Commento con Spoiler ... ma già il titolo è uno Spoiler!
I commenti di chi ha letto questo libro, sia in questo forum e sia in generale su internet, sono tutti, ma proprio tutti, positivi, alcuni addirittura entusiastici. Essere l’unica voce fuori da questo coro fa uno strano effetto, ma tanto vale dirlo subito: a me questo libro non è piaciuto.
E’ vero che ultimamente non leggo molti autori contemporanei, ma se una trama mi colpisce sono sempre disposta a fare un’eccezione, e la trama di questo libro mi aveva alquanto incuriosita, perciò mi ero decisa a colmare la lacuna su questo autore di cui non avevo ancora letto nulla.
Se dovessi usare degli aggettivi per definire questo libro i primi che mi verrebbero in mente sarebbero: surreale, assurdo, inverosimile. Una famiglia come tante – madre, padre e 5 figlie femmine tra i 13 e i 17 anni – viene sconvolta dal suicidio della figlia più giovane. Voi direte: “Cosa c’è di assurdo e surreale in questo?” In questo niente, infatti non ho trovato assurdo e surreale il disfacimento della famiglia, quanto il modo in cui questo disfacimento avviene ed il comportamento di tutti di fronte a questo suicidio. A partire dal fatto che le quattro ragazze rimaste – spiate, osservate, desiderate, il tutto in modo quasi ossessivo, da molti ragazzi della scuola – sono praticamente abbandonate a se stesse. Nessuno che cerchi davvero di aiutarle, o di stargli vicino, solo isolati e goffi tentativi. Ho trovato assurdo ed irritante, il continuo insistere da parte della voce narrante - che non è una voce singola, ma una voce “corale”- sul desiderio provato verso queste ragazze, sull’attrazione magnetica, irresistibile che queste esercitavano su di loro, salvo poi confonderle e non distinguerle l’una dal’altra. Quasi fossero degli oggetti e non delle persone. Ho trovato altrettanto inverosimile il licenziamento del signor Lisbon perché “una persona incapace di mandare avanti la propria famiglia non è titolata per esercitare la professione di insegnante”. Per non parlare del fatto che queste ragazze vengano ritirate da scuola, lasciate vivere in una casa fatiscente, sporca, dove riescono a nutrirsi a mala pena, senza che nessuno faccia niente. Dopo aver letto tutto questo un sorriso ironico è il minimo di fronte alla frase “Persino noi che avevamo fatto il possibile per aiutarle …”, il possibile per aiutarle? Offrirsi di dargli un passaggio in macchina per farle scappare? Questo è tutto il possibile in un anno? Ma ho trovato inverosimile anche quel “suicidio collettivo” finale. Inverosimile ed inspiegabile e le considerazioni della voce narrante non solo non mi hanno convinta, ma mi hanno definitivamente irritata “L’essenza di quei suicidi non era la tristezza, non era il mistero, ma un puro e semplice egocentrismo. Le ragazze si erano arrogate decisioni che spettavano a Dio. Erano diventate troppo potenti per vivere tra noi, troppo preoccupate di se stesse, troppo visionarie, troppo cieche” … mah …
Essendo la mia voce di delusione una voce solitaria nel coro universale di elogi non mi sento di sconsigliarlo, perché probabilmente sono io a non averne capito il messaggio, o forse questo tipo di libro non è nelle mie corde, perciò mi limito semplicemente a dire che non mi è piaciuto.
A margine del commento vorrei fare una piccola considerazione su un atteggiamento diffuso tra gli autori contemporanei che almeno a me dà parecchio fastidio il fatto di nominare le marche di prodotti in uso, francamente non capisco che rilevanza abbia in una storia sapere che ci si lava i denti con il dentifricio X piuttosto che Y, che si mangiano piselli in scatola X piuttosto che Y, non basterebbe dire che si mangiano piselli in scatola e ci i lava i denti con il dentifricio?