Mancuso, Vito - Il dolore innocente

Mi è venuto in mente questo libro stanotte. E ad essere sincero non ho capito nulla. Dopo oltre duecento pagine io non ho capito perché Dio permette che dei bambini soffrano.
Il libro parla di handicap, di Dio, della natura. Il libro mi permette di capire che l'amore per l'handicappato equivale all'amore per Dio. A volte l'handicap è così grave che il bambino non può "ringraziarti", né graticarti nemmeno con un sorriso. Eppure tu lo ami, lo ami senza aspettarti ricompensa. L'amore per il Divino, è amore senza aspettarsi una ricompensa tangibile.


«Nella natura, per far nascere la libertà, Dio Padre ha scelto di essere presente solo come principio impersonale, delegando la presenza personale al Figlio, l'Agnello immolato, e al vento incontrollabile dello Spirito. Perché, dunque, nascono così? Perché ci sia la libertà, perché gli esseri umani possano essere liberi. Agli uomini, alcuni dei loro figli nascono così perché essi sono liberi; ma liberi vuol dire fragili, esposti al nulla. L'handicap è il prezzo che si paga ad una creazione libera, lo stesso prezzo pagato dal Padre con l'immolazione del Figlio ab origine mundi»


L'handicap è il prezzo che si paga per una creazione libera. Ne vorrei una meno libera e senza handicap.

Vorrei chiudere con la lettera di David Cameron dopo la morte del figlio disabile. Io condivido e faccio mia ogni virgola:

"Sam e io siamo stati sommersi da tutte le lettere, i biglietti, le e-mail e i fiori che abbiamo ricevuto per Ivan. Inviare una e-mail questa settimana ci offre l´opportunità di dire un grande «grazie». Significa molto sapere che altri pensano a noi e a lui.
Abbiamo sempre saputo che Ivan non sarebbe vissuto per sempre, ma non ci aspettavamo di perderlo così giovane e così all´improvviso. Lascia un vuoto nella nostra vita così grande che le parole non riescono a descriverlo. L´ora di andare a letto, l´ora di fare il bagno, l´ora di mangiare – niente sarà più uguale a prima.
Ci consoliamo sapendo che non soffrirà più, che la sua fine è stata veloce, e che è in un posto migliore. Ma, semplicemente, manca a noi tutti disperatamente. Quando ci fu detto per la prima volta quanto fosse grave la disabilità di Ivan, pensai che avremmo sofferto dovendoci prendere cura di lui ma almeno lui avrebbe tratto beneficio dalle nostre cure. Ora che mi guardo indietro vedo che è stato tutto il contrario. E' stato sempre solo lui a soffrire davvero e siamo stati noi – Sam, io, Nancy ed Elwen – a ricevere più di quanto io abbia mai creduto fosse possibile ricevere dall´amore per un ragazzo così meravigliosamente speciale e bellissimo”.
 
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