Kapuściński, Ryszard - La prima guerra del football: e altre guerre di poveri

velmez

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Kapuściński, Ryszard - La prima guerra del football: e altre guerre di poveri

Dio!
Malgrado tutte le preghiere che Ti rivolgiamo
le nostre guerre le perdiamo sempre.
Domani affronteremo una nuova battaglia
grande davvero.
Abbiamo più che mai bisogno del Tuo aiuto
per cui lasciami dire una cosa:
quella di domani sarà una battaglia dura,
non roba da bambini.
Perciò Ti prego
non mandarci in aiuto Tuo figlio,
vieni Tu.


[Preghiera di Koqo, capo della tribù dei grikuasa,
prima della battaglia contro gli afrikaner nel 1876]


1958: un giovane giornalista irrequieto parte per l’Africa dove, tra andate e ritorni, rimarrà per circa dieci anni. A quel tempo il mondo s’interessava veramente a quello strano continente, muto per secoli, che cominciava a parlare e a far parlare di sé. "L’Africa era un enigma, un mistero, nessuno sapeva che cosa sarebbe successo quando trecento milioni di individui avrebbero drizzato la schiena e chiesto il diritto di parola. In Africa cominciavano a nascere degli stati, gli stati compravano armi e molti giornali stranieri si chiedevano se tutto il continente non stesse per muovere alla conquista dell’Europa." E così, nel caldo soffocante del continente, Kapuscinski arriva in Ghana, poi in Congo dove assiste allo smarrimento della popolazione quando Lumumba viene assassinato; poi in Tanganika, Sudafrica, Algeria, ogni volta nei momenti più caldi, all’esplodere di rivolte e rivoluzioni, tentando sempre di capire cosa sta succedendo e perché. Nel 1967 Kapuscinski rientra in Polonia ma non riesce a diventare un giornalista stanziale. Nell’autunno, parte per un viaggio di cinque anni in America Latina. Altro continente povero, dove si svolgono guerre povere, come quella scoppiata nel 1969 tra l’Honduras e il Salvador. La tensione creata da una partita di football tra le due squadre nazionali fa esplodere una tensione ben più profonda, causata dall’emigra- zione di centinaia di migliaia di salvadoregni, alla ricerca di terra e sopravvivenza in Honduras. La guerra termina con una tregua e con il sostanziale mantenimento dei confini preesistenti, ma i due stati si dichiarono soddisfatti: per qualche giorno, infatti, i giornali di tutto il mondo hanno parlato di loro. "I piccoli stati del Terzo, Quarto e di tutti gli altri mondi possono sperare di suscitare qualche interesse solo quando decidono di spargere sangue. Triste ma vero," conclude Kapuscinski.



Ho iniziato questo libro lo scorso anno, durante il mio viaggio in Tanzania, e l'ho finito quest'anno durante il viaggio in Perù! (la lettura l'ho interrotta perchè me l'hanno rubato in Tanzania... ma comicamente non avrei potuto leggerlo in tempi migliori!)
Inutile dire che Kapuscinski è diventato il mio idolo, so dovessi scegliere un dio sceglierei lui: i suoi racconti così reali e scompaginati mi hanno appassionato moltissimo. Sicuramente si impara molto da questa lettura! Consigliata a tutti!!
 

lettore marcovaldo

Well-known member
Anche io trovo che questo libro sia molto interessante. La "Storia" raccontata da un testimone diretto.
 
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