L'ultimo metrò è quello che segna l'inizio del coprifuoco in una Parigi occupata dai tedeschi nel 1942. Marion è un'attrice cinematografica che si trova, suo malgrado, a prendere in mano il Teatro Montmatre e a recitare in una commedia voluta dal marito, nascosto nello scantinato perchè ebreo. In questo microcosmo teatrale si consumano tutte le vicende che possono essere raccontate in tempo di guerra, la Resistenza, il mercato nero, la delazione, il collaborazionismo, il ruolo dell'artista in tempi di crisi. Ed è proprio questo ultimo tema ad essere al centro del film, l'artista rimane sempre tale oppure il suo dovere di cittadino viene prima di tutto?
Il film è un omaggio al teatro e allo spettacolo in genere, a quello che rappresenta in tempi bui, dove come a Parigi durante la seconda guerra mondiale, si affollavano le platee anche durante i bombardamenti. Bella prova di cinema.
Il film è un omaggio al teatro e allo spettacolo in genere, a quello che rappresenta in tempi bui, dove come a Parigi durante la seconda guerra mondiale, si affollavano le platee anche durante i bombardamenti. Bella prova di cinema.