difetto però c’è, soprattutto in alcuni spunti che sembravano aprirsi ad altri avvenimenti e che invece decadevano nel nulla…
 

elesupertramp

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Io l'ho trovato veramente pesante e noioso perchè troppo ripetitivo .
L'idea di partenza poteva essere geniale: due mila persone apparentemente autosufficienti in un grattacielo che offre tutto, all'improvviso cominciano a rivoltarsi contro il condominio stesso,ma tutto ciò senza uno straccio di motivazione, senza che l'autore ci dia la minima spiegazione sui processi psicologici che ne sono causa...
:boh:

Se si considera che Ballard lo ha scritto nel 75 ( anche se Orwell ha scritto 1984 nel 48!) non si può non ammettere che è certamente un innovatore della cultura fantascientifica e, come è scritto in quarta di copertina " si concentra sugli effetti che la modernità produce su psiche e società", però avrei voluto capire meglio il perchè di tutto questo!

Ad ogni modo sono contenta di averlo letto perchè non c'è libro, anche il più astruso e incomprensibile, che non lasci qualcosa.
La fine mi è piaciuta..Laing che guarda il condominio di fronte…..
 

Shoofly

Señora Memebr
Niente di più e niente di meno rispetto a quel che potrebbe accadere nel condominio "Mondo" se venisse a mancare la corrente elettrica per, diciamo, una settimana....:paura:

Mi avete stuzzicato la curiosità, ora lo cerco. :YY
 

GermanoDalcielo

Scrittore & Vulca-Mod
Membro dello Staff
Libro mattissimo, surreale eppure geniale, capace di innervosirti per la totale mancanza di spiegazioni da parte dell'autore sul motivo scatenante la "catastrofe" del condominio, eppure in grado di tenerti incollato alle pagine. A me il suo stile mi ha rapito: padronanza sintattica, punteggiatura perfetta, periodi abbastanza lunghi ma per nulla contorti o circonvoluti, insomma una scrittura veramente talentuosa e possente. Ci sono paragrafi e capitoli in cui mi ha lasciato a bocca aperta la resa del meccanismo psicologico che logora e divora i protagonisti, quasi un nonsense emozionale che succhia ogni velleità di reazione.
Consigliato 4/5
 

velmez

Active member
meraviglioso l'incipit:
Era trascorso qualche tempo e, seduto sul balcone a mangiare il cane, il dottor Robert Laing rifletteva sui singolari avvenimenti verificatisi in quell'immenso condominio nei tre mesi precedenti.
è l'implosione di una società, regressione e autosfacimento...
la costruzione di questo romanzo è tutt'altro che anarchica, il passaggio da un personaggio all'altro, da un piano all'altro e i parallelli e paragoni tra i vari individui formano una struttura ben ponderata ed equilibrata, a dispetto degli avvenimenti...
l'unica delusione, per quel che mi riguarda, è proprio l'inizio: mi aspettavo ci fosse un minimo di "quiete prima della tempesta" e, invece, Laing, ti proietta da subito nel disfacimento della popolazione condominiale!
 

malafi

Well-known member
Non amo il genere distopico (salvo rarissime eccezioni) e questo forse condiziona il mio giudizio.

Non ne condivido proprio lo spirito, l’origine …. Forse l’ho apprezzato più come genere cinematografico che come genere letterario, tant’è che mi chiedo come mai non sia stato tratto un film da questo libro. Credo che sarebbe stato bellissimo.

Un lato positivo del libro è che il tema è potenzialmente attuale, ovvero l’ambientazione ed i temi non scontano i suoi 40 anni.
Forse è voluto, come ho letto altrove, ma Ballard difetta nel farci capire le motivazioni dell’evoluzione degli avvenimenti e della psiche di alcuni personaggi.
L’ho trovato un po’ inverosimile: non che un romanzo di ‘fantascienza’ o di distopie debba essere per forza verosimile, però deve essere almeno credibile. Ecco, ho trovato poco credibili diverse cose.
La disgregazione dei nuclei famigliari e di tutte le basi consolidate del vivere sociale, la totale dissociazione tra la vita normale, che pur prosegue fuori dal grattacielo, e quello che avviene dentro, il fatto che in tutto ciò (con lo spettacolo indecoroso ben visibile al suo esterno) sia arrivata una sola volta una pattuglia della polizia prontamente rintuzzata dalle rassicurazioni di alcuni condomini …. Ma potrei citarne tante altre.

Forse l’aspetto più interessante e credibile è come, una volta crollati i valori e gli stereotipi della vita sociale umana, quelli che emergono sono comportamenti tipicamente animali: chi in branco chi in solitaria assume atteggiamenti sempre più animaleschi.

Finchè (anche qui senza tante spiegazioni) tende a ricrearsi un nuovo equilibrio, su nuove basi.

Solo le ultime righe le ho trovate magistrali, il più bel finale (sebbene non certo una novità) che uno scrittore di questo genere potesse trovare.

Due parole sullo stile, perché do un giudizio controverso: in alcuni momenti l’ho trovato perfetto per l’ambientazione e la vicenda, in altri l’ho trovato noioso e poco efficace.
Non vi so dire se lo stile fosse un’invariante e mutasse la sua efficacia nelle varie situazioni, se invece avesse davvero degli alti e bassi o se invece sia stato io ad avere alti e bassi nella lettura.
Di certo, non ne sono stato rapito.
 

Spilla

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Sposo in tutto il commento di Malafi. Non sono stata rapita dal racconto, ma questo era prevedibile perché è lontano del mio genere. Quello che invece mi ha parecchio deluso è la mancanza di approfondimento psicologico, l'analisi superficiale di dinamiche che, come dice bene Malafi, possono effettivamente instaurarsi tra esseri umani in determinate condizioni.

Spoiler:
Mi ha sorpreso il finale, anch'esso solo accennato, ahimè, in cui pare che le donne, sia pure attraverso legami tribali e di cannibalismo, siano le uniche in grado di ricostruire un ordine sociale. Le donne ripuliscono, ridipingono, riportano ordine e... si mangiano gli uomini che hanno creato il disastro.:paura:
Quindi c'è, in qualche modo, una speranza.
Eppure ancora avrei voluto sapere: perché durante lo sfacelo le donne sono passive, catalettiche, in trance? Perché si adattano a compiacere gli uomini senza reagire?
Mah.
Insomma: buona l'idea di base, ma ripetitiva e poco interessante la narrazione.
 
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