Conrad, Joseph - Racconti di mare e di costa

Dory

Reef Member
Questa raccolta è composta da tre racconti che, con il romanzo breve La linea d'ombra, costituiscono una serie che Conrad stesso chiama i pezzi-bonaccia, contrapposta ad un'altra serie, i pezzi-burrasca, costituita da Negro del Narciso e Tifone.

Il primo dei racconti, intitolato Un briciolo di fortuna, è il seguito de La linea d'ombra. Il nuovo capitano e l'equipaggio ripartono per iniziare la loro attività commerciale che consiste nel prendere un carico di sacchi di zucchero in un'isola dell'Oceano Indiano. Il capitano si troverà a fare i conti con una realtà, quella del commercio, cui non è abituato e di cui conosce assai poco, cosa che non sarà priva di conseguenze...
Il secondo e il terzo racconto, Il coinquilino segreto e Freya delle sette isole, sono una reinterpretazione fantasiosa di Conrad di fatti reali di cronaca dell'epoca.

I tre racconti sono variamenti relazionati e relazionabili, per contrapposizioni ed analogie. Il primo ed il terzo, ad esempio, propongono due visioni nettamente distinte sull'amore, ma da cui emerge una certa misoginia da parte di Conrad. Lui stesso parla del terzo racconto come di qualcosa di mal riuscito, sciocco, sostenendo invece che il racconto migliore sia Il coinquilino segreto, in cui non compare nessuna figura femminile.
In una lettera lui stesso scrive: "Temo proprio che Freya sia una porcheria... D'altro canto Il coinquilino segreto funziona benissimo. Niente maledetti trucchi con le ragazze lì."


Beh, la critica è abbastanza concorde nel giudicare il secondo racconto come il migliore, e Freya come addirittura il suo racconto più brutto. Concordo anch'io, Il coinquilino segreto è senza dubbio il più bello, ma credo che sia Freya che Un briciolo di fortuna, non siano privi di spunti veramente interessanti.

Riporto un paio di passi che mi sono piaciuti molto da Un briciolo di fortuna:

"Ah! Quegli interessi commerciali capaci di guastare la vita più pura che sia sotto il sole!
Perché il mare deve essere adoperato per commerciare e peggio ancora per guerreggiare?
Perché uccidere e trafficarci sopra, perseguendo fini egoistici, e nemmeno di grande importanza?
Sarebbe stato tanto più bello navigarlo alla ventura,
con un porto di quando in quando e un cantuccio di terra da stenderci le gambe, comprare
qualche libro e variare di pietanze per un po'."

"Trascorsi la mia prima serata in porto, tranquillamente, nella cucina di bordo, ed era felicità pensare
che la vita di terraferma, che vi urta, così meschinamente complicata, discorde e piena di visi nuovi
com'è nei primordi del vostro arrivo dal mare, potesse essere tenuta in disparte ancora qualche ora."
 
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