Anche io riporto la mia critica presa dalla pagina del giornalino:
Capolavoro della maturità del grande scrittore russo, successiva alla sua svolta religiosa, contiene
tutte le tematiche emerse dalla radicalizzazione della sua posizione ideologica. Questo ha portato
anche un passaggio della forma narrativa del romanzo a quella più asciutta del racconto, dove le
idee espresse vengono distillate in una forma più sublimata, modificandone profondamente anche la
struttura. Nella postfazione lo scrittore stesso chiarisce, a seguito delle numerose lettere ricevute,
cosa ha inteso esprimere nel racconto. Teniamo presente che, nell’ultima parte della sua vita,
Tolstoj era assurto a una sorta di guru di popolarità enorme, un vero e proprio maitre a penser. Cito
dunque dalla sua risposta:
“Vorrei dire, in primo luogo, che nella nostra società si è venuto radicando il fermo convincimento
che i rapporti sessuali siano essenziali alla salute e quindi da incoraggiare, anche al di fuori del
matrimonio. Tutto ciò non è un bene, perché non è ammissibile che sia necessario distruggere il
corpo e lo spirito di alcuni individui per la salute di altri. Non bisogna dunque prestar fede a
dottrine immorali diffuse dalla falsa scienza. In secondo luogo, in conseguenza di ciò e del fatto che
le relazioni amorose siano considerate un bene sublime e poetico, l’infedeltà coniugale è diventata
un fenomeno comune in tutti gli strati sociali. Dovrebbe essere modificato il giudizio che si ha
sull’amore carnale dall’attuale a quello di condizione bestiale, punendo la violazione della
promessa di fedeltà matrimoniale. In terzo luogo, la nascita dei figli ha perso il suo vero senso,
anzi viene vista come ostacolo ai rapporti matrimoniali diffondendo la pratica di non procreare. In
quarto luogo, i figli stessi vengono educati non in vista dei loro futuri compiti nella vita, ma solo in
vista dei piaceri dei genitori, come figli di animali. In quinto luogo il basare sul rapporto carnale i
rapporti tra uomini e donne significa perdere le forze migliori degli individui. L’ideale del cristiano è
l’amore verso Dio e verso il prossimo e la rinuncia a se stessi per servirlo. Dunque l’amore
carnale significa servire solo se stessi ed è quindi un errore, un peccato.”
La posizione, al di là di alcune giuste intuizioni, quali un proto-femminismo in cui si recupera una
dignità paritetica alla donna e l’uso dei figli come scimmiette ammaestrate delle aspirazioni dei
genitori, che ha avuto uno sviluppo esponenziale negli ultimi decenni, è intrisa di eccessivo
spiritismo, lontana dalla dottrina cristiana corrente e vicina a posizioni dei primi secoli cristiani di
alcuni eretici neoplatonici che scindevano e mortificavano il corpo creando un dualismo antitetico
con l’anima. Rimane indubbiamente l’estrema finezza del racconto, dove gli eventi sono raccontati
durante il viaggio in treno con una limpidezza che non fa presagire il dubbio che invece è ben
presente alla fine, dove crollano come un castello di carte le certezze costruite dal protagonista
sull’adulterio della moglie e che lo porta all’irreparabile gesto dell’uxoricidio.