Tolstoj, Lev - La sonata a Kreutzer

Dorylis

Fantastic Member
Un uomo di nome Pozdnysev durante un viaggio in treno confessa a uno sconosciuto la propria colpa segreta. Ricorda di aver presentato alla moglie un avventuriero, gran seduttore e abile musicista, dando così inizio a un gioco che si rivelerà tragicamente beffardo. Via via sempre più sospettoso una sera, mentre la coppia esegue in perfetta sintonia la Sonata a Kreutzer di Beethoven, Pozdnysev accantona ogni dubbio. Spinto dalla gelosia uccide la moglie per un tradimento in realtà mai avvenuto e senza rendersi conto del terribile malinteso. Pubblicata nel 1891 dopo numerose revisioni, la Sonata a Kreutzer è tra le opere più significative dell'ultimo Tolstoj. Dura requisitoria contro le ipocrisie nascoste della vita coniugale, racconto quasi dostoevskiano per la ricerca delle motivazioni più oscure dei gesti umani, si presenta come la testimonianza spietata di una storia che potrebbe essere vera.

Libro molto scorrevole mi ha colpito molto perchè svela quelle piccole ipocrisie che ci sono nei matrimoni e che spesso noi non vediamo. 8/10
 
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pokypoky

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Non sai che sensazione aver trovato questo topic. questo libro l'ho letto 10 anni fa e quest'anno l'ho riletto. La storia è bella anche se atroce. I meccanismi psicologici del protagonosta sono descritti egregiamente. Credo sia impossibile terminare il libro e non provare un senso di "pesantezza". Ma l'unicità di questo libro sta nell' aver saputo tracciare così bene la sottile linea di confine tra un pensiero sano ed uno patologico. Purtroppo e per fortuna, questo passaggio tocca tutti noi, per alcuni rientra e per altri no. Io trovo che l'autore sia stato coraggioso, che la sua biografia, soprattutto quella coniugale, vada letta: magari prima di iniziare il libro. Due anni fa in Italia è uscito il film "quale amore" che è una trasposizione italiana del libro. I protagonisti sono Giorgio Pasotti e Vanessa Incontrada. Il film non è male, di certo non bello come il libro ma può essere visto da chi magari non vuole o non può leggerlo.
 
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ayla

+Dreamer+ Member
Un piccolo capolavoro sia per lo stile scorrevole, fluido ed evocativo sia per i contenuti che fanno riflettere sui comportamenti umani e sulle passioni: una piccola "bibbia" sul rapporto coniugale. Il finale tragico e drammatico è molto intenso. Consigliato!!!
 

AngelicaS.

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è magnifico nel descrivere quanto potere siano le donne capaci di esercitare con altri mezzi che non siano voce grossa o violenza..ma il tipo di coercizione è cmq non propriamente onesto.
 

shvets olga

Member
Questo romanzo breve lo trovo molto attuale, con tante sentenze di Tolstoj si puo' essere d'accordo, con tante no.
Consigliato.
 
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Un racconto che tocca nel profondo del cuore.... il punto di vista di un maschilista e la sua vissione della donna (oggetto!).... quello che mi fa pensare di più è che c'è molto dell'autore in questo racconto...:paura:
 

sergio Rufo

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Un capolavoro La Sonata...con l'immortale Guerra e Pace.
Due rarita' in un'opera di un pagliaccio con i sonagli..., intendo Tolstoj. :)
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Concordo con quanto scritto da olga,anche io infatti ho trovato ancora attuale questo breve romanzo.
Per quanto riguarda il punto di vista dell'uomo che racconta la sua storia coniugale,posso concordare su alcune teorie espresse,mentre su altre non sono d'accordo.
Credo sia un tema davvero delicato quello che riguarda il rapporto uomo/donna e ciò che ne consegue,molto soggettivo e di difficile discussione.
E' stata la prima opera che ho letto di Tolstoj e il suo stile di scrittura,indipendentemente dalla trama, mi è sembrato scorrevole.
Appena ne avrò il tempo,voglio provare a leggere le sue opere più sostanziose.
 

ViolaTorricella

New member
Posso considerare la sonata a Keutzer uno dei miei libri preferiti! Concordo con quasi tutto quello che dice l'autore, e' la verita' che noi non vediamo perche' siamo spesso accecati dall'amore. Mi piace molto anche il cinismo del protagonista che e' in un certo senso pauroso!
 

velvet

Well-known member
Il libro mi è piaciuto molto. E' un racconto molto fluido, evocativo, che fa riflettere. Ritrae benissimo i pensieri, i rapporti umani con le loro ipocrisie, soprattutto come è stato già detto il rapporto matrimoniale con le sue difficoltà; il ritratto è ovviamente di un matrimonio della sua epoca ma per molti versi le situazioni narrate sono ancora attuali.
Inoltre la parte più notevole è il viaggio nella mente umana, l'analisi del susseguirsi di pensieri e ripensamenti, sensazioni e sentimenti, coscienza e intenzioni che attraversano la mente di un uomo che teme il tradimento.

Per quanto riguarda le dottrine esposte ovviamente le gran parte non mi trova d'accordo.
La demonizzazione dell'amore in quanto preludio a rapporti carnali e depravazione, l'idea che l'amore sia un istinto animalesco da soffocare cercando invece di tendere ad altri ideali, l'ostilità nei confronti della contraccezione, le trovo idee moraliste e bigotte.
Non ho visto invece il maschilismo citato nei commenti precedenti, se non nei limiti della società dell'epoca (ovvero la concezione donna-sposa).
Tolstoj al contrario denuncia il giudizio favorevole che la società dà alla dissolutezza dei costumi degli uomini, sia scapoli che ammogliati, che la donna subisce.
Anche nel suo osteggiare la prostituzione, prevale l'atteggiamento negativo nei confronti dell'uomo che usa la donna per il solo piacere carnale, e nei confronti della società che lo permette. Anche in questo caso la donna è giudicata una vittima.
Insomma è contrario alla dissolutezza dell'uomo e della donna in egual modo.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Non ho visto invece il maschilismo citato nei commenti precedenti, se non nei limiti della società dell'epoca (ovvero la concezione donna-sposa).
Tolstoj al contrario denuncia il giudizio favorevole che la società dà alla dissolutezza dei costumi degli uomini, sia scapoli che ammogliati, che la donna subisce.
Anche nel suo osteggiare la prostituzione, prevale l'atteggiamento negativo nei confronti dell'uomo che usa la donna per il solo piacere carnale, e nei confronti della società che lo permette. Anche in questo caso la donna è giudicata una vittima.
Insomma è contrario alla dissolutezza dell'uomo e della donna in egual modo.

Nemmeno a me è sembrato particolarmente maschilista, considerata l'epoca in cui è stato scritto.
Al di là della postfazione dell'autore, nella quale egli esprime le sue idee sull'amore, il matrimonio e la società, idee che non mi trovano d'accordo (ma è vero che siamo nel 1890!), il racconto in prima persona del protagonista mi ha lasciato una sorta di pesantezza nello stomaco. Purtroppo mi sembra che molte cose che riguardano la vita a due, la famiglia e il matrimonio siano molto vere, anche se, di norma, non degenerano come avviene nel romanzo. E' vero che la gelosia può accecare completamente (ma il tradimento c'è poi stato? E ha importanza per il lettore?), è vero che talvolta, quando la passione del primo momento si esaurisce, sorgono incomprensioni insormontabili. Per fortuna oggi la decisione di sposarsi o convivere o, comunque, di mettere su una famiglia, in genere, viene presa con una maggiore ponderatezza, ma secondo me non si conosce mai davvero una persona finchè non ci si vive insieme, perciò il rischio di arrivare, anche in tempi brevi, a non sopportarsi esiste ugualmente e temo sia notevole. Insomma, in fin dei conti l'ho trovato piuttosto realistico e, in parte, attuale; l'immedesimazione è stata semplice, e credo che ciò dipenda dalla magistrale penna dell'autore, che scava, scava, scava fino a svelare con schiettezza e con una rara capacità di introspezione la parte più profonda e oscura dell'essere umano, quella che tendiamo a nascondere anche a noi stessi.
 

massiviar

New member
Credo di essere un pesce fuor d'acqua

A me questo libro non è piaciuto molto. Forse semplicemente non è il mio genere. Ma una volta iniziata la lettura è raro che io non la porti a termine.
Anche se la storia ha una bella morale secondo me non è molto appassionante.
In tutto sono 97 pagine. Pagine spesso eccessivamente filosofiche, psicologiche, soggette a molte lungaggini.

E’ comunque, come già accennavo, un libro con una morale. E’ a favore del matrimonio, sfavorevole alle relazioni extraconiugali, sfavorevole alle relazioni con donne o uomini già impegnati e contrarioa tutte le dottrine immorali (tra cui la frequentazione delle le CD case chiuse).

Comunque io di solito in ogni storia che leggo apprezzo sempre in particolare qualcuno dei personaggi. Magari per il loro coraggio, le loro ambizioni, la loro forza di volontà, la loro intelligenza, tutte caratteristiche che mi fanno affezionare un po’ a loro e alla storia.
In questo libro invece non esiste una descrizione approfondita di nessun personaggio. non riesci a dargli un volto...
Per di più nessuno di loro ha caratteristiche positive, meritevoli di ammirazione da parte del lettore.

Il protagonista (narratore) è un tizio che di cognome fa Poznysev; è pieno di odio, di manie, ossessionato dal tradimento.
La moglie è piena di odio per il marito; è angosciata da qualunque cosa dica o faccia il marito ed è una persona falsa.
L’amante della moglie (sig. Truchacevskij) è un intruso, un approfittatore.
L’interlocutore di Poznysev sul treno sta quasi sempre zitto…più che altro è un semplice ascoltatore.

Per tutti questi motivi non consiglio questo libro.
Ma sottolineo che questa non è altro che una considerazione personale.
A tante persone che scrivono recensioni (anche su altri siti) infatti è piaciuto molto…
Non potete fare altro che leggerlo per avere una opinione personale…ma io vi sconsiglio vivamente di farlo.
 

praschese89

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Libro letto in poche ore!Quanta cinicità cè in questo Tolstoj...ti spiazza e ti spaventa,perchè poi ci rifletti e sai che ha ragione!Concordo con quelli di voi che han parlato di argomento molto attuale quello della donna oggetto!Inoltre per me è il primo libro di Tolstoj e la sua scrittura mi attrae e mi colpisce per la sua scorrevolezza!Lettura consigliata...fa riflettere!
 

wayne_tedrow

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Ho letto di recente questo libro, visto che era in uscita con la repubblica nella collana di racconti brevi che hanno pubblicato.
Che dire, personalmente non è il mio genere, quindi non lo consiglierei. Sicuramente le analisi di Tolstoj sono interessanti e piene di spunti da cogliere, ma per chi come me preferisce i libri d'azione e "movimentati", questo può risultare un po' soporifero (almeno per me è stato così).
 

belisario

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Romanzo breve di Tolstoj, dove vengono esaminati gli aspetti più intimi e reconditi dell’animo umano.
E’ sostanzialmente il monologo di un uomo che descrive la sua vita di marito e padre, mettendone in mostra le verità, in termini crudi e concreti, demandando ad altri siti l’aulicità dell’amore coniugale e le relative gioie. Una lunga dissertazione sulle varie fasi della vita a due, dall’innamoramento al fidanzamento, al matrimonio e quindi al menage familiare, disquisendo su ognuna di queste tappe, mostrandone soprattutto, a discapito degli aspetti positivi che vengono comunque menzionati, le negatività sempre molto aspre e realistiche.
C’è nella fattispecie, una chiara vena di pessimismo che non viene mai meno sino alla fine e le colpe di cui si autoaccusa il protagonista a nulla valgono ad affievolirne il senso.
L’opera è scritta magistralmente e pagina dopo pagina infonde nel lettore un sentimento di crescente profonda compassione per le sofferenze di Pozdnysev, anche se tanto dolore sembra giungere più che da un’analisi realistica della propria condizione, da una sorta di autocompiacimento masochistico.
Forse anche per la brevità, ma sicuramente per la eccellente prosa, il racconto si legge tutto d’un fiato e quando si arriva alla fine è impossibile non immergersi in riflessioni che riguardano la condizione umana.
 

ayuthaya

Moderator
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Riporto questo commento da quello pubblicato per il Giornalino! Qualcuno mi ha giustamente fatto notare che spesso si dà sottintesa la trama... é che spesso è inserita nel primo post e poi non se ne parla più! Comunque in questo caso è molto semplice: un uomo su un treno racconta la propria incredibile vicenda a un compagno di viaggio, narrandogli di come -corrotto dalla società e accecato dalla gelosia- abbia ucciso la propria moglie che riteneva (probabilmente a torto) colpevole d'adulterio.

Piccolo capolavoro: non si può non restare senza parole di fronte alla capacità di questo scrittore di condensare così tanto valore in così poco spazio. L'impressione è quella di un viaggio all'interno dell'animo umano, dei suoi drammi, dei suoi eccessi... e tutto ciò attraverso uno stile limpido, conciso, perfetto. Sembra che l'autore non abbia compiuto alcuno sforzo, quasi le parole fossero sgorgate spontaneamente e si fossero allineate da sole in modo da far vibrare le corde più intime della nostra interiorità.
Ma ciò che è davvero straordinario è la sensazione di vertigine che suscita quest'opera. È come se Tolstoj ci avesse accompagnato per mano ai bordi di uno strapiombo e, mostrandocelo, ci avesse detto: "questo è l'infinito, questo è l'abisso". Eppure quello che abbiamo di fronte a noi è lo stesso scenario.
Il fatto è che qualsiasi lettore moralmente "sano" percepisce che le teorie di Pozdnysev (non solo la sua gelosia, quanto proprio la sua lucida analisi sulla "vera" natura dei rapporti umani e soprattutto delle relazioni tra uomo e donna) sono frutto di una mente distorta... non per niente la logica conseguenza di questa coscienza malata sarà la più aberrante di tutte le azioni: il delitto. Eppure non possiamo negare a noi stessi che almeno qualcosa nei suoi ragionamenti, nelle sue
amare riflessioni, sia la pura verità. Penso a tanti rapporti meschini che vestiamo di nomi altisonanti per poter nascondere a noi stessi il loro squallore, a tante illusioni che ci portiamo dietro al principio di un rapporto e che, a contatto con la realtà, si sgretolano o al contrario si irrigidiscono in ipocrisie capaci di durare tutta una vita, a tante preoccupazioni che ci soffocano e ci spengono (per esempio nell'educazione dei figli).
Per cui a un certo punto non possiamo non chiederci: si tratta davvero solo del delirio di un pazzo geloso e omicida? O piuttosto non siamo di fronte a un tentativo estremo e quindi necessariamente rischioso di smascherare tante falsità, tanti comportamenti scorretti e corrotti, che accettiamo perché li consideriamo “inevitabili”?
Io credo che siano vere l'una e l'altra cosa. Credo soprattutto che uno stesso ideale di perfezione (come quello che nutre Tolstoj e palesato nella postfazione suddetta), possa condurre al suo opposto, ovvero alla perdizione. Insomma credo che la vera ricchezza di quest'opera consista nel fatto che l'autore, forse senza rendersene conto (essendo lui convinto della veridicità delle sue affermazioni), sia riuscito a mostrarci quanto sia sottile (e pericolosa) la linea di separazione fra ideale e reale, fra purezza e inganno, fra aspirazione al bene supremo e caduta nel peccato che non conosce riscatto.
 
G

giovaneholden

Guest
Anche io riporto la mia critica presa dalla pagina del giornalino:
Capolavoro della maturità del grande scrittore russo, successiva alla sua svolta religiosa, contiene
tutte le tematiche emerse dalla radicalizzazione della sua posizione ideologica. Questo ha portato
anche un passaggio della forma narrativa del romanzo a quella più asciutta del racconto, dove le
idee espresse vengono distillate in una forma più sublimata, modificandone profondamente anche la
struttura. Nella postfazione lo scrittore stesso chiarisce, a seguito delle numerose lettere ricevute,
cosa ha inteso esprimere nel racconto. Teniamo presente che, nell’ultima parte della sua vita,
Tolstoj era assurto a una sorta di guru di popolarità enorme, un vero e proprio maitre a penser. Cito
dunque dalla sua risposta:
“Vorrei dire, in primo luogo, che nella nostra società si è venuto radicando il fermo convincimento
che i rapporti sessuali siano essenziali alla salute e quindi da incoraggiare, anche al di fuori del
matrimonio. Tutto ciò non è un bene, perché non è ammissibile che sia necessario distruggere il
corpo e lo spirito di alcuni individui per la salute di altri. Non bisogna dunque prestar fede a
dottrine immorali diffuse dalla falsa scienza. In secondo luogo, in conseguenza di ciò e del fatto che
le relazioni amorose siano considerate un bene sublime e poetico, l’infedeltà coniugale è diventata
un fenomeno comune in tutti gli strati sociali. Dovrebbe essere modificato il giudizio che si ha
sull’amore carnale dall’attuale a quello di condizione bestiale, punendo la violazione della
promessa di fedeltà matrimoniale. In terzo luogo, la nascita dei figli ha perso il suo vero senso,
anzi viene vista come ostacolo ai rapporti matrimoniali diffondendo la pratica di non procreare. In
quarto luogo, i figli stessi vengono educati non in vista dei loro futuri compiti nella vita, ma solo in
vista dei piaceri dei genitori, come figli di animali. In quinto luogo il basare sul rapporto carnale i
rapporti tra uomini e donne significa perdere le forze migliori degli individui. L’ideale del cristiano è
l’amore verso Dio e verso il prossimo e la rinuncia a se stessi per servirlo. Dunque l’amore
carnale significa servire solo se stessi ed è quindi un errore, un peccato.”
La posizione, al di là di alcune giuste intuizioni, quali un proto-femminismo in cui si recupera una
dignità paritetica alla donna e l’uso dei figli come scimmiette ammaestrate delle aspirazioni dei
genitori, che ha avuto uno sviluppo esponenziale negli ultimi decenni, è intrisa di eccessivo
spiritismo, lontana dalla dottrina cristiana corrente e vicina a posizioni dei primi secoli cristiani di
alcuni eretici neoplatonici che scindevano e mortificavano il corpo creando un dualismo antitetico
con l’anima. Rimane indubbiamente l’estrema finezza del racconto, dove gli eventi sono raccontati
durante il viaggio in treno con una limpidezza che non fa presagire il dubbio che invece è ben
presente alla fine, dove crollano come un castello di carte le certezze costruite dal protagonista
sull’adulterio della moglie e che lo porta all’irreparabile gesto dell’uxoricidio.
 

bonadext

Ananke
Devastante! L'ho appena finito, letto quasi tutto d'un fiato... questo racconto mi ha letteralmente rapito, troppo bello, mi sono sentito parte del protagonista e l'ho "appoggiato" fino in fondo. Sono ancora scosso dalla profondità dell'opera...

Tolstoj è uno scrittore immenso! :ad:
 

MadLuke

New member
Il matrimonio come involuzione dell'anima

La lunga confessione del protagonista del romanzo (e per certi versi unico personaggio), dispiega il matrimonio nelle sue più meschine e subdole ipocrisie. Non è vissuto come coronamento di una vita d'amore o il progetto di una vita comune, bensì solo il solo il sigillo che da una parte dovrebbe seppellire la dissolutezza degli anni della gioventù, e dall'altra come il cinico conseguimento di una sorta di pax sociale e adeguamento alle convenzioni.
Date le pessime premesse, è inevitabile il matrimonio venga col tempo sempre più considerato dai due coniugi la tomba dell'amore, la causa dell'infelicità e della mancata realizzazione personale, e il marito o moglie come l'artefice di tutte le insoddisfazioni personali, il nemico da uccidere nell'illusione della liberazione, che invece non può che giungere dopo attento ravvedimento e presa di consapevolezza della propria superficialità.
Il tema del romanzo è assolutamente degno di approfondimenti e più che mai attuale, eppure credo l'involuzione del protagonista non sia stata sviluppata come meritava. Confrontando quest'opera con altre dello stesso autore o con gli altri grandi classici della letteratura russa, credo che sia evidente come manchi lo sviluppo della personalità come reazione alle relazioni con gli altri personaggi. Il modo di pensare e di agire del protagonista pare qui invece puramente precostituito, e le vicende che vive come occasione di esibizione del proprio temperamento invece che di forgiatura dell'anima.
 
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