Eugenides, Jeffrey - Le vergini suicide

pokypoky

New member
Ho appena finito di leggerlo e ,forse per l'ansia del tema trattato nel libro, apro subito un nuovo topic. Il libro è particolare, scritto bene, la storia è particolare:
un narratore collettivo, voce di un gruppo di coetanei maschi, rievoca a vent'anni di distanza la vicenda delle cinque sorelle Lisbon, oggetto proibito della loro adolescenza, avvolte in un'aura di mistero che la tragica fine comune ha fissato per sempre.
 

Debby

New member
Non sapevo eistesse anche il libro.
Il film lo vidi quasi un anno fa e mi è piaciuto.
Penso che prima o poi leggerò anche il libro.
 

Lauretta

Moderator
sto aggiornando la mia libreria personale e ho trovato questo titolo...film molto bello, libro semplicemnete stupendo.
il modo in cui racconta gli stati d'animo, la sofferenza è meraviglioso.
l'ho letto l'estate scorsa e lo rileggerei volentieri
 

Belinda47

New member
Strano libro, ma bello e struggente. Anche il film è da vedere.
Dello stesso autore consiglierei "Middlesex".
 

Akiko

New member
bellissimo!
l'ho preso un po'controvoglia in una libreria di un cinema (perchè non si può uscire a mani vuote) perchè il film non mi aveva colpito particolarmente..
invece l'ho divorato!
ti lascia addosso un'atmosfera densa..
a differenza di Middlesex che ho trovato noioso invece:boh:
 

Holly Golightly

New member
Mi ha angosciata moltissimo. Certo, Eugenides è in grado di scrivere cose di un livello molto più alto (Middlesex!), ma nel complesso ho gradito anche questo. Il fatto di aver visto il film e quindi di sapere già cosa sarebbe successo mi ha un po' tolto il gusto della lettura, ma lo stile di Eugenides rimane sempre altissimo e grandioso, la decadenza, il dolore, la tristezza, sembrava di toccarli con mano - e infatti, ripeto, io l'ho trovato angosciante, ma pur sempre molto bello.
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
da un gdl

A me è piaciuto questo romanzo, curioso, particolare, leggermente visionario ma nello stesso tempo profondo, che ti permette di entrare in un mondo adolescente dove i sentimenti e le emozioni sono dilatati ed esasperati.
L'autore ti prende per mano e lentamente ma inesorabilmente ti porta al disfacimento umano di una famiglia segnata da una tragedia inspiegabile che sembra seguire un copione scritto dalle protagoniste stesse.
Gli spettatori, cronisti e comparse di questo copione sono degli adolescenti maschi che testimoniano tutta la storia calandosi completamente nella parte.
Assolutamente un romanzo non banale che fa riflettere sullo stare al mondo degli adolescenti e su quel fenomeno spesso inspiegabile del suicidio in giovanissima età.
Da leggere, gli do 4 su 5.
 

Jessamine

Well-known member
E' stato il mio primo approccio ad Eugenides, e non mi ha per nulla deluso.
Ha una prosa scorrevolissima e accattivante, estremamente lucida e, nonostante il tema angoscioso e terribilmente doloroso, ho trovato il suo approccio delicatissimo e in qualche modo rispettoso.
Ho trovato estremamente efficace la narrazione in terza persona plurale da parte di un generico gruppo di uomini, senza particolari distinzioni o connotazioni, perché le vicende sembrano emergere con ancora più forza: questa tremenda passione, un amore quasi patologico e malato per cinque sorelle che in qualche modo condizionano - con la loro esistenza e col modo che hanno scelto per uscire dall'esistenza - l'adolescenza e perché no, anche la vita adulta di tutti questi ragazzi. Anche il fatto di sapere già dal titolo, dalle prime righe del romanzo, quello che sarà l'epilogo della storia è in qualche modo angosciante e al tempo stesso efficace: la trama scorre lenta, è di una pacatezza struggente, perché questa serenità in qualche modo contrasta con le aspettative del lettore, che sa che prima o poi dovrà confrontarsi con ciò che si aspetta, e si trova quindi diviso fra la voglia di cedere alla tranquillità della prosa e l'angoscia di dover affrontare eventi così drammatici.
A volte sembra che tutta la trama sia estremamente surreale, ma al tempo stesso mi è parso che in realtà quella superficie di surrealismo, di esagerazione e distorsione altro non sia che il velo di dolore e disperazione che innegabilmente distorce, appanna determinati aspetti per mostrarne vividissimi altri. Mi è parso come se nessuno, né fra i personaggi descritti, né nel coro di voci narranti, nonostante i tentativi di razionalizzazione, di spiegare tutto in maniera lucida e scientifica con tanto di reperti, sia stato in realtà in grado di affrontare e sopportare un avvenimento così straziante, e dunque questa morbosa attenzione, questa passione ingiustificata, i tratti surreali ed esagerati mi sono parsi semplicemente un tentativo di reagire e di affrontare qualcosa che sembra inaccettabile.
E' un romanzo che certo non si legge con leggerezza, nonostante la prosa delicatissima e assai scorrevole, è un romanzo che colpisce come un pugno allo stomaco, che riempie di domande a cui è impossibile anche provare a rispondere, ma nonostante tutto a me è piaciuto davvero molto.
 

bouvard

Well-known member
Commento con Spoiler ... ma già il titolo è uno Spoiler!

I commenti di chi ha letto questo libro, sia in questo forum e sia in generale su internet, sono tutti, ma proprio tutti, positivi, alcuni addirittura entusiastici. Essere l’unica voce fuori da questo coro fa uno strano effetto, ma tanto vale dirlo subito: a me questo libro non è piaciuto.
E’ vero che ultimamente non leggo molti autori contemporanei, ma se una trama mi colpisce sono sempre disposta a fare un’eccezione, e la trama di questo libro mi aveva alquanto incuriosita, perciò mi ero decisa a colmare la lacuna su questo autore di cui non avevo ancora letto nulla.
Se dovessi usare degli aggettivi per definire questo libro i primi che mi verrebbero in mente sarebbero: surreale, assurdo, inverosimile. Una famiglia come tante – madre, padre e 5 figlie femmine tra i 13 e i 17 anni – viene sconvolta dal suicidio della figlia più giovane. Voi direte: “Cosa c’è di assurdo e surreale in questo?” In questo niente, infatti non ho trovato assurdo e surreale il disfacimento della famiglia, quanto il modo in cui questo disfacimento avviene ed il comportamento di tutti di fronte a questo suicidio. A partire dal fatto che le quattro ragazze rimaste – spiate, osservate, desiderate, il tutto in modo quasi ossessivo, da molti ragazzi della scuola – sono praticamente abbandonate a se stesse. Nessuno che cerchi davvero di aiutarle, o di stargli vicino, solo isolati e goffi tentativi. Ho trovato assurdo ed irritante, il continuo insistere da parte della voce narrante - che non è una voce singola, ma una voce “corale”- sul desiderio provato verso queste ragazze, sull’attrazione magnetica, irresistibile che queste esercitavano su di loro, salvo poi confonderle e non distinguerle l’una dal’altra. Quasi fossero degli oggetti e non delle persone. Ho trovato altrettanto inverosimile il licenziamento del signor Lisbon perché “una persona incapace di mandare avanti la propria famiglia non è titolata per esercitare la professione di insegnante”. Per non parlare del fatto che queste ragazze vengano ritirate da scuola, lasciate vivere in una casa fatiscente, sporca, dove riescono a nutrirsi a mala pena, senza che nessuno faccia niente. Dopo aver letto tutto questo un sorriso ironico è il minimo di fronte alla frase “Persino noi che avevamo fatto il possibile per aiutarle …”, il possibile per aiutarle? Offrirsi di dargli un passaggio in macchina per farle scappare? Questo è tutto il possibile in un anno? Ma ho trovato inverosimile anche quel “suicidio collettivo” finale. Inverosimile ed inspiegabile e le considerazioni della voce narrante non solo non mi hanno convinta, ma mi hanno definitivamente irritata “L’essenza di quei suicidi non era la tristezza, non era il mistero, ma un puro e semplice egocentrismo. Le ragazze si erano arrogate decisioni che spettavano a Dio. Erano diventate troppo potenti per vivere tra noi, troppo preoccupate di se stesse, troppo visionarie, troppo cieche” … mah …
Essendo la mia voce di delusione una voce solitaria nel coro universale di elogi non mi sento di sconsigliarlo, perché probabilmente sono io a non averne capito il messaggio, o forse questo tipo di libro non è nelle mie corde, perciò mi limito semplicemente a dire che non mi è piaciuto.
A margine del commento vorrei fare una piccola considerazione su un atteggiamento diffuso tra gli autori contemporanei che almeno a me dà parecchio fastidio il fatto di nominare le marche di prodotti in uso, francamente non capisco che rilevanza abbia in una storia sapere che ci si lava i denti con il dentifricio X piuttosto che Y, che si mangiano piselli in scatola X piuttosto che Y, non basterebbe dire che si mangiano piselli in scatola e ci i lava i denti con il dentifricio?
 

Eve

Member
Ho deciso di leggere questo libro nonostante avessi già visto il film (peraltro molto bello) diretto da Sofia Coppola, e devo dire che è stata un'ottima scelta!
La narrazione è originale ma scorrevole: un gruppo di uomini ormai adulti racconta "in coro" questa storia, risalente alla loro adolescenza, e nel raccontarla rievoca i tumulti, il tormento e le contraddizioni di quel periodo. L'atmosfera che ne deriva è sognante, sfumata, a tratti nostalgica. E' quella di un mondo che lentamente svanisce per lasciare posto all'età adulta, e con esso svaniscono anche i ricordi delle sorelle Lisbon: mano a mano che il racconto va avanti si arriva a percepirle quasi come fantasmi, come se non fossero mai esistite se non nella mente e nei desideri dei ragazzi.

"Non ci odono neanche adesso che siamo quassù, nella casa sull'albero, con i capelli radi e un po' di pancia, e le chiamiamo perché escano dalle stanze in cui sono entrate per trovare la solitudine eterna, la solitudine del suicidio, che è più profondo della morte, le stanze dove non troveremo mai i pezzi per rimetterle insieme".

Assolutamente consigliato.
 

estersable88

dreamer member
Membro dello Staff
Cosa spinge cinque sorelle, cinque ragazze belle ed ammirate a togliersi la vita in appena un anno di tempo? E’ questo l’interrogativo che si pone questo libro ed è questo che si chiede il narratore, un portavoce del gruppo di ammiratori delle sorelle Lisbon, a distanza di anni. Per trovare una risposta alle domande che ancora attanagliano la mente di chi quella vicenda se la vide passare davanti agli occhi giorno per giorno, i ragazzi ormai adulti ripercorrono l’accaduto cominciando dal giorno in cui la tredicenne Cecilia si tagliò le vene nella vasca da bagno. Cecilia non morì, ma si dice che chi tenta il suicidio una volta prima o poi ci riproverà… e infatti, appena due settimane dopo Cecilia morirà. Qualcuno insinua che probabilmente il gesto è stato indotto dal guinzaglio troppo corto tenuto dalla madre, dall’impossibilità per le ragazze di svagarsi e di soddisfare le loro esigenze di adolescenti, perciò da quel momento la vita delle sorelle subisce un’impennata di mondanità (nei limiti che impone un padre insegnante alla scuola delle figlie e una madre iper religiosa dal pugno di ferro), ma ben presto, complice una bravata di una delle sorelle, tutto precipita irrimediabilmente. Il declino inesorabile della vita delle sorelle Lisbon ci viene raccontato, con angoscia crescente, dal nostro ragazzo-corteggiatore-narratore: un racconto dettagliato, lucido ed insieme appassionato di una gioventù passata ad osservare il frutto proibito, le cinque bellissime ragazze così inaccessibili e diverse dalle altre e perciò tanto desiderate e desiderabili. Ma loro sapevano davvero di essere tanto desiderate? E quanto questo ha influito nel loro piano suicida? E che cosa, in definitiva, ha provocato questo gesto? L’oppressione dell’ambiente familiare tetro, respingente, intriso della rigidità della madre e dell’inadeguatezza del padre? Il rifiuto irrazionale di accettare il mondo così come ci viene tramandato? L’egocentrismo tipico dell’adolescenza? Il male di vivere… cosa? Probabilmente non lo sapremo mai, probabilmente sono tutte queste cose messe insieme… il libro ci lascia, però, un ampio margine di riflessione su questa questione infondo non tanto peculiare e non tanto lontana da noi.
Una lettura certamente non leggera, ma interessante e coinvolgente proprio per l’evoluzione che descrive nella vita delle ragazze, per l’attaccamento quasi morboso dimostrato dai ragazzi, per i tanti spunti che questa storia ci dà permettendoci di traslarla nelle vicende che accadono ai giorni nostri. Libro altamente consigliato, così come consiglio il film che Sofia Coppola ha tratto da questo libro… molto fedele ed altrettanto sconvolgente.
 
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